Quinto ritmo

Possano udirlo gli uomini


 

Il quinto ritmo del Convegno di Natale, dato in una domenica,

ci conduce direttamente nell’essenza del mistero solare del Cristo.

Adesso l’anima dell’uomo guidata dallo spirito, nel suo ritorno verso la terra,

entra di nuovo nella sfera del sole, ma ora in direzione dall’alto al basso.

 

Dopo aver potuto contemplare nel quarto ritmo l’uomo universale macrocosmico (Adamo Kadmon),

ora, con l’aiuto della seconda e della terza gerarchia,

l’anima deve formare l’archetipo spirituale del suo prossimo corpo fisico secondo la sua immagine e somiglianza.

• Questo lavoro, che ha inizio con il nuovo grado e continua

durante l’intera seconda permanenza dell’anima nell’ambito del sole e della luna,

venne indicato da Rudolf Steiner, dando nel quinto e sesto ritmo all’inizio

nuovamente soltanto lettura delle tre parti microcosmiche della meditazione.

 

Nella breve introduzione egli le caratterizzò come «parole di autoconoscenza umana»,

che scaturiscono dallo «spirito del nostro tempo» (O.O. 260).

• La combinazione delle parole «spirito… tempo» si riferisce direttamente a Michele,

che è un rappresentante dello Spirito Santo per il tempo,

poiché ad egli spetta la guida dell’evoluzione dell’umanità.

 

Dall’altro lato la parola «autoconoscenza», nell’introduzione di questo ritmo,

indica di nuovo l’azione dell’entità Antroposofia, la quale nel presente è l’inviata della celeste Sofia.

E così, il quinto ritmo si rivolge al mistero del comune operare di Michele e Sofia nella sfera del sole,

in cui ora discende l’anima nel suo ritorno sulla terra.

 

Come elaborato in un altro libro,48 il contenuto di questo ritmo

corrisponde anche al primo grado della preparazione celeste dell’Antroposofia,

che ebbe luogo nella elevata scuola soprasensibile

tenuta dal XV al XVIII secolo dall’Arcangelo Michele nella sfera del sole.

• «Allora» con le parole di Rudolf Steiner

«tutto ciò che una volta viveva nei misteri solari come saggezza di Michele,

divenne nuovamente vivente nei mondi spirituali» (O.O. 237,28.7.1924).

• Il compito di questa scuola soprasensibile

fu la trasformazione dell’antica saggezza solare di Michele nel «nuovo cristianesimo»

il quale poi, all’inizio del XX secolo discese sulla terra in forma di Antroposofia (O.O. 240, 18.7.1924).

 

Per questo motivo nel ritmo solare di questo giorno viene indicata direttamente la guida dello spirito del tempo, il quale è presente in questo ritmo con particolare forza. Infatti, è la prima volta che dal giorno della Posa della Pietra di Fondazione, qui Rudolf Steiner diede lettura dell’intera quarta parte della meditazione, che in verità custodisce in sé la quintessenza del «cristianesimo cosmico», di cui Michele nella sua scuola soprasensibile impartì l’insegnamento alle anime ad esso appartenenti (O.O. 240; 21.8.1924).

 

Questa parte della meditazione contiene inoltre anche ciò che l’anima, che ora viene guidata dallo Spirito Santo alla sua incarnazione terrena, può sperimentare nella sfera del sole. Infatti, in questa sfera lo Spirito Santo rivela all’anima i più profondi misteri del cristianesimo solare, il cui centro è l’inizio della svolta cosmica dei tempi, quando all’inizio dell’evoluzione da| nostro sistema solare la Parola universale si unì al sole e divenne in esso Parola solare o Logos solare. Con ciò il sole potè elevarsi dal grado planetario al grado superiore delle stelle fisse. La differenza fra questi due gradi evolutivi consiste nel fatto, che il pianeta è un essere che riceve e la stella fissa un essere che dona. Per cui, quando la Parola universale si unì al sole, esso potè divenire il centro del sistema solare e mediatore tra i pianeti e il mondo delle stelle fisse (lo zodiaco). In tal modo, in questo grado della sua discesa sulla terra, all’anima si rivela il più alto significato dell’esistenza del sole. Infatti così come nella Mezzanotte cosmica nella rivelazione del Logos fu mostrato all’anima il significato del cosmo portato dagli spiriti della prima gerarchia così entrando di nuovo nella sfera del sole (ora in direzione dall’alto al basso) le si rivela il significato del sole (del sistema solare), rappresentato dalla globalità degli spiriti della seconda gerarchia.

 

Adesso l’anima dell’uomo può afferrare pienamente il dato di fatto, che l’entità del Cristo è veramente il portatore della Parola universale nella sfera del sole. E questo significa, che la Parola universale, che nel precedente ritmo fu vista in particolare, quale punto centrale spirituale della prima gerarchia, sul sole diviene l’entità, la quale in origine venne venerata in tutte le religioni come il grande spirito del sole o Logos solare, come la più alta guida degli spiriti solari, e mediante questi, dell’intero sistema solare.

Per questo, in una delle sue conferenze, anni prima, Rudolf Steiner richiamò l’attenzione al fatto, che in tempi antichissimi dell’evoluzione dell’umanità «fra morte e nuova nascita» l’anima nei mondi spirituali contemplava il Cristo, come suprema entità cosmica, quale sorgente originaria di tutto l’essere umano.

 

«Quanto più [l’uomo] si allontanava dal momento della morte, quanto più tempo era passato dalla morte, tanto più alti gradi raggiungeva, tanto più elevate erano le sfere delle entità in cui perveniva… finché giungeva il tempo… in cui gli appariva l’essere che aveva conferito alla sua vita il suo vero senso; di fronte a quell’ essere egli sentiva: da quello io provengo, a quello appartengo. In quel tempo antichissimo era quello il medesimo essere che più tardi apparve sulla terra come il Cristo incarnato» (O.O. 105, 14.8.1908).

Così l’uomo nell’epoca lemurica, dopo la sua morte sperimentava il Cristo ancora come il divino Logos (universale) creatore della sua esistenza. Tuttavia, nella misura in cui la coscienza dell’io individuale si risvegliò sulla terra, il collegamento con il Cristo e mediante esso anche con i mondi spirituali superiori si indebolì sempre di più. Se poi la Parola universale, dopo essere passata attraverso la porta cosmica del sole, non si fosse fatta carne nel Cristo Gesù e non avesse compiuto il Mistero del Golgota, con il tempo l’uomo avrebbe perduto per sempre il collegamento con il mondo spirituale.

 

Ma una simile tragedia inimmaginabile non è avvenuta, poiché

Alla svolta dei tempi

La luce dello spirito universale entrò

Nella corrente dell’essere terreno.

 

Alla discesa della Parola divina sulla terra precedette tuttavia la sua discesa al sole e questo significa: Alla svolta dei tempi della terra precedette la svolta dei tempi del sole. Nell’epoca dell’antica Atlantide questo mistero costituiva il punto centrale del mistero dell’oracolo centrale del sole, guidato dal grande Manu (vedi O.O. 13). Nell’epoca postatlantica il suo più grande discepolo Zarathustra, fondatore del secondo periodo postatlantico (antico persiano) fu iniziato nel modo più profondo in tale mistero. E grazie a Zarathustra, in tutti i successivi misteri, il sole venne considerato sempre quale sorgente di tutte le forze del bene nel nostro cosmo, divenuta tale attraverso l’unione della Parola universale con esso.

 

Dopo essere entrato nel sole, proveniente da mondi ancor superiori49,

il Cristo a poco a poco trasformò l’intera sfera solare in un’immagine cosmica della Trinità.

• Anzitutto egli creò dalle forze del Padre l’essenza spirituale del sole quale suo primo involucro

e lo colmò con la sostanza dell’amore universale, poi Egli formò l’involucro animico del sole

e lo fece divenire sorgente di vita superiore, che emanò Egli stesso dalle forze del Figlio.

 

Da quel tempo queste forze vitali risplendono dal sole come immaginazioni universali

delle quali nell’atto di Posa della Pietra di Fondazione si parlò

come di «immagini primordiali dell’esistenza universale» o di «archetipi universali» (immaginazioni),

come questi «archetipi universali donati da Dio efficacemente manifestino il cosmo traendolo da sé».

• Là, essi stabiliscono il collegamento con il sistema mediano, ritmico dell’uomo,

nel quale, dopo il Mistero del Golgota, agiscono le forze del Cristo.50

• Infine, dalle forze dello Spirito Santo, il Cristo dotò il sole della facoltà di colmare l’universo di luce,

avvolgendolo in un’aura di luce di cui Zarathustra parlò come della rivelazione di Ahura-Mazdao,

la quale con ciò costituì il terzo involucro eterico dello spirito solare.

 

E soltanto dopo avere in questo modo compenetrato l’intera sfera del sole con il suo essere e nel contempo

essere divenuto la guida di tutti gli esseri solari (della seconda gerarchia),

il Cristo potè procedere alla fase successiva:

alla discesa dal sole sulla terra per compiere su di essa il Mistero del Golgota.51

• Mediante questa trasformazione, il Cristo fece della sfera solare

il centro di tutte le forze del bene nel nostro cosmo.

«La sfera del sole è puro bene, luminoso e raggiante bene.  Nulla di male vi ha posto» (O.O. 239, 25.5.1924).

 

Perciò quando nei misteri precristiani gli iniziati volevano mostrare ai loro discepoli

la più alta sorgente del bene nell’universo, si rivolgevano sempre al sole.

Ancora Platone nell’antica Grecia impartiva l’insegnamento del sole in tale senso.

• Così diviene comprensibile la provenienza cosmica della Pietra di Fondazione con i suoi tre principali elementi

(la sostanza d’amore, la forma immaginativa e l’aura luminosa), la quale grazie alla sua provenienza dal sole

può giustamente essere nominata «la Pietra di Fondazione del bene»,

portatrice delle forze spirituali, che sono in grado di resistere a qualsiasi forma del male.52

 

Infatti, la sua struttura triarticolata rappresenta esattamente la struttura triarticolata del sole spirituale

di cui diede insegnamento già Zarathustra nell’antica Persia.

E così, l’immergerla nel cuore dell’uomo conduce al risplendere del «sole del bene» microcosmico nell’uomo,

mediante il quale egli «imparerà a parlare di un ‘sole interiore’»

e inizierà «a riconoscere il proprio essere vivente sulla terra come guidato dal sole»

(0.0. 26 pag. 62; corsivo R. Steiner).

 

L’anima trascorre il periodo più lungo tra morte e nuova nascita nella sfera del sole.53

Qui, nella comunità delle entità della seconda gerarchia,

essa sperimenta con particolare intensità il sole spirituale, la sorgente del bene nel nostro cosmo.

Infatti,

• «nella regione solare ogni minimo pensiero ben intenzionato che abbiamo avuto,

inizia a divenire una realtà su cui poi volgono lo sguardo Exusiai, Dynamis, Kyriotetes.

Si viene guardati dalle entità della regione del sole nella misura in cui si ha in sé il bene,

lo si è potuto pensare, sentire e sperimentare» (0.0. 239, 24.5.1924).

 

• Ciò corrisponde anche al ritmo di questo giorno.

Poiché l’anima si trova ancora sempre nella «regione degli spiriti» (nel Devachan),

dove tutto è colmato di continua attività creativa,

Rudolf Steiner in questo ritmo diede anzitutto i tre esercizi fondamentali.

 

Poi, egli aggiunse le ultime righe della quarta parte della meditazione:

«Affinché diventi buono

ciò a cui noi con i nostri cuori

vogliamo dare fondamento

ciò che con i nostri capi

vogliamo condurre diretto alla meta»

 

•  il bene

•  sentire

•  pensare

•  sperimentare (nella volontà)

 

Scrivendo queste righe alla lavagna, Rudolf Steiner sottolineò le parole

in cui viene ad espressione l’attività della volontà dell’anima rivolta alla creazione del bene:

«dare fondamento» e «condurre».

 

Non è difficile sperimentare dietro a queste parole l’azione delle due gerarchie solari:

• degli spiriti della forma (Exusiai),

i quali conferiscono al bene un fondamento (un’esistenza reale) nella sfera del sole

• e degli spiriti del movimento (Dynamis),

che conducono a completo sviluppo tutte le intenzioni e i germi del bene,

che gli uomini portano dall’esistenza terrena in questa sfera.

 

Ma per quanto riguarda la terza e più alta categoria di entità della seconda gerarchia,

• gli spiriti della saggezza (Kyriotetes),

possiamo trovare il collegamento con essi nelle parole «diretto alla meta»,

e nella sfera del sole ciò consiste nella continua volontà di attiva creazione del bene.

 

Nella sfera solare la volontà è anche la forza fondamentale dell’anima,

poiché qui, la conoscenza e l’azione si fondono in una unità superiore.

Questa conoscenza volitiva colmata di saggezza morale attiva,

nei mondi spirituali è guidata dagli spiriti della saggezza.

Ciò che essi emanano, fu caratterizzato da Rudolf Steiner in una della sue conferenze

come «virtù di donazione (vale a dire volitiva, spiritualmente attiva)» (vedi O.O. 132, 7.11.1911).

Da essa, nella sfera del sole, l’uomo può formare l’archetipo del suo futuro cuore terrestre,

che diverrà sulla terra il centro di tutti gli impulsi del bene nel suo essere.54

Ciò fa comprendere anche il significato dei tre esercizi in questo ritmo.

 

Come già sopra illustrato, la permanenza dell’anima nel puro mondo spirituale (terzo, quarto, quinto ritmo)

è il periodo più lungo e spiritualmente più attivo della sua esistenza dopo la morte.

 

Con ciò, in particolare durante il secondo passaggio nella sfera solare,

nel percorso verso la terra, l’anima necessita tre ulteriori qualità:

• la facoltà di conservare il ricordo della percezione dell’uomo macrocosmico nella Mezzanotte cosmica,

• la facoltà dell’attività interiore, paragonabile al riflettere «la quale è necessaria,

per poter formare il nostro archetipo [del futuro corpo fisico] nel mondo spirituale» (0.0. 153, 14.4.1914);

• e infine essa ha bisogno del dono di vedere la corrente delle generazioni terrene

alla quale un giorno dovrà unire l’archetipo del suo futuro corpo fisico

da essa creato insieme agli spiriti della seconda gerarchia.55

 

• Nel «ricordare» l’anima dell’uomo viene aiutata dai Kyriotetes,

• nel «riflettere» creativo (che nel mondo spirituale è contemporaneamente reale compimento) dai Dynamis

• e nel «vedere» le generazioni terrene (la corrente ereditaria) dagli Exusiai.

Quanto viene conservato di questo lavoro,

che consiste nella formazione dell’archetipo del proprio futuro corpo terrestre dalle forze dell’uomo cosmico,

continua poi a vivere nell’anima sulla terra come voce della coscienza morale.

 

Rudolf Steiner rilevò la provenienza di essa nella sua conferenza del 13.11.1923:

• «la coscienza morale stessa diventa un impulso cosmico, che dopo la morte agisce fuori di noi» (0.0. 231).

È una voce, che misteriosamente ci accompagna sulla terra,

proveniente dalla sorgente del bene universale nella sfera del sole.

Infatti,

«la sfera del sole è puro bene, luminoso e raggiante bene. Nulla di male vi ha posto» (O.O. 239, 25.5.1924).

È per questo che dalle profondità della nostra anima la voce della coscienza acclama di continuo:

 

Affinché diventi buono,

Quel che noi…

 

In queste due righe appare con particolare chiarezza un’ulteriore caratteristica della sfera del sole. Nelle sue conferenze sulla vita dell’anima dopo la morte, Rudolf Steiner rilevò di continuo, che entrando in questa sfera, l’uomo deve abbandonare tutto ciò che in qualche modo separa ancora gli uomini. Infatti, nella sfera del sole l’uomo non si trova soltanto circondato dalle anime con le quali egli era collegato karmicamente sulla terra, ma ora egli si congiunge anche con l’intera umanità nella grande unione fraterna, dalla quale, colmato dalla sola volontà verso il bene, risuona il possente «noi» solare, di cui parla la seconda riga del ritmo.

 

Ma l’assunzione dei tre esercizi nel quinto ritmo, può essere vista ancora sotto un altro aspetto. Se consideriamo che l’uomo, nel suo peregrinare dopo la morte attraversa per la seconda volta la sfera del sole, ora però sotto la guida dello Spirito Santo, diventando con ciò la sua discesa ad una nuova incarnazione l’immagine microcosmica dell’avvicinarsi macrocosmico del Cristo o Logos alla terra, ne consegue che è il regno del sole dove si rivela all’uomo il mistero del suo essere divino. E’ per questo che Rudolf Steiner indicò unicamente nel ritmo di questo giorno del sole (il quinto ritmo fu dato di domenica) direttamente la provenienza dello spirito, che si rivelò nell’aura luminosa della Pietra di Fondazione il giorno della Posa della Pietra di Fondazione e il quale poi, come nuova «corrente esoterica» non solo attraversò l’intero Convegno di Natale, bensì anche l’intera seguente attività di Rudolf Steiner (vedi vol. II, cap. 6).

 

Nel commento al ritmo Rudolf Steiner dice:

«E riassumiamo oggi, miei cari amici, quello che in triplice maniera può parlare nell’uomo:

[Esercita]56 il ricordare nello spirito

Esercita il riflettere nello spirito

Esercita il vedere nello spirito

Questo sarà congiunto bene nel cuore umano soltanto da ciò, che davvero è apparso alla svolta dei tempi

e nel cui spirito noi qui vogliamo agire e continuare a tendere i nostri sforzi»

 

In questo breve commento di straordinaria importanza le due espressioni «svolta dei tempi» e «spirito» formano la chiave mantrica dell’intero ritmo, poiché insieme indicano l’apparizione del Cristo nel mondo e lo Spirito Santo57 o spirito del Cristo emanato da esso nella sfera della provvidenza (budhi), il quale venne mostrato nel Convegno di Natale per la prima volta all’umanità nella forma accessibile alla coscienza del presente. Da questo spirito fu realizzato il Convegno di Natale e da esso Rudolf Steiner continuò ad agire e operare fino alla fine della sua vita.

Nel commento citato possiamo trovare tre processi corrispondenti ai tre esercizi:

 

 

Nel suo commento, Rudolf Steiner richiamò inoltre l’attenzione al fatto,

che i tre esercizi vengono congiunti nel cuore umano

nel loro comune orientamento verso l’unico Spirito del Cristo,

il quale, rivelandosi completamente a partire dal quinto ritmo,

vuole continuare a condurre l’anima attraverso il sesto e il settimo ritmo.

 

Nella sfera solare stessa, partendo dall’archetipo spirituale afferrato nel grado precedente,

lo spirito aiuta l’anima ad elaborare per così dire il «piano ideale» della sua futura vita terrena.

• Poiché l’anima dimora nella sfera cosmica del bene assoluto,

durante la preparazione della sua prossima incarnazione, tende ad avvicinare tale piano,

che ora si trova costantemente dinanzi ad essa, il più possibile all’ideale del bene.

 

Possiamo anche dire, che l’anima afferra soltanto ora, nel secondo passaggio in questa sfera, veramente

le parole degli Elohim solari (degli spiriti della forma)

pronunciate nella creazione dell’uomo quale essere dotato di io:

«Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza» (Gn 1, 26).

 

Infatti, l’anima vive ora quale immagine e somiglianza dei suoi creatori solari

e si sforza di imprimere nel suo corpo astrale formato a nuovo l’«immagine» degli spiriti solari per poi,

nel successivo grado della sua discesa verso la terra (sesto ritmo),

condurre a questa meta anche il suo corpo eterico e renderlo «somigliante» al carattere della sfera solare.

 

L’unione con lo Spirito Santo può infine aiutare l’anima a resistere al potere di Arimane,

il quale per rafforzare il materialismo sulla terra e per diminuire il bene,

cerca di ridurre con tutte le sue forze il periodo di permanenza dell’uomo nella sfera solare.

In una conferenza il 24.4.1922 Rudolf Steiner espresse in merito:

• «Arimane [nell’attuale civiltà] raggiunge i suoi grandi successi,

accorciando la durata della seconda metà della vita umana fra morte e nuova nascita» (O.O. 211).

 

Riusciremo a resistere a questa tendenza arimanica

di scacciare dalla vita terrena tutto il bene e infine anche tutto ciò che è buono,

per cui l’uomo porta con se gli impulsi dalla sfera solare,

solo se intensifichiamo il nostro legame con lo spirito sia nel mondo terreno, sia nel mondo spirituale.

E questo è soltanto possibile mediante un cosciente collegamento con i misteri solari del Cristo qui sulla terra,

così come oggi sono accessibili nell’antroposofia.

 

Come abbiamo potuto vedere, la svolta cosmica dei tempi costituì l’inizio di questi misteri solari

quando la Parola universale divenne Logos solare, la suprema guida del nostro sistema solare.

«Elohim, è il nome collettivo degli esseri solari [seconda gerarchia]

… Cristo, il supremo degli Elohim è il loro reggente.»

«Egli tuttavia non appartiene alle gerarchie, bensì alla Trinità.

Nel Cristo abbiamo dinanzi a noi un’entità così possente da esercitare la sua influenza

su tutte le parti costitutive del nostro sistema solare» (0.0. 110, Risposte a quesiti).60

 

Se ora riassumiamo il cammino percorso, possiamo dire:

• Nel quarto ritmo il Cristo si rivela all’anima dell’uomo dalle forze del Dio Padre,

in qualità della sua Parola creativa («E la Parola era in Dio, e Dio era la Parola»)

che nel cosmo creato agisce mediante gli spiriti della prima gerarchia;

• nel quinto ritmo il Cristo rivela all’anima la propria sfera o sfera del Figlio,

si tratta dell’ambito della vita universale («In lui era la vita»),61

agendo mediante la seconda gerarchia, la gerarchia solare;

• nel sesto ritmo quindi, egli rivela all’anima il suo essere dalla sfera dello Spirito Santo

(«E la vita era la luce degli uomini»), agendo mediante gli spiriti della terza gerarchia.62

 

• Dopo aver trovato il significato del cosmo (la Parola universale) nel quarto ritmo,

• il significato del sole (il Logos solare) nel quinto ritmo,   • ci siamo ora avvicinati al prossimo grado,

che contiene il significato dell’evoluzione terrestre, di cui parla il sesto ritmo.

Nel concludere la caratterizzazione del ritmo solare va ripetuto, che Rudolf Steiner nel relativo commento

si riferisce con particolare chiarezza alla comune azione di Sofia, Michele e Cristo.

• Le parole da egli pronunciate

• «autoconoscenza» (Sofia),     • «lo spirito del nostro tempo» (Michele)     • e «lo Spirito» del Cristo,

ne rendono testimonianza.

 

 


 

Note:

48Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, cap. 5.

49 – «Il Cristo è disceso sul sole da altezze ancor più ampie» (0.0. 211, 24.4.1922).

50 – Il centro del sistema ritmico è il cuore o sole microcosmico dell’essere umano. Ma il cuore è inoltre anche il luogo delle forze animiche dell’uomo.

51 – In questo cammino dal sole alla terra, il Cristo compenetrò con il suo essere anche, una dopo l’altra le sfere d’azione della terza gerarchia o sfere di venere, mercurio e luna (vedi 0.0. 15). Ma tale grado del suo avvicinamento alla terra appartiene già al successivo ritmo.

52Vedi precisazioni in Sergej O. Prokofieff, L’incontro con il male. La Pietra di fondazione del bene, Widar Edizioni, Marghera-Venezia.

53 – In una conferenza del 24.5.1924 (0.0. 239) Rudolf Steiner illustrò il collegamento particolarmente lungo dell’uomo con la gerarchia solare nella sua esistenza dopo la morte: «Fra Exusiai, Dynamis, Kyriotetes viviamo la maggior parte del tempo tra morte e nuova nascita». E in un’altra conferenza egli disse che spesso l’anima vive in questa sfera per molti secoli: «Noi dobbiamo vivere quell’esistenza solare, spesso per centinaia di anni» (0.0. 239, 25.5.1924).

54 – In merito al significato della formazione dell’archetipo spirituale del cuore umano nel secondo passaggio della sfera solare vedi 0.0. 231, 17.11.1923 – II). – Durante la Posa della Pietra di Fondazione, Rudolf Steiner caratterizzò il cuore come «organo di conoscenza», in grado di «afferrare … colmo di saggezza…», che si riferisce all’unione del suo archetipo con gli spiriti della saggezza (Kyriotetes) nella sfera del sole.

55 – Confronta O.O. 231, 17.11. 1923 – II. In questa attività possono aiutarla particolarmente gli spiriti delle terza gerarchia, la cui azione è collegata al seguente ritmo.

56 – Pronunciando queste parole Rudolf Steiner le scrisse contemporaneamente alla lavagna. Sul perché egli nella prima riga aveva omesso la parola «esercita» vedi nota 58.

57Vedi 0.0. 113, 31.5.1909.

58 – L’apparizione del Cristo è un dato di fatto della storia del mondo, indipendente dall’uomo. E’ per questo che è stata omessa la parola «esercita».

59 – Nell’aspetto del mistero del Cristo cosmico rivelato dallo Spirito Santo, il primo esercizio conduce ad afferrare il Mistero del Golgota; il secondo esercizio all’esperienza del Cristo che da quel tempo è presente nei dintorni della terra; e il terzo esercizio al vedere la sua figura eterica.

60 – In risposta a una domanda rivolta a Rudolf Steiner dopo la conferenza tenuta il 23 marzo 1913, una domenica di Pasqua, a questo pensiero egli diede la seguente spiegazione: «Il corpo fisico del Cristo è il sole; il corpo eterico del Cristo sono i sette pianeti; il corpo astrale del Cristo sono i dodici segni delle zodiaco. L’io del Cristo è ancora del tutto fuori» (0.0. 150).

61Vedi conf. del 31.8.1909 (0.0. 113) in cui Rudolf Steiner rilevò che il Cristo nella sfera del budhi è la sorgente della vita universale, che «alimenta» l’intera cerchia dei dodici bodhisattva.

62 – Soltanto nel settimo e ultimo ritmo il Cristo viene sulla terra come Parola universale stessa e divenne su di essa Uomo divino («E la parola si fece carne»).