Sofìa e l’arcangelo Michele

La celeste Sofia e l’essere Antroposofia


 

Come abbiamo già detto nello sviluppo terrestre della filosofia (all’osservazione occulta) ci è data una rivelazione della legge solare, vale a dire una manifestazione della cooperazione tra gli Spiriti della saggezza (kyriotetes) e gli arcangeli, come già avvenne sull’antico Sole. Per questo proprio Michele, il più potente figlio della Sofìa, ebbe il compito di inviare sulla Terra i frutti di tale collaborazione che possiamo anche definire come l’opera della celeste Sofia nel nostro cosmo.

▸«Era tra gli arcangeli», così disse Rudolf Steiner, «quali abitanti del Sole, il più eminente. Era lo spirito che dal Sole non inviò soltanto i raggi fisico-eterici, ma che nei raggi fisico-eterici inviò sulla Terra l’intellettualità ispiratrice (…) Questo è Michele: lo spirito esecutore diretto che invia sulla Terra l’intellettualità in modo spirituale!»,68

vale a dire «il diretto esecutore» dell’azione creativa della celeste Sofia nel nostro cosmo, dall’alto verso basso, dalla sfera degli Spiriti della saggezza.

 

Questo ci fa capire perché Rudolf Steiner in un altro contesto descrive Michele come lo spirito cosmico che conduce il passato (la legge solare) correttamente nel presente, nell’evoluzione terrestre del presente:

▸«Così abbiamo davanti agli occhi non soltanto osservazioni ed esperienze del mondo attuale, ma anche ciò che Michele offre, e cioè una condizione passata del mondo, una condizione del mondo che appunto Michele conduce nel presente attraverso il proprio essere e la propria azione».69

 

▸E il «modo in cui Michele rende efficace il passato nella vita umana del presente, va nel senso del corretto progresso spirituale dell’universo e non contiene nulla di luciferico».

In un altro punto viene detto: ▸«Per questo nel rapporto dell’uomo col mondo nasce qualcosa di divino che corrisponde a tempi passati e appare tuttavia in tempi successivi. Ciò si verifica attraverso l’azione di Michele».

 

Questo ci ricorda quanto è stato caratterizzato pressoché con le stesse parole in riferimento alla cooperazione tra Spiriti della saggezza e arcangeli sull’antico Sole, quando i primi in un periodo precedente fecero fluire la propria sostanza di saggezza che venne conservata dalle archai e trasferita agli arcangeli in un periodo successivo (vedi pagina 42).

 

Michele nel nostro cosmo

è lo spirito gerarchico che dall’inizio dell’evoluzione terrestre

invia all’umanità l’intelligenza cosmica, i pensieri universali creativi delle gerarchie,

la sostanza della celeste Sofia dalla sfera solare

in forma di luce spirituale della saggezza cosmica che risveglia una coscienza più elevata.

 

Alla svolta dei tempi, quale arcangelo guida del Sole, Michele contempla l’allontanarsi del Cristo dal Sole e la sua unione con la Terra. La più elevata entità del nostro cosmo lascia così la sfera alla quale Michele appartiene e di cui è servitore. Quindi si compie sulla Terra il mistero del Golgota; da questo istante il Cristo, l’impulso centrale dell’intera evoluzione terrestre, agisce nell’atmosfera spirituale della Terra. Questo impulso cosmico tuttavia è così possente e globale che, nonostante l’azione dell’essere soprasensibile caratterizzato (l’ultima parte costitutiva della celeste Sofia), viene a mancare all’umanità la forza del pensiero individuale, e in modo particolare la facoltà di formare pensieri in modo autonomo, per conquistare un rapporto libero e pienamente cosciente con l’impulso del Cristo che non viene portato soltanto inconsciamente oppure semi-inconsciamente come un’ispirazione superiore nell’anima.

 

Per questa ragione sul Sole, nell’imitazione del Cristo di cui è al servizio dai primordi quale «volto del Cristo», Michele prende la decisione di donare all’umanità, ora unita all’entità del Cristo, la cosa più preziosa fino ad allora da lui amministrata nel cosmo spirituale per incarico della celeste Sofia: la sostanza dell’intelligenza cosmica.

Così questa sostanza-pensiero si riversa come una pioggia d’oro spirituale sulla Terra nel corso dei primi secoli dell’era cristiana, ispirando nel suo cammino molti padri della Chiesa e pensatori cristiani, fino a raggiungere definitivamente l’umanità della Terra all’incirca nell’ottavo secolo. Di conseguenza si potè «osservare sulla Terra la comparsa dei primi pensatori. Gli altri, che si erano presentati prima come grandi entità, erano stati possessori di pensieri ispirati.

 

Pensatori ‘in proprio’ [vale a dire creatori dei propri pensieri]

fecero la loro comparsa soltanto a partire dall’ottavo secolo d.C.»

 

E poi «entro il coro degli arcangeli nella regione solare risuonò (…) dall’entità di Michele la potente parola: “Ciò che era la forza del mio regno, ciò che da qui veniva amministrato attraverso di me, non è più qui; deve continuare a scorrere, a ondeggiare e a fluttuare laggiù sulla Terra! “(…) Questo fu anche il grande mistero: che le forze che si riferiscono prevalentemente a Michele sono scese dal cielo sulla Terra».70

 

Possiamo comprendere nel miglior modo il significato interiore di questo sacrificio di Michele ricordando le seguenti parole del Cristo nei dialoghi di commiato del vangelo di Giovanni: ▸«Non posso più chiamarvi servi, perché il servo non sa ciò che fa il padrone. Vi chiamo amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio ve l’ho fatto conoscere»(19)

(Gv 15,15).

 

Questo significa che

fino a quando un impulso spirituale, anche il più elevato, agisce nell’uomo in modo incosciente, istintivo,

l’uomo rimane suo servo;

il senso dell’intera evoluzione terrestre sta però nel fatto che l’uomo diventa un amico di questo impulso spirituale,

dell’entità spirituale che in lui si incarna.

E questo diventa possibile solo attraverso un rapporto pensante-conoscitivo,

vale a dire un rapporto libero individuale con questa entità divina.

 

L’accesso al Cristo in piena libertà interiore

è possibile solo mediante una vera comprensione spirituale

del globale significato dell’entità e delle azioni del Cristo

per l’evoluzione della Terra e per ogni singolo uomo,

vale a dire rivolgendosi al Cristo nell’unica forma dal Lui desiderata, e cioè in un rapporto di amicizia.

 

E affinché l’umanità possa a poco a poco conseguire un tale rapporto con il Cristo,

Michele le donò l’intelligenza cosmica che fino allora aveva amministrato nel mondo spirituale.

Soltanto quando l’umanità l’avrà fatta interamente propria raggiungerà un rapporto cosciente e libero con il Cristo.

 

L’umanità entrò in questa nuova fase d’evoluzione all’incirca dall’ottavo secolo d.C. Nello stesso periodo anche l’intelligenza cosmica di Michele raggiunse per la prima volta la Terra, e l’essere soprasensibile da noi considerato ‘si portò al pari’ dell’umanità nella propria evoluzione con l’anima razionale o affettiva. Si può dire che in questo processo celeste-terrestre, l’essere soprasensibile forma una specie di coppa ‘umana’, mentre l’intelligenza di Michele riempie questa coppa della sua sostanza.

Ci rappresentiamo correttamente questa coppa formata di sostanza pensiero se vediamo l’immagine dello Spirito-Cristo, il quale risveglia nell’uomo le forze dell’io individuale e conduce questo io a un cosciente rapporto con l’intero cosmo spirituale, nella figura della colomba sopra questa coppa, che la illumina con la sua luce, similmente alla colomba che Giovanni Battista nel battesimo nel Giordano vide scendere dai cieli su Gesù di Nazareth.

 

Tutto ciò si può così riassumere:

Cristo – risveglia nell’uomo l’io individuale

Sofia (attraverso la sua ultima parte costitutiva) – insegna all’uomo a guidare i pensieri con l’io

Michele – dona all’uomo la sostanza pensiero

 

Durante l’ultimo terzo del quarto periodo di civiltà postatlantico

tuttavia non fu ancora possibile affidare il contenuto di questa coppa definitivamente al dominio dell’uomo individuale.

Così furono degli angeli ad agire in qualità di mediatori tra la sfera di Michele e gli uomini,

con il compito di accompagnare e di proteggere l’intelligenza cosmica che stava scendendo dal Sole verso la Terra,

di portarla sulla Terra, dove a poco a poco il menzionato essere soprasensibile

la raccolse come in una coppa eterico-spirituale.

 

Questa partecipazione degli angeli allo sviluppo dell’intelligenza umana sulla Terra può essere riscontrata con particolare chiarezza nella persona di Tommaso d’Aquino, il quale fu per questo denominato anche «doctor angelicus», vale a dire un uomo nella cui conoscenza agisce un essere angelico.

Rudolf Steiner disse in merito: «Per quanto riguarda Tommaso d’Aquino ad esempio, non si può dire che ciò che sta scritto nei suoi libri, sia stato acquisito nel tredicesimo secolo nel modo in cui oggi si acquisiscono concetti e rappresentazioni. Sarebbe sbagliato pensarlo. Per ciò che è scritto nei suoi libri dovete immaginarvi la continua presenza di uno spirito della gerarchia degli angeli che lo ispira, e ciò che scrive gli proviene dalla coscienza di uno spirito superiore».71

 

Ma affinché sulla Terra l’intelligenza di Michele possa essere lasciata completamente a disposizione dell’individuo, il grado di anima cosciente, entro il quale l’io può manifestarsi appieno, dovette essere raggiunto sia dall’umanità, sia dall’essere soprasensibile nella propria evoluzione (vedi schema a pag. 76), così che esso potesse finalmente donare all’umanità l’intelligenza di Michele.

 

Così nell’anno 1413 l’umanità occidentale (europea) entra nell’epoca dell’anima cosciente e pressoché nello stesso periodo (dal 1400 al 1600 d.C.) l’anima cosciente comincia a svilupparsi anche nell’essere soprasensibile. Da ora in poi l’intelligenza cosmica divenuta terrestre si effonde entro l’evoluzione culturale-spirituale dell’umanità non più attraverso la mediazione degli angeli, bensì direttamente dalla coppa descritta, passando così completamente al suo ‘utilizzo’ individuale.

 

Quest’ultimo fatto trovò espressione immediata nella storia della filosofia. Rudolf Steiner lo descrive nel seguente modo. ▸«Viene poi il quarto periodo dell’evoluzione(20), il libero dominio del pensiero nell’interiorità, un’ulteriore emancipazione del pensiero nella percezione del pensiero esteriore, quella libera creazione di pensieri nell’interiorità che appare così grandiosa nelle costruzioni di pensiero di Giordano Bruno, Spinoza, Cartesio e dei successori, Leibniz e così via»72 e che raggiunse il suo culmine nel XIX secolo con la filosofia di Hegel, per il quale «il pensiero che vive solo nella coscienza» appariva in forma purissima.

 

Ciò che in un certo senso venne preparato soltanto nell’epoca precedente, nei precedenti settecento anni, quale completa fusione dell’evoluzione dell’essere soprasensibile con l’evoluzione generale dell’umanità, raggiunge ora il suo culmine: «Infatti soltanto ora, dal XVI secolo, la filosofia [quale espressione dell’evoluzione terrestre dell’essere soprasensibile] coincide con ciò che è anche l’evoluzione generale dell’umanità: ora domina il libero pensiero nell’anima cosciente».73

L’uomo nell’era moderna può conquistarsi questa libera vita di pensieri nell’anima cosciente per il fatto che dal XV-XVI secolo l’intelligenza cosmica di Michele si effonde nell’evoluzione generale dell’umanità, ora divenuta terrestre e interamente di sua proprietà. Questo tuttavia può avvenire soltanto se la sua portatrice terrestre, l’essere soprasensibile, la conduce nella coscienza umana, unendo la sua anima cosciente all’anima cosciente del singolo uomo, vale a dire compiendo ciò che Rudolf Steiner caratterizzò come un passaggio di questa entità, di questa più recente parte costitutiva della Sofia, attraverso l’uomo, attraverso la sua anima cosciente. Essa è «penetrata nell’uomo», penetrata «nell’anima umana»; per alcuni secoli è stata «intimamente unita (…) con l’anima dell’uomo», «ha attraversato l’anima dell’uomo, l’essenza dell’uomo»;74 attraversò l’uomo a partire dal XV-XVI secolo fino ai nostri giorni, riversando nella sua anima, dalla coppa da essa portata, l’intelligenza cosmica divenuta terrestre.

Ciò che di conseguenza si verificò nell’evoluzione umana, Rudolf Steiner lo descrisse come segue:

 

▸«Nel periodo greco nasce il pensiero;

ma nell’era moderna il pensiero giunge veramente all’autocoscienza nell’anima cosciente».75

 

Soltanto grazie a questa esperienza interiore

l’uomo ora può compiere il cammino per conseguire una libertà spirituale superiore.

D’ora in poi può iniziare a creare qualcosa di nuovo basandosi su se stesso.76

 

 


 

Note tra parentesi:

(19) – Nella traduzione di Emil Bock

(20) – Vedi la seconda nota a pié di pagina 70

 

Note:

68 – O.O. 240, 19.7.1924

69 – O.O. 26, Cap. ‘Come l’uomo sperimenta Michele-Cristo’, e le seguenti citazioni

70 – O.O. 240, 19.7.1924

71 – O.O. 176, 11.9.1917

72 – O.O. 161, 10.1.1915 e la seguente citazione

73 – Ibidem

74 – Conf. del 3.2.1913 (nota 31)

75 – O.O. 161, 10.1.1915

76 – Questo cammino è stato descritto da Rudolf Steiner nell’opera: La filosofia della Libertà (O.O. 4)