Diversi tipi di comunione

Il mistero della resurrezione


 

Vogliamo qui aggiungere alcune esposizioni al contenuto del precedente capitolo. Dapprima un breve accenno di come l’autore giunse a tali contenuti. L’impulso derivò dal ciclo dell’Apocalisse per i sacerdoti della Christengemeinschaft (Comunità dei cristiani) nelle esposizioni di Rudolf Steiner che due ambiti universali sono profondamente collegati l’uno con l’altro: l’essere della transustanziazione e l’essere del Karma.

In questo ciclo, tenuto circa nove mesi dopo il Convegno di Natale, subito all’inizio della prima conferenza Rudolf Steiner parla del Convegno di Natale e del suo punto centrale, la meditazione della Pietra di Fondazione.

 

Ai sacerdoti riuniti a Dornach egli dice:

► «Questa volta, trovandovi nuovamente riuniti in questo luogo, avremo da discutere importanti questioni, nella luce e nel calore che ci sono venuti incontro dal mondo spirituale con il Convegno di Natale, in certo qual modo come compenso spirituale per le perdite terrene provocate dalle fiamme [l’incendio del Goetheanum]» (ibidem, 5.9.1924).

Queste parole, nelle quali si tratta della luce proveniente dal mondo spirituale e del calore derivante da esso, si riferiscono anche alla quarta parte della meditazione della Pietra di Fondazione, che si rivolge direttamente a tali qualità date a tutti gli antroposofi per l’esercizio meditativo.

Durante la Posa della Pietra di Fondazione stessa Rudolf Steiner dice in merito: ► «E noi possiamo rafforzare quel calore dell’anima e quella luce dell’anima che ci occorrono, nel miglior modo, se li vivifichiamo con il calore e con la luce che alla svolta dei tempi irradiò nella tenebra del mondo quale luce del Cristo» (O.O. 260, 25,12.1923).

 

Ne consegue che questo ciclo dell’Apocalisse, che costituisce la culminazione delle istruzioni esoteriche ai sacerdoti della Christengemeinschaft, venne dato completamente dalla sostanza del Convegno di Natale, ossia dalla sorgente dei Nuovi Misteri.

E se in questo ciclo leggiamo che l’agire del Karma e l’essere della transustanziazione sono strettamente collegati, nasce il compito di indagare tale rapporto per trovare entro i Nuovi Misteri, dei quali fanno parte le grandi manifestazioni del Karma nelle 82 conferenze sul Karma dell’anno 1924, anche l’altro elemento che ne fa parte – la transustanziazione, che costituisce il principale Mistero di ogni vera comunione.

Infatti, soltanto su questo fondamento può essere compresa giustamente la natura della comunione spirituale, che costituisce l’essenza dei Nuovi Misteri. Questo compito di indagine che dapprima fu posto da Rudolf Steiner ai sacerdoti della Christengemeinschaft, ma che è di decisiva importanza per tutti gli antroposofi, dopo anni di lavoro condusse ai risultati sopra descritti.

Possiamo indicare ancora un’ulteriore specificazione di Rudolf Steiner che qui è di importanza. Come noto, in molte conferenze egli parla dell’apparizione del Cristo nell’eterico, che ha avuto inizio negli anni trenta del XX secolo. Contemporaneamente egli dice che alla fine del XX secolo il Cristo assumerà il Suo nuovo ufficio, quale Signore del Karma, che si estenderà sino alla fine della Terra. Spesso Rudolf Steiner collega in modo ancor più stretto questi due eventi, cosicché nasce la domanda di che tipo sia il loro collegamento.

È possibile rispondere se consideriamo, che all’attuale apparizione del Cristo nel corpo eterico sul piano astrale, dalla durata di circa 3000 anni, seguirà la Sua prossima manifestazione nel corpo astrale sul Devachan inferiore. Dopodiché avverrà una manifestazione ancor più alta, nella quale Egli renderà accessibile agli uomini l’essere del Suo Io sul Devachan superiore (vedi O.O. 130, 4.11.1911).

 

Da altre comunicazioni di Rudolf Steiner possiamo rilevare che questa serie di manifestazioni giungerà a una certa conclusione soltanto quando il Cristo dall’ancor più elevata sfera del Buddhi apparirà agli uomini quale Parola solare o Sole spirituale, che avvolge e guida tutta l’evoluzione della Terra, dall’inizio alla fine.

Oggi la visione del Cristo a questa altezza è accessibile soltanto a un iniziato del rango di Bodhisattva. Alla fine dell’evoluzione della Terra tutti gli uomini potranno vedere questa manifestazione del Cristo. Nel presente questo grado è accessibile soltanto agli uomini che nella loro ultima vita terrena hanno percorso il moderno cammino di iniziazione durante la Mezzanotte cosmica dell’esistenza dopo la morte.

 

Infatti là, nelle altezze del cosmo si incontrano le due correnti d’azione del Cristo:

• la continuazione della serie ascendente delle Sue manifestazioni

• e la Sua attività quale Signore del Karma.

Contemporaneamente in questa sfera cosmica si incontrano anche

• l’azione del Cristo sul Karma

• e le forze che creano la comunione spirituale con il Suo corpo di resurrezione.

Dopo le mie diverse conferenze su questa tematica mi venne anche chiesto sempre di nuovo come fosse il rapporto tra la comunione spirituale e la comunione cosmica da un lato e la comunione sacramentale della Christengemeinschaft dall’altro lato, ossia in che cosa consistesse la differenza. In merito è possibile partire soprattutto da tre criteri.

 

1. • Nella comunione cosmica e nella comunione sacramentale

si tratta rispettivamente della trasformazione di sostanze terrene

mediante forze spirituali, che pervengono all’uomo dall’esterno.

• Nella comunione spirituale invece sin dall’inizio, in un processo interiore,

si tratta della trasformazione del corpo umano (della formazione dell’uomo spirito).

Per questo nei Nuovi Misteri non vengono usate alcune sostanze esteriori.

 

2. La comunione spirituale

ha come sua ultima meta la trasformazione dell’umanità in decima Gerarchia.

Rimarrà efficace anche dopo la spiritualizzazione della Terra,

ossia dell’unione con il Sole alla fine della sua evoluzione.

Allora la comunione cosmica e la comunione sacramentale avranno assolto il loro compito,

poiché esse dipendono dalla trasformazione di sostanze terrene, che in quel periodo non esisteranno più.

 

3. La comunione sacramentale

non è soltanto collegata con l’evento pasquale, ma anche con l’Ultima Cena il Giovedì Santo, vale a dire con l’evento che precedette il Mistero del Golgota. Possiamo anche dire: La via della comunione sacramentale alla realtà della resurrezione conduce attraverso gli eventi dell’Ultima Cena e si trova sino ad oggi nella corrente spirituale della sua continuazione giustificata. Per cui la parola «Fate questo in memoria di me» nella Consacrazione dell’uomo (n.d.t. culto della Comunità dei cristiani) ha piena validità.

 

• Anche nella comunione cosmica

è evidente un rapporto con gli eventi che precedettero la resurrezione. La sua origine si trova sulla collina del Golgota negli eventi del Venerdì Santo attraverso i quali la sua ulteriore via conduce alla realtà della resurrezione.

 

• La comunione spirituale

invece non ha nessun rapporto diretto con gli eventi del Giovedì Santo o Venerdì Santo. Essa si riferisce direttamente all’evento della domenica di Pasqua e con ciò è unicamente e solamente collegata con l’essere della resurrezione.

Vogliamo inoltre mettere in rilievo come il motivo della comunione attraversa tutta la vita e l’opera di Rudolf Steiner. Appena ventiseienne, nel secondo volume delle Introduzioni agli scritti scientifici di Goethe, dalla sua intima esperienza egli scrive:

«La percezione dell’idea nella realtà è la vera comunione dell’uomo»

(O.O. 1, cap. VI « La conoscenza goethiana»; corsivo di Rudolf Steiner).

 

• Con questa frase epocale l’essere della comunione è collegato per tutti i tempi con la vera conoscenza moderna.

Infatti, nelle parole citate abbiamo l’inizio della via nella quale per il pensare trasformato,

il mondo delle idee diventa il mondo delle percezioni.

Poiché in questo caso il pensare stesso e il mondo delle idee da esso percepito sono della stessa «sostanza»,

questa forma di conoscenza assomiglia a una vera comunione.

 

E il continuare a seguire questa via nel mondo spirituale

condusse Rudolf Steiner già alla svolta del secolo all’incontro soprasensibile con il Cristo

nell’«essere stato spiritualmente dinanzi al Mistero del Golgota,

nella più intima e profonda solennità della conoscenza» (O.O. 28, cap. XXVI).

 

Nel libro La scienza occulta nelle sue linee generali Rudolf Steiner descrive come il discepolo dello Spirito può raggiungere il grado della moderna iniziazione, nel quale si verifica l’incontro con il Cristo nell’intuizione e con ciò — poiché l’intuizione conduce sino alla conoscenza del mondo fisico-sensibile — apprende tutto il significato cosmico-terrestre del Mistero del Golgota per l’evoluzione della Terra (0.0. 13, pag. 319 e seg.).

 

• A partire da questo grado ogni conoscenza soprasensibile conduce un tale discepolo dello Spirito

alla congiunzione dell’essere con l’oggetto da conoscere, o alla vera comunione spirituale.

• Con ciò in lui nasce una facoltà soprasensibile del tutto nuova che in Rudolf Steiner troviamo sviluppata in modo esemplare. Così, nel pieno mantenimento della sua coscienza dell’Io, gli era possibile indagare costantemente in autonomia tutte le sfere del mondo spirituale sino a quelle più alte, e da là anche gli eventi terrestri alla svolta dei tempi.

 

La parola «conoscenza» nell’ultima citazione indica la giusta sequenza della via interiore di Rudolf Steiner, che dalla comunione nel pensiero attraverso l’esperienza spirituale del Mistero del Golgota condusse alla comunione spirituale e con ciò dalla sua cosiddetta opera filosofica iniziale all’Antroposofia.

Nel contempo, le ultime parole citate mettono in rilievo la sorgente, dalla quale Rudolf Steiner accolse la sua autorizzazione spirituale e potenza creatrice di rinnovare anche le altre forme di comunione sulla Terra, sì, di fondarle persino a nuovo.

 

Queste sono la comunione sacramentale della Christengemeinschaft, la comunione cosmica già descritta in questo libro, poi la comunione nella «Solennità di offertorio» della Scuola Waldorf, che quale comunione mediante la Parola è una manifestazione eccezionale nell’intera storia del cristianesimo sino ad ora.

Infatti, la «Solennità di offertorio» secondo il suo essere si riallaccia direttamente ai «Discorsi di commiato» del Cristo dal Vangelo di Giovanni (cap. 14-17) e alla «Preghiera di sommo sacerdote» (cap. 17), nei quali la comunione con la Parola venne predisposta per la prima volta mediante il Logos incarnato stesso.

E infine come coronazione del tutto, abbiamo la comunione spirituale, quale punto centrale dei Nuovi Misteri.

In globale possiamo quindi parlare di cinque diversi tipi di comunione.

 

Rudolf Steiner raggiunse la prima già nella sua gioventù.

Essa costituiva anche il fondamento sul quale nella sua iniziazione intorno alla svolta del secolo egli stesso sperimentò la comunione spirituale. Essa consisteva nell’accogliere l’Io del Cristo nell’Io di un uomo. Con ciò Rudolf Steiner divenne il portatore della coscienza del Cristo, dalla quale egli potè sviluppare tutta l’Antroposofia. Soltanto alla fine della sua vita, durante il Convegno di Natale, egli aprì anche ai suoi allievi il cammino interiore ad essa.

 

All’inizio degli anni venti, dalla sorgente della comunione spirituale Rudolf Steiner fondò le ulteriori tre forme:

• la comunione sacramentale,  • la comunione cosmica  • e la comunione mediante la Parola.

 

Dopodiché, quale culminazione dell’intero sviluppo,

nella fondazione dei Nuovi Misteri durante il Convegno di Natale,

egli pose al suo centro il principio della comunione spirituale.

Da allora il cammino ad essa è aperto a tutti gli uomini.

 

Il tutto può essere riassunto nel seguente modo:

Le cinque forme di comunione nella vita di Rudolf Steiner

• Secondo la sua natura

la comunione spirituale è anche inseparabilmente collegata sin dall’inizio

con la conoscenza del Karma, che ogni uomo porta nelle profondità della sua volontà

o, dal punto di vista fisiologico, nelle forze spirituali del suo sistema delle membra (camminare).

 

Nel disegno il triangolo piccolo collega il camminare con le altre due facoltà fondamentali dell’uomo:

il parlare e il pensare, che sono collegate con la comunione nel pensiero e con la comunione mediante la Parola.

• Queste tre facoltà, il camminare, il parlare e il pensare

sono collegate direttamente con l’agire del Cristo nell’uomo (vedi O.0.15, cap. I).

 

Perciò Rudolf Steiner dice, che il vero sacramentalismo prima deve afferrare tutta la vita dell’uomo,

iniziando dagli ambiti dell’educazione e della conoscenza,

che a poco a poco entrambi devono diventare un vero «servizio a Dio» (0.0.172,27.11.1916).

 

Partendo da ciò poi l’uomo deve imparare

«[a] compiere un servizio a Dio in tutte le azioni [della vita],

[a] portare sacramentalismo in tutto» (ibidem).

Infatti, «è in questa direzione che deve andare la cristificazione degli uomini» (ibidem).

 

Da ciò emerge la necessità dei due altri tipi di comunione, nelle quali le sostanze della Terra vengono trasformate direttamente. Così, il grande triangolo nello schema mostra la nascita della fondazione, ossia del rinnovamento della comunione cosmica e sacramentale dall’esperienza della comunione spirituale.

 

Dinanzi a questo sfondo Rudolf Steiner in settembre del 1924 potè dire ai sacerdoti della Christengemeinschaft, che il Movimento per il rinnovamento religioso può diventare «il portatore di una parte essenziale dei Nuovi Misteri» (0.0.346,7.9.1924).

 

Riassumendo è possibile constatare ancora il seguente rapporto dei quattro tipi di comunione con gli eventi alla svolta dei tempi:

• La comunione sacramentale

ha la sua origine nell’Ultima Cena il Giovedì Santo, come descritto nei Vangeli sinottici.

• La comunione cosmica

risale agli eventi del Venerdì Santo (il sangue e il corpo accolti dal pianeta Terra).

• La comunione mediante la Parola nella «Solennità di offertorio»

secondo il suo essere interiore è collegata con i «Discorsi di commiato» dal Vangelo di Giovanni (cap. 14-17).

 

Durante l’Ultima Cena è soltanto Giovanni ad aver vissuto questi Discorsi del Cristo in piena coscienza e ad avere in essi accolto in sé la pura comunione mediante il Logos, in modo così intenso, da non nominare affatto nella sua comunicazione riguardo l’Ultima Cena la precedente comunione con il pane e il vino.

Naturalmente, tutte le tre forme di comunione citate hanno ottenuto la loro piena forza e il loro pieno significato soltanto dopo il mattino di Pasqua dalla sorgente della resurrezione del Cristo. Tuttavia esse cercano tutte l’accesso a questo Mistero centrale, includendo anche gli eventi che hanno avuto luogo ancor prima della resurrezione.

 

• Soltanto la comunione spirituale

si riallaccia direttamente e originariamente all’intimo essere della resurrezione stessa.

• La comunione nel pensiero invece, con la quale

il giovane Rudolf Steiner aveva iniziato il suo cammino all’esperienza del Mistero del Golgota nell’intuizione,

alla svolta del secolo (nell’«essere stato spiritualmente dinanzi al Mistero del Golgota»),

non ha nessun modello e nessun’origine negli eventi alla svolta dei tempi

ed è una libera azione, puramente umana di Rudolf Steiner,

la quale tuttavia, più tardi gli aprì l’accesso a tutte le altre forme di comunione.

 

Soltanto mediane questa prestazione eccezionale con la propria forza

egli divenne il più grande rinnovatore del cristianesimo nel nostro tempo.