07 – L’esperienza della Pentecoste dell’uomo moderno

Il Guardiano della Soglia e «La filosofia della libertà» – I


 

È significativo che poco dopo il passo già indicato del IX capitolo della Filosofia della libertà,

in cui Rudolf Steiner parla della libera azione per amore dell’oggetto,

nello stesso capitolo egli ponga la questione della convivenza degli uomini liberi,

possibile «solo perché gli individui umani sono di uno unico Spirito» (O.O. 4; corsivo di Rudolf Steiner).

 

Sulla base di quanto detto prima,

questo Spirito può essere compreso solo come lo Spirito Santo derivante dal Cristo,

il quale unisce in sé tutti gli uomini e tuttavia per ognuno rimane un’esperienza individuale.

 

Nelle seguenti parole Rudolf Steiner mette in rilievo questo principio individuale dell’Impulso-Cristo:

«L’Impulso del Cristo ha accesso alla singola individualità

ed è efficace solo operando nella più profonda interiorità umana …

Una volta però che sia accolto, non opera nel senso individuale,

ma del tutto in senso generalmente umano» (0.0.240, 25.1.1924).

 

Così possiamo dire: la vera convivenza degli uomini liberi sulla Terra

è possibile solo mediante lo Spirito della Pentecoste derivante dal Cristo.

 

Infatti, come dice Rudolf Steiner, la possibilità doveva essere predisposta prima in tutti gli uomini,

perché altrimenti tra di loro non può essere sviluppata alcuna convivenza sociale.

«Se nell’entità umana non vi fosse la disposizione per la tolleranza,

non la si potrebbe inoculare per mezzo di alcuna legge esterna!» (O. O. 4, pag. 123).

 

E l’evento nell’evoluzione dell’umanità, mediante il quale

è stata creata nell’uomo questa «disposizione archetipica» sociale

è l’evento della Pentecoste alla svolta dei tempi.

Per questo Rudolf Steiner nomina la Festa della Pentecoste «La Festa dell’individualità libera» e dice:

«Lo Spirito Santo là riversato da Cristo [è] per noi uomini, riguardo la nostra evoluzione futura,

lo Spirito dello sviluppo all’uomo libero, all’anima dell’uomo libera» (0.0. 118, 15.5.1910).

 

Ne consegue che l’intera Filosofia della libertà, che quale centrale tema tratta l’essere dell’«uomo libero»,

è colma di questo Spirito della Pentecoste, il quale vorrebbe condurre l’umanità su questo fondamento

al grandioso ideale futuro della libertà.

• Per rendere vivo in sé questo «Spirito della libertà» e dopodiché sperimentarlo coscientemente,

l’uomo deve anzitutto compenetrare la sua vita interiore stessa con l’Impulso-Cristo

e cioè in due direzioni che sono le più importanti proprio per il nostro periodo.

 

«Viviamo in un’epoca nella quale dobbiamo riconoscere  che quanto di più sacro vi è nel nostro tempo,

la facoltà di afferrare concetti puri e la facoltà della libertà, deve essere compenetrato dall’Impulso del Cristo …

L’uomo deve imparare a pensare in modo puro con il Cristo, a essere libero con il Cristo» (O.O. 257, 30.1.1923).

 

E la via a tale duplice meta la troviamo nelle due parti della Filosofia della libertà,

• nella cui prima parte l’uomo impara a pensare in puri concetti con il Cristo

• e la cui seconda parte rende possibile all’uomo di essere libero con il Cristo:

ciò significa vivere nel pensare puro e operare per amore dell’oggetto.

• Ma questo non significa altro che sviluppare in sé gradualmente la nuova coscienza del Cristo,

mediante la quale oggi diventa possibile un rapporto individuale e cosciente con il Cristo eterico.

 

Con ciò tocchiamo un Mistero trattato da Rudolf Steiner nella conferenza del 2 maggio 1913,

nella quale egli parla dell’origine di questa nuova coscienza del Cristo nell’umanità.

Questa è collegata con il secondo Mistero del Golgota,

con il Mistero del Golgota soprasensibile che ebbe luogo alla fine del XIX secolo

non sulla Terra, ma nel mondo spirituale adiacente ad essa.

 

Rudolf Steiner dice che era • «una specie di morte spirituale [del Cristo], un annullamento della coscienza …

e con ciò una ripetizione del Mistero del Golgota, affinché possa aver luogo nelle anime degli uomini sulla Terra

una rivivificazione della coscienza del Cristo una volta nascosta …

Si potrebbe dire che l’umanità allora sperimentò la resurrezione del suo corpo;

a partire dal XX secolo essa sperimenterà la resurrezione della sua coscienza» (0.0.152).

 

• Ciò che a partire dal XX secolo ebbe inizio gradualmente nell’umanità

e si estenderà in un arco di tempo di tremila anni, riguardo la coscienza

venne predisposto da Rudolf Steiner già nella sua Filosofia della libertà,

affinché la successiva apparizione del Cristo nell’eterico,

che può essere afferrata solo con la coscienza del Cristo, non passi inosservata accanto all’uomo.13

 

Sulle tracce dell’azione del grande Guardiano della Soglia, soprattutto nella seconda parte della Filosofia della libertà,

dobbiamo seguire l’apparizione della parola «amore» in essa.

 

Nel mio libro sull’Antroposofia e La filosofia della libertà ciò è già stato rappresentato

in relazione al collegamento della Filosofia della libertà di Rudolf Steiner con i Misteri del Gral.14

Il grande Guardiano della Soglia tuttavia, dietro al quale sta il Cristo stesso,

in tal senso è anche il Guardiano di questi Misteri.

Per cui quanto detto in un altro scritto può essere incluso anche nel contesto delle presenti esposizioni.

 

Abbiamo già parlato dell’amore per l’azione. Qui aggiungiamo due ulteriori accenni a questa parola.

Nell’aggiunta del 1918 al VIII capitolo Rudolf Steiner parla nuovamente del vero pensare,

che egli definisce anche il «pensare essenziale» (O.O. 4, corsivo di Rudolf Steiner),

il quale può essere afferrato e sperimentato solo in modo intuitivo.

• Per cui esso corrisponde al piano della vita interiore dell’uomo, sul quale si congiungono le due vie del IX capitolo

contrassegnando così un determinato grado di purificazione del piccolo Guardiano.

 

Se abbiamo raggiunto questo, possiamo riconoscere senza impedimenti l’essere interiore del pensare.

Infatti, ora ci appare non in una condizione ombrosa (come nel Guardiano della Soglia non purificato),

bensì nella sua vera figura,

nella «sua realtà intessuta di luce che si immerge con calore nelle manifestazioni del mondo».

E «tale immergersi avviene con una forza fluente nell’attività stessa del pensare,

una forza che è amore di natura spirituale» (ibidem).

 

Possiamo dire che questa esperienza del vero essere del pensare,

quale attività dell’io umano compenetrata dall’amore spirituale,

è il dono del piccolo Guardiano della Soglia purificato.

 

• Ciò che è in relazione con il piccolo Guardiano della Soglia,

si riferisce soprattutto all’essere interiore dell’uomo stesso,

in questo caso allo sviluppo dell’amore spirituale nel suo pensare.

• Ciò che invece è connesso con il grande Guardiano della Soglia

si trova sempre in un contesto universale.

 

Al suo cospetto si decidono tutte le grandi questioni dell’esistenza universale.

Per cui il capitolo nel libro L’iniziazione che tratta del suo essere

è intitolato «Vita e morte. Il grande Guardiano della Soglia».

 

Anche la questione centrale della nostra epoca riguardo il bene e il male,

in realtà può essere risolta soltanto al suo cospetto.

Tale questione connessa alla libertà umana viene posta altrettanto nel IX capitolo della Filosofia della libertà

e cioè in una formulazione notevole:

• «Non esamino razionalmente se la mia azione sia buona o cattiva; la compio perché la amo.

Essa diventa ‘buona’, se la mia intuizione immersa nell’amore

è inserita giustamente nel contesto universale da sperimentare per intuizione;

diventa ‘cattiva’ se non è così» (corsivo di Rudolf Steiner).

 

Qui la parola «contesto universale», in cui l’uomo deve inserirsi quale essere libero,

indica la diretta presenza del grande Guardiano della Soglia.

Questo è testimone del raggiunto rapporto con il conteso universale,

unicamente mediante il quale le libere azioni dell’uomo possono diventare buone.

• Ai più alti di questi contesti universali l’uomo giunge tuttavia solo quando

si pone coscientemente dinanzi al grande Guardiano della Soglia nel mondo spirituale.

 

E l’indicazione di Rudolf Steiner,

che il rapporto con questo contesto universale avviene sul piano intuitivo

indica già la superiore forma di manifestazione del grande Guardiano.

Infatti, soltanto se viene afferrato dall’uomo nell’intuizione, Egli gli si manifesta come il Cristo stesso

(vedi 0.0. 13, pag. 319 e seg.).

Perciò, nel capitolo a Lui dedicato del libro L’iniziazione, prima che parli il grande Guardiano stesso,

troviamo una descrizione di più pagine del centrale contesto universale,

nel quale l’uomo è collocato quale essere dotato di io tra il fisico-sensibile e il mondo spirituale.

 

Qui in poche frasi è rappresentato come arrotolato l’intero passato, presente e futuro dell’evoluzione universale.

In questo punto del libro – tuttavia in forma nascosta – viene fatto riferimento

all’essere e al significato del Mistero del Golgota nell’evoluzione.

• Qui si tratta di un «nuovo impulso di vita», che supera «la morte generale» diventata altrimenti necessaria

e che fa fiorire «i germi» di un nuovo mondo (O.O. 10, pag. 168).

• Questi germi solari, quale fondamento del futuro nuovo cosmo

sono le dirette conseguenze della resurrezione del Cristo nel Mistero del Golgota.

 

Il rapporto dell’uomo con il bene e il male

può essere tratto ancora in un altro modo dalla parola «contesto universale».

Infatti

• il bene, secondo la concezione scientifico-spirituale, nasce soprattutto

per il fatto che l’uomo cerca e trova un rapporto cosciente con il cosmo spirituale.

• Il male invece nasce ovunque laddove non si tende a tale rapporto o viene impedito.

 

In origine (il male) nacque nell’evoluzione dell’umanità,

quando l’uomo cadde fuori dalla sua unione con il macrocosmo.

Il Cristo dovette discendere sulla Terra,

affinché tutti gli uomini potessero stabilire un nuovo rapporto con Lui.15

 

Che l’uomo tuttavia afferri o non afferri questa possibilità datagli, sta completamente nella sua libertà.

Mediante il suo rapporto con il «contesto universale» il bene agisce anche nel senso della formazione sociale.

Esso fonda nuove unioni nella vita dell’uomo,

così «che l’organismo della comunità divenga un’immagine dell’ordine nel cielo» (O.O. 123, 11.9.1910).

 

Rudolf Steiner nomina questo nuovo ordine sociale

una «fondazione dell’umanità del futuro costruita sulla natura dell’io» (ibidem).

Solo in una tale comunità di uomini il Cristo può sviluppare la sua forza, quale Signore del Karma.

Il male invece, anche nel sociale, agisce sempre separando e atomizzando.

Questo avviene soprattutto ovunque laddove manca il rapporto con il cosmo spirituale

e perciò con la globalità universale.

 

Per cui già nel presente e ancor più nel futuro la questione riguardo il bene e il male

si deciderà soltanto al cospetto del rapporto umano con il macrocosmo o il reale «contesto universale».

Per questo motivo Rudolf Steiner inizia il tema del Quinto Vangelo con la descrizione della Pentecoste

quale fondazione della nuova comunità delle libere individualità (vedi O.O. 148, 2.10.1913).

 

Anche nella Filosofia della libertà, dopo avere Rudolf Steiner nel IX capitolo

introdotto e caratterizzato il concetto centrale del libro – «l’individualismo etico» -,

allacciandosi direttamente ad esso egli parla della formazione di una libera comunità umana

fondata sulla «massima fondamentale» sociale «degli uomini liberi» (corsivo di Rudolf Steiner).

• Conforme al Quinto Vangelo gli apostoli vengono fecondati dallo «Spirito dell’amore del cosmo» (ibidem),

che arriva dall’alto e li colloca in un contesto cosmico, ossia universale.

 

Nella Filosofia della libertà tuttavia

a questo punto si tratta dell«intuizione immersa nell’amore» del singolo uomo,

mediante la quale egli stesso si pone nel «contesto universale»

per operare da esso liberamente, vale a dire per amore dell’oggetto,

cosicché le sue azioni possono maggiormente servire alla moltiplicazione del bene nel mondo.

Così l’uomo diventa un cosciente collaboratore al già menzionato cosmo dell’amore.

 

Da ciò possiamo vedere in quale rapporto sta

l’evento della Pentecoste con l’essere della Filosofia della libertà.

 

Alla svolta dei tempi i dodici apostoli, quali rappresentanti dell’umanità,

vennero compenetrati dallo Spirito dell’amore cosmico,

il quale da allora può essere trovato da ogni anima umana.

Oggi tuttavia l’unione con questo Spirito dell’amore

è raggiungibile solo nel cammino evolutivo individuale del singolo uomo,

che mediante la sua originale intuizione in libertà e amore si colloca nel corrispondente contesto universale,

per realizzare in questo modo un rinnovamento dell’evento della Pentecoste.

• Con ciò si rende anche possibile una nuova comprensione pentecostale del Mistero del Golgota.

 

Infatti, quando l’uomo si approfondisce con la sua «intuizione immersa nell’amore»

nell’essere del Mistero del Golgota, che costituisce il centrale contesto universale dell’evoluzione terrestre,

egli non solo incontra il grande Guardiano della Soglia, ma anche come dietro di lui, il Cristo stesso.

• Allora dal vero Spirito pentecostale per lui ottengono una soluzione

non solo le questioni di nascita e morte, ma anche quelle del bene e del male.

 

Ora il cammino al futuro cosmo dell’amore diviene libero

e l’uomo può diventare un libero collaboratore alla nascita di esso.

Il tutto ha anche delle conseguenze decisive per la vita sociale dell’umanità.

 

Infatti, ciò che alla svolta dei tempi fu il grande evento pentecostale dell’umanità,

oggi è diventata una questione dell’anima individuale che nel cammino della Filosofia della libertà

si unisce con altri uomini in una nuova comunità di Spiriti liberi.

 

Con ciò il miracolo della Pentecoste

nell’epoca dell’anima cosciente può essere rinnovato dalla libertà umana e dall’amore umano

come fondamento per l’attuale collaborazione dell’uomo con il Cristo, quale Signore del Karma.

 


 

Note:

13  – Nella conferenza del 14 aprile 1914 Rudolf Steiner descrive come l’esperienza del Cristo eterico è collegata con l’agire dello Spirito Santo nell’uomo (0.0. 153).

14 – S. O. Prokofieff Antroposofia e «La filosofia della libertà». Antroposofia e il suo metodo di conoscenza. La dimensione cristologica e cosmico-umanitaria della «Filosofìa della libertà», cap. 14 – «La filosofia della libertà e la moderna scienza del Gral», Widar Edizioni, Venezia-Marghera 2007.

15  – Tale rapporto appare in modo particolarmente chiaro nella sequenza delle strofe della meditazione della Pietra di Fondazione, come data da Rudolf Steiner il giorno della Posa della Pietra di Fondazione, il 25 dicembre 1923 e la quale indica in tal senso l’essere del Mistero del Golgota. Vedi S. O. Prokofieff, Possano udirlo gli uomini. Il Mistero del Convegno di Natale, vol. I, cap. 3 «I ritmi del Convegno di Natale», Widar Edizioni, Venezia-Marghera 2003.