06 – L’incarnazione di Arimane e i compiti della Società Antroposofica

L’incontro con il male


 

Ci è rimasto pochissimo tempo per la realizzazione di questi compiti, soprattutto per il terzo compito. Infatti si avvicina già l’epoca in cui nessuna comunità terrestre che non abbia come fondamento il regno del Cristo, che non è di questo mondo, riesce ormai a fronteggiare l’assalto sempre più intenso delle potenze oppositrici nell’odierna civiltà.

 

Questo assalto raggiungerà molto presto il suo apice, quando attraverso la breccia aperta dalle potenze del male nel 1998, Arimane si avvicinerà al nostro mondo e si incarnerà all’inizio del terzo millennio.91

 

Nell’odierna civiltà la Società Antroposofica può tuttavia resistere ad Arimane e ai suoi numerosi servitori soltanto se la pietra di fondazione del Convegno di Natale non solo è una realtà nelle anime dei soci, ma se costituisce anche il centro interiore della loro attività individuale e sociale.

 

Il destino spirituale della Società Antroposofica nel futuro dipenderà dalla capacità dei suoi soci di riuscire a preparare una casa sociale per Antroposofia su questo fondamento, ad avviare cioè la costruzione di quell’«edificio» soprasensibile o Goetheanum spirituale, del quale Rudolf Steiner parlò alla fine del Convegno di Natale:

► «Abbiamo posato la pietra di fondazione. Su questa pietra di fondazione venga costruito l’edificio le cui singole pietre saranno le attività svolte ora dai singoli in tutti i nostri gruppi fuori in tutto il mondo» (O.O. 260, 1. 7. 1924).

 

Infatti questo «edificio» sarà poi il luogo benedetto dalle potenze superiori,

al quale Arimane e le sue schiere non avranno accesso.

 

In un’altra conferenza Rudolf Steiner descrisse questo processo in modo ancor più preciso, rivolgendosi direttamente al cuore di ogni antroposofo che vuole mantenere fedeltà a questo impulso centrale del movimento antroposofico: ► «Al contempo vorrei fare un appello a ogni membro della Società Antroposofica, di contribuire affinché il Convegno di Natale possa porre nel cuore dei nostri soci la pietra di fondazione della vita antroposofica e non cessi di svilupparsi sempre maggiormente quale germe di vita, in modo che nella Società Antroposofica cresca una vita sempre più animata. Allora la Società Antroposofica agirà anche nel mondo esterno» (0.0. 240, 28.1.1924).

 

In queste parole ancora oggi possiamo sperimentare il testamento spirituale del grande maestro, che si rivolse a tutti i suoi allievi, indicando loro un cammino concreto verso la culminazione dell’antroposofia alla svolta del secolo. Per accedere a questo cammino dobbiamo rivolgerci in un primo momento all’essenza esoterica del Convegno di Natale e posare nei nostri cuori la «pietra di fondazione spirituale per la Società Antroposofica» (o.o. 260a; 6.2.1924) per poi sviluppare su questa pietra di fondazione la vita spirituale nella società, che un giorno dovrà essere così intensa da potere splendere oltre i propri confini, nel mondo esteriore.

 

Dalla fondazione spirituale della Società Antroposofica e dalla posa della pietra di fondazione è trascorso oggi più di un periodo corrispondente a un’intera vita umana (72 anni). Se oggi accogliamo veramente l’intero significato di questo testamento spirituale del nostro maestro, e ci rivolgiamo con tutte le forze della nostra anima al Convegno di Natale quale centrale «fatto mistico» della sua storia, ci si dischiuderanno le prospettive reali per l’ulteriore sviluppo dell’impulso micheliano sulla Terra. Infatti, come abbiamo visto, solo il Convegno di Natale ha aperto la porta per un reale effondersi di questo impulso nell’umanità, attraverso le rivelazioni dei misteri micheliani nelle conferenze sul karma e nelle massime antroposofiche (0.0. 26), come pure nella fondazione della scuola di Michele sulla Terra.

 

Da tutto quello che Rudolf Steiner ha detto sul Convegno di Natale, deriva che Michele è lo Spirito gerarchico che, su incarico di entità ancora più elevate del mondo spirituale, approvò l’azione di Rudolf Steiner nel Convegno di Natale e con ciò anche il cammino che da allora la Società Antroposofica doveva intraprendere. Rudolf Steiner fu il primo a seguire questo cammino, coerente e irremovibile, dando ai suoi allievi un esempio vivente di cosa significa nel nostro tempo mettersi al servizio di Michele, e di cosa si aspetta da noi il mondo spirituale unito a Michele.

 

► «La Società Antroposofica deve ora comprendere il suo compito interiore, che consiste nel non contrapporre a Michele il pensare umano.92 Non si può essere fatalisti. Qui si può dire soltanto: gli uomini devono collaborare con gli Dei, con Michele stesso» (o.o. 240, 19.7.1924).

 

Nel Convegno di Natale stesso, Rudolf Steiner ne fece diretto riferimento ed esortò i membri della neofondata Società Antroposofica a portare costantemente questo pensiero nella loro coscienza: ► «Nel momento attuale dell’evoluzione storica il mondo spirituale vuole qualcosa dall’umanità, vuole qualcosa negli ambiti più diversi della vita [più avanti, da tale impulso, si sono formate le diverse sezioni della scuola di Michele] e sta a noi seguire gli impulsi provenienti dal mondo spirituale con chiarezza e verità. Sebbene in un primo momento ciò sarà connesso a degli scontri, a lungo termine sarà l’unica cosa salutare. Per questo ritroveremo noi stessi solo se IN OGNI CIRCOSTANZA ci compenetriamo degli impulsi provenienti dal mondo spirituale» (0.0. 260, 26.72.1923).93

 

Da queste parole consegue che solo la vera comprensione dei compiti spirituali che emergono dal nostro nuovo legame con Michele, sorto dal Convegno di Natale, come pure l’attività legata alla loro concreta realizzazione, possono creare le condizioni che permettano al mondo spirituale di continuare a guidare il movimento antroposofico sulla Terra. Sicuramente le difficoltà saranno grandi. Infatti le forze di opposizione non tralasciano alcuno sforzo per impedire l’ulteriore sviluppo di questo nuovo legame fra gli Dei e gli uomini, fra Michele e i micaeliti.

 

Di questo parlò anche Rudolf Steiner: ► «Fa parte [delle conseguenze esoteriche del Convegno di Natale] che le forze di opposizione si scaglino contro il movimento antroposofico, potenze demoniache molto forti. Ma possiamo senz’altro sperare che le forze dell’alleanza che siamo riusciti a stabilire con le potenze spirituali del bene per mezzo del Convegno di Natale, in futuro siano in grado di eliminare tutte le potenze oppositrici in ambito spirituale che si servono degli uomini sulla Terra per realizzare i loro scopi» (o.o. 260a, 25.5.1924).

 

Detto in altre parole, potremo resistere agli attacchi delle potenze antimicheliane, che nel prossimo futuro si intensificheranno senz’altro, solo se con tutte le forze cerchiamo di conservare e di ancorare il legame conseguito nel Convegno di Natale con Michele e con gli Spiriti che operano al suo servizio.

 

Siccome tuttavia viviamo nell’epoca della libertà, la possibilità di conservare questo legame, dipenderà anzitutto da quanto noi stessi saremo in grado di valutare la serietà della situazione in cui ci troviamo oggi e anche da fino a che punto comprendiamo la nostra personale responsabilità in qualità di antroposofi di fronte all’umanità e al mondo spirituale, responsabilità richiamata con efficacia nelle parole dell’ultima conferenza durante il Convegno di Natale.

 


 

Note:

91 – Vedi precisazioni nei capitoli precedenti.

92 – Ciò significa anche non opporsi agli intenti di Michele venuti ad espressione attraverso il Convegno di Natale e le sue conseguenze, vale a dire la scuola di Michele e le conferenze sul karma.

93 – Immediatamente dopo queste parole, Rudolf Steiner diede il primo ritmo al Convegno di Natale, iniziandolo con la lettura delle tre parti microcosmiche della meditazione della pietra di fondazione, che caratterizzò come parole espresse «con la volontà del mondo spirituale» (ibidem)