Sesto ritmo

Possano udirlo gli uomini


 

Il sesto ritmo ci conduce nella periferia spirituale della terra,

dove l’anima durante il secondo passaggio nella sfera lunare

si prepara direttamente alla prossima incarnazione terrena.

 

Adesso tutta la sua attenzione è rivolta all’«archetipo» dell’uomo terrestre

formato da essa nella sfera solare, che ora con l’aiuto delle forze lunari

vuole unirsi presto alla corrente ereditaria, alla cui fine sulla terra si trovano i suoi genitori.

• È per questo che Rudolf Steiner in questo ritmo

diede lettura delle tre parti microcosmiche della meditazione

aggiungendo ancora una volta come parte integrante la quarta parte.

 

Con ciò egli indicò il dato di fatto, che l’anima

viene guidata dallo Spirito Santo o Spirito di Cristo anche nella sfera lunare

come viene guidata fino a qui nella sfera solare.

• Questo emerge con particolare chiarezza dal ritmo stesso,

consistente nelle due righe più importanti della quarta parte,

che si rivolgono direttamente all’essere solare del Cristo

e in quattro righe rivolte agli spiriti elementari (i portatori delle forze lunari)

negli adiacenti dintorni soprasensibili della terra.

 

Visto globalmente è quindi possibile illustrare il ritmo di questo giorno

con una raffigurazione simbolica: la mezza luna che porta in sé il disco del sole

e viene illuminata da raggi di luce, che fluiscono dall’alto, dai mondi stellari:

 

 

Dalle comunicazioni scientifico-spirituali di Rudolf Steiner sappiamo,

che questa figura è l’immaginazione cosmica del Gral nella «scrittura stellare»

o la comunione peregrinante nel cielo,

laddove «in verità lo spirito solare riposa nella coppa lunare» (O.O. 149, 2.1.1914).

Ma questa figura contiene oltre all’aspetto macrocosmico

anche un aspetto del Gral microcosmico, che indica la natura della sua iniziazione.

 

• In molte conferenze Rudolf Steiner ha illustrato il processo di iniziazione nei misteri del Gral. Nel nostro contesto è di particolare importanza la descrizione data in una delle lezioni esoteriche dal titolo «La missione dell’uomo sulla terra».63 Qui, Rudolf Steiner illustra che l’uomo nel percorso dell’iniziazione del Gral «entra nel luogo dei misteri del proprio cuore», dove, in seguito ad una corrispondente preparazione, può essere raggiunto il Santo Gral. Nella stessa lezione si parla inoltre dell’essere del Cristo, il quale «vive nella luce spirituale, che irradia la coppa santificandola». Del Gral nel cuore dell’uomo viene però detto che esso «fu preparato per epoche, affinché, quando fosse giunto il tempo, potesse essere in grado di contenere in sé il sangue di Cristo, la vita del Cristo». Visto globalmente, in questa descrizione di Rudolf Steiner possiamo trovare gli stessi tre elementi fondamentali come nel sesto ritmo: la luce del Cristo, il contenuto della sacra coppa (il sangue e la vita del Cristo) e la coppa stessa che si forma nel cuore dell’uomo. Premesso ora, che anche oggi gli spiriti elementari al servizio del Cristo, i quali nella meditazione della Pietra di Fondazione si rivolgono agli uomini per tre volte, partecipiamo a questa «preparazione», possiamo illustrare il ritmo come segue:

 

 

Nell’esperienza del Gral, come descritto nella letteratura dedicata ad esso,

si possono pure distinguere tre gradi costituenti l’intero uomo tripartito.

• Così la prima esperienza del ricercatore del Gral è la contemplazione del Gral,

in cui partecipa prevalentemente il sistema del capo.

• Nel secondo grado le forze del Gral penetrano fino nel sistema ritmico,

colmando il cuore di una beatitudine indescrivibile (esso giubila).

• Nel terzo grado infine si compie la comunione

che conduce alla penetrazione delle forze del Gral nel sistema del ricambio (e nel sistema delle membra),

è ciò che spesso viene descritto come l’alimentazione mediante il Gral, vale a dire

quale vivificazione delle forze fisiche dell’uomo in modo puramente spirituale

(tutto ciò corrisponde anche alla penetrazione delle forze del Gral nelle rispettive forze del pensare, sentire e volere).

 

Nella sua prima visita alla fortezza del Gral,

Parzival vive soltanto la prima e in parte la seconda esperienza, ma non la terza;

mosso dalla compassione, nonostante tutto egli non pone la domanda,

la quale non deve avere un carattere intellettuale, bensì un carattere di volontà.

In questi tre gradi si può vedere con chiarezza che

• nel primo grado l’uomo contempla la luce del Gral, la quale però proviene ancora dall’esterno,

• nel secondo grado il sole spirituale sorge nel suo cuore, colmandolo di una gioia indescrivibile,

• e nel terzo grado egli si congiunge con gli spiriti elementari al servizio del Cristo,

che sostengono e rafforzano le sue forze morali fino entro le forze fisiche (lo alimentano).

 

Ma il ruolo degli spiriti elementari collegati alla sfera del Cristo non si limita a questo.

Rudolf Steiner illustra il secondo aspetto della loro azione nel «Nuovo mito di Iside»,

dove gli spiriti elementari rivestono anche un ruolo importante.

Questo mito venne raccontato da Rudolf Steiner in una conferenza il 6 gennaio 1918.

• Esso si conclude rivelando che sono gli spiriti elementari a restituire alla nuova Iside

(alla Sofia) il suo «rampollo» perduto:

«Ma venne un giorno in cui essa potè accoglierlo nella sua vera figura…

dalle mani di una serie di spiriti, che erano spiriti elementari della natura» (O.O. 180).

 

Questo «rampollo» della nuova Iside è connesso allo sviluppo delle forze dell’io superiore nell’uomo.

Per cui, quando le fu restituito in modo così meraviglioso,

nella sua anima si svilupparono le forze di una nuova chiaroveggenza,

grazie alla quale le si «rivelò il significato giovanneo del Mistero del Golgota»

e la sua «corona di carta» venne trasformata «in una reale corona d’oro di vera saggezza» (ibidem).

 

Da ciò si può dedurre, che a partire dal nostro tempo, sono proprio gli spiriti elementari al servizio del Cristo

che cercano di trasmettere all’uomo la conoscenza esoterica o «giovannea» del Mistero del Golgota,

invocando incessantemente: «Possano udirlo gli uomini! »

• Troviamo un riferimento a questi spiriti elementari

anche nelle parole dell’immaginazione di Michele data da Rudolf Steiner

nel suo «Ultimo discorso» alla vigilia di San Michele:

«Voi chiari esseri del mondo eterico, Portate all’uomo la Parola del Cristo» (0.0. 238, 28.9.1924).

 

La loro partecipazione quindi, sia nel «Mito della nuova Iside», sia nelle righe citate della meditazione,

indica il collegamento di questi spiriti elementari al servizio del Cristo, con Sofia e Michele.

 

Possiamo approfondire ulteriormente il loro collegamento con l’attuale spirito del tempo se osserviamo quanto segue. Nell’osservazione del precedente ritmo abbiamo già rivelato che Michele dal XV al XVIII secolo nella sfera solare condusse una scuola soprasensibile, alla quale, come illustrato da Rudolf Steiner, accanto alle anime umane convocate e a tutti gli spiriti della terza gerarchia (Angeli, Arcangeli e Arcai) collegati con la corrente solare di Michele «parteciparono» anche «numerosi esseri elementari» (O.O. 240, 27.8.1924).

Durante il passaggio dal XVIII al XIX secolo, ora nei dintorni spirituali adiacenti alla terra (nella sfera lunare), Michele diede continuazione alle istruzioni nella sua scuola soprasensibile in un «possente culto immaginativo» (0.0. 237, 1.8.1924), al quale senza alcun dubbio parteciparono anche gli spiriti elementari al servizio del Cristo, poiché la sfera lunare, è il loro originario luogo di dimora.64

Al culto immaginativo era collegata inoltre l’esigenza di considerare la natura in un modo nuovo, vale a dire la sfera d’azione degli spiriti elementari.

 

Rudolf Steiner dice:

• «E questo è l’impulso di Michele: di condurre nuovamente gli uomini ad aprire di nuovo il grande libro della natura, a leggere nel ‘libro della natura’» (0.0. 237, 1.8.1924),

e ciò significa «trovare i retroscena spirituali della natura» (ibidem).65

Oggi, essendo il più importante evento spirituale l’inizio dell’apparizione del Cristo nella sfera eterica, alla quale appartengono anche gli spiriti elementari, questo significa che:

«Prima del Mistero del Golgota l’umanità vedeva la natura tutta compenetrata di anima e di spirito. Dopo il Mistero del Golgota l’umanità deve sforzarsi affinché la natura compenetrata di anima e di spirito costituisca il seguito del Cristo, affinché gli spiriti della natura vengano veduti tutti al seguito del Cristo, poiché senza di Lui, non possono essere veduti» (0.0. 226, 21.5.1923).66

E dopo queste parole Rudolf Steiner richiamò l’attenzione al ruolo speciale che rivestirà l’Arcangelo Widar in questo processo, • «quando ricomparirà in rinnovata figura,… dopo che egli stesso si sarà convertito al cristianesimo» (ibidem).67

 

Così il ritmo di questo giorno ci parla del fatto, che nei dintorni spirituali della terra (la sfera lunare) vivono gli spiriti della natura che appartengono ai dintorni eterici del Cristo. Sono gli esseri elementari, i quali hanno già udito il suo appello, che risuona in tutte le quattro regioni del cielo e i quali hanno accolto l’impulso del sole spirituale, che grazie al Mistero del Golgota risplende nell’oscurità della natura terrena. A questi spiriti elementari, al servizio del Cristo già dalla svolta dei tempi, alla fine dell’epoca oscura, il Kali Yuga, nell’anno 1899, si aggiunsero ancora altri spiriti elementari, «nati» in quell’istante dell’evoluzione del mondo per formare il seguito del Cristo eterico nei dintorni soprasensibili adiacenti alla terra a partire dagli anni trenta del XX secolo.

• «Coloro che avranno risvegliato lo spirito, nei processi della natura potranno vedere nuove entità», così lo illustrò Rudolf Steiner.

Gli uomini, nei quali «si risveglieranno le forze chiaroveggenti, vedranno emergere dalla natura morente nuove entità elementari… Con ciò va considerato, che alla svolta del XX secolo avverrà per così dire in ogni caso la nascita di un nuovo regno di esseri della natura,68 che scaturirà dalla natura quale sorgente spirituale e diverrà visibile e sperimentabile per gli uomini» (O.O. 130, 19.9.1911).

 

Rudolf Steiner definì l’apparizione di questi spiriti elementari nella sfera eterica della terra un «grande capovolgimento» ed egli rilevò, che «tutti questi eventi si raggruppano intorno al futuro evento del Cristo» (ibidem).

Se dunque nel sesto ritmo si parla del fatto che gli spiriti elementari dall’oriente, occidente, nord e sud odono il Cristo-Sole e perseverano nel loro appello agli uomini: «Possano udirlo gli uomini!», possiamo apprendere che moltissimo nell’evoluzione della terra dipende dal fatto, che gli uomini odano o non odano il loro appello.

Rudolf Steiner, già in riferimento alla nascita di questi esseri elementari, rileva:

«Sta infatti nella volontà degli uomini che essi vogliano accogliere in sé tali cose per la salvezza dell’umanità o vogliano lasciarsele sfuggire; ciò [condurrà poi] alla catastrofe» (ibidem).

 

Nell’ultimo caso, sarebbe particolarmente grande il pericolo per gli uomini, di passare accanto all’apparizione eterica del Cristo, ignorandola. Se l’umanità tuttavia non dovesse accorgersi di questo evento centrale del nostro tempo, di cui oggi parla la scienza dello spirito e il quale viene annunciato dai nuovi spiriti elementari, essa «sprofonderà nel fango materialistico» (0.0. 118, 20.2.1910), «si devasterà e si dissecherà» (0.0. 118, 30.1.1910).

Affinché questa catastrofe non irrompa nell’umanità è venuta nel nostro mondo la scienza dello spirito, la cui meta principale è rafforzare negli uomini terrestri l’impulso spirituale che è in grado di condurli a una nuova esperienza chiaroveggente del Cristo-Sole nell’esistenza terrestre. Infatti, oggi l’umanità, nella sua evoluzione spirituale è giunta al seguente bivio fatale:

«O giù o su; o in qualcosa, che come un Kamaloka universale, si trova ancora più sotto del Kali Yuga» (0.0. 116, 9.3.1910), o nella sfera spirituale adiacente alla terra, dove oggi può essere sperimentato il Cristo eterico.

 

Ciò significa in senso del sesto ritmo: O l’umanità percepisce l’appello degli spiriti elementari per rafforzare l’impulso spirituale nella civiltà terrestre, il quale conduce ad un incontro cosciente con il Cristo eterico, o altrimenti le potenze degli ambiti inferiori della sfera lunare si manifestano sulla terra con tutta la loro forza demoniaca e trasformano ogni vita in un «Kamaloka universale».

Nel nostro periodo, alla svolta del secolo, sembra che l’umanità si trovi già sulla via verso il «Kamaloka universale». Al cospetto di questa spaventosa prospettiva, l’impulso esoterico del Convegno di Natale, rivolto a rafforzare l’impulso spirituale nell’evoluzione terrestre, acquista particolare importanza come pure l’appello degli spiriti elementari di udirlo.

 

Già durante il Convegno di Natale stesso, la partecipazione attiva degli spiriti elementari ad esso si manifestò fino a provocare un improvviso cambiamento delle condizioni atmosferiche intorno a Dornach. Soltanto nel sesto ritmo Rudolf Steiner si appellò quindi direttamente ad essi quali «spiriti elementari» anziché indirizzare la parola agli «spiriti degli elementi» come egli aveva fatto durante la Posa della Pietra di Fondazione, ed egli ripetè questo appello anche l’ultimo giorno del Convegno di Natale (1.1.1924). Secondo comunicazioni di Ernst Lehrs, a una domanda in merito posta da Ita Wegman, Rudolf Steiner replicò: «Nella sfera di questi spiriti, come si manifesta anche nelle condizioni atmosferiche subentrate, sarebbe sorta un’irrequietezza in riguardo al fatto che ciò che egli aveva intrapreso [nel Convegno di Natale] venga accolto in modo giusto anche dagli uomini. È per questo che egli dovette appellarsi direttamente ad essi» (Lehrs, pag. 262).

 

E questo mostra l’intero significato dell’alternativa dinanzi alla quale

è posto ogni antroposofo dopo il Convegno di Natale:

• o seguire l’invocazione degli spiriti elementari al servizio del Cristo,

• o diventare testimoni di come l’umanità sprofonda definitivamente nel «Kamaloka universale».

 

Possiamo resistere a questo terribile futuro soltanto, se portiamo a coscienza

che non sono le forze lunari, ma sono le forze solari

che guidano l’evoluzione terrestre dopo il Mistero del Golgota e che

«la prima spinta per diventare sole è stata data alla nostra terra allora,

quando sul Golgota fluì il sangue dalle ferite del Redentore.

Allora la terra incominciò a risplendere…» (O.O. 112, 6.7.1909).

 

Nel nostro tempo

ogni uomo può partecipare a questo processo oggettivo,

affinché la terra divenga un nuovo «centro cosmico» (ibidem),

purché egli sia disposto a colmare la sua anima

di una nuova conoscenza del Cristo, datagli oggi dall’Antroposofia.

 

Allora accadrà ciò che Rudolf Steiner illustra come segue:

«I corpi eterici degli uomini che hanno trovato un rapporto con l’impulso del Cristo,

sono stati compenetrati dai raggi, hanno accolto in sé – se hanno compreso il Cristo

la forza risplendente che da allora [dal Mistero del Golgota] è nella terra,

la nuova forza luminosa della terra. Essi hanno accolto nei corpi eterici la luce del Cristo!

La luce del Cristo fluisce nei corpi eterici degli uomini» (ibidem).

 

E questa luce conduce i loro corpi eterici alla «resurrezione», come sopra descritto in connessione con il i primo ritmo.

I corpi eterici così «risorti» mediante la luminosa forza del Cristo,

formano poi intorno alla terra una sorta di anello eterico

che accoglie la luce del Cristo proveniente dal suo centro e la riflette.

Allora, in questa luce riflessa apparirà e agirà lo Spirito di cui abbiamo parlato prima,

per entrare da qui nella coscienza degli uomini.

 

Con le parole di Rudolf Steiner:

«Come la luce del Cristo irradia dalla terra,

così abbiamo una specie di riverbero della luce del Cristo nella sfera circostante la terra.69

Ciò che qui viene rispecchiato quale luce del Cristo, e che è entrato come conseguenza dell’evento del Cristo,

è quello che il Cristo chiama Spirito Santo» (ibidem).70

 

Le seguenti due righe della quarta parte della meditazione

indicano questo processo nel sesto ritmo:

Luce divina,

Cristo-Sole,

come riferimento reciproco quale periferia e centro.

 

Al centro il Cristo-Sole risplendente dal punto centrale della terra

e intorno ad esso «l’anello eterico» che si sta formando,

il quale riflette la luce divina o luce del Cristo, in cui si rivela lo Spirito

«Alla svolta dei tempi La luce dello spirito universale entrò / Nella corrente dell’essere terreno».

 

• Sebbene nel sesto ritmo non viene pronunciata la parola «Spirito»,

questo ritmo è comunque collegato con il principio dello Spirito Santo

come il precedente quinto ritmo è collegato con il principio del Figlio

e il quarto ritmo con il principio del Padre.

• Infatti, lo Spirito Santo, che agisce nella luce del Cristo riflessa dall’«anello eterico»,

entra nella coscienza dell’uomo in modo tale da non spegnere il suo io,

bensì al contrario, lo rafforza offrendogli la possibilità di entrare coscientemente  nel mondo spirituale.

 

E non solo:

quando l’uomo ha accolto in sé le forze dello Spirito Santo, egli può operare con le entità assegnate allo Spirito Santo,

le entità della terra gerarchica, gli spiriti del tempo, gli spiriti di popolo e gli Angeli custodi,

che nella sfera spirituale adiacente compiono la loro azione affinché a poco a poco la terra divenga un nuovo sole.

• E così, quando l’uomo si è compenetrato dello Spirito, egli può iniziare

a partecipare in piena coscienza al processo del divenire-sole della terra.

Gli spiriti elementari al servizio del Cristo lo fanno già

e invocano gli uomini a collaborare a tale processo: «Possano udirlo gli uomini!»

 

Rudolf Steiner indicò la possibilità di collaborazione dell’uomo a tale metamorfosi della terra, quando disse:

«Con l’evento sul Golgota, quando fluì il sangue dalle ferite del grande Redentore, quando il sangue cosmico del cuore compenetrò la terra e le sue forze si riversarono fino nel punto centrale, allora la terra divenne luminosa, dall’interno irraggiò la luce nei suoi dintorni. Allora, fu data anche la possibilità per ogni individualità umana, di sperimentare questa luce in se stessa» (O.O. 265), vale a dire la stessa luce in cui può essere trovato lo Spirito.

«Allora il grande spirito solare ha preceduto nell’umanità la vita in un corpo umano, ciò che in sé ogni uomo può vivere in conformità. Mediante lui è data la possibilità. Colmarsi dello Spirito del Cristo, riconoscere se stesso come punto centrale, vivente in questo Spirito, attraverso il quale la luce spirituale, la forza spirituale e il calore spirituale può fluire nella terra, questa è la missione del singolo uomo e dell’intera umanità, poiché è così che potrà riscattare la terra ed innalzarla alle regioni spirituali» (0.0. 265),

e questo significa condurla alla spiritualizzazione e alla futura unione con il sole.

Infatti, • «con l’evento sul Golgota… fu posto il germe per la riunificazione di sole e terra» (ibidem).

 

Nell’apocalisse, l’immagine della celeste Sofia indica tale futuro (vedi 0.0. 104, 26.6.1908): «una donna, vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle sul suo capo» (cap. 12, 1).

Nel sesto ritmo questa immagine emerge dalla «luce divina» delle sfere stellari, dal «Cristo-Sole» e dall’azione degli «spiriti elementari» nei dintorni lunari della terra. Con ciò la nostra precedente comunicazione sulla partecipazione della Sofia in questo ritmo ottiene un’ulteriore conferma.

Tutto ciò può essere trovato nel ritmo di questo giorno, grazie al commento che lo accompagna.

 

In un primo momento Rudolf Steiner rilevò il significato centrale del Mistero del Golgota per l’evoluzione della terra e poi diede lettura all’intera quarta parte della meditazione. Come preparazione egli commentò:

«E riassumendo il tutto nel ricordo dell’evento del Golgota, che all’intera evoluzione della terra dà il suo significato.»

Non molto prima del Convegno di Natale, in una conferenza del 17.5.1923 (O.O. 226) Rudolf Steiner si espresse su tale «significato della terra»:

«Prima del Mistero del Golgota il significato della terra si trovava sul sole. Dal Mistero del Golgota il significato della terra è unito alla terra stessa. Questo vorrebbe portare l’Antroposofia all’umanità come un perpetuo mistero della Pentecoste».

 

Nel ritmo stesso, tale mistero della Pentecoste, consistente nella conoscenza del significato delle terra, che dal Mistero del Golgota contiene il fatto che la terra diviene il nuovo sole universale e il punto centrale del futuro cosmo dell’amore (vedi 0.0. 13), viene portato ad espressione anche nelle due righe citate della quarta parte della meditazione.

Nel ritmo di questo giorno, Rudolf Steiner collegò inoltre a tale mistero, il riferimento agli spiriti elementari che partecipano a questo processo:

Questo odono gli spiriti elementari

da oriente, occidente, nord, sud.

Dopodiché egli concluse l’intero ritmo con l’appello degli spiriti elementari all’uomo di partecipare coscientemente a questo lavoro:

Possano udirlo gli uomini!

 

Ciò che si dischiude all’uomo, se egli ode questo appello, fu caratterizzato da Rudolf Steiner nel suo commento a questo ritmo, quando egli rilevò «come questa luce divina, questo Cristo-Sole risplendono in maniera tale che essi possono essere uditi quali soli risplendenti da oriente, occidente, nord, sud». L’indicazione della parola «sole» in plurale dirige nuovamente la nostra attenzione al processo del rispecchiamento sopra descritto del Cristo-Sole centrale mediante «l’anello eterico» che circonda la terra.

Infatti. In questo processo la «luce divina» riflessa, che agisce dalla periferia, rese multipla la forza del sole, trasformandola per la percezione immaginativa in numerosi soli e nella sua totalità • «questa forza formerà una sfera intorno alla terra che è nel divenire del sole» (0.0. 112, 6.7.1909).

 

Per tale motivo Rudolf Steiner in questo sesto ritmo rivelò il dato di fatto, che qui gli uomini non odono soltanto un’annunciazione degli spiriti elementari, i quali agiscono nelle diverse regioni del mondo: «in oriente, occidente, nord, sud», bensì che questi, insieme agli uomini che vogliono partecipare coscientemente al processo di spiritualizzazione della terra, odono anche la voce dello Spirito e attraverso di essa la voce del Cristo stesso, che risuona loro da tutti i lati della sfera solare che si forma intorno alla terra, quale nuovo regno terrestre del Cristo.71

Dal ritmo di questo giorno è rilevabile che l’esperienza dei numerosi soli risplendenti nell’«anello eterico» fu di tale intensità, che Rudolf Steiner quando pronunciò l’ultima strofa della quarta parte della meditazione, trasformò «diretto alla meta» in «colmo di luce» rilevando così ancora una volta la necessità della cosciente partecipazione di ogni uomo a questo divenire-sole della terra.

 

Nelle conferenze sul ritorno eterico del Cristo, Rudolf Steiner nominò questo nuovo regno solare, che a poco a poco si sta formando intorno alla terra, la vera Shamballa o la sfera in cui la terra è già concepita nel divenire-sole. Così ciascun uomo, che oggi vuole essere partecipe coscientemente a tale processo, deve trovare la via che conduce a questa terra soprasensibile («l’anello eterico» in cui agisce, quale punto centrale il corpo eterico unico dell’anima natanica).

«E ciò che vedranno per primo gli uomini, quando Shamballa si mostrerà di nuovo

sarà il Cristo nella sua figura eterica» (O.O. 118, 6.3.1910).

 

Il seme del nuovo «Cristo-Sole», immerso nel centro della terra mediante il Mistero del Golgota, la cui «luce divina» riflessa dall’«anello eterico» diviene la luce del ritorno,72 che si rivela «da oriente, occidente, nord, sud» in una moltitudine di soli risplendenti e risuonanti, la cui luce e il cui suono ricolmano Shamballa – tutto questo appartiene oggi ai misteri del Cristo eterico, di cui ci parla il ritmo di questo sesto giorno.

 

Questo ritorno viene descritto nei vangeli con le seguenti parole:

«Allora si vedrà il Figlio dell’uomo giungere tra le nuvole con grande forza e gloria.

E poi manderà i suoi Angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti,

dall’estremità della terra all’estremità del cielo» (Mc 13,26-27).

 

• La parola «nuvola» indica i dintorni eterici della terra,

infatti la nuvola è composta di acqua, ciò che è l’espressione fisica dell’elemento eterico;

• nelle parole «con grande forza e gloria», «grande forza» indica la moltitudine di soli

e «gloria» il loro comune risuonare che parla del divenire-sole della terra.

• Gli Angeli, che sono collegati con la sfera lunare (vedi 0.0. 110),

vale a dire con la sfera spirituale adiacente alla terra, dove vivono gli spiriti elementari della natura,

«con lo squillo della grande tromba» (Mt 24,31) radunano tutti gli «eletti»,

vale a dire, che questi vengono chiamati con una voce forte, che deve essere udita;

i «quattro venti» si riferiscono alle quattro regioni del cielo oriente, occidente, nord, sud;

e le parole «dall’estremità della terra all’estremità del cielo»

caratterizzano esattamente «l’estensione» dell’anello eterico (della nuova Shamballa),

che si trova tra la terra e la sfera soprasensibile ad essa adiacente (l’estremità del cielo).

 

• Il fatto che nelle parole citate si parla di Angeli e non di spiriti elementari, indica che nel vangelo si tratta del compimento del processo il cui inizio viene illustrato nel sesto ritmo. Infatti, gli spiriti elementari sono subordinati alla terza gerarchia e vengono guidati da essa ed è per questo che il loro appello più silenzioso precede sempre il possente squillo di tromba degli Angeli.

Rudolf Steiner lo conferma:

«Se si… alza lo sguardo alle nuvole e si vede prorompere il fulmine, si potrà vedere in esso il Cristo nella sua figura eterica. Con le ‘nuvole’, vale a dire gli elementi egli viene nella sua figura spirituale. Una volta questo volto apparirà per ogni uomo, sia prima o poi» (O.O. 265).

E questo significa, che il Cristo si mostra agli uomini nei dintorni degli «spiriti elementari» al suo servizio, che accompagnano la sua nuova rivelazione e formano la sua veste luminosa (il suo seguito) nella nuova Shamballa.

 

Gli ultimi due ritmi da noi osservati – il quinto e il sesto –

nell’esistenza dopo la morte possono aiutare l’uomo a superare due pericoli

che lo minacciano sulla via della nuova incarnazione.

Come abbiamo visto,

• il primo pericolo proviene da Arimane,

che nel nostro periodo cerca di abbreviare con tutte le sue forze

la permanenza dell’uomo nella «regione degli spiriti» (0.0. 21 24.4.1922).

 

Ma poiché l’uomo trascorre gran parte di questo tempo nella sfera solare,

si crea il pericolo che egli, in seguito all’influsso arimanico

non riesca a formare pienamente in essa «l’archetipo spirituale» del suo corpo fisico.

• A questo pericolo tuttavia si può contrapporre il contenuto del quinto ritmo,

il quale intensifica anzitutto le forze formatrici nell’uomo («Esercita…»), guidandole poi a creare il bene

e collegando con ciò l’uomo in modo così forte con gli esseri della seconda gerarchia,

la gerarchia solare, che Arimane non può esercitare alcun’influenza su di esso.

 

• Nel successivo grado – nella sfera lunare – si avvicina all’uomo la tentazione opposta.

Questa proviene ora da Lucifero, che in quest’ultimo stadio della peregrinazione dopo la morte,

direttamente prima della nascita, cerca di impedire all’uomo che si incarni sulla terra,

seducendolo con la prospettiva di rimanere per sempre nel mondo spirituale,

ma con tutti i suoi difetti e le sue imperfezioni, che possono essere rimediati solo sulla terra.

• «Adesso afferra l’occasione» sussurra Lucifero all’uomo, «puoi rimanere nello spirito,

tutto ciò che tu hai sviluppato, lo puoi trasferire nella luce spirituale!» (0.0. 153 10.4.1914).

 

A questa tentazione di Lucifero,

che in realtà è una rinuncia dell’uomo alla sua vera destinazione,

deve essere contrapposto il contenuto il sesto ritmo.

In esso si parla del risplendere del «Cristo-Sole» nella sfera terrestre

e degli spiriti elementari, che hanno accolto in sé le forze del Cristo.

 

In questo ritmo l’uomo viene chiamato a seguire il loro esempio. E perciò alla luce abbagliante e ingannevole di Lucifero, egli deve contrapporre la «luce divina» del Cristo, che lo condurrà alla sua nuova incarnazione sulla terra. Infatti, ora l’uomo sa, che il Cristo dal Mistero del Golgota è unito alla terra e per cui, di potere accogliere in sé le Sue forze solo su di essa e di potere così iniziare a realizzare le elevate mete della sua esistenza umana.73 Di queste mete e del significato dell’evoluzione degli uomini sulla terra tratta il prossimo ritmo.

Possiamo concludere l’osservazione di questo sesto ritmo, usando ancora una volta l’immagine del Santo Gral, il suo centro interiore. Infatti se l’uomo del presente trova il Santo Gral, allora ad egli si dischiude la via per partecipare alla realizzazione del «significato della terra».

 

 

Riassumendo gli ultimi tre ritmi possiamo dire:

 

 

Nel contempo questi tre ritmi rispecchiano il grande percorso del Cristo verso la terra,

che attraversò la successione delle metamorfosi universali.

• In principio il Figlio divino diviene Parola universale

e così si unisce all’universo creato mediante le nove gerarchie.

• Dopodiché la Parola universale diviene Parola solare o il grande Spirito solare,

venerato da tutte le religioni dell’antichità come suprema guida del regno solare.

• Infine lo Spirito solare o Logos solare discese sulla terra

e divenne su di essa Uomo divino, il Cristo-Gesù o la Persona divina.74

 

Con quest’ultima metamorfosi giunge a compimento il processo di come la «Parola» si fece «carne».

Segue poi il mistero della sua morte e della sua resurrezione.

A questo mistero centrale è dedicato il settimo ed ultimo ritmo.

 

Rudolf Steiner diede inizio al settimo ritmo con una breve introduzione, in cui rilevò che le parole della Pietra di Fondazione sono «portatrici di forze» per l’anima umana. Con ciò egli stabilì una relazione tra questo ritmo e il quarto ritmo. Infatti, gli spiriti che donano forza appartengono alla gerarchia più elevata o prima gerarchia. E’ per questo che nella versione scritta della meditazione essi vengono nominati «spiriti delle forze». Questa particolare relazione tra il quarto e il settimo ritmo si dimostra pure nel fatto, che Rudolf Steiner in collegamento con questi ritmi diede lettura non solo come al solito delle tre parti microcosmiche, bensì anche delle tre parti macrocosmiche della meditazione (senza il riferimento agli spiriti elementari). Già con questo egli rilevò il significato esoterico del settimo ritmo, che porta ad espressione l’essenza di quanto avvenne sulla terra, grazie all’incarnazione e alla vita del Cristo Gesù.

 

Infatti, incarnandosi sulla terra, il Cristo portò all’umanità

l’intera pienezza di forze della Mezzanotte cosmica e nel corso dei tre anni

egli compenetrò con esse il Gesù di Nazareth fino dentro il corpo fisico.

• Steiner definì il ritmo di questo giorno un «ritmo semplice», poiché in un certo senso in esso

si congiunge il contenuto di tutti i ritmi, in modo del tutto particolare quello dei tre ritmi che lo precedono.

 

Il settimo ritmo consiste in due parti.

• Anzitutto avviene un riferimento al dato di fatto, che il corpo fisico dell’uomo è costituito di tre sistemi:

۰ del sistema delle membra (e del sistema del ricambio),

۰ del sistema ritmico (cuore e polmoni)

۰ e del sistema del capo (organi dei sensi esteriori e nervi).

 

Con ciò Rudolf Steiner nel settimo ritmo, che costituisce un’ottava al ritmo di Posa della Pietra di Fondazione, si rivolse di fatto un’altra volta, ma ora su un piano completamente nuovo, a ciò con cui egli il 25 dicembre aveva dato inizio alla parte esoterica del Convegno di Natale. Questa rappresentazione scientifica della costruzione del corpo fisico, che oggi può essere compresa da ogni uomo pensante e che perciò può essere anche accettata dalla cultura exoterica, fu collegata da Rudolf Steiner con le più alte forze spirituali, che agiscono nel nostro cosmo, con le forze della Trinità, le quali sono rispettivamente rappresentate nel ritmo dalle due prime righe delle tre parti macrocosmiche della meditazione.

In verità queste tre forze possono essere definite le tre forze più esoteriche che agiscono nei tre mondi ai quali appartiene l’uomo.

 

Con ciò, la questione posta da Rudolf Steiner nella sua introduzione al primo ritmo, riguardante l’unione dell’impulso exoterico con l’impulso esoterico nella Società Antroposofica, qui ottiene la sua risposta definitiva e il cammino attraverso i sette ritmi diventa un cammino meditativo verso la realizzazione del compito centrale della Società Antroposofica: «collegare la maggiore vita pubblica pensabile con il più vero, il più intimo esoterismo» (O.O. 260).

Nel contempo il settimo ritmo rappresenta la massima sintesi di scienza, arte e religione.

 

Infatti,

• la rappresentazione del corpo fisico umano tripartito è scientifica;

• il rivolgersi alle forze della Trinità è collegato con le più profonde forze religiose dell’anima;

• e il dato di fatto che questa polarità tra scienza e religione

venga condotta a nuova unità mediante un ritmo, rivela l’ambito dell’arte.

 

Ma la sintesi rosicruciana di scienza, arte e religione fu possibile mediante l’incarnazione del Cristo sulla terra e per il fatto che egli durante i tre anni della sua vita terrena compenetrò il sistema del capo di Gesù di Nazareth con le forze dello Spirito Santo, il suo sistema ritmico con le forze del Figlio e il suo sistema del ricambio e delle membra, con le forze del Padre. Con ciò per la prima volta nell’evoluzione terrestre nacque un essere del tutto nuovo, l’Uomo divino o la Persona divina a cui si riferiscono le «figure segrete dei rosacroce».75

 

Infatti, con le forme del corpo fisico è collegato direttamente il mistero dell’io,

il quale in ogni sua incorporazione forma il corpo terreno conforme al suo essere spirituale,

conseguendo così sulla terra la coscienza dell’io.

• Dal tempo del peccato originale tuttavia, vale a dire dal momento in cui

le forze luciferiche e poi quelle arimaniche penetrarono nell’evoluzione,

l’io umano ha perduto la possibilità di organizzare il corpo fisico conforme al suo vero essere.

 

Vale a dire, l’io terminò di essere il portatore sulla terra di quell’archetipo celeste («dell’uomo universale»),

che viene contemplato dall’anima nelle altezze della Mezzanotte cosmica.

Se non fosse venuto il Cristo, questa graduale distruzione del corpo fisico,

che nel corso delle generazioni si distanziò sempre di più dal suo archetipo celeste,

con il tempo avrebbe dovuto condurre alla cancellazione del principio dell’io individuale sulla terra.

 

Discendendo nel mondo terrestre e realizzando pienamente tale supremo archetipo in un corpo umano fisico,

il Cristo indicò una forma corporea completamente nuova per l’io,

la quale rappresenta la meta finale dell’evoluzione del mondo.

Con le parole della meditazione della Pietra di Fondazione,

il nuovo essere creatosi così, l’Uomo divino, può essere descritto nel seguente modo.

 

• Nel suo sistema delle membra agiscono con ogni movimento le forze del Padre

dalle altezze celesti, generando in esso essere eterno indistruttibile;

• nel suo sistema ritmico agisce la volontà del Cristo,

dispensando di grazia tutte le anime che vengono ad Egli;

• e nel suo capo agiscono i pensieri universali dello Spirito o «le eterne mete degli Dei»

che rischiarano e risvegliano l’io dell’uomo grazie alla «luce dell’essere universale» emanata dallo Spirito.

 

Tutti coloro, i quali in quel periodo erano suoi discepoli sulla terra, hanno vissuto questo lavoro del Cristo per tre anni agli involucri di Gesù. Peregrinando con lui in Palestina, dimorando accanto a lui, udendo le sue parole, accogliendo nelle loro anime i suoi pensieri, i discepoli in questo modo ebbero parte, mediante la sua azione, alle forze del Padre; alle forze del Figlio (Logos) mediante le sue parole, dispensatrici di grazia alle loro anime; alla saggezza dello Spirito Santo, accogliendo in sé i suoi pensieri. Il ritmo di questo giorno contiene tutto questo agire visibile e invisibile del Cristo nel Gesù di Nazareth.

 

Il Cristo compenetrò quindi,

• nel corso del primo anno, dal suo «Io universale»il corpo astrale di Gesù con la forza dello Spirito Santo,

fin dentro il sistema del capo;

• nel corso del secondo anno, il corpo eterico di Gesù con le forze del Figlio, fino dentro il sistema ritmico;

• e nel corso del terzo anno infine, egli compenetrò il corpo fisico di Gesù con le forze del Padre

fino dentro il sistema delle membra e raggiunse così per la prima volta nell’intera evoluzione terrestre,

quanto prima fu irraggiungibile persino agli iniziati di massimo grado.

 

Rudolf Steiner ne diede la seguente illustrazione:

«Con l’ingresso del Cristo nel corpo di Gesù di Nazareth l’io attuale del Cristo

divenne padrone fin dentro al sistema osseo» (O.O. 112, 3.7.1909).

Solo grazie al suo completo potere sulle sostanze minerali del corpo fisico il Cristo,

dalle forze del Padre potè «incorporare la forma spirituale del sistema osseo

nell’evoluzione terrestre… egli potè agire per la prima volta [nell’evoluzione terrestre] nel sistema osseo» (ibidem).

 

Con ciò il Cristo si preparò a superare nel Mistero del Golgota le forze della morte,

il cui portatore nell’uomo è il «sistema osseo».

Infatti, «colui, il quale doveva vincere la morte sulla terra,

[doveva] avere la padronanza sul sistema osseo» (ibidem).

È per questo che il Cristo potè dire di se stesso:

«Distruggete questo tempio e il terzo giorno lo farò : risorgere.»

 

Dopodiché l’evangelista spiegò: «Egli però parlava del tempio del suo corpo» (Gv 2, 19 e 21), vale a dire

• del ripristino del suo sistema del capo dalle forze dello Spirito il primo giorno,

• del sistema ritmico dalle forze del Figlio il secondo giorno

• e del sistema delle membra (e del ricambio) dalle forze del Padre il terzo giorno.

 

Questo ora ci fa comprendere anche, il perché Rudolf Steiner in connessione con questo ultimo ritmo, parlò dell’«immagine spirituale primordiale» creatasi nell’evoluzione dell’umanità, grazie alla vita terrena del Cristo Gesù.

Questa espressione è nel contempo la chiave dell’intero ritmo, poiché in esso è contenuto un riferimento al più alto significato dell’esistenza umana: unire il principio exoterico con il principio esoterico e questo significa: materia e spirito , terra e cielo, il mondo degli uomini e il mondo delle gerarchie superiori, che nei mondi spirituali realizzano gli impulsi della Santa Trinità (vedi 0.0. 110).

Soltanto l’umanità, quale decima gerarchia e portatrice delle forze di resurrezione può raggiungere questa meta. Condurre l’umanità a tale futuro è il compito più importante della scienza dello spirito o antroposofia.

Entrambi i nomi, utilizzati da Rudolf Steiner per la corrente spirituale da egli fondata, sono composti di due parole, il cui significato viene portato ad espressione dal ritmo di questo giorno.

Con la prima metà viene data una rappresentazione scientifica dell’uomo o anthropos e con la seconda, una rappresentazione della saggezza (Sofia), vale a dire colma di saggezza cosmica, l’idea dei suoi fondamenti spirituali.

 

La parola «spirito» o «spirituale» appare quindi tre volte nel ritmo:  Padre-Spirito

Immagine spirituale primordiale (generata dalla volontà del Cristo) o Persona Spirito (Santo)

 

• Come abbiamo visto il contenuto del settimo ritmo è collegato con le più profonde aspirazioni del vero rosicrucianesimo. Tale rapporto non consiste solo per la sintesi di scienza, arte e religione esistente in esso, bensì soprattutto attraverso il suo occuparsi con la «pietra filosofale», poiché il lavoro ad essa è connesso alla trasformazione del corpo fisico in uomo spirito. Questo massimo ideale di tutti i rosacroce, potrà essere raggiunto solo, se l’uomo realizza in sé in modo microcosmico, ciò che il Cristo compì sulla terra in modo macrocosmico, compenetrando i tre sistemi del suo corpo fisico con le forze del Padre, del Figlio e dello Spirito, raggiungendo con ciò la loro definitiva spiritualizzazione.

Nella definizione uomo-spirito abbiamo ancora una volta la massima sintesi della stessa polarità esistente nelle due denominazioni della corrente scientifico-spirituale antroposofica.

 

Così la meta di tutti i sette ritmi è creare un nuovo, cosciente collegamento con l’uomo spirito,

la cui completa realizzazione sarà possibile soltanto su vulcano, l’ultima incarnazione della nostra terra.76

 

Possiamo anche dire, che in questo ultimo ritmo, tutte le esperienze e conoscenze acquisite dall’anima nel cammino soprasensibile tra morte e nuova nascita, giungono all’incarnazione sulla terra e possono portare frutti su di essa. Ma perché ciò avvenga, è necessario attraversare tutti i sette ritmi, per acquisire a poco a poco la forza, che è in grado di collegare il corpo fisico dell’uomo e mediante esso anche tutto il mondo della natura con la sfera della più alta spiritualità trinitaria, la forza dell’uomo spirito.

Questa ultima meta dell’evoluzione del mondo fu rivelata e assolta dal Cristo durante la sua vita sulla terra quando Egli pose dinanzi agli uomini l’«immagine spirituale primordiale» di essa. Da allora ogni uomo può lavorare alla sua realizzazione. Rudolf Steiner lo coniò in parole, che possono essere sperimentate oggi da un antroposofo che medita, nel momento del risveglio dal sonno o durante la giornata in un momento di improvvisa chiarezza spirituale: • «Voglio educarmi per rivelare l’archetipo divino» (O.O. 265).

 

Soltanto così l’uomo è in grado di risvegliarsi ai suoi compiti «nel tempo universale dell’uomo spirito», nominato da Rudolf Steiner alla fine del suo «ultimo discorso» nella meditazione rivolta a Michele (0.0. 238, 28.9.1924).

E nella spiegazione di questa meditazione egli disse che le «parole cosmiche» o «parole del Cristo» provenienti da Michele possono trasformare Logos cosmico in Logos umano, ciò che è anche il contenuto del settimo ritmo.

 

Nel commento al settimo ritmo, Rudolf Steiner parlò inoltre del suo aspetto cosmologico, che certamente si trova in tutti i ritmi, ma nell’ultimo emerge con particolare chiarezza. Esso consiste nel fatto, che negli «accordi» dei ritmi «realmente si trova una immagine di ‘costellazioni stellari’». Con ciò egli si riferì alla «scrittura stellare» contenuta in essi e indicò anche due esempi concreti: «saturno è nel leone, saturno è nello scorpione. Da ciò dipendono ritmi che attraversano il mondo».

 

Per comprendere il rapporto della costellazione indicata da Rudolf Steiner con il ritmo di questo giorno, va considerato, che saturno è il portatore della memoria universale nel nostro sistema solare ed è altresì connesso alla più antica incarnazione della terra, in cui ebbe inizio l’evoluzione del mondo, per quanto essa è collegata con l’evoluzione dell’essere umano.

Le altre costellazioni si riferiscono all’agire di due gerarchie nell’evoluzione: dei Troni (leone) e degli Exusiai (scorpione o aquila),77 che in primo luogo sono le guide dell’antico saturno e in secondo luogo le guide della terra attuale e con ciò costituiscono per così dire i confini «esteriori» dell’odierno grado dell’evoluzione cosmica. Come risulta dalle comunicazioni della scienza dello spirito, sull’antico saturno i Troni donarono la sostanza di calore del proprio essere, da cui gradualmente si formò il primo germe del corpo fisico dell’uomo. (Questo, sull’antico saturno consisteva ancora completamente in calore.)

 

Ad esso continuarono a lavorare: sull’antico sole gli spiriti della saggezza, sull’antica luna gli spiriti del movimento, sulla terra gli spiriti della forma (gli Exusiai o elohim). La conseguenza fu, che il corpo fisico dell’uomo attraversò tre consecutivi gradi di densificazione: sul sole uno stato aereo, sulla luna uno stato acqueo e sulla terra uno stato minerale (prevalentemente nel sistema osseo).

 

In seguito a tale evoluzione, alla quale parteciparono le gerarchie, che sono collegate con le forze dello zodiaco dal leone fino allo scorpione (aquila), l’uomo venne conformato, quale essere terreno formato dalle seguenti quattro parti costitutive:

• il corpo fisico, un dono dei Troni sull’antico saturno –

• il corpo eterico, un dono degli spiriti della saggezza sull’antico sole –

• il corpo astrale, un dono degli spiriti del movimento sull’antica luna –

• e il suo io, un dono degli spiriti della forma sulla terra.

 

La costellazione stellare nominata da Rudolf Steiner contiene quindi un riferimento

sia all’inizio, sia all’apice del processo di creazione dell’uomo,

il quale ebbe inizio con la nascita dei primi germi del suo corpo fisico

e si conclude con l’affluire del principio dell’io in esso.

 

Il fatto che qui venga nominato particolarmente saturno, significa che

il ricordo a questa conformazione dell’uomo dovrebbe essere mantenuto sempre vivo,

per trovare con l’aiuto di esso un accesso al significato della propria esistenza,

che consiste nel fatto che i tre involucri, fino entro il corpo fisico,

vengano gradualmente trasformati mediante la forza dell’io individuale.

L’archetipo tuttavia di una tale evoluzione

sono i tre anni di vita del Cristo negli involucri di Gesù di Nazareth.

 

Questa vita

• ebbe inizio con il battesimo nel Giordano (trasformazione del corpo astrale),

• continuò con la trasfigurazione sul monte Tabor (trasformazione del corpo eterico)

• e giunse al suo compimento nel Mistero del Golgota (trasformazione del corpo fisico),

mediante il quale ad ogni io umano venne data la forza di intraprendere in libertà e coscientemente

il cammino di trasformazione del passato in futuro, in quel futuro indicato nel ritmo di questo giorno.

• Le forze di saturno nominate in esso sono chiamate a tenere vivo questo ricordo.

 

Dei quattro vangeli, che raccontano la vita terrena dell’Uomo divino,

• due – il vangelo di Matteo e il vangelo di Luca – iniziano con la descrizione dell’infanzia di Gesù di Nazareth

e nel loro albero genealogico svelano il mistero della preparazione degli involucri terrestri

per l’incorporazione del Cristo in essi.

• Gli altri due – il vangelo di Marco e il vangelo di Giovanni – iniziano

con l’evento centrale di questa vita, con il battesimo di Gesù nel Giordano.

Con ciò questi due Vangeli sono stati dedicati completamente

ai tre anni di vita del Cristo negli involucri di Gesù di Nazareth.78

 

Nella tradizione cristiana il leone e l’aquila sono i simboli degli evangelisti Marco e Giovanni. Se consideriamo che l’aquila è il più alto aspetto spirituale dell’immagine zodiacale scorpione, la costellazione sopra indicata («saturno è nel leone, saturno è nello scorpione») si palesa quale riferimento nel linguaggio della «scrittura stellare» ai tre anni di vita del Cristo Gesù sulla terra, contenuti nei due vangeli. Dalle forze del suo «Io-universale» durante questi tre anni Egli ha spiritualizzato tutti i tre sistemi del corpo fisico di Gesù di Nazareth, indicando così all’umanità «l’immagine spirituale primordiale», la cui realizzazione rappresenta il più alto significato dell’esistenza umana.

 

Riassumendo il contenuto esoterico degli ultimi quattro ritmi, possiamo dire:

• Nel quarto ritmo, dalle forze del Dio-Padre si svela il significato dell’intero cosmo gerarchico;

• nel quinto ritmo, dalle forze del Dio-Figlio si svela il significato del sole (del nostro sistema solare);

• nel sesto ritmo, dalle forze dello Spirito Santo si svela il significato dell’evoluzione della terra;

• ma nel settimo ritmo viene richiamata l’attenzione

al «nascere di una nuova parte costitutiva della natura umana: di un corpo incorruttibile» (O.O. 131, 11.10.1911).

 

Come abbiamo visto, questo corpo incorruttibile è necessario per salvare la coscienza dell’io dell’uomo.

Infatti la coscienza dell’io dell’uomo può svilupparsi pienamente solo nella forma del «fantoma» del corpo umano

ripristinato nella sua originaria perfezione mediante la resurrezione.

È per questo che Rudolf Steiner potè dire, che il Mistero del Golgota «è la salvazione dell’io umano» (ibidem).

 

E questo non vale solo per l’io collegato all’individualità eterna dell’uomo,

che attraversa ripetute vite terrene, ma soprattutto per l’aspetto dell’io,

il quale appare in ogni singola incarnazione, quale irripetibile personalità dell’uomo.

Ed era la personalitào «Persona», come dicevano i rosacroce -,

la quale divenne eterna con la resurrezione del Cristo.

 

Egli compì il Mistero del Golgota come Personalità divina o Uomo divino

e rivelò ad ogni uomo la sua «immagine spirituale primordiale»,

l’immagine primordiale della sua, d’ora in poi, indistruttibile personalità,

il cui centro è «l’Io Sono» immortale

ed il suo divenire Dio è il più alto significato dell’esistenza umana sulla terra.

• Ciò chiarisce anche il significato delle ripetute vite terrene (reincarnazioni) dell’uomo.

Infatti, l’uomo fu un’individualità dall’istante in cui gli spiriti della forma (gli Elohim) lo dotarono della sostanza dell’io.

 

Lo sviluppo del principio della Personalità, che significa l’irripetibilità del singolo Io,

è possibile soltanto attraverso l’unione dell’uomo

con le forze, riversatesi dal Mistero del Golgota nell’evoluzione della terra.

Soltanto grazie a questo, l’uomo può unire completamente la sua individualità spirituale

(il dono degli spiriti della forma) alla sua personalità terrena, dando a questa la possibilità dell’esistenza eterna.

 

Dall’azione comune dell’io dell’uomo colmato dall’impulso del Cristo,

che vive nel senso delle parole dell’apostolo Paolo «non io, ma il Cristo in me» (Ga 2,20)

e del fantoma del corpo fisico o «corpo di resurrezione» salvato dal Cristo,

nasce così l’indistruttibile personalità umana non soggetta alle forze di morte.

 

Il Cristo indicò all’umanità l’elevato ideale di un tale potere dello spirito (dell’Io Sono) sul corpo,

quando egli nel Mistero del Golgota realizzò le parole: «io sono la resurrezione e la vita…

e : chiunque vive e crede in me, non morrà mai» (Gv 11, 25-26).

 

Ciò significa: Ogni personalità, che ha accolto nel proprio io

le forze dell’Io divino del Cristo (il suo «Io Sono» universale)

e nel proprio corpo le forze del «corpo di resurrezione» risorto dal sepolcro sul Golgota,

non soggiace più alla morte, ma procedendo da incarnazione a incarnazione,

può portare nel mondo spirituale sempre di più di sé,

fino a rimanere completamente conservata in esso alla fine dei tempi della terra.

 

Con le parole dell’apostolo Paolo, questa meta può essere descritta così:

l’uomo si è «rivestito» definitivamente del Cristo (Rm 13,14 e Ga 3,27),

per entrare nell’eternità con questa veste immortale.

Questo è l’ideale che nel cristianesimo tradizionale viene nominato la resurrezione dai morti.

 

Questi quattro ritmi, che nella loro globalità descrivono il cammino della Parola che si fece carne, possono quindi essere illustrati anche come segue:

 

 

Collegando le forze della Mezzanotte cosmica con il corpo fisico dell’uomo,

il settimo ritmo ci svela il mistero del «fantoma» del corpo fisico sorto dal sepolcro sul Golgota,

quale fondamento del nuovo cosmo.

Alla luce di questo mistero, tutti i ritmi precedenti appaiono come cammino, che conduce a tale meta.

Così il lavoro meditativo con essi ha il compito di stabilire il collegamento dell’uomo

con il corpo di resurrezione o il «fantoma» del Cristo, come verrà osservato con più precisione nel vol. III, cap. 9.

 


 

Note:

63Vedi 0.0. 265, «Istruzioni senza indicazione del luogo e della data». Evidentemente purtroppo questa parte della lezione è incompleta. Nel capitolo 6 (vol. II) è inserito il testo completo di questo estratto.

64 – Questo dato di fatto trova conferma anche nella fiaba di Goethe «Il serpente verde e la bella Lilia», che contiene per così dire una riproduzione in miniatura del culto soprasensibile (vedi 0.0. 240, 19.7.1924) e nella quale assumono un ruolo essenziale gli spiriti elementari nella figura dei fuochi fatui.

65 – Rudolf Steiner ha portato l’inizio di questo nuovo rapporto con la natura nel goetheanismo.

66 – II cammino in cui Rudolf Steiner stesso nel corso della sua iniziazione raggiunse una tale esperienza della natura compenetrata di spirito venne illustrato nel capitolo 1.

67Vedi precisazioni sull’Arcangelo Widar e il suo ruolo nell’evoluzione dell’umanità come pure sull’apparizione del Cristo in forma eterica in S. 0. Prokofieff, Il corso dell’anno come via di iniziazione. Parte XII, cap.1, Ed. Arcobaleno, Oriago (Ve).

68 – Dopo, nella stessa conferenza, come poi anche nella meditazione della Pietra di Fondazione, Rudolf Steiner li nominò «spiriti elementari».

69 – Confronta con le parole della meditazione della Pietra di Fondazione: «Poiché la volontà del Cristo domina all’intorno [della terra]».

70Vedi precisazioni in merito in S.O. Prokofieff, Il corso dell’anno come via di iniziazione, parte IX. Qui viene descritta anche la relazione di questo processo con il contenuto del Convegno di Natale e l’essenza della Pietra di Fondazione.

71 – Fu Peter Tradowsky nel suo libro Johannes der Taufer und Lazarus-Johannes. Vom Quell der Entwicklung (Giovanni Battista e Lazzaro Giovanni, la sorgente dell’evoluzione), cap. «Sul Convegno di Natale 1923 e sulla Pietra di Fondazione», Dornach 1995, a notare per primo l’utilizzo della preposizione «da» invece di «in».

72 – Di questa luce parla la chiaroveggente Teodora nel dramma mistero «La porta dell’iniziazione» (O.O. 14).

73 – Se qui aggiungiamo il contenuto del settimo ritmo, ne risulta il rapporto delle forze universali conforme al «gruppo ligneo» di Rudolf Steiner, che raffigura il Cristo quale «rappresentante dell’umanità» (o portatore del più elevato significato dell’esistenza umana) tra le forze di opposizione di Arimane e Lucifero.

74Vedi precisazioni nel cap. 2.

75 – Qui non si parla soltanto di Padre, Figlio (la Parola) e Spirito Santo, ma anche della «Persona» come di un essere completamente nuovo, creatosi per il fatto che nel Gesù di Nazareth «la Parola si fece carne» (Altona, 1785, quaderno I, pag. 29 e quaderno II, pag. 52, 53). Secondo la testimonianza di Rudolf Steiner, le «figure segrete» risalgono all’iniziazione di Christian Rosenkreutz nel XIII secolo (vedi 0.0. 130, 27.9.1911).

76Vedi precisazioni sulla connessione dei sette ritmi con le sette parti costitutive dell’essere umano in S. O. Prokofieff, Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, cap. V, Ed. Arcobaleno, Oriago (Ve).

77 – Vedi precisazioni sulla connessione con lo zodiaco e le gerarchie in S.0. Prokofieff, Le dodici notti sante e le gerarchie spirituali, parte I, cap.1, Ed. Arcobaleno – Oriago (Ve).

78 – Da questo punto di vista i vangeli di Matteo e di Luca possono essere definiti «Racconti» del Gesù Cristo e i vangeli di Marco e di Giovanni «Racconti» del Cristo Gesù.

79 – Il contenuto dei quattro ritmi sopra osservati è altresì collegato con l’azione dei quattro grandi iniziati del cristianesimo esoterico, il cui compito fu condurre l’umanità alla realizzazione delle mete posteci da questi ritmi:

4. Ritmo – Skitiano (il maestro più nascosto; il custode dei misteri della Mezzanotte cosmica),

5. Ritmo – Zarathustra (il custode dei misteri solari del Cristo),

6. Ritmo – Manes/Parzival (il custode dei misteri del Gral)

7. Ritmo – Christian Rosenkreutz (il custode dei misteri della resurrezione o della pietra della saggezza). Sui maestri vedi precisazioni in S.O. Prokofieff, Rudolf Steiner und die Meister des esoterischen Christentums (Rudolf Steiner e i maestri del cristianesimo esoterico e La nascita dell’esoterismo cristiano nel XX secolo, Widar Edizioni, Marghera – Venezia.