06 (d) Calore spirituale e luce spirituale. (Appendice)

Il mistero di Michele


 

Articolo «La missione di Michele nell’epoca della libertà umana» e un estratto dal testo della
Posa spirituale della Pietra di Fondazione

Durante il Convegno di Natale
(O.O. 26, 9.11.1924 e O.O. 260, 25.12.1923)

 

L’uomo sa di essere nella realtà quando sta davanti al Sole fisico e ne riceve calore e luce.

Così deve vivere di fronte al Sole spirituale, al Cristo,

che ha congiunto la propria esistenza con l’esistenza terrestre;

e da Lui deve ricevere vivente nell’anima

ciò che nel mondo spirituale corrisponde al calore e alla luce.

• L’uomo si sentirà compenetrato dal “calore spirituale”

quando sperimenterà il “Cristo in sé”.

 

Sentendosi così compenetrato, dirà a se stesso:

▸ “Questo calore svincola il tuo essere umano da legami cosmici nei quali esso non deve più rimanere. Affinché tu conquistassi la libertà, l’essere divino-spirituale dei primordi dovette condurti in regioni nelle quali esso non poteva più restare con te, ma nelle quali ti ha dato il Cristo perché le Sue forze conferissero a te, fatto uomo libero, ciò che l’essere divino-spirituale dei primordi ti diede una volta per vie naturali, che allora erano in pari tempo vie spirituali. Questo calore ti riconduce al divino dal quale provieni”.

 

In questo sentire, l’uomo sperimenterà e si congiungerà con intimo calore d’anima nel Cristo e col Cristo, e insieme sperimenterà la vera e reale umanità.

“Cristo mi dà la mia essenza umana”;

questo sarà il sentimento fondamentale che compenetrerà l’anima.

 

Una volta che sia esistente questo sentimento, si aggiungerà anche l’altro per il quale l’uomo, grazie al Cristo, si sentirà sollevato al di sopra della mera esistenza terrena, sentendosi uno col mondo stellare circostante la Terra, e con tutto il divino-spirituale che può venir riconosciuto in quel mondo stellare.

Così è per la luce spirituale.

 

L’uomo, prendendo coscienza di se stesso come individualità libera, può pienamente sentirsi nella propria entità umana. Nondimeno, un oscuramento vi si collega. Il divino-spirituale dei primordi non risplende più.

Nella luce che il Cristo porta all’io umano, ricompare la luce primordiale.

 

In quell’intima comunanza col Cristo, l’anima tutta può venir illuminata, come da un Sole, dall’idea beatificante che la primordiale splendida luce divina è ricomparsa, e nuovamente risplende, malgrado il suo splendore non provenga dalla natura. E l’uomo, nel presente, si unisce con le forze spirituali cosmiche illuminanti del passato, quando egli non era ancora una libera individualità. E in questa luce egli può trovare le vie che nel giusto modo guidano la sua entità umana, purché con comprensione egli si colleghi nell’anima sua con la missione di Michele.

 

• Allora l’uomo, nel calore spirituale, sentirà l’impulso che lo porta al suo avvenire cosmico in modo da potere, in quell’avvenire, rimanere fedele ai doni originari delle sue entità divino-spirituali, malgrado nei loro mondi egli abbia sviluppato la propria libera individualità.

• E nella luce spirituale sentirà la forza che, mentre egli percepisce, lo conduce con una coscienza sempre più elevata e più vasta al mondo nel quale, come uomo libero, egli si ritrova con le divinità della sua origine.

 

E il giusto terreno nel quale dobbiamo posare questa Pietra di Fondazione, il giusto terreno sono i nostri cuori nella loro armonica cooperazione, nella loro buona volontà compenetrata d’amore, volontà di portare insieme il volere antroposofico attraverso il mondo. Questo potrà splenderci incontro, come ammonendoci, dalla luce di pensiero che in ogni tempo ci può irradiare incontro dalla dodecaedrica Pietra d’Amore, che oggi vogliamo immergere nei nostri cuori.

 

Questo, miei cari amici, vogliamo proprio accogliere nell’anima nostra.

Così vogliamo riscaldare la nostra anima, così vogliamo illuminare la nostra anima.

E vogliamo conservare questo calore dell’anima e questa luce dell’anima

che oggi, dalla nostra buona volontà, abbiamo inserito nei nostri cuori.

 

Ve li inseriamo, miei cari amici, in un momento in cui il ricordare umano che comprende realmente il mondo guarda indietro a quel punto dell’evoluzione dell’umanità alla svolta dei tempi, in cui dall’oscurità della notte e dall’oscurità del sentire morale dell’umanità, irrompendo come luce del cielo, è nato l’Essere divino divenuto Cristo, l’Essere spirituale entrato nell’umanità.

 

E noi possiamo rafforzare quel calore dell’anima e quella luce dell’anima che ci occorrono, nel miglior modo, se li vivifichiamo con il calore e con la luce che alla svolta dei tempi irradiò nella tenebra del mondo quale luce del Cristo. E noi vogliamo vivificare nel nostro cuore, nella nostra mente, nella nostra volontà quella primigenia Notte Santa, che ha avuto luogo or sono due millenni, affinché ci aiuti, quando vogliamo portare fuori nel mondo quello che ci risplende incontro mediante la luce di pensiero della dodecaedrica Pietra di Fondazione dell’Amore, plasmata a immagine dell’universo, trasferita entro quanto è umano.

 

• E così sia dunque il nostro sentire del cuore

rivolto indietro alla primigenia Notte Santa nell’antica Palestina.

 

Alla svolta dei tempi

La luce dello Spirito universale entrò

Nella corrente dell’essere terreno;

L’oscurità della notte

Aveva terminato il suo dominio;

La chiara luce del giorno Irraggiò nelle anime umane;

Luce,

Che riscalda

I poveri cuori dei pastori;

Luce,

Che illumina I capi sapienti dei re.

 

Luce divina,

Cristo-Sole,

Riscalda

I nostri cuori,

Illumina

I nostri capi;

Affinché diventi buono,

Ciò a cui noi

Con i nostri cuori

Vogliamo dare fondamento,

Ciò che con i nostri capi

Vogliamo condurre

Diretto alla meta.

 

• Questo rivivere col sentimento la primigenia Notte Santa

ci può dare la forza per riscaldare il nostro cuore,

per illuminare il nostro capo, di cui abbiamo bisogno per praticare in giusta maniera,

operando antroposoficamente,

quanto può scaturire dalla conoscenza tripartita dell’uomo,

armonicamente ricomponentesi a unità.