Risposte a domande

O.O. 327 – Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura – 14.06.1924


 

Sommario: Erbacce acquatiche, ernia del cavolo, malattie crittogamiche della vite, marciumi. Il concime minerale.

 

Si può adoperare per altri insetti il metodo indicato contro i nematodi? Mi riferisco ai parassiti di ogni genere. È lecito annientare senz’altro con questi metodi la vita animale e vegetale su vaste superfici? Ne potrebbe derivare un gran danno. Si dovrebbe porre un limite affinché l ’uomo non arrechi distruzione sull’intero pianeta.

Il problema della liceità si pone così: supponiamo di tenere fermo il precetto che queste pratiche non siano lecite, e lasciamo per ora da parte il problema etico, il problema etico-occulto; non voglio trattarlo a priori. Avverrebbe allora quel che ho ripetutamente detto: l’agricoltura delle nostre regioni civili peggiorerebbe sempre più, non ne deriverebbe solo una carestia parziale qua e là, con rincaro dei generi alimentari, ma i danni verrebbero a generalizzarsi. E un fatto che si avrà in un futuro non tanto lontano, e quindi non si ha altra scelta: o il crollo della civiltà sulla terra, o lo sforzo di strutturare le cose in modo che si rinnovi la fertilità della terra. Di fronte alla necessità non ci è oggi possibile discutere sulla liceità o meno di queste cose. Il problema può anche venir posto sotto un profilo diverso. Si tratta di badare effettivamente a costituire in queste cose una specie di valvola di sicurezza contro l’eventuale abuso. Certo che se determinate pratiche si generalizzano, diventa possibile perpetrare abusi, è evidente. Val forse la pena di ricordare che sempre vi furono epoche di civiltà sulla terra nelle quali queste cose erano conosciute e praticate con la massima diffusione possibile, ma anche con la possibilità di contenerle nell’ambito della parte seria dell’umanità affinché non ne derivassero abusi. Ci furono tempi in cui si abusava molto di queste cose, in cui le circostanze erano tali da poterne abusare in misura molto maggiore perché queste forze erano attive in modo molto più generale. Ciò avvenne in taluni tardi periodi dell’evoluzione atlantica; si ebbe allora un notevole abuso che condusse a grandi catastrofi. In linea di principio si può solo dire che da un lato è certo giustificata la consuetudine di non generalizzare la conoscenza di queste cose e di trattenerle in un ambito ristretto, ma d’altra parte ciò non è quasi più possibile ai nostri tempi. Oggi non si può più trattenere il sapere in cerchie ristrette. Le cerchie ristrette tendono subito a portare all’esterno in qualche modo il loro sapere. Finché non esisteva la stampa era più facile, era ancora più facile quando la maggior parte degli uomini non sapeva scrivere, ma oggi si chiede subito dove poter trovare uno stenografo quasi per ogni conferenza da tenersi in ogni circolo, per piccolo che sia. Non vedo volentieri lo stenografo, ma lo devo subire ugualmente. Sarebbe meglio che non ci fosse. Naturalmente mi riferisco alla funzione e non alla persona.

D’altro canto ci domandiamo: non dobbiamo anche fare i conti con l’altra necessità, quella del miglioramento morale di tutta la vita umana? Tale miglioramento sarebbe la panacea contro l’abuso. Certo che osservando alcune manifestazioni moderne, se ne trae motivo di pessimismo. A proposito del miglioramento morale della vita, non ci si dovrebbe mai fermare alla semplice osservazione, ma si dovrebbe giungere sempre a pensieri permeati di impulsi volitivi; ci si dovrebbe anche sentire impegnati a fare qualcosa per il miglioramento dell’umanità in generale. Anche questo potrebbe derivare dall’antroposofia, e nulla vieta che si formi un circolo, un’associazione funzionante come una specie di farmaco contro eventuali abusi. Anche in natura avviene proprio che un bene si possa trasformare in un male. Si pensi che se non avessimo le forze della luna per il sottosuolo, non le potremmo avere neppure per sopra; esse devono esserci, devono esplicare la loro azione. Ciò che in un dato campo è utile e necessario in massimo grado diventa dannoso in un altro; ciò che a un dato livello è morale diventa assolutamente immorale a un altro; ciò che è arimanico nella sfera terrestre è di danno solo perché è nella sfera terrestre, ma se si esplica nella sfera che si trova su di un piano anche poco superiore svolge un’azione assolutamente buona.

Per quanto concerne l’altra domanda, è esatto che quel che è stato detto a proposito dei nematodi sia valido anche in generale per il mondo degli insetti; vale per tutto il mondo degli animali inferiori, un mondo che ha la caratteristica essenziale di mancare di midollo spinale e di essere fornito di una specie di midollo addominale. Quando l’animale ha un midollo spinale occorre togliere la pelle, quando ha invece un midollo addominale si deve bruciare l’intero animale.

 

Si è parlato della camomilla selvatica?

Ho inteso la camomilla che ha i petali inclinati verso il basso (vedi disegno). Essa ha i petali non rivolti verso l’alto, ma diretti verso il basso. Si tratta della camomilla officinale che cresce spontanea ai margini delle strade.

 

 

Anche dell’ortica sì prende l’infiorescenza.?

Dell’ortica si può prendere anche il fogliame, anche la pianta intera quando è in fiore, ma senza la radice.

 

Si può usare la camomilla austriaca che cresce spontanea mi campì, l’Anthemis austriaca?

Questa specie è più imparentata con quella giusta che non la specie che si vede qui in giro e che viene indicata quale camomilla dei giardini. Quest’ultima non va usata; quella che invece si usa per rinfuso è più adatta che non quella che si trova qui. Quella da infuso può essere senz’altro adoperata.

 

La camomilla che sì trova qui lungo la ferrovia è forse quella giusta?

Sì, è quella giusta.

 

Quel che è stato detto a proposito della distruzione delle erbacce vale anche per le erbacce acquatiche, per la cosiddetta peste delle acque (Elodea canadensis)?

Vale anche per le piante che si sviluppano negli acquitrini e per quelle che crescono nell’acqua come erbacce acquatiche. In questi casi bisogna naturalmente cospargere il “pepe” sulle rive.

 

È possibile combattere ì parassiti sotterranei, come per esempio l’ernia del cavolo, con gli stessi mezzi con cui sì combattono quelli attivi sopra il suolo?

Senz’altro.

 

Si può usare il rimedio per le malattie delle piante anche per la vite?

Sebbene il procedimento non sia stato sperimentato neppure da me stesso, e malgrado non sia stata svolta un’indagine occulta particolare, sono comunque convinto che la vite avrebbe potuto esser protetta come ho spiegato, se si fosse proceduto nel modo indicato.

 

Come ci si comporta con la filloptosi, la caduta patologica delle foglie?

Va combattuta nello stesso modo col quale si combattono i marciumi.

 

Quali antroposofi, ci è lecito risollevare la viticoltura?

Oggi l’antroposofia può esistere soltanto per dire su molte cose ciò che esse sono. Il problema di come dovrebbero essere è tuttora arduo in molti settori. Ho conosciuto un buon amico antroposofo che aveva grandi vigneti, ma adoperava una certa parte dei suoi guadagni annuali, una parte non troppo grande ma comunque cospicua, per spedire in tutto il mondo cartoline in cui predicava l’astinenza dall’alcool. Di contro ebbi anche un amico, rigidamente astemio, che per tutta la sua vita era stato persino munifico per l’antroposofia, ma apparteneva alla schiera di coloro che in tutte le vetture tranviarie facevano affiggere manifesti con la pubblicità di una nota marca di spumante. Qui la questione pratica comincia ad assumere un aspetto particolare, e oggi non possiamo sviscerare tutto. Per questo ho detto: le corna di mucca sono proprio quelle che dobbiamo togliere alle mucche per interrarle, ma quelle del toro, di cui ci potremmo ornare per combattere taurinamente contro tutto, in certe circostanze potrebbero recare grandi danni all’antroposofia.

 

Non si potrebbe sostituire la vescica di cervo con qualcosa d’altro?

È vero che sarà forse difficile procurarsi vesciche urinarie di cervo, ma non rendiamo tutto più difficile del necessario! Naturalmente si potrebbe provare se sia possibile sostituire la vescica di cervo con qualcosa d’altro. Oggi non sono in grado di dirlo. Potrebbe senz’altro essere possibile che esista in qualche parte del mondo una specie animale adatta, magari originaria di un limitato territorio dell’Australia; potrebbe darsi, ma fra le specie animali indigene dell’Europa non arrivo a pensarne un’altra. Inoltre non è pensabile ricorrere a qualcosa d’altro all’infuori di una vescica di animale. Non è raccomandabile andare già da ora in cerca di surrogati.

 

Nella lotta contro gli insetti la congiunzione deve essere sempre la stessa?

Bisognerà provare. Ho detto che viene toccata l’intera serie di costellazioni dall’Acquario fino al Cancro, ma certamente ha importanza una diversificazione delle costellazioni per ogni singola specie di animali inferiori. Converrà provare.

 

Nella lotta contro le arvicole era intesa la Venere astronomica?

Sì, quella che chiamiamo stella della sera.

 

Si è parlato della congiunzione di Venere con lo Scorpione?

La congiunzione di Venere con lo Scorpione è da intendere nel senso che si tratta di ogni congiunzione nella quale Venere sia visibile nel cielo con nello sfondo, dietro ad essa, la costellazione dello Scorpione. Venere deve essere dietro il sole.

 

Il bruciare le parti verdi della pianta di patata influisce sulla crescita delle patate?

L’influsso è tanto lieve da non meritare considerazione, però c’è. Vi è perfino sempre un certo influsso quando si intraprende qualcosa con ogni residuato organico, non solo a carico della singola pianta, ma a carico di tutto il campo. Ma è così modesto da non meritare considerazione.

 

Che cosa si intende per mesentère di bovino?

Intendo proprio il mesentère. A quanto ne so il suo nome è mesentère.

 

È come dire la “trippa ”?

Non è lo stesso. Si tratta del mesentère.

 

In che modo sì deve spargere la cenere sul campo?

Ho voluto precisare che si può realmente procedere come se si cospargesse del pepe su qualcosa. La cenere ha un raggio d’azione tanto vasto che davvero basta camminare per il campo e cospargerla.

 

I preparati agiscono allo stesso modo anche per gli alberi da frutto?

L’azione ha valore generale, e tutto quanto è stato detto è applicabile anche per la frutticoltura. Altri aspetti dei quali si deve tener conto saranno trattati domani.

 

In agricoltura è uso corrente mischiare il letame e il tritume dì frutta acerba e marcia. Con il letame trattato con ì preparati sì possono concimare anche ì cereali, oppure questi devono avere un trattamento diverso?

Gli usi correnti possono essere inizialmente conservati. Si tratta di aggiungere quel che ho detto. Quanto agli altri usi di cui non ho parlato vale il principio che non si deve di colpo condannare tutto e tutto voler riformare. Credo semplicemente che si possa continuare con le pratiche che si sono affermate, e soltanto aggiungere quel che ho esposto. Vorrei solo far osservare che quanto ho indicato verrebbe a modificarsi molto nella sua azione se si usasse un concime ricco di letame di pecora o di maiale. In questo caso l’effetto non sarebbe tanto brillante quanto lo sarebbe evitando di arricchire troppo il concime con quel letame.

 

Che cosa succede usando del concime inorganico?

Col tempo si constaterà che il concime minerale dovrà scomparire del tutto. Ogni concimazione minerale ha per risultato che, dopo un po’ di tempo, i prodotti dei campi concimati con minerali perdono il loro valore nutritivo. È una legge assolutamente generale. Mettendo in pratica quel che ho indicato si giungerà proprio a non aver bisogno di concimare più di una volta ogni tre anni; forse si arriverà a non averne bisogno più di una volta ogni quattro, sei anni. Quanto ai concimi artificiali se ne potrà fare a meno completamente, e saranno abbandonati; sarà una questione di tornaconto, purché queste cose vengano applicate. Non si avrà più bisogno dei concimi minerali, che torneranno a scomparire. Oggi la gente usa giudicare tutto sulla base di tempi troppo brevi. In occasione di un dibattito sull’apicoltura, un moderno apicoltore insisteva che si dovesse installare un allevamento industriale di api regine in modo che esse potessero venir vendute a destra e a manca, senza bisogno di continuare la coltura nella singola comunità di ogni alveare. Ho dovuto dirgli che sarebbe certo stato possibile, ma che finse non fra trenta o quarant’anni, bensì fra quaranta o cinquanta ci si sarebbe accorti che così era stata rovinata l’intera apicoltura. A queste cose si deve pensare; tutto oggi viene meccanizzato, mineralizzato, ma la verità è che l’elemento minerale dovrebbe agire in seno alla natura soltanto entro i limiti che gli sono propri. Il minerale non dovrebbe in realtà compenetrare il terreno vivente con elementi completamente morti, se non sia stato prima incluso in qualche altro processo. Magari domani non sarà possibile, ma dopodomani questa soluzione si imporrà da sola.

 

Come sì devono catturare gli insetti? è il caso dì adoperarli allo stato larvale?

Per gli insetti si può usare sia la larva sia l’insetto alato. Può darsi che si debba spostare un po’ la costellazione dall’Acquario in direzione del Cancro, nel caso che si usino le larve invece dell’insetto alato. L’insetto completo avrà la sua costellazione giusta più in direzione dell’Acquario.