Le tredici notti sante e il loro legame con il macrocosmo

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Natale


 

Uno degli aspetti più importanti delle tredici notti sante

è il loro legame interiore con l’intero corso dell’anno e attraverso di esso con il macrocosmo.

 

Già nel loro numero, i dodici giorni(1) che separano l’apparizione di Gesù da quella del Cristo rivelano il legame

fra questo periodo e l’archetipo del ‘dodici’ nel nostro cosmo, ovvero le dodici sfere celesti, le forze dello zodiaco.

Ciò viene espresso con grande chiarezza da Rudolf Steiner nei seguenti termini:

 

▸ «È come se l’umanità, cogliendo l’occasione di sperimentare questo fondamentale periodo dell’anno in maniera meditativa, possa un giorno divenire consapevole della propria origine immacolata dalle forze cosmiche dell’universo. Contemplando le forze cosmiche dell’universo e penetrando un poco nei suoi segreti grazie a Theosophia, alla vera saggezza spirituale, l’umanità potrà essere di nuovo matura per comprendere che la festa della natività di Gesù ha un senso superiore: quello di festa della nascita del Cristo nel corpo di Gesù di Nazareth, festa che dovrebbe essere celebrata il 6 gennaio, come già avevano compreso gli gnostici. E come a darci la possibilità di immergerci nelle dodici forze universali del cosmo, le dodici notti sante stanno tra la festa del Cristo e la festa che dovrebbe celebrarsi il 6 gennaio, la festa dei tre re magi, che è di fatto la festa che abbiamo caratterizzata. Anche se la moderna civiltà scientifica non lo comprende, queste dodici notti sante, come istituite dalle recondite e sagge profondità animiche dell’umanità, stanno lì quasi a voler dire: “Sentite tutta la profondità della festa del Cristo, ma immergetevi poi durante le dodici notti sante nei più sacri misteri del cosmo, vale a dire, in quella regione dell’universo da cui discese sulla terra il Cristo”.

 

Infatti

solo se l’umanità svilupperà la volontà di farsi ispirare

dal pensiero della sacra e innocente origine divina dell’uomo,

solo se vorrà farsi ispirare dalla saggezza insita nelle dodici sacre forze dell’universo,

simboleggiate dai dodici segni dello zodiaco

ma in verità rappresentate solo dalla saggezza spirituale,

solo se l’umanità si immergerà nella vera saggezza spirituale

e imparerà a riconoscere il corso del tempo nel grande universo e nel singolo uomo,

solo allora l’umanità del futuro, fecondata dalla scienza dello spirito,

riuscirà a trovare per la propria salvezza le ispirazioni

che scaturiscono dalla festa della natività di Gesù

per penetrare nei più fiduciosi e promettenti pensieri dell’avvenire».38

 

Queste parole non si riferiscono solo alla possibilità, nel corso delle tredici notti sante, di una reale penetrazione nel microcosmo, nei misteri dell’anima umana, ma altresì nei misteri dell’universo che ci circonda, il macrocosmo.

E questi ultimi possono essere riconosciuti a quest’epoca dell’anno non grazie alla penetrazione nelle sfere extra-terrestri ma solo nel riflesso che hanno nell’interiorità della Terra poiché, come dice Rudolf Steiner, la Terra nel tempo di Natale ricorda i misteri del cosmo stesso. E non solo ‘li ricorda’ ma, dopo il mistero del Golgota, quando il Cristo divenne lo spirito della Terra, li porta essenzialmente in sé.

 

Ma come avviene ora il passaggio inverso, dal microcosmo nel quale l’uomo si immerge in misura maggiore nel tempo di Natale, verso il macrocosmo? Come trovare la via che porta dalla ‘memoria profonda’ individuale, che si svela nell’incontro con il piccolo guardiano della soglia, alla ‘memoria profonda’ della Terra, che contiene tutti i misteri del macrocosmo e le cui chiavi sono custodite dal grande guardiano?

 

Per rispondere a questa domanda

dobbiamo considerare un ulteriore aspetto della nascita dell’io superiore nel tempo di Natale.

Rudolf Steiner ne parla nel ciclo Macrocosmo e microcosmo nella conferenza del 29.3.1910.

 

Qui viene detto che una delle prime esperienze fatte dal discepolo che nel corso dell’iniziazione

oltrepassa in coscienza immaginativa la soglia del mondo spirituale,

è la piena oggettivizzazione del proprio io.

• Il suo io gli si obiettivizza però non in una immagine singola, bensì in figura di ‘dodici’.

• In ciò ognuna delle dodici immagini del suo io manifesta il proprio legame con una determinata forza dell’universo,

la sua affinità con una delle sfere dello zodiaco.

• Questa è una delle prime esperienze che il discepolo fa in conseguenza della nascita del suo io superiore.

 

Rudolf Steiner dice:

▸ «La cosa è tale che nel momento in cui il discepolo penetra nel mondo immaginativo attraverso il cammino descritto e contempla in immagine il proprio io, deve sapere bene che può vedere dodici diverse immagini del proprio io. Esistono queste dodici diverse immagini dell’io, e il discepolo comprende in fondo il proprio io solo quando osserva sé stesso retrospettivamente, da dodici punti di vista per così dire ‘esterni al corpo fisico’. Questa contemplazione dall’esterno del proprio io, è correlata al rapporto esistente tra le dodici costellazioni e il Sole. Così come il Sole attraversa le dodici costellazioni e in ognuna di esse ha una diversa forza, e nel corso dell’anno si trova in un rapporto sempre diverso con la Terra, così l’io dell’uomo risplende da dodici punti di vista diversi, si illumina da dodici diverse visuali allorché lo si osserva con sguardo retrospettivo dal mondo superiore.»39

 

• Cosicché il discepolo nell’ascesa verso il suo io superiore si sperimenta non più come microcosmo, ma percepisce in sé l’azione e il legame che ha con le dodici forze del macrocosmo.

Egli ha allora il compito di attraversare le dodici immagini del proprio io, così come il Sole compie il giro dello zodiaco, al fine di riunirle in una nuova sintesi, di ricondurre il ‘dodici’ all’unità, ma stavolta su di un piano più elevato.

Ma questo è possibile solo se durante le dodici notti sante egli riesce a trovare la strada che dal suo io superiore, che gli rivela le dodici forze dell’universo che stanno alla base del suo io individuale, lo porta al suo io autentico, vale a dire verso l’impulso Cristo che vive in lui.

 

Dal punto di vista cosmico si può dire:

• nel corso delle dodici notti sante

il discepolo deve attraversare tutte le dodici sfere del circolo zodiacale,

per emergere alla tredicesima notte nella sfera oltre lo zodiaco,

nella patria dell’entità del Cristo, che è l’io del nostro universo

e, dal tempo del Golgota, anche ‘autentico io’ di ogni uomo sulla Terra.

 

Così le tredici notti sante diventano per noi la guida attraverso le dodici sfere dello zodiaco

che conduce dall’esperienza dell’iniziazione in Gesù (sé superiore) all’iniziazione macrocosmica in Cristo (io autentico).

 

Sotto il segno dei Pesci, segno legato all’origine dell’umanità all’epoca lemurica, si compì l’iniziazione di Gesù di Nazareth (l’anima natanica). E questo è al contempo il segno sotto cui sta l’iniziazione degli apostoli che erano dei ‘pescatori’. Più tardi ritroviamo questo segno nella tradizione del Gral, ove l’iniziato, il custode del sacro calice, viene designato come ‘re pescatore’.

 

Ecco come Rudolf Steiner parla della speciale iniziazione di Gesù di Nazareth,

confrontandola con quella di Giovanni Battista.

▸ «Perciò Giovanni Battista diceva ai suoi più intimi discepoli: io posso mettere a disposizione del mio angelo, attraverso l’iniziazione-acquario, solo le forze che gli consentano di annunziare la venuta del Signore, del Kyrios; ma verrà uno che possiede la forza dell’iniziazione-pesci. Costui accoglierà il Cristo! Così Giovanni annunciava Gesù di Nazareth.»40

E più avanti: ▸«Allorché qualcuno entra nel mondo sotto il segno dell’iniziazione-pesci, ed è in grado di accogliere l’impulso spirituale fondato sull’iniziazione-pesci, costui potrà essere battezzato non solo con acqua, come battezzava Giovanni ma, secondo le parole dello stesso Giovanni, in Spirito Santo».41

 

Così il cammino spirituale attraverso il macrocosmo comincia nel segno dei Pesci, il simbolo dell’iniziazione di Gesù di Nazareth (cioè dell’iniziazione dell’anima natanica che è l’immagine dell’uomo autentico, dell’antropos). Questa ascesa deve percorrere la via che, attraversando le dodici sfere zodiacali nel corso delle dodici notti sante, culmina nella ‘iniziazione’ del Cristo, che avviene nel segno dell’ariete (l’agnello) e abbraccia tutto lo zodiaco.42

 

Di questa ‘iniziazione globale’ del Cristo, Rudolf Steiner parla nella conferenza del 27.1.1908 a Berlino:46

▸ «Questa entità [il Cristo] viene designata come “l’agnello mistico sacrificale” poiché agnello è sinonimo di Ariete; da qui l’appellativo di ‘agnello sacrificale’ ovvero di Ariete per il Cristo. Il Cristo viene ora caratterizzato come appartenente al cosmo intero. Il suo io tende e fluisce fino all’ariete quale “grande offerta sacrificale” legandosi così con l’umanità intera, tanto che in un certo senso le entità e le forze della terra sono sue creature».43

 

Nell’ultimo capitolo del libro La guida spirituale dell’uomo e dell’umanità Rudolf Steiner accenna a questo fatto da un diverso punto di vista, dicendo che ogni uomo, nel corso della sua vita, è sottoposto all’influsso preponderante di un determinato segno zodiacale, mentre il Cristo durante il suo soggiorno sulla Terra fu legato all’intero macrocosmo e cioè a tutti i dodici segni dello zodiaco:

▸ «Il Cristo rimase sempre sotto l’influsso del cosmo intero, non fece un solo passo senza che le forze cosmiche operassero in lui. Quello che si verificò in Gesù di Nazareth [dopo il suo battesimo al Giordano] fu la realizzazione costante dell’oroscopo: infatti in ogni momento avveniva ciò che di solito avviene soltanto alla nascita. Ciò potè verificarsi solo per il fatto che l’intero corpo del Gesù natanico era rimasto recettivo alla totalità delle forze delle gerarchie spirituali che guidano la nostra Terra (…) lo spirito dell’intero universo agiva nel Cristo Gesù».44

 

• Queste ultime parole rimandano a un ulteriore aspetto esoterico delle tredici notti sante:

il loro cammino attraverso le dodici sfere zodiacali conduce,

attraverso la serie ascendente delle gerarchie, all’origine divino-spirituale del mondo.

 

• Così, nel segno dei pesci ♓ si compie l’iniziazione propriamente umana, l’iniziazione dell’anthropos;

• nel segno dell’acquario ♒ penetriamo nella sfera degli angeli (per questo motivo l’iniziazione di Giovanni il Battista

fu una iniziazione-acquario, in quanto avvenne attraverso il suo angelo);45

• nel segno del capricorno ♑ ci eleviamo al mondo degli arcangeli

• e nel segno del sagittario ♐, alla sfera delle archai.

• Nel segno dello scorpione ♏ si manifestano le exusiai che elargirono all’uomo il principio dell’io;

• nel segno della bilancia ♎ gli Spiriti del movimento, le dynamis,

• e nel segno della vergine ♍ la divina Isis-Sophia, vale a dire gli Spiriti della saggezza, le kyriotetes.

• Nel segno del leone ♌ si manifestano i troni, gli Spiriti della volontà,

• nel segno del cancro ♋ i Cherubini,

• nel segno dei gemelli ♊ i Serafini;

• infine nel segno del toro ♉ si rivela la sfera dello Spirito Santo,

• e nel segno dell’ariete ♈ la sfera del Figlio, dell’«agnello mistico», del Cristo.(2)

 

E questo grandioso sentiero a dodici gradini, che si schiude all’anima nel periodo delle notti sante, trova il suo compimento nella tredicesima notte dopo che l’anima, attraverso l’unione con la memoria profonda della Terra ha accolto le forze di tutti i dodici segni zodiacali; ora essa può essere toccata dall’influsso della più alta sfera cosmica, la sfera che sta oltre lo zodiaco dalla quale un tempo discese sulla Terra il Cristo47 quale portatore del principio dell’io cosmico.

 

A questo legame del Cristo con la massima sfera dell’essere cosmico si riferiscono le parole che risuonano dallo stesso macrocosmo al momento del battesimo al Giordano: «Questo è il mio figlio, l’amato, in lui mi voglio manifestare» e allo stesso modo le parole del Cristo stesso «Io e il Padre siamo Uno».

Tutto questo può essere letto dall’anima, nel tempo di Natale, nella vivente memoria della Terra.

E se l’anima viene toccata nei più profondi strati della memoria della Terra dalle forze della sfera che sta oltre lo zodiaco, la patria del Cristo, le si dischiude la via che conduce al portatore di questa memoria, all’io stesso della Terra che dal tempo del mistero del Golgota è l’io stesso del Cristo.

In questa reale conoscenza di ciò che è massimamente alto e profondo, delle altezze e delle profondità del mondo che si fondono in un tutto unico attraverso l’esperienza totale dell’entità del Cristo, trova il suo compimento il 6 gennaio la via «da Gesù a Cristo», quel cammino che inizia con l’immersione meditativa nell’interiorità dell’anima umana e conduce all’esperienza del Cristo quale nuovo spirito della Terra, portatore di tutti i segreti del macrocosmo.

Da quel momento in poi il Cristo agisce nello stesso io dell’uomo quale suo aspetto più elevato, quale ‘autentico io’ e l’uomo può sperimentarne la presenza divina.

 

« E quale raggiante vita del ricordo

risplenderà il Cristo

in ogni diretta presente tenebra ».

 

Ma affinché oggi la divina luce del Cristo possa trovare la strada che conduce

dall’anima umana, dalle profondità dell’uomo, dal suo autentico io, al mondo esterno,

è necessario prima vincere ogni «immediata presente tenebra» negli involucri dell’uomo.

Questa tenebra si erge infatti come ostacolo sulla via del Cristo

verso la progressiva spiritualizzazione del nostro intero cosmo,

la spiritualizzazione che deve precedere il passaggio della Terra

alla sua prossima incarnazione planetaria, quella di Giove.

 

Le parole di Rudolf Steiner citate in precedenza secondo cui le conseguenze dell’incontro con il Cristo a Natale si congiungono con il corpo fisico dell’uomo a Pasqua (vedi pag. 113), si riferiscono a questo cammino dell’impulso del Cristo, che va dall’autentico io dell’uomo, attraverso gli involucri astrale ed eterico, fino al corpo fisico.

 

 


 

Note tra parentesi:

(1) – Del significato della tredicesima notte diremo in seguito

(2) – Vedi in dettaglio Le dodici notti sante e le gerarchie spirituali, dello stesso autore, Ed. Arcobaleno.

 

Note:

37a – Vedi conferenza del 4.6.1924 (O.O.236) e appendice 2

38 – O.O.127, 21.12.1911

39 – O.O.119, 29.3.1910

40 – O.O.124, 6.12.1910

41 – Ibidem

42 – Al tempo delle tredici notti sante gli eventi cosmici dello zodiaco non sono sperimentati direttamente ma tramite il loro riflesso nelle profondità della Terra. Si può comunque dire che all’epoca di Natale la Terra è immersa con tutto il suo essere nel ricordo del proprio soggiorno estivo nelle vastità del firmamento. Il discepolo che sperimenta coscientemente questo peno do non penetra nel mondo stellare direttamente, bensì in modo riflesso mediante la fusione con la memoria della Terra, ovvero la sua lettura’. Perno l’ordine di attraversamento delle case zodiacali risulta rovesciato rispetto al movimento apparente del Sole (dall’ariete ai pesci attraverso i restanti segni) il che corrisponde alla dislocazione del punto primaverile (dai pesci all’ariete attraverso i restanti segni). Su questa via, se percorsa cosciente mente, il discepolo può sperimentare l’entità del Cristo che dopo il mistero del Golgota è «il rappresentante di tutte le forze macrocosmichc sulla Terra».

43 – O.O.102, 27.1.1908

44 – O.O.15

45 – Per i dettagli vedi il corrispondente capitolo ‘Il mistero di Widar’.

46 – Vedi O.O.102, 27.1.1908

47 – Vedi O.O.130, 9.1.1912; 28.11.1911, nonché O.O.201, 18.4.1920