Risposte a domande

O.O. 327 – Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura – 16.06.1924


 

Sommario: Letame e colaticcio. Il problema delle costellazioni. La funzione dell’elettricità nella natura. L’acidificazione del foraggio. La concimazione verde. L’uso di escrementi umani. Atteggiamento morale.

 

Il colaticcio possiede la stessa forza di organizzazione del ’io presente nel letame?

In proposito sarà opportuno utilizzare un’adeguata mescolanza di letame e di colaticcio, affinché ambedue collaborino alle forze organizzative del terreno. La connessione con le forze dell’io è interamente valida soltanto per il letame. In linea di massima essa non vale per il colaticcio. Ogni io, anche sotto la forma della predisposizione che si trova nel letame, deve agire connesso in qualche modo con l’elemento astrale. Il letame sarebbe privo di astralità se non avesse con sé anche il colaticcio che agisce appoggiandolo. Il colaticcio ha una forza astrale più intensa, mentre il letame ha una maggior forza dell’io. Il letame è piuttosto cerebralità, e il colaticcio piuttosto secrezione cerebrale, forza astrale; piuttosto liquido cefalo-rachidiano, ciò che nel cervello è liquido.

 

È possibile avere indicazioni sulle costellazioni sotto le quali allestire i preparati di cenere?

Dott.ssa Vreede: Le indicazioni particolareggiate non possono venir esposte ora perché sono necessari calcoli che non possono esser fatti in questo momento. In linea di massima per gli insetti vale il periodo fra l’inizio di febbraio e l’agosto. Contro l’arvicola l’operazione sarebbe eseguibile per l’anno in corso, il 1924, fra la seconda metà di novembre e la prima metà di dicembre, ma il giusto periodo cambia di anno in anno.

R. Steiner: I principi del calendario antroposofico progettato a suo tempo dovrebbero venir completati, e in tal caso dovrebbe essere possibile regolarsi su di esso con assoluta esattezza.

 

Quando sì parla dì plenilunio e dì novilunio sì intende soltanto il giorno in cui sì hanno ì relativi fenomeni, oppure anche il tempo breve che li precede e segue?

Si considera che sia luna nuova circa nel momento in cui compare la prima immagine indicata nel disegno. Si considera che sia luna piena dal momento in cui compare l’altra immagine del disegno. Sempre come sottile falce. Più o meno dodici o quattordici giorni.

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Non riuscendo a trovare gli insetti nella relativa costellazione, sì possono tener conservati fino al giorno del loro incenerimento?

Il momento giusto per l’allestimento dei preparati deve essere ancora precisato nei particolari. Quanto agli insetti da bruciare si possono senz’altro conservare fino al momento giusto.

 

L’incenerimento dei semi delle erbacce deve esser eseguito d’estate, oppure in qualsiasi momento?

Non molto tempo dopo la loro raccolta.

 

Come ci si deve comportare, volendo spargere sul terreno la cenere ottenuta da insetti che in realtà si può dire non tocchino la terra?

Anch’essa deve venir data sul terreno. Non importa affatto il contatto fisico dell’insetto, ma la caratteristica che viene data in tale dose omeopatica. L’insetto ha una sensitività di tutt’altro genere ed evita tutto ciò che si forma in un terreno sul quale sia stata cosparsa tale cenere. Il fatto che l’insetto non venga in contatto col terreno non impedisce affatto che ci sia l’effetto voluto.

 

Che cosa si può fare contro i danni del gelo in agricoltura, in modo speciale per i pomodori? In quali nessi cosmici va inquadrato il gelo?

Se si vogliono avere pomodori belli e grandi essi vanno coltivati in ambiente caldo; soffrono molto del gelo. Per quanto riguarda il gelo in generale, è necessario farsi una chiara idea di che cosa si manifesta nelle gelate. Le azioni del gelo sono sempre un’intensificazione dell’influsso cosmico attivo nella terra. Tale influsso cosmico ha un’intensità normale quando abbiamo certe temperature, e allora esso corrisponde esattamente a ciò di cui ha bisogno la pianta. Se abbiamo il gelo troppo intenso e duraturo, l’azione del cielo sulla terra si intensifica troppo, e nella pianta si genera la tendenza ad assottigliarsi in steli che vanno in varie direzioni, a diventare filiforme, a estendersi in diramazioni sottili; tale assottigliarsi conduce appunto la pianta a soccombere al gelo giunto dall’esterno, a esserne annientata. Nel gelo troppo spinto abbiamo quindi una manifestazione che danneggia molto la pianta, proprio per l’eccesso di forze cosmiche che giungono al terreno.

 

Si possono trattare i corpi degli animali con i residui della combustione dei tafani? Oppure conviene spargere questi residui sui pascoli e sui prati?

Conviene cospargerli sul luogo dove l’animale va ad alimentarsi.

Questi residui animali vanno cosparsi sui campi. Essi fungono da additivo al concime.

 

Quale è il modo migliore per combattere la gramigna? E molto difficile ottenerne i semi.

Il modo di riprodursi della gramigna che Lei ha ricordato, cioè senza semi, finisce per eliminarsi da sé. Se non si trovano i semi vuol dire che la gramigna non c’è; ma se essa si comporta in modo da sprofondarsi nella terra per poi proliferare ulteriormente, la si può combattere anche in questo caso, perché si trova sempre la modesta quantità di semi di cui si ha bisogno. Del resto si trovano anche dei quadrifogli!

 

È permesso conservare masse di foraggio per mezzo della corrente elettrica?

Che cosa si vorrebbe raggiungere per questa via? Naturalmente per rispondere a questa domanda si deve tener conto dell’intero compito che l’elettricità svolge in natura. Vorrei dire tuttavia che è confortante che dall’America, dove esiste uno spirito di osservazione più preciso che in Europa, si facciano sentire voci a questo riguardo, secondo le quali gli uomini non possono continuare a vivere come è avvenuto fino ad oggi, in un’atmosfera attraversata da tutte le parti da correnti e radiazioni elettriche, perché esse hanno un’influenza sull’intero sviluppo umano. La vita animica si modificherà se queste cose verranno spinte come si ha intenzione di fare. Già si nota una differenza per una regione: se è ricca di strade ferrate percorse da locomotive a vapore, oppure se le ferrovie sono elettrificate. Il vapore agisce rimanendo al livello della coscienza, mentre invece l’elettricità agisce in maniera molto inconscia sull’uomo; gli uomini non sanno affatto da dove vengano certe cose. Senza dubbio sta delineandosi uno sviluppo in questa direzione perché l’elettricità viene usata al di sopra del suolo nella forma di elettricità radiante, e anche sotto nella forma di elettricità di conduzione per trasmettere con la massima rapidità possibile notizie da un posto all’altro.

La vita dell’uomo, soprattutto quella che si svolge in ambiente di elettricità radiante, condurrà al risultato che gli uomini non saranno capaci di comprendere le notizie che hanno ricevuto con tanta rapidità. Il sistema agisce soffocando la capacità di capire. Se ne osservano già da oggi degli effetti, e ci si accorge che oggi gli uomini comprendono con molta maggiore difficoltà le cose che vengono loro incontro di quanto non lo facessero qualche decennio fa. È confortante che almeno dall’America venga diffusa qualche idea su queste cose. Avviene spesso che quando sorge qualcosa di nuovo si presenti all’inizio anche come mezzo curativo, e poi finisca magari in mano ai profeti. È curioso che quando sorge qualcosa di nuovo anche le cose legate con la chiaroveggenza vengano ridotte a misura umana: oggi abbiamo gente che fa profezie con furia agli uomini a proposito della forza guaritrice dell’elettricità, mentre fino a ieri nessuno ci aveva pensato. Così le cose diventano moda. Con la medesima evidenza non era possibile pensare a guarigioni per mezzo dell’elettricità quando essa non era conosciuta; oggi essa diventa di punto in bianco un mezzo curativo, e non solo perché è nota, ma perché il fenomeno è entrato a far parte della moda. A volte l’elettricità non è un mezzo curativo, se usata allo stato radiante, più di quanto non lo sia il prendere degli aghi fini e pungere con essi. Non è l’elettricità che guarisce, ma lo choc che essa produce.

Non bisogna ora dimenticare che l’elettricità agisce sempre in modo particolare sulla parte superiore dell’organismo, sull’organizzazione della testa, sia dell’uomo sia degli animali; di conseguenza, anche per quanto riguarda le piante, essa agisce in modo fortissimo sulla radice. Se perciò si usa elettricità in modo da compenetrare gli alimenti, ne consegue che questi dovranno gradualmente condurre l’animale che se ne ciba a sclerotizzarsi. È un processo lento, non osservabile a prima vista; si osserverà invece che in qualche modo tali animali verranno a morire prima; non si penserà che il fatto sia dovuto all’elettricità, ma lo si attribuirà a ogni sorta di cause. Dunque l’elettricità è qualcosa che non dovrebbe interferire con la sfera vitale, che non dovrebbe essere usata per favorire la vita, perché non è in grado di farlo. Se infatti ci si rende conto che l’elettricità si trova su un piano più basso del vivente, e che il vivente quanto più è alto tanto maggiormente tende a respingere e ad escludere l’elettricità, ci si renderà anche conto che ciò che è vivo, costretto a difendersi quando non vi sarebbe motivo di farlo, diventa a poco a poco nervoso, sclerotico e agitato.

 

Che cosa dice la scienza dello spirito a proposito della conservazione dei foraggi per mezzo della loro acidificazione, e del processo di acidificazione dei foraggi in generale?

Se, nel senso più ampio di questo processo, si vuole usare il sale, non vi è poi una gran differenza se lo si aggiunge direttamente al momento dell’ingestione o se viene aggiunto al foraggio. Se invece si hanno foraggi che per se stessi contengono poco sale, e che quindi non possono venir spinti verso i luoghi dell’organismo nei quali essi dovrebbero agire, allora la loro acidificazione è il rimedio adatto. Supponiamo per esempio di avere bietole in una certa regione. Abbiamo visto che sono particolarmente adatte per agire in giusto modo nell’organizzazione della testa. Per molti animali, come i vitelli, sono un “alimento eccellente, ma se in una certa regione si osserva che l’animale perde troppo il pelo, che si spela, allora è necessario salare i foraggi, perché si sa che essi non vengono condotti a depositarsi in quantità sufficiente là dove dovrebbero giungere, non arrivano fino in fondo, e il sale è l’elemento che in genere provvede nell’organismo in modo molto intenso a condurre un alimento fino a dove ha da agire.

 

Quale è la posizione della scienza dello spirito a proposito dell’acidificazione delle foglie di bietola e di altri foraggi verdi?

In questo processo si dovrebbe badare a trovare l’optimum nel tenore dei mezzi di acidificazione, optimum da non oltrepassare. In genere non si avranno danni dall’acidificazione se non si esagera nella dose di additivi, proprio perché quei costituenti salini rimangono più invariati nell’organismo. In generale l’organismo animale, e ancor più quello umano, è organizzato in modo da trasformare variamente quel che riceve. È un mero pregiudizio credere che qualcosa, ad esempio una proteina introdotta nello stomaco, sia utilizzabile nella configurazione che ha quando appunto la si introduce. La proteina deve venir previamente trasformata in una sostanza completamente morta e poi, ad opera del corpo eterico umano, deve subire la trasformazione in proteina umana, deve diventare proteina specificatamente umana, oppure animale. Tutto ciò che entra nell’organismo deve trasformarsi. Quel che dico si applica perfino all’elemento calore, al calore abituale. Facendo un disegno schematico (si veda il disegno che segue), a sinistra abbiamo un organismo, e attorno il calore dell’ambiente. Supponiamo di avere invece a destra un legno morto, derivato sì da un organismo, ma ora morto, e intorno di nuovo del calore. Quando vi è un organismo il calore non vi entra direttamente, non lo compenetra, ma viene subito elaborato appena entra nell’organismo stesso; si trasforma in calore elaborato dall’organismo. Né può essere diversamente. Quando invece si tratta del legno, il calore vi entra direttamente ed è identico a quello esterno del mondo minerale. Nell’istante in cui calore non trasformato penetrasse in noi allo stesso modo in cui penetra nel pezzo di legno noi prenderemmo un’infreddatura. Quel che dall’esterno entra nell’organismo non deve rimanere nello stato originario, ma deve venir subito trasformato.

 

 

Però questo processo di trasformazione si ha in misura minima quando si tratta di sali. Quindi l’uso dei sali, quale è stato indicato per l’acidificazione dei foraggi, non può essere particolarmente dannoso, purché ci si tenga entro limiti ragionevoli e non se ne dia una quantità eccessiva; del resto troppi sali sarebbero respinti a motivo del sapore. Se il loro uso è necessario alla conservazione, è segno che l’intero procedimento è giustificato fino a un certo punto.

 

È consigliabile l’acidificazione dei foraggi senza sali?

Si tratta di un processo che si è spinto troppo avanti, un processo che oltrepassa l’organico e che è molto dannoso in certe condizioni, quando sia troppo progredito.

 

È di danno il gesso alimentare che si somministra agli animali per mitigare gli effetti dell’acidificazione del foraggio?

Certi animali non lo sopportano, se ne ammalano; altri lo sopportano, ma in questo momento non sono in grado di dire quali animali lo sopportino. In generale non giova molto, gli animali se ne ammalano.

 

Forse il succo gastrico viene neutralizzato dal gesso alimentare?

Il succo gastrico diventa appunto inutilizzabile.

 

Vorrei chiedere se non abbia un grande significato la disposizione d’animo con la quale si compiono tutte queste operazioni. Sono due azioni molto diverse seminare cereali o spargere qualcosa che porti a un annientamento. Si deve considerare la disposizione d’animo. L ’uso dei mezzi che sono stati indicati per agire contro gli insetti non ha per il karma un significato molto più grave che non la messa in opera, in singoli casi e allo stesso scopo, per esempio di mezzi semplicemente meccanici?

Certamente essenziale è la buona o cattiva disposizione d’animo, ma che cosa si intende dicendo “annientamento”? Consideriamo Finterò modo di pensare che si deve tenere per queste cose. Riflettiamo per esempio sulla conferenza di oggi, sul modo in cui è stata tenuta, quando ho detto che, sapendo qualcosa su un certo argomento e osservandolo anche esteriormente, per esempio guardando i semi di lino e le carote con il processo che essi attraversano nell’animale, per il fatto che il processo è reale si ha una tale oggettivazione che di fronte ad essa è impensabile non compenetrarsi di una certa religiosità. Va conquistato il senso di fare qualcosa al servizio dell’umanità, dell’universo stesso. Si tratta proprio solamente che i danni, provenienti da un’eventuale disposizione d’animo, conducono direttamente a un’intenzione cattiva. Si tratterebbe di avere cattive disposizioni d’animo. Io non posso figurarmi che dove nell’insieme si sollecita la moralità, essa possa generare cattivi effetti. 0 forse si pensa che sia un male minore inseguire un animale per ucciderlo?

 

Intendevo chiedere se il modo di uccidere, per esempio con mezzi meccanici, sia da giudicare diversamente da quello che impiega mezzi cosmici.

Certo che ora le cose si complicano, e la loro comprensione è possibile solo allargando la prospettiva. Supponiamo di pescare un pesce dal mare e di ucciderlo. Abbiamo ucciso qualcosa, abbiamo compiuto un’azione che si svolge su un certo piano.

Supponiamo ora di pescare per uno scopo qualsiasi un recipiente pieno di uova di pesce. In tal caso avremo ucciso un intero esercito di esseri viventi, ma avremo fatto un’azione molto diversa dall’uccidere un singolo pesce. Avremo compiuto un’azione molto diversa; avremo compiuto lo stesso processo, ma su un piano diverso. Una certa via è stata percorsa quando in natura un essere è diventato un pesce finito; in questo caso, uccidendolo, percorriamo la via a ritroso, creiamo un certo disordine. Se però il processo di sviluppo non è terminato, se esso non è giunto al vicolo cieco costituito dall’organismo finito, e io lo arresto precocemente, non compio più la stessa azione che avrei compiuto agendo sull’organismo finito. La domanda posta prima si riduce allora a questa: qual è l’ingiustizia che compio nell’atto di allestirmi il “pepe”? In questo caso quello che si distrugge con il “pepe” non va più considerato, fa parte di un’altra sfera. Si tratterebbe allora soltanto del quantitativo di insetti che userò per allestirmi il “pepe”. Nella stragrande maggioranza dei casi avverrà che io uccida un numero di animali molto minore che non raccogliendoli tutti a mano per ucciderli in qualche modo. Credo che pensando al problema con senso pratico, e non astrattamente, non lo si troverà tanto inquietante.

 

È permesso usare feci umane, e in tal caso quale trattamento esse dovrebbero subire prima dell’uso?

Quanto meno possibile, perché esse hanno un valore concimatorio scarsissimo e sono più dannose di qualsiasi altro concime. Volendole adoperare, la quantità che viene ad aggiungersi al resto del concime spontaneamente in un’azienda normale è più che sufficiente. In questo caso si avrà un limite di misura che non rechi danno e che sarà commisurato al numero di persone che vivono nell’azienda, se le feci umane vengono a mescolarsi a quanto proviene da animali o da altro. È il massimo che sia concesso usare. Sarebbe gravissimo se aziende site nelle vicinanze di grossi centri cittadini si mettessero a usare del letame umano, perché ve ne sarebbe tanto da coprire il fabbisogno di un’azienda immensa. È impossibile che si adotti un’idea tanto balorda, come sarebbe quella di concimare in vicinanza di grandi città, per esempio con le feci di tutta Berlino, una ristretta zona agricola circostante; basterebbe infatti assaggiare le piante cresciute in quelle condizioni per accorgersene. Si provi per esempio con degli asparagi, o con altre piante che si comportano in modo onesto, e si vedrà che cosa succede. Usando poi il concime umano per concimare i foraggi destinati agli animali, si deve pensare che il danno derivante da tali foraggi sarà assai grave, perché nel loro organismo molte cose rimangono non trasformate. In verità molti elementi, passando attraverso l’organismo vegetale, rimangono al livello metabolico in cui rimangono gli asparagi quando attraversano l’organismo umano. In questo senso un’ignoranza crassa ha generato le grandi balordaggini fatte in questo settore.

 

Come va combattuto il mal rossino dei maiali?

È un problema veterinario. Non me lo sono ancora posto, perché nessuno mi ha mai chiesto consigli su questo argomento. Ritengo però che possa venir curato con successo facendo all’animale frizioni con dell’antimonite grigia in un certo dosaggio. Siamo comunque nel campo della medicina, perché si tratta di una malattia vera e propria.

 

È possibile combattere con la cenere di semi anche il ramolaccio selvatico, vale a dire una pianta bastarda, un incrocio?

Le ceneri di cui ho parlato sono attive specificamente soltanto nei riguardi delle piante che sono servite per prepararle. Perciò nel caso di piante che siano realmente un incrocio o qualcosa di simile avvenuto con un’altra specie, l’effetto non si avrebbe. Le simbiosi non ne vengono influenzate.

 

Che cosa sì può dire della concimazione verde?

Essa ha i suoi meriti, soprattutto se adoperata per la frutticoltura. Ma non si deve generalizzare. Per certe cose la concimazione verde è utile. La si deve adoperare per le piante nelle quali si voglia fortemente agire sullo sviluppo delle parti verdi. Avendo questa intenzione si può ricorrere a un po’ di concimazione verde.