Il significato del mistero del Golgota per il mondo degli uomini

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Dall’avvento a Pasqua


 

Dopo avere esaminato il significato del mistero del Golgota per il macrocosmo, volgiamoci ora al suo secondo aspetto, vale a dire il suo significato per il microcosmo, per il mondo degli uomini. Infatti la «conoscenza della morte» conseguita sulla collina del Golgota fu un evento fondamentale anche per l’ulteriore evoluzione dell’umanità.

Per il fatto che il Dio-Cristo patì la morte e ricongiunse il mondo degli Dei al mondo degli uomini, dopo il Golgota si aprì per gli uomini la possibilità di una rinnovata conoscenza del patto ricostituito fra macro e microcosmo, il cui massimo segreto fu rivelato dal Cristo risorto durante i colloqui dei quaranta giorni.

 

L’essenza di questo mistero è che dopo il Golgota, la morte

non solo non separa più l’uomo dal macrocosmo, sua patria originaria, bensì ve lo unisce.

• Essa si metamorfosa per lui da causa di distruzione a sorgente inesauribile di vita eterna:

▸«Con la morte innocente sul Golgota fu fornita la prova

di ciò che gli uomini arriveranno gradualmente a comprendere: che la morte è il Padre vivente in eterno50

 

Il suo aspetto esteriore è maja.

Dietro la morte l’uomo deve «cercare il Padre, il fondamento paterno del cosmo…

deve imparare a dirsi: la morte è il Padre»,51

vale a dire l’intero cosmo gerarchico, con cui ormai oggi l’uomo si ricongiunge.52

 

E Rudolf Steiner prosegue:

▸ «Perché nel fisico-sensibile ci appare un’immagine errata del Padre? Perché l’immagine del Padre ci appare talmente contraffatta, alterata al punto di apparire sotto l’ingannevole forma della morte? Perché a tutta la nostra vita è frammischiato il principio di Lucifero-Arimane (…) Nella morte l’immagine del Padre è storpiata per il fatto che Lucifero e Arimane si erano intromessi nell’evoluzione dell’umanità.

La morte fu la conseguenza, l’opera di Lucifero e Arimane53

▸«Non sarebbe mai stato possibile espellere dalla vita umana la falsa immagine della morte,

se non ne fosse stata messa da parte la causa: Arimane-Lucifero.»54

Solo l’entità del Cristo,

essere divino e appartenente all’intero macrocosmo poteva sperimentare e vincere la morte,

sottrarla così alla potenza di Lucifero e Arimane e restituirla al mondo delle gerarchie, al mondo del Padre:

▸ «Venne allora quest’entità sulla Terra e al momento giusto scacciò (…) Lucifero-Arimane eliminando la causa di ciò che aveva portato la morte nel mondo. Doveva quindi trattarsi di un essere che nulla aveva a che fare con le cause che portano gli uomini alla morte. Nessuna fra le cause di morte degli uomini, niente di ciò che è opera di Lucifero, e più tardi di Arimane (…) di tutto quanto rende gli uomini soggetti al peccato: con tutto ciò tale entità non doveva avere nulla a che fare».55

 

Come si effettuò la vittoria sulle forze di Lucifero e Arimane da parte del Cristo

durante la sua vita in terra nel corpo di Gesù di Nazareth?

 

Rudolf Steiner descrive tale processo ne La scienza occulta.

▸ «Nel momento della sua vita in cui il corpo astrale del Cristo Gesù contenne tutto ciò che può essere celato dall’influsso luciferico, cominciò la sua missione di maestro dell’umanità. Da quel momento venne inoculata nell’evoluzione umana terrestre la capacità di accogliere la sapienza per mezzo della quale può essere gradatamente raggiunto lo scopo fisico della Terra. Quando si verificò l’evento del Golgota venne inoculata nell’uomo un’altra disposizione, per mezzo della quale l’influsso di Arimane può essere rivolto al bene. Attraversando la soglia della morte l’uomo può ormai portare con sé ciò che avrà tratto dalla vita e che nel mondo spirituale lo libera dall’isolamento. L’evento di Palestina rappresenta il punto centrale non solo dell’evoluzione fisica dell’umanità, ma anche quello degli altri mondi a cui l’uomo appartiene. E quando il mistero del Golgota si fu compiuto, quanto il Cristo “patì la morte in croce”, egli apparve nel mondo in cui le anime dimorano dopo la morte e pose limiti alla potenza di Arimane. Da quel momento in poi la regione che il popolo greco chiamava “regno delle ombre” fu attraversata da un lampo spirituale che dimostrò agli esseri che la popolavano che la luce sarebbe tornata a risplendervi. Ciò che era stato acquistato per mezzo del mistero del Golgota a favore del mondo fisico, illuminò con la sua luce il mondo spirituale.»56

 

Solo grazie alla vittoria riportata sulle potenze di Lucifero e Arimane nel mondo terreno e soprasensibile, il Cristo potè accendere nell’esistenza terrena un nuovo «sole di vita» e alla luce di questo sole svelare all’umanità il vero volto della morte:

▸ «Il Cristo ha sposato la morte, è andato verso la morte che è diventata l’immagine propria del Padre: si è unito ad essa. Da questo matrimonio del Cristo-Gesù con la morte è scaturito l’inizio di un nuovo “sole di vita”. Che la morte sia l’equivalente del dolore è un’immagine erronea, è maja. Quando col tempo gli uomini impareranno ad avvicinarsi alla morte così come le si è avvicinato il Cristo, allora essa diverrà in verità il germe della vita [cosmica].»57

E poco dopo:

«Il nuovo sole di vita non sarebbe mai potuto sorgere se la morte non fosse venuta nel mondo e non si fosse fatta vincere dal Cristo. Così la morte, considerata nella sua vera forma, è il Padre. Il Cristo è venuto nel mondo per ricreare la vera immagine del Padre vivente che era stata falsificata nella morte. Il Figlio discende dal Padre e manifesta la vera figura del Padre. In verità il Padre ha mandato il Figlio nel mondo58 affinché fosse manifestata la vera natura del Padre vivente, vale a dire la vita eterna che si nasconde dietro la morte temporanea.»59

 

Lo stesso pensiero è espresso nel vangelo di Giovanni:

«Io vengo dal Padre [macrocosmo] e sono venuto nel mondo terrestre [microcosmo]. Ora io lascio nuovamente il mondo sensibile e torno al Padre.»60

 

Queste parole contengono già il nocciolo dei successivi insegnamenti del Risorto:

▸ «Io sono venuto dal macrocosmo nel microcosmo. Ho sperimentato la morte, l’evento decisivo per il microcosmo e ora torno nel macrocosmo, al Padre: vado al Padre affinché vi possano andare un giorno anche coloro che accolgono l’impulso del Cristo.»61

 

Da quello che è stato detto vediamo in che cosa consista il senso del mistero del Golgota per i due mondi,

quello divino e quello umano.

Sperimentando e vincendo la morte

il Cristo ha spalancato per i tempi futuri la grande porta fra i due mondi.

In tal modo ha consentito ad angeli, arcangeli ed archai e attraverso loro a tutte le rimanenti gerarchie,

di riprendere la guida dell’umanità terrena,62

mentre agli uomini ha aperto la via per una nuova ascesa cosciente verso i mondi spirituali:

«Sì, io vi dico: voi vedrete il cielo aprirsi e gli angeli del Signore salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».63

 

Questa conoscenza del mistero del Golgota quale evento centrale che unisce macro e microcosmo venne posta da Rudolf Steiner a fondamento del ritmo nel quale il 25 dicembre 1923 egli, per la prima volta, lesse al convegno di Natale la meditazione della Pietra di fondazione. Abbiamo dapprima le parti microcosmiche, poi la quarta parte: «Alla svolta dei tempi…» e infine di nuovo le parti microcosmiche, ma questa volta unite a quelle macrocosmiche.64

Così, attraverso tutti i ventuno anni di storia dell’antroposofia fin entro la sostanza stessa del convegno di Natale, seguiamo il filo ininterrotto del senso fondamentale del mistero del Golgota. Questa conoscenza costituisce il nocciolo del cristianesimo esoterico e trae le sue origini dalle comunicazioni del Cristo risorto accolte a mezzo della conoscenza intuitiva.

 

 


 

Note:

50 – O.O. 112, 6.7.1909

51 – Ibidem

52 – Vedi nota n. 58

53 – O.O. 112, 6.7.1909

54 – Ibidem

55 – Ibidem

56 – O.O. 13

57 – O.O. 112, 6.7.1909

58 – Nell’ultimo verso del Padre nostro macrocosmico troviamo: «O voi Padri nei cieli». Vedi anche la spiegazione data da Rudolf Steiner delle parole evangeliche «Dio (…) ha mandato il Figlio» (Gv. 3,16-17 e la lettera di Giovanni 4,9) nella conferenza del 18.12.1913, O.O. 148.

59 – O.O. 112, 6.7.1909

60 – Gv. 16,28

61 – Ibidem, 12,32 e 13,36

62 O.O. 15, capitolo 3

63 – Gv. 1,51

64 – Vedi Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, cap. 5.