Pasqua, Ascensione, Pentecoste e il contenuto della Pietra di fondazione nel Convegno di Natale 1923/24

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Pasqua, Ascensione, Pentecoste.


 

La Pietra di fondazione della Società Antroposofica Universale

venne deposta nei cuori e nelle anime degli antroposofi presenti al Convegno di Natale dell’anno 1923-24.

 

Essa era formata

• dalle forze del Padre, che scaturiscono dalle profondità,

• da quelle del Figlio, che agiscono «all’intorno»,

• e dalle forze dello Spirito Santo che discende dalle altezze.

 

Con questo atto misterico venne svelato pubblicamente il nuovo rapporto

tra le forze macrocosmiche operanti nell’uomo:

 

• nel suo capo si manifestano i pensieri dello spirito,

• nel suo cuore agisce il Cristo

• e nelle sue membra (azioni) si realizza la volontà del Padre.31

 

Questo rapporto è un risultato della prima Pentecoste32

e costituisce il terzo e ultimo passo dell’unione del Cristo con «la corrente dell’essere terreno».33

Possiamo dire che il nuovo rapporto tra le forze macrocosmiche fondamentali nato con la Pentecoste

e rivelato pubblicamente al Convegno di Natale, ci apre la via alla comprensione del profondo legame

• fra la posa della Pietra di fondazione dei nuovi misteri

• con i tre gradi descritti della penetrazione dell’entità solare del Cristo nell’esistenza terrena.

 

Vogliamo ora esaminare meglio questo legame.

Come punto di partenza prenderemo le comunicazioni della scienza spirituale secondo cui i principi del Padre, del Figlio e dello Spirito, sono rappresentati nel nostro universo dall’attività delle tre gerarchie divino-spirituali.

 

Questo significa che possiamo parlare di una triplice modificazione nell’opera delle gerarchie superiori,

intervenuta grazie all’azione del Cristo nel mistero del Golgota, nell’Ascensione e nella Pentecoste.

 

Così, grazie al mistero del Golgota la gerarchia suprema(1) (Serafini, Cherubini e Troni)

che nel cosmo rappresenta il principio del Padre, ottenne la possibilità di agire dalle profondità della Terra,

non solo «in modo conforme alla natura», agendo in modo formativo, dall’interno all’esterno,

tramite le sue parti solide, liquide e gassose,

bensì operando anche come essa opera direttamente nella propria sfera, quella delle stelle fisse,

da cui crea e guida l’ordine morale dell’universo.34

 

Questo mutamento nell’azione della prima gerarchia può essere espresso anche nei seguenti termini:

• quando la prima gerarchia opera direttamente, come avviene nella sfere delle stelle fisse,

ciò si estrinseca nella creazione di un ordine universale morale;

• quando essa invece agisce in maniera riflessa, in quanto «eco» (Pietra di fondazione I, 18),

favorisce la comparsa dell’ordine naturale, poiché in tal caso le sue forze discendenti dalle altezze

vengono come riflesse in ciò che nelle profondità della Terra (e dell’uomo) ha già dovuto soccombere alla morte

ed è così divenuto inaccessibile alla sua conoscenza35 (cioè ha cessato di essere «trasparente» per le sue forze).

 

Qualcosa di analogo osserviamo per la seconda gerarchia (Kyriotetes, Dynamis, Exusiai)

che nel nostro universo rappresenta il principio del Figlio.

La sua sfera d’azione originaria è la sfera del sole,

in cui unitamente alla prima gerarchia essa crea il «cosmo morale».

• In questa sfera essa può dispiegare direttamente tutte le proprie forze creatrici.

 

Nei dintorni della Terra invece, prima della svolta dei tempi,

la sua azione si faceva sentire solo in maniera indiretta:

• nella luce e nel calore del Sole agivano gli Exusiai (Spiriti della forma)

• nella «musica delle sfere» proveniente dal Sole e dai pianeti (l’etere chimico o del suono)

agivano le Dynamis (Spiriti del movimento);

• infine nelle forze vitali (etere di vita) irraggianti dal Sole, si manifestavano le Kyriotetes (Spiriti della saggezza).

 

Di conseguenza tutte e tre le categorie della seconda gerarchia agivano nell’ambiente della Terra non come fanno nel loro ambiente solare, ma soltanto in modo «conforme alla natura», solo con l’intermediazione delle quattro specie di etere cosmico,36 poiché anche per esse la possibilità di una azione diretta (vale a dire morale) nell’ambito terrestre venne preclusa dalla presenza delle forze di morte la cui natura, come abbiamo rilevato, era a loro assolutamente inconoscibile.

 

Dopo il mistero del Golgota e l’evento dell’Ascensione, questo stato di cose si modificò radicalmente.

 

Infatti il Cristo unendosi nell’Ascensione al corpo eterico dell’uomo che anela al Sole,

diede inizio alla formazione dell’anello eterico intorno alla Terra,

anello che, secondo Rudolf Steiner, è l’inizio del divenire nuovo Sole della Terra.37

 

Dal punto di vista esoterico questo significa che tutte le specie di entità della seconda gerarchia

in seguito all’Ascensione hanno ottenuto la possibilità di operare diversamente nei «dintorni della Terra»,

cioè nell’anello eterico che la circonda.

Esse possono operare infatti ora

• non più solo in modo «conforme alla natura» mediante l’etere cosmico,

• ma anche direttamente così come operano nella propria sfera solare.

 

Anche per gli uomini incarnati sulla Terra il mutamento dell’azione nella sfera terrestre da parte della seconda Gerarchia ha una grande importanza. Infatti le forze di questa gerarchia solare possono penetrare fino entro il cuore eterico dell’uomo così che egli, secondo Rudolf Steiner, potrà col tempo parlare di un «sole interiore» o «riconoscere la propria entità che cammina sulla Terra come guidata dal Sole».38

 

• Infine vi è un mutamento radicale anche presso le entità della terza gerarchia, quella di archai, arcangeli, e angeli, che nel nostro universo rappresentano il principio dello Spirito Santo. Secondo i dati della scienza dello spirito queste tre categorie di esseri gerarchici agiscono da tempo immemorabile nell’evoluzione dell’umanità non tanto «all’esterno», nella formazione della natura terrestre, quanto «all’interno» dell’esistenza terrestre, e segnatamente nell’interiorità dell’uomo.

Cosicché

• in virtù dell’azione che esercitano sul corpo astrale, gli angeli divengono le guide e i custodi dei singoli uomini;

• gli arcangeli in virtù della loro azione sul corpo eterico diventano le guide dei popoli,

• e le archai, la cui azione si estende al corpo fisico, assumono la direzione di intere epoche storiche.

 

Per quanto attiene alla vita animica, queste tre categorie di entità spirituali,

agiscono in maniera formativa sul pensiero, sul sentimento e sulla volontà,

conformando fino a un certo grado tutta la configurazione animica dell’uomo,

in modo particolarissimo nei tempi antichi.

Esse ricevono gli impulsi all’azione dalle gerarchie più elevate che nell’attuale ciclo evolutivo

non devono agire direttamente nell’interiorità dell’uomo.39

 

Al proposito Rudolf Steiner dice:

▸ «La guida delle gerarchie superiori si realizza per gradi, così che esse vi partecipano a seconda delle rispettive forze, cominciando dai gradi inferiori. Nelle vicende evolutive terrestri intervengono le alte entità [la seconda gerarchia] fino alle massime entità [la prima gerarchia], lasciando però che a certi compiti(2) provvedano i loro servitori: gli angeli, gli arcangeli e le archai; essi sono così i primi a intervenire nell’evoluzione».40

 

• Ma nei tempi che precedettero la «svolta dei tempi» avvenne che per effetto dell’intensificarsi delle forze di morte nello sviluppo dell’uomo introdotte da Lucifero e Arimane, le gerarchie spirituali, anche le più elevate, persero a poco a poco la possibilità di intervenire presso le anime umane per il tramite della terza gerarchia e quindi di guidare l’umanità verso i suoi traguardi futuri. Tuttavia grazie all’evento del Golgota, dell’Ascensione e infine della Pentecoste il Cristo penetrato nel cuore degli uomini potè far discendere dall’alto sul loro capo lo Spirito Santo, consentendo alla terza gerarchia di ritrovare l’accesso all’interiorità di ogni uomo.

 

Così dopo la Pentecoste lo Spirito Santo è quella forza che nell’interiorità dell’uomo

congiunge direttamente gli uomini con la sfera della terza gerarchia

e attraverso essa «con le gerarchie più elevate».41

 

• Nel futuro, come conseguenza di questo nuovo stato di cose, le entità della terza gerarchia penetrando nell’interiorità degli uomini per mezzo dello Spirito Santo, che porterà una nuova coscienza, agiranno non solo come in un lontano passato, penetrando nel subcosciente dell’anima con «necessità naturale» ma, cominciando da ora, agiranno nell’uomo pienamente desto e cosciente, vale a dire con assoluto rispetto per la sua libertà individuale.

In tal modo dal nostro tempo è possibile a tutti gli «uomini di buona volontà» nel senso evangelico,42 sviluppare gradualmente un rapporto nuovo con gli Dei, vale a dire libero e cosciente.

Solo per questa via potremo pervenire alla fondazione di un vero ordine morale all’interno delle nostre anime, ordine morale che potrà poi essere trasferito nei rapporti sociali.

 

Vediamo dunque che tutte le tre gerarchie,

grazie al mistero del Golgota e ai conseguenti eventi di Ascensione e Pentecoste

possono ora intervenire nell’esistenza terrestre

non più solo in modo «naturale» ma anche direttamente in modo morale.

 

Grazie a ciò la Terra si prepara a diventare gradatamente un «sole morale dell’universo»,

un nuovo «cosmo d’amore» fondato su un ordine puramente morale,

così come l’attuale «cosmo di saggezza» si fonda su un ordine naturale.

 

L’uomo venne originariamente collocato in questo ordine naturale,

affinché lo conoscesse e lo superasse, e in tal modo conquistasse la propria libertà interiore.

Questo processo è oggi già significativamente avanzato.  Ne è testimonianza il Convegno di Natale.

 

Nella sua essenza esoterica esso è l’appello dal mondo spirituale

indirizzato a «tutti gli uomini di buona volontà» per una nuova collaborazione con gli Dei

in vista della partecipazione cosciente alla creazione di un nuovo universo di libertà e d’amore!

 

Se ricordiamo che, come dice Zeylmans van Emmichoven, la «Pietra dodecaedrica d’amore»43 venne formata da Rudolf Steiner nel Natale del 1923 a partire dalle forze di tutte e tre le gerarchie, allora possiamo accostarci alla comprensione dell’essenza stessa del Convegno di Natale.

Di più: nasce in noi il desiderio di tendere con tutte le nostre forze a calare nei nostri cuori la Pietra di fondazione.

Essa corrisponde nella sua componente gerarchica al nuovo ordinamento morale del cosmo, e nella sua componente umana all’ordine morale che ogni uomo deve instaurare nella propria anima quale ordine morale del Cristo.

E l’uomo deve realizzare tutto ciò se vuole operare nel mondo contemporaneo nello spirito dei nuovi misteri cristiani.

 

Per comprendere ancor meglio il significato esoterico del Convegno di Natale e della Pietra di fondazione vogliamo considerare di nuovo, seppur da diversa angolatura, le tre tappe compiute dal Cristo per unirsi all’esistenza della Terra.

La prima tappa è come abbiamo visto il mistero del Golgota.

 

Nelle conferenze dedicate al Quinto vangelo, Rudolf Steiner dice:

▸ «Con la morte di Gesù nacque per la Terra ciò che prima si trovava in ogni dove al di fuori della Terra:

l’amore omnioperante, l’amore cosmico (…)

Quando Gesù di Nazareth spirò sulla croce nacque in Terra qualcosa che prima esisteva solo nel cosmo.

La morte di Gesù fu la nascita dell’amore cosmico entro la sfera terrestre.»44

 

Cosicché la prima tappa è

«la nascita dell’amore cosmico entro la sfera terrestre»: ex Deo nascimur.

 

E quest’amore cosmico è la sostanzialità che vive e fluisce nella luce astrale del Cristo che dalla croce illuminò la Terra, perché «luce è amore».45

 

Rudolf Steiner dice che questa luce d’amore in avvenire diverrà eterica e quindi fisica.

Allora la Terra brillerà nel cosmo come un sole d’amore,

e diverrà a poco a poco il centro creatore di un nuovo universo,

quel «cosmo d’amore» cui si accenna nel capitolo finale de La scienza occulta.

 

Questo è l’aspetto esoterico del mistero del Golgota. Infatti «l’evento del Golgota è un libero atto cosmico,

che ha origine nell’amore dell’universo e può essere compreso solo dall’amore dell’uomo» 46

 

Consideriamo ora la seconda tappa che, come abbiamo visto,

consiste nella penetrazione delle forze del Cristo nel corpo eterico degli uomini,

cosicché le parti del corpo eterico che hanno accolto tale forza non si dissolvono nell’etere universale dopo la morte.

Vale a dire: esse non soccombono alla morte nella loro qualità di corpi eterici individuali,

bensì vengono conservate in prossimità della Terra a formare quell’«anello eterico» già più volte ricordato.

 

Una siffatta metamorfosi del corpo eterico potrà avvenire solo allorché l’uomo realizzerà veramente in sé il principio «In Christo morimur, nel Cristo la morte diventa vita». Solo in questo caso il corpo eterico dell’uomo può accogliere le nuove forze di vita donate dal Cristo, che gli consentono di non soccombere alla morte nelle vastità eteriche del cosmo. In che cosa consiste dunque questo processo per cui al corpo eterico dell’uomo vengono donate forze di vita?

Quali sono le forze di vita per il corpo eterico?

Sono le «immaginazioni universali»

quelle immaginazioni con cui esso edifica e rigenera il corpo fisico durante la vita terrestre.47

 

Rudolf Steiner affronta questo tema particolarmente nella conferenza del 21 aprile 1924. Egli descrive la progressiva formazione del corpo eterico dell’uomo da parte dei maestri lunari della saggezza con le forze di tutto il sistema planetario. In questo processo la sostanza stessa del corpo eterico è dapprima prelevata dalla sfera lunare circostante la Terra per venire successivamente individualizzata grazie all’immissione delle forze di tutto il sistema planetario, che sono la base delle ulteriori facoltà fisico-animiche dell’uomo: parola, movimento, saggezza, amore, calore animico, capacità di proteggere e difendere:

▸ «Tutto quello che accade sulla Luna, compreso quello che avviene affinché l’uomo riceva in modo adeguato le forze necessarie alla formazione del suo corpo eterico, tutto dipende dai risultati dell’osservazione da parte delle entità che, per così dire, dimorano sulla Luna e contemplano gli astri del nostro sistema planetario: Mercurio, Sole, Luna, ecc.»48

 

I termini ‘osservare’ (beobachten), ‘contemplare’ (betrachten) (in altri punti della stessa conferenza Rudolf Steiner usa anche i termini: ‘guardare, scrutare’ (schauen, ansehen) descrivono il modo in cui i maestri lunari accolgono la saggezza delle «immaginazioni universali» a partire dalle sfere planetarie, e l’imprimono successivamente nel corpo eterico ricostituito a nuovo. Nel corso della sua esistenza terrena l’uomo aggiunge a queste immaginazioni universali le proprie immaginazioni umane, che dopo la morte (o per effetto dell’iniziazione) sorgono dinnanzi a lui come la sua memoria ‘resuscitata’ in un panorama immaginativo della trascorsa vita terrena.

 

Nell’insieme possiamo dire:

il corpo eterico è anzitutto

il portatore delle immaginazioni universali e umane.

 

Tuttavia al tempo del mistero del Golgota l’oscuramento suscitato da Arimane nel mondo spirituale limitrofo alla Terra e il suo influsso sulla formazione del corpo eterico dell’uomo prima della sua discesa verso l’incarnazione, avevano raggiunto una tale intensità49 che le immaginazioni universali nate dalle sfere planetarie non potevano più preservare il corpo eterico dell’uomo dal progressivo inaridimento.

Per questo il corpo eterico umano abbisognava dell’apporto di nuove forze vitali, molto più intense, e di immaginazioni universali molto più possenti. Ciò venne reso possibile grazie all’Ascensione del Cristo che seguì il mistero del Golgota, alla sua unione con i corpi eterici degli uomini e alla compenetrazione di questi con gli archetipi delle immaginazioni50 vale a dire con le forze del mondo del Buddhi, il mondo degli archetipi creatori di queste immaginazioni.

 

Questo processo può essere seguito anche dal punto di vista dell’evoluzione. Ci può servire di base l’indicazione di Rudolf Steiner secondo cui la primitiva saggezza dell’umanità (cioè l’esperienza chiaroveggente delle immagini universali) era connessa alla circostanza che allora il corpo eterico dell’uomo si estendeva molto al di sopra della testa fisica. Solo verso la metà dell’epoca atlantica cominciò un lento processo di penetrazione del corpo eterico in quello fisico, processo che ebbe il suo corrispettivo nella progressiva perdita dell’atavica chiaroveggenza, della facoltà istintiva di sperimentare interiormente le immaginazioni universali.

Ciò ebbe come conseguenza che al tempo degli eventi di Palestina sorse per l’umanità il reale pericolo di perdere irrevocabilmente ogni legame con l’antica saggezza e di conseguenza con la propria patria originaria, con i mondi divino-spirituali. Ma l’evoluzione continuò il suo corso e grazie alla saggezza della direzione cosmica il processo descritto, cominciato all’epoca atlantica raggiunse il suo apice al tempo degli eventi di Palestina:

«Nel momento in cui apparve il Cristo, il corpo eterico cominciò nuovamente a fuoriuscire…»,51 vale a dire a uscire dal corpo fisico. Ma per il bene dell’umanità il corpo eterico non doveva penetrare nel mondo spirituale circostante privo di saggezza, di immaginazioni universali, insomma privo di forze vitali.52

 

Infatti come già abbiamo detto, le immaginazioni sono vita per il corpo eterico:

▸ «Sulla Terra doveva allora subentrare un impulso per mezzo del quale ciò che era stato esaurito dell’antico patrimonio di saggezza potesse venire di nuovo ripristinato e grazie a cui potesse essere insufflata nel corpo eterico una nuova vita (…) Ed è il Cristo che ha donato questa nuova vita al corpo eterico».53

 

Così possiamo dire: solo grazie a questa vivificazione del corpo eterico umano divenne possibile la formazione dell’anello eterico intorno alla Terra, che è percepibile per la coscienza chiaroveggente dell’iniziato quale totalità delle immaginazioni umane universali sature di vita.

 

Per concludere volgiamoci al terzo momento: l’unione del Cristo con l’esistenza della Terra.

Vogliamo di nuovo rifarci al processo di riverbero spirituale di cui abbiamo detto e prendere come punto di partenza l’antica iniziazione, il cui momento culminante era l’immersione del neofita in un sonno di tre giorni simile alla morte, all’interno del tempio.

Fino a quel momento si trattava di preparare il corpo astrale al punto che esso potesse sviluppare in sé gli organi di chiaroveggenza. Ma al fine di poter giungere a questa esperienza in modo cosciente, il discepolo doveva imprimere il contenuto che aveva acquisito nel suo corpo astrale, nel corpo eterico. Per questo era necessario il sonno di tre giorni simile alla morte: infatti durante tale tempo non solo il corpo astrale (come durante il sonno) ma anche il corpo eterico (come nel post-mortem) si distaccava marcatamente dal corpo fisico.

 

Il senso di una simile procedura, assai pericolosa, consisteva nel fatto che il contenuto del corpo astrale, penetrando nel campo della coscienza dell’io non veniva riflesso dal corpo fisico come avviene durante la normale vita quotidiana, bensì dal corpo eterico, e grazie a questo si rendeva possibile l’esperienza cosciente del mondo delle immaginazioni.

Un simile processo si svolge anche nell’iniziazione contemporanea nel corso della quale, con l’aiuto degli esercizi di meditazione e di concentrazione, viene provocato un certo allentamento del legame fra corpo eterico e fisico, cosicché si ottengono gli stessi risultati ma attraverso una via puramente interiore.54

Conseguentemente in ambedue i casi, sebbene per strade diverse, si verifica il trasferimento della capacità di riflessione dal corpo fisico al corpo eterico. Il risultato è che nel campo di coscienza dell’io non sorgono i pensieri aridi e sbiaditi riflessi dal corpo fisico, bensì i pensieri viventi riflessi dal corpo eterico e atti a introdurre nella coscienza dell’uomo gli avvenimenti dei mondi spirituali.

 

Qualcosa di simile, ma sul piano macrocosmico, si verifica al terzo gradino descritto.

L’anello eterico circostante la Terra riflette la luce astrale del Cristo,

che porta con sé la sostanza dell’amore universale,

e la trasforma mediante un processo di riflessione

in una corrente di pensieri universali spiritualizzati ricolmi di vita.

È questa una corrente della più pura intelligenza la quale, come luce riflessa,

si mostra essere l’elemento in cui vive e tesse lo spirito.55

 

• A tali pensieri cosmici nei quali vive e tesse lo spirito, l’anima può risvegliarsi se porta loro incontro i propri pensieri purificati e rivitalizzati dalla scienza spirituale. Attraverso di essa l’uomo può elaborare i pensieri in grado di trovare l’accesso ai pensieri cosmici e su questo sentiero condurre l’anima a un autentico risveglio nello spirito, a una vera festa di Pentecoste: « Per Spiritum Sanctum reviviscimus: l’anima si desta nei pensieri universali dello spirito ».

 

Cosicché nei tre passaggi descritti

dell’unione dell’entità Cristo con la Terra che si manifestano negli eventi di Pasqua, Ascensione e Pentecoste,

riconosciamo la sorgente delle forze che nell’ambito terrestre vivono

• quale sostanza d’amore universale,

• come immaginazioni cosmiche dispensatrici di vita,

• come pensieri universali portatori di luce

che l’uomo può avvicinare e sperimentare solo elaborando pensieri umani spiritualizzati,

immaginazioni umane e amore umano che diventino per lui organi interiori conoscenza.

 

• E possiamo ora dire:

la Pietra di fondazione, «immagine dodecaedrica d’amore»,56 calata nei cuori e nelle anime degli antroposofi

per la prima volta nel Convegno di Natale, fu tratta da Rudolf Steiner da queste tre forze:

• l’amore universale (che può essere colto solo dall’amore umano),

• le immaginazioni cosmiche vivificate dalle immaginazioni umane

• e i pensieri universali accolti nei pensieri umani spiritualizzati;

in altri termini le forze di Pasqua, Ascensione e Pentecoste.

 

Il 25.12.1923, secondo giorno del Convegno di Natale, al momento del mistero della posa della Pietra di fondazione, Rudolf Steiner caratterizza così la «dodecaedrica pietra d’amore»:57

 

▸ «Allora questa pietra di fondazione splenderà allo sguardo della nostra anima.

Essa trae

• la sua natura dall’amore umano universale,

• la sua figura58 dall’immaginazione umana universale

• e la sua sfavillante luce dai pensieri umani universali.

Se noi ricordiamo questo momento, essa potrà in ogni istante rilucere davanti a noi d’una luce calda

che sappia sollecitare il nostro agire, il nostro pensare, sentire e volere».59

 

« Affinché diventi buono… » ciò che noi vogliamo portare nel mondo, per il bene dell’umanità,

• a partire dalle forze della Pentecoste che risvegliano il nostro pensare,

• da quelle dell’Ascensione che vivificano il nostro sentire,

• e da quelle della Pasqua che impregnano il nostro volere.60

 

 


 

Note tra parentesi:

(1) – vedi tabella dell’appendice 6.

(2) – Nella stessa conferenza era stato detto che questi «compiti» riguardavano in particolare l’azione sull’interiorità dell’uomo.

 

Note:

31 – Ibidem, capitolo 5

32 – Perciò in Europa orientale la Pentecoste si chiama anche «festa della Trinità».

33 – Pietra di fondazione IV, 3.

34 – Questo prepara la trasformazione dell’odierno ordine naturale della Terra in un ordine morale, che su Giove diventerà visibile anche fisicamente.

35 – Cf. il cap. ‘Il significato del mistero del Golgota per il mondo degli Dei’

36 – Vedi O.O. 121, 11,6,1910

37 – Vedi le parole di Rudolf Steiner a pag. 251 e segg.

38 – Vedi O.O. 26

39 – L’uomo che non ha percorso la via iniziatica non potrebbe sopportare oggi un tale influsso. Lo priverebbe completamente della libertà e spegnerebbe la sua coscienza individuale.

40 – O.O. 148, 18.12.1913

41 – Per il fatto che il nuovo Spirito Santo mandato dal Cristo opera nell’interiorità dell’uomo, le entità della terza gerarchia possono guidare l’uomo lungo la quinta, sesta e settima epoca postatlantica (Cf. La guida spirituale dell’uomo e dell’umanità, O.O. 15, cap. 3)

42 – Lc. 2,14

43 – O.O. 260, Discorso al Convegno di Natale, del 25.12.1923

44 – O.O. 148, 2.10.1913

45 – Rudolf Steiner tratta più d’una volta dei notevoli mutamenti intervenuti nell’aura della Terra quali conseguenza del mistero del Golgota (per es. 25.3.1907 O.O. 96) Nella conferenza del 1.43907 (O.O. 96) viene inoltre affrontato il tema dei mutamenti nell’aura astrale (oltre che eterica).

46 – O.O. 26

47Per questo motivo Rudolf Steiner nella conferenza del 5.73909 (vedi pag, 204) dice che quale risultato del mistero del Golgota cominciò a fluire nel corpo eterico dell’uomo una nuova saggezza che allo stesso tempo e vita e cioè una saggezza portatrice di vita. E tale può essere non una noi male saggezza umana ma solo una saggezza immaginativa. Infatti le immaginazioni operano nel corpo eterico come forze di vita. Da un punto di vista un po’ diverso Rudolf Steiner parla ancora del nesso fra corpo eterico urna no c saggezza efficiente nella conferenza del 28.12.1911 (O.O. 131) e della sua relazione con le immaginazioni cosmiche, che in lui diventano forze di vita, nella conferenza del 13.6.1915 (O.O. 159/160).

48 – O.O. 233, 21.4. 1924

49 – Dopo essere stato privato dal mistero del Golgota della possibilità di oscurare la coscienza degli uomini nel mondo spirituale dopo la morte. Arimane tenta all’epoca nostra di raggiungere i suoi fini attraverso il massimo accorciamento della seconda metà dell’esistenza post-mortem dell’uomo (cf. conferenza del 24.4.1922 O.O. 211).

50 Rudolf Steiner utilizza questa formulazione nel Convegno di Natale il gioì no della posa della Pietra di fondazione della società antroposofica universale (25.12.1923) Cf. sull’argomento Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, cap. ‘La meditazione della Pietra di fondazione’ e le note relative al capitolo.

51 – O.O. 112, 5.7.1909

52 – Questa saggezza vitale (vitae Sophia) introdotta dal Cristo nel corpo eterico umano quale risultato dell’Ascensione, è una forza in grado di impedire al corpo eterico dell’uomo le due tendenze che si presentano nella sua evoluzione post-mortem: la dispersione luciferica nelle lontananze cosmiche (cioè la totale deindividualizzazione) e l’incatenamento arimanico ala sfera della Terra, cioè «l’immortalità arimanica» (cf. in dettaglio l’ultima parte del libro). Il principio di saggezza protegge il corpo eterico dalla prima tendenza e il principio di vita dalla seconda. Complessivamente quindi i due princìpi, quali ‘vitae sophia’, quale comunione di vita e saggezza delle immaginazioni universali, conducono entro Fanello eterico il corpo eterico dell’uomo che ha accolto il Cristo.

53 – O.O. 112, 5.7.1909

54 O.O.236, 30.5.1924

55 – Vedi nota 8

56 – O.O.260, Discorso al Convegno di Natale al 25.12.1923

57 – Ibidem

58 – In Teosofìa (O.O.9) Rudolf Steiner chiama il corpo eterico umano anche «corpo di forze immaginative».

59 – Vedi nota 56

60 – Si può qui seppur brevemente mettere in rilievo ancora una particolarità della «pietra d’amore dodecaedrica». Nel presente lavoro si è evidenziato che negli eventi spirituali che stanno dietro le feste cristiane di Pasqua, Ascensione e Pentecoste abbiamo a che fare con la salvezza dell’intero essere umano quadripartito, così come esso vive sulla Terra. Secondo Rudolf Steiner questa corrispondenza si può così configurare:

Pasqua: – salvezza del corpo fisico

Ascensione: – salvezza del corpo eterico

Pentecoste: – salvezza del corpo astrale e dell’io

E poiché come abbiamo visto la «dodecaedrica pietra d’amore» è stata plasmata dalle forze della Pasqua, di Ascensione di Pentecoste, allora in queste forze, che possono essere sviluppate da ogni antroposofo che le accolga nell’anima, abbiamo qualcosa che afferra l’uomo nella sua totalità e lo conduce allo spirito. Queste connessioni possono essere visualizzate anche così:

corpo fisico: – amore universale

corpo eterico: – immaginazioni cosmiche

corpo astrale: – pensieri cosmici

io: – sostanza del sé spirituale cosmico

Questa nota può servire anche da completamento dell’ultimo capitolo del libro Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri.