Le esperienze e le vicende di Michele durante il compimento della sua missione cosmica /  109-111

O.O. 26 – Massime antroposofiche – 26.10.1924


 

Si può seguire dal punto di vista dell’umanità il progredire dell’umanità stessa dal gradino della coscienza,

sul quale l’uomo si sente membro dell’ordinamento divino-spirituale,

fino al gradino attuale sul quale egli si sente un’individualità staccata dal divino-spirituale,

in possesso dell’uso autonomo dei pensieri. Lo abbiamo fatto nella lettera precedente.

 

Mediante la veggenza soprasensibile, si può però anche tracciare un quadro

di ciò che Michele ed i suoi sperimentano durante questa corrente di evoluzione,

si può cioè descrivere il medesimo ordine di fatti dal punto di vista di Michele.

Questo vogliamo tentare ora.

 

Innanzi tutto vi è l’epoca più antica in cui veramente si può parlare soltanto di ciò che si svolge fra entità divino-spirituali. Si ha a che fare con continue azioni fra gli dèi. Entità spirituali compiono ciò che viene loro suggerito dagli impulsi della loro essenza; esse sono corrispondentemente soddisfatte in tale attività. Quello che importa è soltanto ciò che esse sperimentano in tali vicende. Soltanto in un angolo, nel campo delle azioni divine, si può rilevare qualcosa che è l’umanità. Essa è una parte nell’agire divino.

 

Però l’entità spirituale, che fin dal principio ha rivolto il suo sguardo all’umanità, è Michele.

In certo modo egli organizza le azioni degli dèi in modo che in un angolo cosmico possa sussistere l’umanità.

• E il genere di attività che egli compie a questo scopo

è affine all’attività che più tardi si manifesta nell’uomo come intelletto;

quell’attività si manifesta però come forza che fluisce attraverso il cosmo in idee ordinatrici che producono realtà.

• In quella forza agisce Michele. È suo ufficio amministrare l’intelligenza cosmica.

 

Egli vorrebbe un ulteriore progresso nel suo campo. Tale progresso può consistere soltanto nel fatto che l’intelligenza, attiva in tutto il cosmo, si concentri più tardi nell’individualità umana.

 

Ne deriva di conseguenza che nell’evoluzione del mondo giunge un’epoca in cui

il cosmo non vive più della sua intelligenza presente, ma della sua intelligenza passata;

e l’intelligenza presente è nella corrente dell’evoluzione umana.

 

Michele vorrebbe mantenere continuamente in contatto con gli esseri divino-spirituali l’intelligenza che va così sviluppandosi in seno all’umanità.

Ma a questo si oppone una resistenza. L’evoluzione che gli dèi compiono, seguendo la linea dal distacco dell’intellettualità dalla loro attività cosmica fino al suo innesto nella natura umana, è un fatto svolgentesi apertamente nel mondo. E se vi sono esseri dotati di una facoltà percettiva che consenta loro di vedere questi fatti, essi possono servirsene a loro vantaggio. Simili esseri esistono realmente; sono le entità arimaniche.

 

Esse hanno la disposizione ad assorbire in sé tutta l’intelligenza che si distacca dagli dèi.

Hanno la disposizione a riunire nel proprio essere la somma di tutta l’intellettualità.

Diventano così le massime, le più vaste e penetranti intelligenze del cosmo.

 

Michele prevede che l’uomo, procedendo sempre più verso l’uso autonomo dell’intelligenza, debba incontrarsi con gli esseri arimanici, e che egli possa in seguito diventare loro preda, legandosi con loro. Perciò Michele mette sotto i piedi le potenze arimaniche, e continuamente le incalza, respingendole in una sfera sottostante a quella dove l’uomo si evolve. Michele con il drago sotto i piedi mentre lo spinge nell’abisso: questa è la poderosa immagine, vivente nella coscienza umana, dei fatti soprasensibili qui descritti. L’evoluzione progredisce.

 

L’intellettualità, che inizialmente era del tutto nel dominio della spiritualità divina,

se ne separa al punto da diventare l’animazione del cosmo.

• Ciò che prima irradiava soltanto dagli dèi, ora risplende come manifestazione del divino dal mondo stellare.

• Prima il mondo era governato dalla stessa entità divina,

ora viene governato dalla manifestazione divina divenuta oggettiva,

dietro alla quale l’entità divina percorre il periodo successivo della sua propria evoluzione.

• Di nuovo qui Michele è l’amministratore dell’intelligenza cosmica

in quanto essa fluisce in idee ordinatrici, attraverso le manifestazioni del cosmo.

 

La terza fase dell’evoluzione

• è un ulteriore distacco dell’intelligenza cosmica dalla sua origine.

Nei mondi stellari, come manifestazione divina, non dominano più le idee ordinatrici presenti;

le stelle percorrono le loro vie, ordinandosi secondo le idee che sono state loro infuse nel passato,

Michele vede come sempre più ciò che egli ha amministrato nel cosmo,

l’intellettualità cosmica, prenda la sua via verso l’umanità terrestre.

 

Michele vede però anche aumentare sempre più il pericolo che l’umanità cada in balìa delle potenze arimaniche.

Egli sa: per se stesso potrà sempre avere Arimane sotto i suoi piedi; ma lo potrà anche per l’umanità?

Michele vede svolgersi il massimo evento terrestre.

Dal regno nel quale Michele stesso serve, discende nella sfera terrestre l’entità del Cristo, per essere presente

quando l’intelligenza sarà completamente presso l’individualità umana.

Allora infatti l’uomo sentirà al massimo la spinta ad abbandonarsi alla potenza

che, senza restrizioni e alla perfezione, sì è fatta portatrice dell’intellettualità.

 

Ma il Cristo sarà presente;

per il suo grande sacrificio Egli vivrà nella medesima sfera in cui vive anche Arimane.

L’uomo potrà scegliere fra Cristo e Arimane.

Nell’evoluzione umana il mondo potrà trovare la via del Cristo.

Questa è l’esperienza cosmica che Michele fa con ciò che egli ha da amministrare nel cosmo.

Per restare accanto all’oggetto delle sue cure, egli intraprende la via dal cosmo all’umanità.

 

Sta percorrendo questa via dal secolo ottavo dopo Cristo,

ma veramente è giunto al suo ufficio terrestre, nel quale si è trasformato il suo ufficio cosmico,

soltanto nell’ultimo terzo del secolo diciannovesimo.

• Michele non può costringere gli uomini perché la costrizione è cessata appunto per il fatto

che l’intelligenza è entrata del tutto nella sfera dell’individualità umana.

• Ma Michele, come una maestosa azione-modello nel mondo soprasensibile adiacente al mondo visibile,

può mostrare ciò che egli vuole svolgere.

 

Ivi Michele può mostrarsi con un’aura di luce, con un gesto da essere spirituale in cui si rivela tutto lo splendore e la magnificenza della passata intelligenza divina. Ivi egli può rendere manifesto come l’azione dell’intelligenza del passato nel presente sia ancora più vera, più bella e più virtuosa di tutto ciò che vive nell’immediata intelligenza presente che fluisce da Arimane in uno splendore ingannevole e seduttore. Egli può mostrare come per lui Arimane sia sempre il basso spirito sotto i suoi piedi.

 

Le persone che penetrano con la loro veggenza nel mondo soprasensibile immediatamente confinante col mondo visibile, scorgono Michele e i suoi, come qui abbiamo descritto, intenti all’opera che essi vorrebbero compiere per gli uomini.

Quelle persone scorgono come, per mezzo della figura di Michele nella sfera di Arimane, l’uomo debba in libertà venir sottratto ad Arimane e condotto al Cristo. Se quelle persone riusciranno con la loro veggenza a schiudere anche ad altri uomini il cuore ed i sensi, affinché un gruppo di uomini sappia come Michele viva attualmente fra gli uomini, allora l’umanità comincerà a solennizzare col giusto contenuto feste di Michele in cui le anime faranno sorgere e vivere in loro la forza di Michele. Allora Michele agirà come una potenza reale in mezzo agli uomini. L’uomo sarà libero e tuttavia percorrerà la sua via e la sua vita spirituale attraverso il cosmo in intima comunione col Cristo.

 

109Rendersi ben consci dell’attività di Michele nella connessione spirituale del mondo, significa sciogliere, fin dove è necessario all’uomo sulla terra, l’enigma della libertà umana, partendo dai rapporti cosmici.

110Invero la « libertà », come fatto, è data immediatamente a ciascun uomo che intende se stesso nel periodo attuale dell’evoluzione dell’umanità. Nessuno, a meno che non voglia negare un fatto evidente, può dire: « La libertà non esiste ». Ma si può trovare una contraddizione fra ciò che in tal modo è effettivamente dato e i processi del cosmo. Osservando la missione di Michele nel cosmo, questa contraddizione cade.

111Nella mia Filosofia della libertà la « libertà » dell’essere umano nell’epoca attuale si trova dimostrata come contenuto della coscienza; nelle descrizioni della missione di Michele che sono date qui, si trova il « divenire di questa libertà » fondato cosmicamente.