06 – Il gruppo scultoreo e i moderni Misteri del Santo Gral

Il gruppo scultoreo


 

Con quanto esposto, tuttavia, i profondi Misteri collegati con il gruppo scultoreo non sono affatto esauriti. Infatti, Rudolf Steiner collega l’accogliere le copie dell’Io del Cristo, descritto nel precedente capitolo, direttamente con i Misteri del Gral del presente. Così, raccoglierle da parte dell’uomo oggi avviene direttamente «alla vista del Santo Gral» (O.O. 109, 11.4.1909). Per cui il gruppo ligneo indica all’uomo anche la strada nella ricerca del Gral. Già all’inizio dell’anno 1914, soltanto tre mesi dopo la posa della pietra di fondazione del primo Goetheanum, nel suo ciclo dedicato al Gral, Cristo e il mondo spirituale. La ricerca del Santo Gral, Rudolf Steiner pronuncia le parole importanti, che portano ad espressione l’essere interiore e l’aspirazione della corrente spirituale antroposofica: • «Consideriamolo come una rinnovata ricerca del Gral, ciò che ci è concesso di coltivare nella nostra Antroposofia» (0.0. 149, 2.1.1914).

 

In questo ciclo Rudolf Steiner rappresenta soprattutto come nel periodo di Parzival si svolgeva la ricerca del Santo Gral (vedi 0.0. 149, 1.1.1914). Il cammino di allora consisteva in tre gradi: il grado cosmico, il grado umano e quello mistico. Nel primo grado si trattava dell’osservazione della falce lunare nel cielo notturno, la quale porta in sé il Sole spirituale come in una coppa; il secondo grado, quello umano, stava nell’incontro con la figura della madre virginale, che tiene nel grembo suo figlio morto; e il terzo grado, quello mistico conteneva la contemplazione della coppa del Gral.

 

Come tuttavia può essere percorso questo cammino al Gral nei Misteri odierni, e cioè non più sulle tracce di Parzival del IX secolo, ma come corrisponde all’attuale grado dell’evoluzione dell’umanità? Infatti, di questa moderna ricerca del Gral, che oggi è collegata con la nuova comprensione scientifico-spirituale del Mistero del Golgota e le sue conseguenze, alla fine della sua vita Rudolf Steiner scrive «che nella nostra epoca dall’anima cosciente alla luce dell’agire di Michele si sviluppa una nuova e completa comprensione del Mistero del Golgota».62 Appunto «le immagini universali nelle quali vivevano i Misteri del Golgota» – costituiscono il contenuto della Coppa del Gral nei mondi soprasensibili (ibidem). Così, questi tre gradi di ricerca del Gral, che Rudolf Steiner descrive nel ciclo menzionato in riguardo a Parzival, per il nostro tempo possono essere rappresentati ancora in modo del tutto diverso dall’Antroposofia.

 

Di conseguenza il primo grado, quello astronomico, non è più collegato con l’osservazione degli astri esteriori, come era ancora valido per Parzival nel suo cammino verso il castello del Gral. Infatti, nel nostro tempo deve essere compiuto il passo decisivo dall’astronomia esteriore a quella interiore. • «Dobbiamo arrivare a una astronomia interiore, sicché possa, dal nostro intimo, risvegliarsi in noi (grazie a forze veggenti interiori) l’evoluzione del mondo attraverso Saturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere e Vulcano: un’astronomia dall’interno, come prima dall’esterno» (0.0. 202, 23.12.1920). E questa «astronomia interiore» con la conoscenza del Cristo nel suo centro, costituisce la parte essenziale del contenuto de La scienza occulta. Là essa viene definita la «scienza del Gral» che rappresenta «la conoscenza della nuova iniziazione», «con il Mistero del Cristo al centro» (0.0. 13, pag. 330).

 

Il successivo grado di ricerca del Gral rivela il secondo aspetto, «l’aspetto umano del Santo Gral» (0.0. 149, 2.1.1914), che nel periodo di Parzival consisteva nella figura della «madre con il Gesù, con il Cristo» (ibidem).63 Oggi questo aspetto del Mistero del Gral è contenuto nel gruppo scultoreo. Non è più la madre lunare a portare il figlio morto, ma qui è rappresentato l’uomo terrestre, che ha accolto in sé l’uomo cosmico e con ciò è passato dalla morte alla vita eterna. Abbiamo un archetipo nel battesimo del Giordano, durante il quale Gesù di Nazareth, quale Gral umano ha accolto in sé il Sole spirituale del mondo, il Cristo vivente. Nelle seguenti parole Rudolf Steiner indica questo aspetto del Gral nel gruppo scultoreo: • «Questa figura centrale può essere definita l’‘uomo’, l’uomo cosmico, espresso in una Personalità terrestre, come nella vita storico-temporale il Cristo venne ad espressione nella Personalità terrestre mediante Gesù di Nazareth» (0.0. 159, 15.5.1915).

 

Su questo fondamento possiamo dire: Se oggi ci avviciniamo in modo contemplativo-meditativo al gruppo scultoreo, abbiamo davanti a noi la moderna manifestazione dei Misteri del Gral, un luogo spirituale nel quale la «Scienza del Gral», che nel primo Goetheanum era portata ad espressione in una forma immaginativa visibile, è riassunta in una unica figura, nella sua figura centrale, affinché l’uomo che sta dinanzi ad essa possa dire a se stesso: Sì, in verità questo è il moderno Gral. Solo che oggi esso è concepito «dall’anima cosciente alla luce dell’agire di Michele» e reso visibile. Così come la «Pietà» per Parzival nel IX secolo, così la figura del Rappresentante dell’umanità nel XX/XXI secolo e molto oltre, costituisce la porta ai veri Misteri del Gral.

 

Per quanto riguarda il terzo grado dell’esperienza del Gral, una rappresentazione più dettagliata oltrepasserebbe il limite di questo scritto. Vogliamo tuttavia accennare brevemente almeno un aspetto essenziale. Chrestien de Troyes racconta che il Gral viene portato nella sala del castello «come una specie di chiave», cosicché «tutte le luci della sala vengono inondate dalla luminosità del Santo Gral, come le stelle vengono inondate dalla luminosità del Sole e della Luna». Questa luminosità oggi appare come • «quello che ci risplende incontro attraverso la luce di pensiero della dodecaedrica Pietra di Fondazione dell’Amore, plasmata a immagine dell’universo, trasferita entro quanto è umano» (O.O. 260, 25.12.1923), la quale congiunge direttamente l’anima dell’uomo con il Cristo-Sole, che splende al centro dei Misteri del Gral. Questa Pietra di Fondazione dell’Amore del Convegno di Natale costituisce quindi una misteriosa chiave ai moderni Misteri del Gral, quanto venne già rappresentato dettagliatamente in un’altra opera.64

 

Ritornando al secondo grado dell’aspetto del gruppo scultoreo descritto, qui va ancora messo in rilievo che davanti a questo sfondo può essere veramente compreso ciò che Rudolf Steiner (tuttavia appena delicatamente accennando) aveva pronunciato ad un certo punto nella conferenza durante il Convegno di Natale, il giorno dell’anniversario della distruzione del primo Goetheanum. Dopo aver considerato il rapporto karmico tra il Goetheanum e il tempio di Efeso (356 a.C.) egli disse inoltre: • «A Efeso stava la statua della Divinità; qui nel Goetheanum la statua dell’uomo, la statua del Rappresentante dell’umanità, del Cristo-Gesù. Identificandoci con Lui, ci proponevamo di immergerci in Lui con la conoscenza e in tutta umiltà, come in passato e in un modo oggi difficilmente comprensibile il discepolo di Efeso si immergeva nella contemplazione della statua di Diana» (0.0. 233, 31.12.1923). Che cosa significa in tal senso identificarsi «in tutta umiltà» con l’immagine del Rappresentante dell’umanità? – Di certo nient’altro che intraprendere in piena coscienza il cammino che poi conduce all’esperienza descritta nelle parole di Paolo: «Non io, ma il Cristo in me.» Infatti, quando qualcuno sperimenta questo veramente nell’anima, allora nel contempo si è identificato in piena misura microcosmicamente con l’immagine del Rappresentante dell’umanità, così come fu possibile sul piano macrocosmico per la prima volta sulla Terra al Gesù di Nazareth, quando durante il battesimo nel Giordano egli accolse in sé il Cristo.

In questo modo nei moderni Misteri del Gral si diventa portatore di una copia dell’Io del Cristo65 e con ciò un vero Cristoforo, come rappresentato nella figura centrale del gruppo scultoreo.

 


 

Note:

62 – Articolo «Gnosi e Antroposofia» (Gennaio 1925), O.O. 26.

63 – O della giovane sposa con lo sposo morto nel grembo – Sigune con Schionatulander morto (ibidem).

64 Vedi S. O. Prokofieff, Rudolf Steiner e la fondazione dei Nuovi Misteri, cap. 7, «L’epoca di Michele e il nuovo evento del Gral», Ed. Arcobaleno, Oriago (VE) 1991.

65 – In molte occasioni Rudolf Steiner in alternanza parla delle copie dell’«Io del Cristo» e dell’«Io del Cristo Gesù», a volte tuttavia anche solo dell’«Io del Gesù di Nazareth». Il motivo è dovuto al fatto che egli descrive tutto il processo di nascita delle copie dell’Io una volta dal lato del Cristo quale archetipo, che si rispecchia, e un’altra volta dal lato di Gesù, che accoglie in sé la copia, oppure da entrambi i lati contemporaneamente, indicando in tal caso il Cristo Gesù.