L’essere del Cristo e il mistero dell’uomo

Che cos’è l’antroposofia


 

Il rapporto sopra descritto del moderno iniziato cristiano con il corpo di resurrezione,

per lui stesso ha ancora un’altra conseguenza.

 

Per comprenderla, bisogna considerare il fatto che in ogni uomo

esiste un particolare rapporto del suo io umano

con la forma del rispettivo corpo fisico ad esso appartenente.

 

Per giungere alla coscienza di se stesso, l’io dell’uomo forma il proprio involucro fisico,

• in parte ancora nell’ambito prenatale,   • poi però durante il periodo embrionale

• e ancora nei primi tre anni di vita terrena,  in modo tale che più tardi esso possa servirgli

come perfetto «apparato riflettente» per la nascita della coscienza dell’io.

 

Secondo il Karma collegato all’io, proveniente dalle sue precedenti incarnazioni,

ogni io umano si costruisce un involucro adatto unicamente a lui.

 

Questa unica corrispondenza fra un io individuale e il corpo fisico ad esso appartenente

esisteva anche nell’incarnazione del Cristo.

• Così l’Io universale del Cristo

trasformò l’involucro corporeo sacrificatogli dal Gesù di Nazareth, durante i tre anni della sua vita terrena,

in nuovo corpo, il quale dopo la sua resurrezione, in tutte le sue parti costitutive

corrispondeva completamente a questo Io universale.

• Di conseguenza nella moderna iniziazione l’unione con il corpo di resurrezione

è anche il cammino per incontrare il Cristo, quale archetipo cosmico dell’io.

Infatti, questo corpo del Cristo rispecchia le forze del suo Io divino e conduce così all’incontro con esso.

 

E ciò che avviene come conseguenza di questo incontro sostanziale, si esprime nelle parole della Pietra di Fondazione:

 

«L’io proprio

All’Io universale

Congiungono» (O.O. 260, 25.12.1923).

 

Quale «Io Sono» divino ora l’Io del Cristo si congiunge con l’io dell’uomo

così che per lui le parole di Paolo «Non io, ma il Cristo in me» (Ga 2,20) diventano una realtà pienamente vissuta.

 

Molte volte Rudolf Steiner mette in rilievo che per l’esoterismo cristiano le sette massime dell’«Io Sono» nel Vangelo di Giovanni non sono delle comuni formule linguistiche, bensì sono le auto-testimonianze del Cristo, quale Dio dell’io umano.

▸«Il vero unico nome del Cristo è l'”Io Sono” chi non sa questo, chi non lo comprende e lo nomina diversamente, non sa assolutamente nulla di Lui. L”‘Io Sono” è il suo unico nome» (O.O. 266/I, 27.5.1909).

 

Per cui l’enigma dell’io umano può essere risolto con piena validità

soltanto accogliendo l’Io del Cristo nel proprio io nel grado dell’intuizione,

vale a dire in modo sostanziale, nell’atto della massima comunione spirituale.

Con questo all’uomo stesso si manifesta l’affinità originaria del suo vero Io con la Parola universale.4

 

Anche la legge fondamentale dell’evoluzione dell’io: Karma e Reincarnazione5, diventa riconoscibile in modo nuovo all’uomo, perché ora tutto questo gli appare per propria esperienza alla luce del Cristo, quale Signore del Karma.

Con ciò l’uomo riconosce l’intera profondità delle parole sopra menzionate: «Il Cristo mi dà la mia essenza umana». Infatti, il Cristo custodisce in sé il Mistero dell’io umano come quello del futuro dell’umanità, quale decima Gerarchia, la Gerarchia della libertà e dell’amore che una volta nascerà dal pieno sviluppo di questo lo.

 

E se l’uomo percorre il cammino de La filosofia della libertà fino alla fine, allora

• portando a compimento la prima parte,

egli impara a conoscere la vera libertà dell’uomo nel conseguire il pensare intuitivo;

• e portando a compimento la seconda parte, sulla base di tale pensare intuitivo,

egli sviluppa la facoltà di agire per puro amore della cosa,

cosicché il suo unico motivo dell’azione diventa «l’intuizione immersa nell’amore» (O.O. 4, pag. 119).

• Unicamente così la sua azione diventa libera e l’uomo stesso

inizia a realizzare l’ideale della decima Gerarchia e a riconoscere nel Cristo il più alto esempio di questo ideale.

 

Quanto l’uomo qui raggiunge in sé in modo microcosmico, incontra ciò che nell’universo corrisponde alle sue libere azioni in modo macrocosmico, secondo la legge universale che ciò che è affine tende sempre verso ciò che è affine. Ora l’uomo riconosce che il Cristo nel Mistero del Golgota, mediante la sua divina intuizione morale ha creato qualcosa che assomiglia a quanto l’uomo stesso riesce a realizzare partendo dalla sua intuizione morale umana.

 

Da questa interiore affinità della libera azione umana con l’azione universale del Cristo, il quale come Dio ha di certo egli stesso vissuto come uomo tra uomini sulla Terra, nell’anima nasce una nuova conoscenza del Cristo, descritta da Rudolf Steiner nel seguente modo:

▸ «Sì, è veramente possibile giungere all’immaginazione del monte sul quale fu eretta la croce, la croce alla quale era appeso un Dio nel corpo umano, un Dio che compì l’azione in libera volontà – vale a dire per amore – affinché la Terra e l’umanità possano giungere alla loro meta» (O.O. 131, 14.10.1911 ).

 

Il Cristo ha compiuto il sacrificio del Golgota dalla più alta intuizione morale,

vale a dire dalla più pura libertà e per amore, per poi dividere le sue conseguenze con ogni essere umano.

 

Per l’uomo quindi che ha realizzato pienamente in sé il contenuto de La filosofia della libertà,

così che questo libro per lui è diventato un libro di vita nel senso più vero,

emerge un’incrollabile conoscenza che dalla propria esperienza Rudolf Steiner riveste nelle parole:

▸«Il fatto che possiamo essere degli esseri liberi, lo dobbiamo ad una libera azione d’amore divina.

Così come uomini possiamo sentirci esseri liberi,

non possiamo tuttavia mai dimenticarci che dobbiamo questa libertà all’azione d’amore di Dio» (ibidem).

 

Solo l’uomo che da se stesso, mediante il pensare intuitivo si innalza alle intuizioni morali e così realizza la libertà e l’amore nella sua conoscenza e nelle sue azioni, può congiungersi con l’essere del Mistero del Golgota e con ciò con il Cristo stesso.

▸«L’evento del Golgota è un’azione cosmica libera che scaturisce dall’amore universale e può essere compresa soltanto dall’amore umano» (O.O. 26, pag. 154).

 

Riassumendo possiamo dire: L’Antroposofia è un cammino che sul fondamento delle forze di resurrezione

conduce l’uomo, come essere dotato dell’io, alla sua piena autorealizzazione, quale decima Gerarchia.

 

 


 

Note:

4 – Riguardo il fatto che il vero lo proviene dall’essere della Parola universale stessa, vedi dettagli in: S. O. Prokofieff, Possano udirlo gli uomini. Il Mistero del Convegno di Natale, cap. 4, vol. II, «La Meditazione della Pietra di Fondazione in Euritmia», Widar Edizioni, Venezia-Marghera, 2004.

5 – Vedi: Rudolf Steiner, Teosofia, O.O. 9, Parte «Reincarnazione dello Spirito e destino (Karma)».