06 – L’illuminazione

O.O. 10 – L’Iniziazione – (I gradini dell’iniziazione)


 

L‘illuminazione muove da processi molto semplici.

Anche qui si tratta di sviluppare certi sentimenti e pensieri che ^no latenti in ogni uomo, e che devono essere risvegliati. Soltanto chi persegue questi processi semplici con molta pazienza, severità e perseveranza, potrà da essi venir condotto alla percezione della luce interiore. Il primo passo consiste nell’osservare in un determinato modo vari esseri della natura, come per esempio una pietra trasparente di bella forma (un cristallo), una pianta e un animale.

Anzitutto si cerca di concentrare nel seguente modo tutta la propria attenzione sopra il confronto fra la pietra e l’animale. I pensieri che ora verranno indicati devono attraversare l’anima accompagnati da vivaci sentimenti. Nessun altro pensiero, nessun altro sentimento deve frammischiarsi e disturbare l’intensità dell’osservazione. Ci si dica: « La pietra ha una forma; l’animale ha pure una forma. La pietra rimane immobile al suo posto; l’animale cambia di posto. È un impulso (il desiderio) che spinge l’animale a cambiar di posto. E la forma dell’animale è anche al servizio di quegli impulsi. I suoi organi, i suoi strumenti sono foggiati in conformità di questi impulsi. La forma della pietra non è foggiata dai desideri, ma da una forza scevra di passioni ».

 

Se ci si immerge profondamente in questi pensieri e si osserva con intensa attenzione la pietra e l’animale, sorgono nell’anima due generi completamente diversi di sentimenti. Dalla pietra fluisce nell’anima un genere di sentimento, dall’animale l’altro. Probabilmente all’inizio l’esperimento non riuscirà, ma a poco a poco, con un esercizio veramente paziente, questi sentimenti si affacceranno. Occorre solo continuare sempre ad esercitarsi. Dapprima i sentimenti perdurano soltanto finché dura l’osservazione; più tardi però la loro azione si estende e finalmente diventano qualcosa che rimane vivente nell’anima. Basta allora che l’uomo si concentri, perché i due sentimenti sorgano sempre, anche senza l’osservazione di un oggetto esteriore.

 

Da questi sentimenti, e dai pensieri che vi si ricollegano, si formano gli organi della chiaroveggenza. Se poi nell’osservazione si aggiunge anche la pianta, si osserverà che il sentimento emanante da essa, per qualità e per intensità, sta a metà fra quelli che emanano dalla pietra e dall’animale. Gli organi che si formano a questo modo sono occhi spirituali. Con essi si impara gradatamente a vedere qualcosa di paragonabile a colori animici e spirituali.

Finché l’uomo ha assimilato soltanto ciò che è stata chiamata la « preparazione », il mondo spirituale, con le sue linee e le sue figure, rimane oscuro; per mezzo dell’illuminazione diventa chiaro. Anche qui occorre osservare che le parole « oscuro » e « chiaro », come pure gli altri termini adoperati, esprimono soltanto approssimativamente ciò che s’intende. Ma dovendoci servire del linguaggio corrente, non è possibile esprimersi diversamente. Tale linguaggio è stato creato soltanto per le condizioni fisiche.

La scienza occulta indica ciò che emana dalla pietra e si palesa all’organo chiaroveggente come « blu » o « blu-rossiccio »; ciò che fluisce dall’animale come « rosso » o « rosso giallastro ». In realtà i colori veduti a quel modo sono « di genere spirituale ». Il colore che emana dalle piante è « verde », e si trasforma a poco a poco in un « rosa-rossiccio » eterico chiaro. La pianta è infatti l’essere naturale le cui proprietà nel mondo spirituale somigliano, sotto un determinato aspetto, a quelle che ha nel mondo fisico. Non è così per la pietra e l’animale.

Bisogna però rendersi conto che quelle sopra citate non indicano che le sfumature principali del colore dei diversi regni delle pietre, delle piante e degli animali. In realtà esistono innumerevoli sfumature intermedie. Ogni pietra, ogni pianta, ogni animale ha una sfumatura di colore sua propria, ben determinata. Vi sono inoltre gli esseri ’ei mondi superiori, che non s’incarnano mai, con i loro colori, a volte meravigliosi, ma spesso anche orribili. In effetti la varietà dei colori è infinitamente più grande nei mondi superiori che nel mondo fisico.

 

Quando l’uomo ha acquistato la capacità di vedere con gli «occhi dello spirito », egli incontra anche, o prima o poi, gli esseri superiori menzionati, ed anche altri esseri inferiori all’uomo che non calcano mai il piano della realtà fisica.

Quando l’uomo è progredito fino al punto ora descritto, si vede schiudere dinanzi molte vie. Ma non gli si può consigliare di procedere oltre senza l’accurata osservanza di quanto dall’occultista è stato detto o altrimenti comunicato; ed anche per quanto finora è Stato detto, è meglio seguire le norme tracciate da una guida esperta. Del resto, se l’uomo possiede la forza e la perseveranza per progredire in conformità ai gradini elementari dell’illuminazione qui descritti, certamente si cercherà una giusta guida e la troverà.

 

In ogni caso una precauzione è necessaria, e chi non la volesse osservare farebbe meglio a rinunciare a qualsiasi passo nella scienza occulta. È necessario che l’uomo, il quale diventa discepolo dell’occultismo, conservi tutte le sue qualità di uomo nobile, buono e ricettivo per tutte le realtà fisiche. Durante il suo discepolato, egli deve anzi continuamente intensificare la sua forza morale, la sua purezza interiore e la sua capacità di osservazione. Citerò un solo esempio: durante gli esercizi elementari per conseguire l’illuminazione, il discepolo deve cercare di sviluppare sempre più la sua partecipazione per il mondo degli uomini e degli animali, la sua sensibilità per la bellezza della natura. Se non provvede a ciò, quei sentimenti sempre più si attutiscono sotto l’azione degli esercizi. Il cuore si indurirebbe, i sensi diverrebbero ottusi. E potrebbero risultarne conseguenze pericolose.

 

Come l’illuminazione si presenti, quando ci si eleva ne senso degli esercizi indicati sulla pietra, la pianta e l’animale fino all’uomo, e come, dopo l’illuminazione, si verificherà immancabilmente l’unione dell’anima col mondo spiritual per condurre all’iniziazione, pei quanto è possibile parlarne, sarà detto nei prossimi capitoli.

 

All’epoca nostra la via della scienza occulta viene cacata da molti uomini, e in diversi modi; anche per mezzo di pratiche molto pericolose e perfino riprovevoli. Coloro che stimano di conoscere qualche verità su queste cose, devono perciò dare ad altri la possibilità di imparare a conoscere qualcosa della disciplina occulta. Qui è stato comunicato soltanto ciò che basta per dare questa possibilità. È necessario che parte della verità venga conosciuta, per evitare che l’errore possa provocare gravi danni.

Le vie indicate in questo libro, se seguite con misura, non riescono pericolose per nessuno. Occorre però che una norma venga osservata: nessuno deve dedicare a esercizi occulti tempo e forza superiori a quelli di cui la sua situazione nella vita, e i suoi doveri gli permettano di disporre. Nessuno, per seguire il sentiero occulto, deve modificare a un tratto qualcosa nelle condizioni esteriori della propria vita.

Se si desiderano veri risultati, occorre pazienza; dopo avere eseguito per qualche minuto un esercizio, bisogna poterlo interrompere per compiere tranquillamente il lavoro quotidiano. E nessun pensiero relativo agli esercizi deve frammischiarsi al lavoro della giornata. Chi, nel senso migliore e più elevato, non ha imparato ad aspettare, non è adatto alla disciplina occulta e non arriverà mai a risultati di qualche valore.