I sigilli dell’Apocalisse e i ritmi del Convegno di Natale

Possano udirlo gli uomini


 

Nel giugno del 1908 Rudolf Steiner ha tenuto un ciclo di dodici conferenze sull’«Apocalisse di Giovanni», in cui egli illustrò i più profondi misteri dell’esoterismo cristiano.1

Appena un anno prima a Monaco ebbe luogo un congresso della «Federazione della sezione europea della Società Teosofica». Su indicazione di Rudolf Steiner, per l’allestimento della sala del convegno, vennero realizzati sette sigilli, che ricevettero le immagini dell’Apocalisse nella forma in cui esse nella nostra epoca si rivelano al chiaroveggente.

Nel ciclo «L’Apocalisse di Giovanni» Rudolf Steiner caratterizzò questa importante creazione dell’esoterismo cristiano con le seguenti parole:

• «Poiché in questo documento [dell’Apocalisse] non è contenuto niente di meno che una grande parte dei misteri del cristianesimo.»

E un po’ più tardi:

• «Quindi nell’Apocalisse di Giovanni abbiamo dinanzi a noi la descrizione di un’iniziazione, di un’iniziazione cristiana» (O.O. 104, 18.6.1908).

 

Nelle sue prime conferenze Rudolf Steiner descrisse più volte i tre fondamentali tipi di iniziazione:

• l’antica iniziazione orientale (Yoga), quale iniziazione del pensare;

• la classica iniziazione cristiana, quale iniziazione del sentire;

• e infine la moderna iniziazione rosicruciana, quale iniziazione

in cui viene rivolta particolare attenzione allo sviluppo delle forze di volontà nell’uomo

(vedi p. es. O.O. 97, 30.11.1906).

 

 

In tale connessione fra le tre correnti citate assume un ruolo importante l’Apocalisse, che descrive l’iniziazione del discepolo «che Gesù amava» (Gv 21,7) e la quale secondo la sua natura, era una forma particolare di «iniziazione della volontà».

In merito Rudolf Steiner dice:

• «Segnare in tal modo le mete dell’umanità significa nel vero ed alto senso, nel senso del principio cristiano originario, afferrare il cristianesimo esotericamente. Così l’intese colui che scrisse il grande principio dell’iniziazione della volontà, colui che scrisse l’Apocalisse (O.O. 104, 17.6.1908).»2

È proprio questa caratteristica fondamentale dell’Apocalisse di Giovanni a mostrare la sua affinità con l’iniziazione rosicruciana. Rudolf Steiner ne parlò all’inizio della terza conferenza:

• «Ieri, alla fine delle nostre osservazioni, abbiamo potuto accennare a quello che tanto l’iniziazione specificamente cristiana quanto in seguito, l’iniziazione cristiano-rosicruciana hanno dato in un grande simbolo significativo [vedi più avanti la descrizione del primo sigillo]» (O.O. 104, 20.6.1908).

È il motivo più profondo del perché i rosacroce si definirono sempre quali veri rappresentanti del cristianesimo esoterico o «Cristianesimo Giovanneo» (vedi O.O. 112, 24.6.1909) a differenza del «Cristianesimo di Pietro» exoterico.

 

Dopo aver acquisito la consapevolezza della connessione fra la forma di iniziazione dell’Apocalisse

e quella dei Rosacroce come pure della continuità spirituale esistente fra entrambe,

• possiamo ora cercare di approfondire il rapporto interiore

fra i sigilli dell’Apocalisse, che rappresentano i sette gradi dell’iniziazione giovannea,

e i sette ritmi del Convegno di Natale, che portano ad espressione

l’essenza della moderna iniziazione cristiano-rosicruciana.1

 

Come illustrato dettagliatamente nel secondo capitolo, i ritmi dati durante il Convegno di Natale

contengono tuttavia insieme ai sette gradi di iniziazione rosicruciana

anche i gradi principali dell’esistenza dell’anima dopo la morte fra due incarnazioni.

• Infatti, il cammino di iniziazione e l’esistenza dell’anima dopo la morte,

sono due aspetti dell’unica e stessa realtà spirituale completa,

soltanto vissuta in differenti forme di esistenza.

 

Va inoltre considerato, che il vero cammino di iniziazione è sempre escatologico,

vale a dire collegato costantemente al riconoscimento del futuro

e per cui in grado di penetrare nei più profondi misteri del divenire universale.

• Infatti, un uomo che accede veramente al cammino di iniziazione,

percorre già nel nostro tempo in modo puramente interiore i gradi evolutivi,

che il resto dell’umanità come pure l’intero cosmo

percorrerà nel corso dell’evoluzione naturale soltanto in un lontano futuro.

 

Quindi possiamo anche dire: così come il moderno cammino di iniziazione cristiano-rosicruciano

contenuto nei sette ritmi del Convegno di Natale rende possibile all’uomo di rivolgere lo sguardo

non solo all’esistenza dell’anima dopo la morte,

ma anche ai futuri destini della terra e dell’umanità fino nei tempi più lontani,

così il cammino di iniziazione dell’evangelista Giovanni,

impresso nei sette sigilli dell’Apocalisse, contiene nel contempo

anche i gradi principali dell’esistenza dell’anima dopo la morte fra due incarnazioni.

 

Tuttavia prima di osservare direttamente i sigilli dell’Apocalisse in relazione ai ritmi del Convegno di Natale,

questi ritmi, anche se solo brevemente, vanno considerati da un punto di vista specifico.

• Vogliamo valerci di alcune comunicazioni di Rudolf Steiner sull’azione delle forze oppositrici di Lucifero e Arimane

nell’esistenza soprasensibile dell’anima fra morte e nuova nascita.

In diverse conferenze Rudolf Steiner disse che l’influsso di questi spiriti sull’uomo, nella sua esistenza dopo la morte,

si divide come segue:

• immediatamente dopo aver oltrepassato la porta della morte è Lucifero ad avvicinarsi all’uomo

• e appena prima dell’incarnazione terrena invece Arimane.

 

Troviamo un’espressione di tale situazione nei primi due e negli ultimi due ritmi del Convegno di Natale, là dove si tratta del superamento delle ingannevoli forze di Lucifero e di Arimane nell’evoluzione della terra.

• Così il primo ritmo indica la necessità di contrapporsi alle forze di Lucifero nell’anima umana.

Il contenuto del primo ritmo è la conoscenza del mistero dell’io grazie a esercizi occulti, la sua evoluzione dalla non-libertà alla libertà, vale a dire l’evoluzione in cui gli spiriti luciferici cercano di esercitare continuamente il loro influsso. Poiché questi spiriti si trattengono prevalentemente nel corpo astrale, da qui cercano di esercitare un’azione sull’io in duplice modo. In primo luogo essi appaiono come implacabili oppositori della libertà umana e lottano contro questa «risvegliando desideri, brame e passioni che sorgono dall’interiorità» (O.O. 148, 18.12.1913), attraverso la cui fitta coltre nel corpo astrale l’io non è in grado di elevarsi all’esperienza della libertà interiore. L’uomo deve opporsi a questa prima tentazione di Lucifero attraverso il suo sviluppo morale, lavorando al superamento della sua bassa natura sensibile.

 

Nel suo commento al primo ritmo Rudolf Steiner richiama l’attenzione allo «sviluppo morale» quale mezzo essenziale nella lotta contro Lucifero in questo grado, dove egli ci parla della necessità del «sentire morale» nel risalire dall’ «esistenza» al «congiungere» e al «donare». E’ questa «l’aurea regola delle vere scienze occulte», di cui nel libro L’iniziazione è detto:

• «Per ogni passo in avanti che cerchi di fare nella conoscenza delle verità occulte, devi al tempo stesso fare tre passi nel perfezionamento del tuo carattere verso il bene», vale a dire nello sviluppo morale (0.0. 10, pag. 56; corsivo di R. Steiner).

Quando le forze luciferiche, nella forma in cui esse cercano di sedurre tutta l’umanità, anche gli uomini che non hanno iniziato a percorrere il sentiero dell’evoluzione occulta, sono state superate fino a un certo grado dal discepolo dello spirito, allora lucifero si presenta dinanzi ad egli con tentazioni molto più forti e più raffinate. Se l’uomo vuole conseguire un’idea di tali tentazioni, egli deve iniziare a percorrere il cammino dell’evoluzione occulta. Qui, Lucifero non si presenta come oppositore, bensì, con l’aiuto della libertà, come grande seduttore, cercando di incitare l’uomo all’uso improprio della sua libertà, affinché egli ne faccia uso per le proprie mete egoistiche. Questa è specialmente la seduzione alla superbia, la quale, nell’osservazione esoterica, si compie per il fatto che Lucifero cerca di impedire in ogni modo al discepolo dello spirito di raggiungere l’autoconoscenza.

 

Questa tentazione puramente occulta viene illustrata nella scena della prima tentazione del Cristo Gesù nel deserto, di cui, secondo Il Quinto Vangelo Rudolf Steiner disse:

• «Il primo incontro nella solitudine dell’entità del Cristo nel corpo di Gesù di Nazareth fu con Lucifero che domina e agisce quando si avvicina tentando gli uomini che, per difetto di autoconoscenza e di umiltà, sopravvalutano se stessi» (O.O. 148, 6.10.1913).

 

Il secondo ritmo, nel punto in cui si tratta di nuovo della conoscenza del mistero dell’io, richiama l’attenzione al superamento di questa molto più sottile forma di tentazione luciferica. Qui, tale conoscenza sperimenta tuttavia un importante approfondimento, divenendo non solo la base per lo sviluppo morale, come nel precedente ritmo, bensì anche il fondamento per la vera «autoconoscenza», della quale Rudolf Steiner parla nel commento al secondo ritmo. Questa conduce poi il discepolo dello spirito gradualmente al superamento delle forze luciferiche che agiscono in lui in modo ingiusto, essendo Lucifero uno spirito che conduce di continuo l’uomo alla tentazione di farsi illusioni in riguardo al suo essere interiore.

Dopo essere così, mediante la vera autoconoscenza in senso del secondo ritmo, il discepolo dello spirito riuscito a «pensare, sentire e vivere veramente», egli con ciò ha purificato fino a un certo grado il suo corpo astrale trasformandolo in sé spirituale, ciò che conduce a sua volta al definitivo superamento delle forze luciferiche in lui.

 

Tuttavia il sesto e il settimo ritmo del Convegno di Natale, per quanto riguarda le esperienze dell’anima umana

appena prima della sua discesa sulla terra, richiamano la nostra attenzione

al superamento delle forze di Arimane nell’evoluzione della terra.

Qui va considerato che

Lucifero seduce l’uomo più dall’interiorità, dalle profondità della sua anima,

• mentre Arimane lo fa essenzialmente dall’esterno,

attraverso il mondo naturale circostante all’uomo o direttamente attraverso il suo corpo fisico.

 

Da questo punto di vista, il sesto e il settimo ritmo ci danno un’immagine globale del cammino, in cui l’uomo con il tempo può vincere le ingiuste forze di Arimane che agiscono in lui.

Mentre tuttavia nell’attuale ciclo evolutivo è possibile resistere alle tentazioni di Lucifero con le proprie forze animiche, il superamento delle forze di Arimane oggi non è ancora possibile nello stesso modo. L’uomo è in grado di raggiungere questo nell’attuale ciclo evolutivo soltanto se accoglie nella sua anima l’impulso del Cristo.

Poiché non noi stessi, ma solo il Cristo in noi può vincere veramente Arimane.

 

Con le parole di Rudolf Steiner:

• «Per opera delle gerarchie superiori, anzitutto Arimane non può essere eliminato completamente per tutto il resto dell’evoluzione della terra fino a Vulcano. Sarà sempre possibile, col puro sforzo spirituale, vincere la tentazione interiore di Lucifero, cioè i desideri, le brame e le passioni che sorgono dall’interiorità, la superbia, l’orgoglio, la temerarietà. Lucifero può essere vinto mediante lo spirito, quando attacca gli uomini da solo. Anche quando Lucifero e Arimane, tutti e due insieme, attaccano gli uomini partendo dall’interiorità si può ottenere la vittoria con mezzi spirituali… In quanto è sempre necessario che nella vita umana si immischi qualcosa di materiale, l’uomo deve fare i conti con Arimane» (O.O. 148, 18.12.1913).

• Così il sesto ritmo ci da la possibilità di superare Arimane nel nostro corpo eterico,

nell’acquisire la percezione di come dal Mistero del Golgota agiscono le forze del Cristo-Sole nell’ambito degli spiriti elementari della i terra, vale a dire in quella sfera eterica, dominata in misura elevata da Arimane fino al Mistero del Golgota.

 

Soltanto in questo modo possiamo anche collaborare alla reale trasformazione della nostra terra, alla sua graduale metamorfosi da pianeta a stella fissa.

Nel commento al sesto ritmo Rudolf Steiner nominò questo grandioso futuro della terra il «significato dell’intera evoluzione della terra».

 

Nell’accogliere l’impulso del Cristo

dobbiamo imparare di nuovo a vedere colmata di spirito l’intera natura che ci circonda.

• In ogni pietra, in ogni nuvola e in ogni pianta

dobbiamo sperimentare l’azione della sostanza vivente del Cristo,

che li compenetra dal Mistero del Golgota.

Soltanto una tale concezione della natura colmata interamente dal Cristo

può fermare le forze di Arimane nel nostro corpo eterico,

partendo dal quale, egli cerca di descriverci tutta la natura

come un meccanismo morto, senz’anima,

ciò che è l’espressione esteriore del suo sforzo

di portare l’impulso della morte nel corpo eterico umano

e di impedire la trasformazione di esso in spirito vitale.

In tal senso il settimo ritmo ci conduce ancora più avanti.

Esso ci indica la possibilità di superare definitivamente le ingiuste forze di Arimane

che agiscono nell’evoluzione della terra, ciò che nell’evoluzione generale avverrà soltanto su vulcano,

quando l’intera umanità avrà raggiunto il grado dell’uomo spirito

e disporrà di un corpo fisico tale, i cui tre sistemi saranno la più pura immagine

delle forze macrocosmiche del Padre, del Figlio e dello Spirito (vedi cap. 9, vol. III).

 

Tuttavia già nel nostro tempo è possibile lavorare al superamento delle forze di Arimane anche nel corpo fisico,

accogliendo in sé la forza di resurrezione contenuta nell’impulso del Cristo,

mediante la comunione interiore con il «corpo incorruttibile» (il fantoma) risorto dal sepolcro del Golgota;

detto diversamente, ricreando in sé di nuovo «l’immagine spirituale primordiale»,

di cui parla Rudolf Steiner nel commento al settimo ritmo.

 

Nel ritmo centrale, che è il quarto ritmo,

entriamo nell’originaria sfera d’azione del Cristo, quale Logos creatore o «Parola universale»,

alla quale Rudolf Steiner richiama l’attenzione nel commento a questo ritmo.

• In questo grado l’iniziato riconosce il Cristo nell’intuizione, quale supremo archetipo del proprio Io.

 

Considerando ciò, nella globale composizione dei sette ritmi

possiamo riconoscere il riferimento all’essere esoterico del gruppo ligneo,

il quale, con le parole di Rudolf Steiner, racchiude in sé la figura della Nuova Iside, la divina Sofia.4

• Con ciò, i ritmi ascendenti (1 – 3) si possono vedere quale cammino dei pastori (misteri del sud)

e i ritmi discendenti (5 – 7) quale cammino dei re (misteri del nord).

 

Alla svolta dei tempi attraverso ambedue le correnti dei misteri agì la celeste Sofia (vedi O.O. 202, 24.12.1920).

E oggi, essa continua ad agire attraverso ogni allievo dello spirito,

che nella propria evoluzione spirituale cerca di unire i due cammini,

come nel nostro tempo si rende possibile nell’iniziazione cristiano-rosicruciana.

 

In globale, questa descrizione dei ritmi può essere riassunta nel seguente modo:

 

 

In riguardo al terzo e al quinto ritmo c’è da dire quanto segue.

• Nel terzo ritmo non troviamo nessuna indicazione diretta alla resistenza nei confronti delle forze luciferiche, poiché Lucifero dopo la sfera solare smette di esercitare la tentazione nell’anima dell’uomo, di essere un’entità che seduce al male; infatti, egli adesso diventa la giusta guida dell’anima dell’uomo nel cammino verso le sfere superiori delle stelle fisse (vedi O.O. 140, 3.11.1912).

• Il quinto ritmo connesso alla «svolta dei tempi» rende testimonianza del fatto, che il Cristo, attraversando il Mistero del Golgota, superò l’oscuramento della coscienza superiore provocato da Arimane, in cui si trovavano le anime dei defunti nell’epoca precristiana.

Ne La scienza occulta questo viene descritto nel seguente modo:

• «E quando il ‘Mistero del Golgota’ si fu compiuto, quando fu sofferta la ‘morte sulla croce’, il Cristo apparve nel mondo in cui le anime dimorano dopo la morte e rimise la potenza di Arimane nei suoi limiti. Da quel tempo in poi la regione che il popolo greco chiamava ‘il regno delle ombre’, fu attraversato da un lampo spirituale che mostrò agli esseri che la popolavano che la luce tornerebbe a risplendervi. Ciò che era stato raggiunto per il mondo fisico per mezzo del ‘Mistero del Golgota’, illuminò con la sua’ luce il mondo spirituale» (0.0. 13, pag. 238).

 

Nella meditazione della Pietra di Fondazione corrispondono a questo evento in particolare le parole:

L’oscurità della notte

Aveva terminato il suo dominio;

La chiara luce del giorno

Irraggiò nelle anime umane.

 

Se adesso consideriamo ancora, che le potenze arimaniche nell’uomo agiscono specialmente nella sfera della volontà, allora comprendiamo che soltanto nell’accogliere coscientemente l’impulso del Cristo-Sole fino entro la sfera della volontà l’uomo può essere veramente condotto al superamento delle forze arimaniche nel suo essere. Ma il risultato di un tale superamento sarà reale azione del bene e ne troviamo lo stimolo nel quinto ritmo:

Affinché diventi buono,

Ciò a cui noi

Con i nostri cuori vogliamo dare fondamento,

Ciò che con i nostri capi Vogliamo condurre

Diretto alla meta.

 

Ora siamo adeguatamente preparati per poter vedere fino a quale punto la sostanza dei sette ritmi del Convegno di Natale sia contenuta già in germe nei sette sigilli apocalittici del 1907.

Va però considerato, come illustrato nel terzo capitolo, che i ritmi sono collegati direttamente con l’ascesa dell’anima nei mondi spirituali fino alla Mezzanotte cosmica, mentre nei sette sigilli questo cammino è rappresentato solo nella sua immagine astrale, vale a dire mediante le immaginazioni che il chiaroveggente può decifrare nella luce astrale. Questo è anche il motivo per cui appaiono determinate differenze confrontando i sigilli apocalittici con i ritmi del Convegno di Natale.

Sul piano astrale molti eventi dei mondi superiori possono di certo apparire soltanto in un’immagine riflessa (polare) (vedi O.O. 10).

Nonostante ciò, nell’insieme è possibile seguire la connessione generale con sufficiente chiarezza e questo ci da la direzione per la successiva osservazione.

 

Il primo ritmo del Convegno di Natale corrisponde al primo sigillo.

Esso si riferisce al più profondo mistero dell’esistenza umana,

al mistero della morte e alle prime esperienze dell’anima al di là della soglia.

Sul sigillo appare l’immagine di «Uno simile a figlio di uomo» (Ap 1,13), del quale Giovanni dice:

«Nella sua mano destra teneva sette stelle, mentre dalla bocca usciva una spada affilata a doppio taglio e il suo aspetto era luminoso come il fulgore del sole. Al vederlo caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando la sua destra sopra di me, mi rassicurò: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente; giacqui morto, ed ecco, io sono vivo da eternità a eternità; nelle mie mani sono le chiavi dell’inferno e della morte» (Ap 1, 16-18).

 

Il contenuto di queste parole è una descrizione del primo grado di iniziazione cristiana,

che consiste nell’esperienza del principio «In Cristo morimur»,

il quale ha un rapporto con il, primo ritmo del Convegno di Natale.

L’uomo che muore in Cristo, dopo la morte viene da Egli risvegliato alla coscienza del suo Io superiore, eterno:

«Giacqui morto, ed ecco, io sono vivo da eternità a eternità».

La «spada a doppio taglio» che esce dalla bocca di «uno simile a figlio di uomo» indica questo mistero dell’Io.

Rudolf Steiner la definisce un’immagine che designa il doppio carattere dell’io dell’uomo,

il quale dalla sua libertà può rivolgersi sia al supremo come pure all’infimo

(vedi 0.0. 104, 25.6.1908).

L’immagine della spada a doppio taglio,

che esce dalla bocca di «uno simile a figlio di uomo» tuttavia

è la testimonianza che qui si tratta del risveglio dell’Io superiore.

L’uomo deve ad esso la possibilità

di divenire cosciente della Parola divina o Logos che agisce in lui

e stacca come una spada, dal suo io, tutto ciò che è infimo, perituro,

ancora connesso alle forze terrestri.

 

 

Sul sigillo è quindi raffigurata l’immagine dello sviluppo morale dell’uomo,

sperimentato da egli nel «sentimento morale» conforme al suo significato occulto.

 

Il fatto che qui la figura del figlio dell’uomo venga rappresentata nelle sembianze del Dio-Padre ci indica un ulteriore mistero importante connesso alla comprensione del mistero della morte nel cristianesimo esoterico. Questo consiste nel fatto, che l’uomo con il penetrare delle forze di Lucifero ed Arimane nell’evoluzione terrestre, ha perduto la vera comprensione per l’immagine della morte che si potrebbe afferrare con le parole:  • «La morte è il Padre».

 

• «La morte è diventata un’immagine contraffatta del Padre

per il fatto che Lucifero e Arimane si sono intromessi nell’evoluzione dell’umanità», disse Rudolf Steiner e continuò:

• «Così la morte, considerata nella sua vera forma, è il Padre… e il Cristo è venuto nel mondo per creare la vera forma, la vera immagine del Dio-Padre vivente. Il Figlio è il discendente del Padre, e manifesta la vera figura del Padre. In verità, il Padre ha mandato nel mondo ili Figlio, affinché sia resa manifesta la vera natura del Padre, vale a dire la vita eterna che si nasconde dietro la morte temporanea» (O.O. 112, 6.7.1909).

 

Per cui può essere anche detto:

• «Il Cristo sposa la morte [nel mistero del Golgota] che è diventata sulla terra l’espressione caratteristica dello spirito del Padre. Il Cristo va al Padre e si unisce con la morte, espressione del Padre. L’immagine della morte diventa così menzognera, perché la morte [sul Golgota] diventa il seme di un nuovo sole nell’universo» (ibidem).

Nell’Apocalisse le seguenti parole indicano questo evento:

• «Il suo aspetto uguagliava il fulgore del sole in pieno meriggio» (1, 16).

 

Le ulteriori immagini di questo sigillo parlano già delle prime esperienze dell’anima dopo la morte. Il fuoco dei dodici bracieri intorno alla figura centrale indicano l’elemento del calore che è mediatore fra i tre elementi terreni e le tre forme eteriche costituenti il corpo eterico umano. Così l’elemento del fuoco o del calore ci conduce direttamente nel cosmo eterico. In tal senso i fuoco può essere nominato anche mediatore fra il mondo dei corpi e della anime (vedi 0.0. 110, 12.4.1909 – II). Ma il numero dei bracieri dirige il nostro sguardo nelle lontananze universali, in cui, trascorsi tre giorni dalla morte, il corpo eterico del defunto si dissolve, il quale venne formato dalle forze dei sette pianeti del nostro sistema solare, che il figlio dell’uomo tiene nella sua mano destra (1, 16). La loro sequenza corrisponde esattamente alla successione dei giorni del Convegno di Natale: il suo primo ritmo fu dato mercoledì, il giorno di mercurio.

 

Il secondo ritmo corrisponde al secondo sigillo

che ci conduce sul piano astrale o nel mondo animico.

In esso sono raffigurati quattro animali

che rappresentano la natura del corpo astrale non compenetrato di luce,

nel quale dominano ancora forze animalesche e bassi istinti.

Il superamento di questi corrisponde all’esperienza dell’anima del defunto nel Kamaloka.

 

 

In questo periodo all’anima si rivela anche il contenuto morale della sua ultima vita terrena. Essa vede il vero significato di tutto ciò che ha compiuto sulla terra per il cosmo, di ciò che essa ha compiuto dagli impulsi

• del pensare (aquila), • del sentire (leone), • del volere (toro) • e della coscienza dell’io (uomo).

In questo periodo tutto ciò si presenta dinanzi all’anima quale oggettiva realtà spirituale. Contemplando così le conseguenze spirituali della sua vita trascorsa, essa sperimenta il possente giudizio del cosmo in merito ai suoi frutti. E questo giudizio diventa per l’anima il piccolo guardiano della soglia, il cui essere sul sigillo è rappresentato dall’immagine dell’arcobaleno che circonda l’intera raffigurazione.

L’arcobaleno è il simbolo delle forze del macrocosmo, che avvolge l’anima nel momento del giudizio e il lampo è il simbolo della giustizia divina.

 

Le dodici cifre che stanno attorno indicano la provenienza del corpo astrale dell’uomo, che in questo periodo costituisce l’involucro esteriore del defunto. Infatti, il corpo astrale proviene dalla grande sfera astrale del macrocosmo, il quale, come illustrato da Rudolf Steiner, si estende fino al mondo delle stelle fisse, fino alle dodici parti costitutive dello zodiaco ed è questo il motivo per cui questo corpo viene chiamato anche corpo «stellare» (astrale). Alla sua provenienza si riferiscono anche i quattro animali nell’altra osservazione del loro significato. I significati delle raffigurazioni immaginative sono sempre molteplici secondo le diverse sfere dell’esistenza.

L’aquila (scorpione), il leone, il toro e l’uomo (acquario)

qui rappresentano le quattro direzioni dello zodiaco o la grande croce dello zodiaco.

 

Le quattro corone doppie indicano le quattro direzioni del macrocosmo dalle quali all’inizio dell’epoca dell’antico sole venne formato il nostro sistema solare (vedi O.O. 110, 13.4.1909 – II). Sono doppie perché lo zodiaco composto di dodici parti ha due significati corrispondenti alle due correnti del tempo:

• l’una, che fluisce dal passato nel futuro

• e l’altra che si riversa dal futuro nel passato.

Queste due correnti vengono guidate da entità,

che nell’Apocalisse sono chiamate i ventiquattro Seniori (Anziani) (4, 4).

 

Al centro del sigillo si trova l’immagine di un libro, quale simbolo della più elevata conoscenza in questo grado dell’immaginazione. Tuttavia a partire dalla nostra epoca, a poco a poco si estenderà una nuova coscienza immaginativa che comparirà negli uomini per così dire in «modo naturale» grazie all’apparizione del Cristo in forma eterica (vedi 0.0. 118). Perciò nell’Apocalisse sta scritto:

• «Ecco, ha vinto il Leone della tribù di Giuda, il Rampollo di Davide, per cui può aprire il libro e i suoi sette sigilli. Vidi infatti in mezzo al trono, con i quattro Viventi e i Seniori, un Agnello ritto, ma come immolato… S’appressò e prese il libro dalla destra di Colui che siede sul trono» (5, 5-7).

Queste parole indicano in modo profetico l’avvicinarsi del Cristo all’umanità nella sua rivelazione eterica a partire dal XX secolo, alla quale in futuro seguirà la sua rivelazione astrale e dopodiché la rivelazione del suo Io universale.5

 

Al centro del sigillo si trova un agnello con il libro aperto come sfondo.

Anche questa immagine indica il corpo astrale completamente purificato, che permette all’uomo in seguito alla sua umiltà e dedizione colma di abnegazione allo spirito, di conseguire la vera «autoconoscenza», la quale nell’osservazione occulta è collegata alla facoltà di leggere nel proprio libro del destino. In esso è iscritto anzitutto il cammino del divenire dell’io proprio, di cui parla il secondo ritmo.

 

Il terzo ritmo corrisponde al terzo sigillo che ci conduce nel Devachan inferiore

(nella sua immagine astrale) o, ciò che è la stessa cosa, nell’ambito del sole,

che nel macrocosmo rappresenta l’ambito dell’armonia delle sfere o del «ritmo universale».

Le sette trombe raffigurate nel sigillo in alto sono un’immagine di quest’ultimo.

Il loro numero indica l’essere del tempo (il tempo è sempre settemplice)

nella sua connessione con i misteri solari (i due esseri solari sopra le trombe).

 

Nella parte inferiore del sigillo ci sono quattro cavalieri.

Il loro significato sono le quattro parti costitutive dell’essere umano,

gli archetipi delle quali vanno cercati nei quattro ambiti del Devachan inferiore.

 

• Il primo è «un cavallo bianco su cui sedeva un cavaliere con un arco;

fu data a lui una corona; venne dunque fuori da vittorioso per vincere ancora» (6,2).

È un’immagine dei pensieri creativi dell’uomo che hanno la loro sorgente nel quarto ambito del Devachan inferiore.

 

 

Va posta qui l’attenzione al fatto che la successione dei cavalieri sul sigillo rispetto a quella nell’Apocalisse è inversa. La prima corrisponde alla fase ascendente delle sfere del Devachan in cui dimorano gli archetipi di tutto ciò che è fisico, eterico, astrale e infine di tutto ciò che sulla terra possiede la coscienza dell’io pensante.

 

• Il secondo «cavallo era rosso-vivo;

a colui che lo montava era stata data la potestà di togliere via dalla terra la pace» (6,4).

È un’immagine del corpo astrale con i desideri, le brame e le passioni

ad esso proprie sulla terra. La sua origine si trova nel terzo ambito del Devachan.

• Il terzo è «un cavallo nero.

Colui che lo montava aveva in mano una bilancia» (6,5).

Questa immagine si riferisce al corpo eterico dell’uomo.

Ad esso è proprio in particolare un sentimento interiore di giustizia e di equilibrio morale.

(«Rimetti i nostri peccati, come noi li rimettiamo ai nostri debitori» è detto nel Padre Nostro del corpo eterico).

La sua origine va rispettivamente ricercata nel secondo ambito del Devachan inferiore.

 

• Il quarto cavallo è «un cavallo grigiastro; colui che lo montava aveva nome Morte» (6,8).

Qui l’immagine rappresenta il corpo fisico, che dal peccato originale porta in sé le forze della morte,

ma la sua origine si trova nel primo ambito (quello più basso) del Devachan inferiore.

In modo tale sono composte le quattro parti costitutive dell’essere umano nel loro aspetto terreno.

Il loro archetipo ideale invece va ricercato nella sfera del Devachan,

dove il loro essere appare purificato e spiritualizzato.

I quattro bracieri indicano tale purificazione e la successiva spiritualizzazione.

Al centro del sigillo è raffigurato di nuovo un libro,

tuttavia qui, come riferimento alla conoscenza ispirativa.

 

Perciò le trombe o i «ritmi universali» del cosmo iniziano a risuonare nell’istante in cui i sette sigilli vengono presi da esso, i quali racchiudono il mistero dei sei Elohim solari alla soglia della sfera solare e del settimo, Jahve (il sigillo aperto verso l’alto).

In questo ritmo agiscono in prevalenza gli esseri della seconda gerarchia,

gli spiriti della luce: Exusiai, Dynamis e Kyriotetes.

 

• Mentre l’uomo nel cosmo gerarchico è un essere che si trova al primo grado,

quello più basso di evoluzione della sua coscienza dell’io individuale,

le entità della gerarchia degli Exusiai si trovano al quinto grado (il pentagramma),

i Dynamis al sesto grado (l’esagono) e i Kyriotetes al settimo grado (l’ettaedro).

Ma

• l’altro aspetto del pentagramma rivela il quinto principio dell’essere umano,

il sé spirituale, che è l’immagine microcosmica dello Spirito Santo nell’uomo;

• l’esagono rivela il sesto principio, lo spirito vitale, che è l’immagine del Figlio divino nell’uomo, il quale unisce di nuovo il mondo celeste al mondo terrestre;

• e l’ettaedro, collegato al settimo principio, all’uomo spirito, si riferisce al Padre di ogni esistenza, che emana da sé l’idea dell’uomo settemplice in eternità e la realizza nei gradi evolutivi del nostro cosmo da Saturno a Vulcano.

 

Così, nei tre simboli sul bordo destro del sigillo è rappresentata l’attività della Santa Trinità nelle quattro sfere del Devachan inferiore, di cui tratta il terzo ritmo.

Insieme ai quattro cavalieri, questi simboli riflettono l’immagine dell’uomo nelle sue sette parti costitutive, il quale è costituito dalle quattro parti inferiori e le tre parti superiori. In tale forma compiuta egli è il supremo ideale o la religione celeste degli Dei della sfera solare.

 

• Il quarto ritmo corrisponde al sigillo

le cui immagini si riferiscono all’esperienza della Mezzanotte cosmica

(questo grado è rappresentato sul sigillo nella sua immagine astrale).

Negli antichi misteri, l’iniziato che aveva raggiunto questo grado,

poteva contemplare il sole spirituale come esso risplende dal basso attraverso la materia

terrestre solida, liquida e gassosa (il suo simbolo si trova nella parte inferiore del sigillo).6

 

Osservato dal Devachan superiore il sole spirituale

si rivela quale sublime immaginazione della Parola universale o Logos creatore

in cui agiscono tutte le tre categorie delle gerarchie superiori (l’immagine dell’arcobaleno);

la terza gerarchia, gli spiriti delle anime, dal basso all’alto (il gesto della mano a sinistra);

la seconda gerarchia, gli spiriti della luce, insieme al sole dall’oriente all’occidente;

e la prima gerarchia, gli spiriti delle forze, dall’alto al basso.

 

Dalla prima gerarchia l’iniziato riceve ora anche il terzo libro,

che contiene i più alti misteri, accessibili soltanto alla conoscenza intuitiva.

• A ciò si riferisce il dato di fatto, che Giovanni deve mangiarlo,

vale a dire unire il suo contenuto con il sistema del ricambio, che fisiologicamente è il fondamento della volontà umana,

dischiudendosi soltanto alla conoscenza intuitiva l’essere spirituale della sua unione con la prima gerarchia.

 

 

«Presi il libricino dalla mano dell’Angelo e lo inghiottii», è detto nell’Apocalisse(10,10).

Le due colonne nella parte inferiore del sigillo rappresentano il cammino ascendente e discendente dell’anima prima e dopo la Mezzanotte cosmica. Nelle colonne sono iscritte le lettere J e B, che significano «Jakim» e «Boas». Queste due colonne si trovavano a suo tempo all’ingresso del tempio salomonico, quali simboli di nascita e morte, i misteri fondamentali dell’anima umana. Nel sigillo esse rappresentano in immagine le esperienze astrali dell’iniziato.

 

Il significato della nascita e della morte nel mondo soprasensibile è tuttavia opposto a quello della terra.

Così la nascita sul piano astrale (la colonna Jakim nel sigillo) corrisponde alla morte sulla terra

e la morte sul piano astrale (la colonna Boas) alla nascita sulla terra.

 

Il punto di partenza del cammino ascendente è la prima esperienza dell’uomo dopo la morte, il dissolversi del suo corpo eterico nelle ampiezze universali, che sono rappresentate nel sigillo dagli spazi senza confini del mare. (Qui l’elemento dell’acqua indica il principio eterico.) Il punto finale del cammino discendente è costituito dall’unione con il corpo fisico e dalla nascita nel mondo terreno. A ciò si riferisce la solida, rocciosa terra nel sigillo. (Il solido minerale quale immagine del corpo fisico.)

In tale contesto, come menzionato inizialmente, nel cammino ascendente è Lucifero ad agire in qualità di seduttore (il colore rosso della colonna sinistra, il colore della passione, del sentimento di vita senza misure), mentre nel cammino discendente è Arimane che si avvicina all’uomo in qualità di seduttore (il colore blu della seconda colonna, il colore del morire, della morte, del sangue carbonato).

Nel contempo le due colonne indicano i due principi fondamentali dell’esistenza spirituale, mediante la cui contemplazione, durante la Mezzanotte cosmica l’iniziato può penetrare, riconoscendo, nel mistero dell’eternità. Con ciò la colonna sinistra gli rivela il principio dell’immortalità e la colonna destra il principio: dell’innatalità (vedi O.O. 236, 18.5.1924).

 

Così nelle altezze della Mezzanotte cosmica l’intero cammino dell’anima umana fra due incarnazioni si presenta dinanzi all’iniziato come un’unica, sublime immagine. Nell’esperienza di tale esistenza spirituale comprendente il tutto, dinanzi ad egli emerge la figura dell’«Uomo universale», dell’Anthropos celeste o Adamo-Kadmon: «Vidi poi un altro Angelo, possente, discendere dal cielo; era avvolto in una nube e l’arcobaleno cingeva il suo capo; il suo volto brillava come il sole; le sue gambe sembravano due colonne di fuoco. Aveva in mano un libricino aperto. Posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra» (10, 1-2).

Con questa contemplazione dell’«Uomo universale» (ad esso si riferiscono tutte le immagini del sigillo nella totalità) a Giovanni si rivela il più elevato «mistero» (10, 7) dell’essere umano. D’ora in poi per egli l’uomo è un vero microcosmo creato dagli Dei secondo l’immagine dell’intero macrocosmo («Il suo aspetto uguagliava al fulgore del sole in pieno meriggio», 1,16). L’arcobaleno nell’immaginazione dell’Uomo universale sul quarto sigillo può riferirsi anche all’azione della terza gerarchia, l’immagine del sole all’attività della seconda gerarchia e la nuvola come pure le due colonne all’azione della prima gerarchia, quella più elevata, poiché le sue forze sono in grado di penetrare nella materia fisica stessa, rappresentata nel sigillo dagli elementi terrestri dell’acqua e dell’aria (nuvola), e di trasformarla.7

 

Al resto dell’umanità tuttavia, non fu ancora possibile darne comunicazione nella forma in cui Giovanni, quale primo iniziato cristiano contemplò questo mistero dell’Uomo universale.

L’umanità dovette attendere fino alla fine dell’epoca oscura del Kali Yuga. Per cui continuiamo a leggere nell’Apocalisse: «Quando i sette tuoni ebbero parlato, mi accingevo a scrivere. Ma si fece udire dal cielo una voce che mi disse: ‘Suggella quanto hanno detto i sette tuoni e non metterlo in iscritto’ !» (10, 4).

Per quanto riguarda i due simboli nei bordi del sigillo, a sinistra l’esagono e a destra il pentagramma, l’esagono indica l’impulso del Cristo, che accompagna l’anima del defunto fino alla Mezzanotte cosmica e il pentagramma l’impulso dello Spirito Santo (vedi la descrizione del terzo sigillo), che accompagna l’anima dalla Mezzanotte cosmica alla nuova nascita sulla terra.

 

Il quinto ritmo corrisponde al quinto sigillo.

Esso ci conduce direttamente al mistero della svolta dei tempi.

Alla svolta dei tempi

La luce dello spirito universale entrò / Nella corrente dell’essere terreno;

L’oscurità della notte / Aveva terminato il suo dominio;

La chiara luce del giorno / Irraggiò nelle anime umane.

 

 

Qui la figura della «donna vestita di sole» (12, 1) è un’immagine della madre-terra, la quale, mediante l’unione con l’entità del Cristo ha già intrapreso il cammino verso il nuovo divenire-sole. Ma nel contempo è anche un’immagine dell’anima umana, che sul sentiero dell’iniziazione cristiana ha accolto in sé la «luce dello spirito universale» irradiata dal «Cristo-Sole». Nel ciclo di conferenze sull’Apocalisse, Rudolf Steiner diede la seguente spiegazione: «Perciò lo scrittore dell’Apocalisse indica in senso giustissimo quella potenza, quell’entità che conduce gli uomini a spiritualizzarsi al punto tale da potersi riunire al sole, come il Cristo e anche, e di questo si parlerà ancora, come l’agnello. Si indica l’entità del Cristo come il genio del sole che si unisce con la terra e che diviene pure il genio della terra. Egli ha già iniziato a divenire tale, dall’evento del Golgota» (O.O. 104, 29.6.1908).

 

Con questo atto il Cristo ha ristabilito il collegamento della terra con il cosmo stellare gerarchico. Le nove stelle attorno al capo della «donna vestita di sole» sono un’immagine delle nove gerarchie.7a Così all’uomo, che accoglie l’impulso del Cristo nella sua anima, viene data la possibilità di intraprendere il cammino verso la decima gerarchia, la quale diverrà poi realtà, quando la forza cristica, simile a un sole, dal cuore umano risplenderà nell’universo come un nuovo principio creatore.

«L’elemento solare che per lunghe epoche l’uomo ricevette in sé soltanto dal cosmo, risplenderà nell’interiorità dell’anima. L’uomo imparerà a parlare di un ‘sole interiore’. Per questo, nella sua esistenza fra nascita e morte, egli non sentirà meno di essere un’entità terrena, ma riconoscerà il proprio essere vivente sulla terra come guidato dal sole»  (O.O. 26, pag. 62).

 

Queste parole richiamano l’attenzione a un’ulteriore conseguenza importante del Mistero del Golgota per l’evoluzione della terra. Infatti, grazie all’unione del Cristo con la terra, da quel momento in poi ogni uomo nelle nascoste profondità del suo cuore può trovare un nuovo sole, quale sorgente delle forze della libertà e dell’amore. Questo nuovo sole diventa il punto di partenza per la futura spiritualizzazione dell’uomo e del mondo, che si completerà nell’unione della terra con il sole e nel contempo con il fatto che l’umanità diverrà la decima gerarchia. Per cui, già oggi possiamo dire: Il più grande mistero dell’esistenza terrena dell’uomo consiste nel fatto che, attraverso un sufficiente approfondimento nel proprio essere è possibile scoprire in sé l’uomo solare, il quale può divenire una guida per la realizzazione delle mete future, vale a dire delle «eterne mete degli Dei», di cui si parla nella terza parte della meditazione della Pietra di Fondazione.

 

Un altro elemento del quinto sigillo è la mezzaluna, su cui posano i piedi della donna vestita di sole. Qui la luna rappresenta le forze del passato, che racchiude in sé i frutti dell’evoluzione delle antiche epoche della terra di Saturno, Sole e Luna. Il Sole invece è l’immagine del futuro, che porta in sé i germi di una libera creazione cosmica, i semi della futura condizione di Giove, Venere e Vulcano. Con ciò, il rapporto fra Sole e Luna rappresentato nel sigillo si riferisce al mistero dell’esistenza universale, come mediante l’azione dell’io degli uomini colmato dall’impulso del Cristo le forze del futuro poco a poco sono in grado di raggiungere il pareggio delle forze del passato in un primo momento entro i limiti delle incarnazioni terrene e poi sul piano cosmico.

 

Detto diversamente: La seconda metà dell’evoluzione terrestre deve creare il pareggio per la prima: lo stadio di Giove per l’antica Luna; Venere per l’antico Sole; Vulcano per l’antico Saturno. Così fino al compimento del settimo stadio planetario (di Vulcano), l’intero Karma negativo dell’evoluzione passata verrà trasformato in bene e con ciò verrà creato il fondamento per una nuova creazione cosmica nell’universo.

Ciò viene ad espressione nel sigillo stesso, essendo la luna accolta nella sfera solare e divenendo essa l’appoggio per la donna vestita di sole. Infatti, soltanto il passato purificato e trasformato può servire veramente come sostegno per il futuro. Le forze del male e degli ostacoli vengono invece cacciate dal cerchio illuminato, raggiungendo così una nuova armonia nel mondo come pure il giusto passaggio dal passato (luna) al futuro (sole).

 

Questo stadio è la meta finale dell’evoluzione del mondo, che può essere raggiunta soltanto mediante la costante lotta dell’entità del Cristo, il Dio del sole, con le forze del Demone solare che agiscono contro di Lui, il quale nel nostro tempo agisce principalmente attraverso gli spiriti arimanici.8 Nel sigillo esso è raffigurato come «grosso dragone, rosso-vivo, con sette teste» (12, 3). Le sette teste significano il suo potere sui sette pianeti (vedi la finestra verde sul lato nord del Goetheanum). L’entità del Cristo conseguì la vittoria decisiva in tale lotta attraversando il Mistero del Golgota e unendosi in seguito con la sfera terrestre.

«Il Cristo apparve nel mondo in cui le anime dimorano dopo la morte e rimise la potenza di Arimane nei suoi limiti» (O.O. 13, pag. 238) e «l’oscurità della notte aveva terminato il suo dominio» anche nella sfera dei defunti.

 

Questa tuttavia non fu ancora la completa vittoria sul potere del drago arimanico, poiché il Cristo «lo rimise solo nei suoi limiti» nel mondo spirituale. Ciò viene ad espressione nel fatto, che il drago arimanico nel sigillo si trova nell’oscura sfera della periferia, in cui lo fa precipitare il gesto della mano sinistra della figura centrale e da dove esso ora non può più penetrare nella sfera della luce (il disco del sole). Ne rendono testimonianza le seguenti parole dell’Apocalisse: «Fu infatti scacciato il grande dragone, il serpente antico, quello che è chiamato diavolo e satana, colui che inganna tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi Angeli» (12, 9).

Adesso la lotta con il drago deve essere continuata sulla terra, nella sua sfera eterica e fisica e corrispondentemente nei corpi eterici e nei corpi fisici degli uomini.9 Del primo dato di fatto nell’Apocalisse sta scritto: «Guai a coloro che dimorano sulla terra e sul mare! Che il diavolo a voi è disceso: un’ira veemente porta seco perché sa che breve è il suo tempo!» (12, 12), e del secondo: «allora il drago s’adirò maggiormente contro la donna e si mise a far guerra contro i rimanenti della discendenza di lei, quelli che osservano i comandamenti di Dio e posseggono la testimonianza di Gesù Cristo» (12, 17).

 

Il successivo capitolo parla della bestia che sale dal mare (un’immagine del principio eterico) e della bestia che sale dalle profondità della terra (un’immagine del principio fisico). Attraverso queste bestie, nell’evoluzione terrestre penetrano le controimmagini delle forze cosmiche rappresentate nel sigillo dalle due colonne.

Nelle immagini del sigillo si ritrovano anche le ultime righe della quarta parte della meditazione della Pietra di Fondazione appartenenti al ritmo del quinto giorno:

Affinché diventi buono,

Ciò a cui noi / Con i nostri cuori vogliamo dare fondamento,

Ciò che con i nostri capi / Vogliamo condurre / Diretto alla meta.

 

Ciò che possiamo veramente fondare con i nostri cuori è la nuova terra, che gradualmente diviene sole. E ciò che vogliamo compiere e condurre diretto alla meta è divenire la decima gerarchia per operare in armonia con le mete universali dell’intero cosmo gerarchico:

Dove le eterne mete degli Dei

Luce dell’essere universale

All’io proprio

Perché possa volere in libertà / Donano.

 

In piena coscienza, partendo dalle nostre teste, vogliamo raggiungere in futuro le mete degli Dei, le mete delle gerarchie superiori. Ad esse si riferiscono le nove stelle che circondano il capo della figura centrale del sigillo.

 

Soltanto quando le nostre teste saranno compenetrate

dalla vera conoscenza delle mete divine delle gerarchie

e i nostri cuori colmati dall’impulso solare di Michele-Cristo,

le nostre azioni nel mondo saranno vere azioni del bene  («Affinché diventi buono…»).

Allora all’umanità si dischiuderà la possibilità di trasformare le forze del passato in forze del futuro

e di superare anche le forze di opposizione arimaniche annidatesi nella volontà umana.

Ciò è rappresentato nel sigillo dall’immagine del drago,

cacciato nell’oscurità esteriore dalla luce della coscienza colmata dal Cristo.

 

Il sesto ritmo corrisponde al sesto sigillo.

Il suo contenuto è costituito dagli eventi del futuro i quali tuttavia

hanno già inizio nell’attuale epoca di reggenza dell’Arcangelo Michele.

Infatti, sotto la sua guida come spirito del tempo,

l’uomo può iniziare a lavorare gradualmente al superamento delle forze arimaniche nel proprio corpo eterico.

«E allora in questo capo dell’uomo diverrebbe visibile, tuttavia agendo verso il cuore, la forza di Michele, sgretolando il drago, in modo tale che il suo sangue fluisca dal cuore nelle membra dell’uomo»,

così Rudolf Steiner illustrò tale processo (O.O. 223, 27.9.1923).

 

«Se l’uomo riesce a purificare il proprio corpo eterico dalle forze del drago, allora allo sguardo interiore si dischiuderà il mondo degli spiriti elementari che oggi sono al servizio del Cristo nell’ambito eterico della terra. Infatti, è unicamente la presenza del drago arimanico nel nostro cuore a impedirci di percepire che la natura è colmata dalla presenza vivente del Cristo. Dopo il Mistero del Golgota l’umanità deve aspirare a che la natura compenetrata di anima e di spirito appaia al seguito del Cristo, affinché tutti gli spiriti della natura vengano veduti al seguito del Cristo, perché, senza di Lui, non possono essere veduti» (O.O. 226, 21.5.1923),

vale a dire che possono essere veduti solo alla luce del «Cristo-Sole», che mediante il Mistero del Golgota risplende nella sfera eterica della terra.

 

In relazione a questo compito per il futuro, nella stessa conferenza Rudolf Steiner richiamò l’attenzione alla futura missione dell’Arcangelo Widar.10 Per cui possiamo presumere, che sarà proprio il compito di Widar condurre un crescente numero di spiriti elementari al Cristo.

 

 

Nel sigillo è rappresentata la vittoria sulle forze di Arimane nel corpo eterico della terra e nel corpo eterico dell’uomo nella figura di Michele, quale volto cosmico del Cristo. Egli tiene a catena il drago arimanico e lo ancora negli abissi della terra materiale dove rimarrà fino alla definitiva vittoria delle forze solari del Cristo su di esso. In seguito a tale azione di Michele, le forze del «Cristo-Sole» ora possono diffondersi senza impedimenti nell’ambito eterico della terra, di cui si parla nel sesto ritmo. Se l’uomo accoglie in sé le forze di Michele, allora anche in lui inizierà a risplendere il «sole interiore» (vedi la descrizione del quinto ritmo).

Tuttavia le immagini del sigillo sono complesse nel loro significato come ogni raffigurazione occulta. Esse non indicano soltanto l’archetipo della vittoria delle potenze luminose su quelle oscure, di Michele sul drago, ma indicano anche l’attività delle entità spirituali, che seguono Michele nei mondi spirituali. Perciò, nelle figure del sigillo può essere visto un riferimento alla lotta condotta oggi dall’Arcangelo Widar nella sfera eterica della terra contro il rappresentante della chiaroveggenza atavica arimanica, contro il lupo Fenris (vedi 0.0. 121, 17.6.1910).

 

D’altra parte le immagini di questo sesto sigillo ci ricordano anche il terzo sacrificio astrale dell’anima natanica (della entelechia spirituale di Gesù di Nazareth), il sacrificio che essa compì nei mondi soprasensibili alla fine dell’epoca atlantica: «Questo evento spirituale lo troviamo rispecchiato nei miti di tutti i popoli, nel mito di San Giorgio, l’Arcangelo Michele, che vince il drago» (0.0. 152,5.3.1914).

Il quinto sacrificio dell’anima natanica alla fine del IXX secolo, collegato alla preparazione del ritorno del Cristo in forma eterica è rappresentato dalla ripetizione di questo suo terzo sacrificio.” Ciò significa l’inizio di un’epoca del tutto nuova, quando lo Spirito Santo derivante dal Cristo entra direttamente nella coscienza degli uomini terreni, risvegliando in essi la facoltà di una nuova chiaroveggenza, che rende possibile ad un più ampio ceto di uomini l’ascesa cosciente nei mondi spirituali (vedi cap. 3).

 

Ne fanno riferimento in particolare i simboli nel bordo del sigillo: in alto l’esagono, quale simbolo del Cristo o dell’amore divino, che unisce i due mondi, quello terrestre e quello celeste; ai lati due pentagrammi, quale simbolo dello Spirito Santo da egli inviato, che porta agli uomini la sintesi dell’amore e della saggezza.

• «Prima la saggezza, poi l’amore, poi la saggezza compenetrata dall’ardore dell’amore» (O.O. 102, 24.3.1908);

e in basso il simbolo della croce, che qui è collegata alla graduale penetrazione della sostanza del Cristo nelle quattro categorie di spiriti elementari, che agiscono nell’ambito eterico della terra ed entrano così a poco a poco nel «seguito» del Cristo, divenendo i suoi inviati per l’umanità. Perciò nel sesto ritmo è detto:

Questo odono gli spiriti elementari

Da Oriente, occidente, nord, sud:

Possano udirlo gli uomini.

 

Globalmente il sesto sigillo è una rappresentazione del grado di iniziazione, in cui l’uomo viene colmato dalle forze del «Cristo-Sole» fino nel suo corpo eterico. Un uomo simile, mediante la forza dello Spirito, può vincere il drago come l’Arcangelo solare Michele.

 

Il settimo ritmo corrisponde al settimo sigillo.

Esso contiene l’immagine di un lontano futuro, il quale tuttavia per l’iniziato moderno,

nei gradi superiori della sua iniziazione, fino a un certo grado può divenire presente.

Nella seconda metà del sigillo

si trova l’immagine di un corpo fisico completamente purificato o del suo fantoma salvato dal Cristo.

 

 

Nell’ottava conferenza del ciclo Da Gesù a Cristo Rudolf Steiner dice che il processo di purificazione del fantoma consiste nel fatto, che questo perde la predisposizione ai processi di formazione della cenere e diviene la più pura espressione del principio di ‘formazione del sale, che porta in sé la tendenza alla dissoluzione.

Questo, principio di formazione del sale, predominante nel fantoma purificato, nel sigillo è raffigurato come cristallo di sale a forma di dado completamente trasparente. (La celeste Gerusalemme nell’Apocalisse è rappresentata pure da un cristallo a forma di dado). Le sue sei superfici (tre per due) indicano la liberazione dei tre sistemi del corpo fisico dalle forze di Lucifero e di Arimane. Sono divenuti la pura espressione delle forze del Padre, del Figlio e dello Spirito (vedi cap. 9, vol. III). Ce lo dicono i tre motti rosicruciani nel bordo esteriore del sigillo.

 

A questo grado evolutivo le forze di opposizione non costituiscono più alcun ostacolo e si inseriscono invece nell’evoluzione in modo regolare, divenendo il fondamento dell’evoluzione superiore, raffigurata in forma di luminose spirali che salgono verso le altezze, partendo dalle teste di due serpenti.

Considerato globalmente, le spirali ci ricordano un caduceo metamorfosato, che è un’immagine della settemplice evoluzione. Questa giunge a compimento con la rivelazione dei più alti misteri dello spirito all’uomo e con l’inizio della sua libera creazione cosmica in senso del culto rovesciato (nel sigillo: la coppa rovesciata verso il basso), a cui l’uomo è chiamato nell’universo.

L’iniziato asceso a questo grado ha raggiunto la trasformazione del suo corpo fisico e sperimenta in esso la rivelazione del suo io superiore quale coronazione dell’intera evoluzione terrestre. Il mistero di questo io è rappresentato nella parte superiore del sigillo nella forma del Santo Gral.

Del loro reciproco rapporto Rudolf Steiner disse:

«Nel principio vi era il mistero dell’io umano superiore; era stato conservato nel Gral; era rimasto unito al Gral, e nel Gral vive l’io che è connesso con ciò che è eterno e immortale, così come l’io inferiore è connesso con ciò che è caduco e mortale» (O.O. 112, 24.6.1909).

 

Un arcobaleno che indica il fatto che l’uomo adesso entra coscientemente quale decima gerarchia nella grande globalità del cosmo gerarchico, conclude il sigillo in alto.

Anche il settimo ritmo si riferisce al corpo fisico completamente spiritualizzato dell’uomo (al suo fantoma ristabilito). Esso parla dei tre sistemi del corpo umano, il sistema delle membra, il sistema ritmico e il sistema del capo e dei nervi, colmati nel Mistero del Golgota dalle forze della Trinità, le forze del Padre, del Figlio (il Cristo) e dello Spirito Santo.

Con ciò, nell’evoluzione terrestre nacque «una nuova parte costitutiva della natura umana: un corpo incorruttibile» (0.0. 131, 11.10.1911) o anche il corpo di resurrezione in cui l’io individuale dell’uomo può raggiungere l’apice della sua evoluzione, vale a dire l’elevato grado a cui si riferiscono le immagini di quest’ultimo sigillo. La connessione di questo sigillo con il Convegno di Natale tuttavia, con tutto ciò non è ancora illustrata completamente in vaste proporzioni. Per cui vogliamo indicare almeno un ulteriore esempio.

 

Durante l’atto cultico di Posa della Pietra di Fondazione

Rudolf Steiner diede inizio al processo di formazione della Pietra di Fondazione

(il rinnovamento della formula «Conosci te stesso» nel grado dello spirito)

riferendosi alla «sostanza universale, in cui esiste, opera e vive

lo spirito che fluisce dalle altezze» (la figura della colomba nel sigillo).

Ma quando il processo di formazione della Pietra di Fondazione si volge alla fine,

Rudolf Steiner non parla della «sostanza universale»,

bensì della «sostanza plasmatrice» creatrice, in grado di «riunire» in sé tre tipi di forze:

le forze delle altezze, le forze dello spazio circostante

e le forze delle profondità in cui operano gli impulsi della Santa Trinità (i motti rosicruciani che circondano il sigillo).

 

La coppa che accoglie queste forze dal cosmo e per cui si apre verso l’alto

è il custode della «sostanza universale»;

la coppa rovesciata invece che fa fluire il suo contenuto nel mondo è il custode della «sostanza plasmatrice».

 

• Lo Spirito Santo (la colomba), quale simbolo di questo nuovo processo creativo nell’universo,

proveniente dalle altezze,

adesso non si rivela sopra la coppa, ma sotto di essa, per così dire sotto la cupola di un tempo invisibile,

indicando la direzione alle sue forze creative che agiscono fino entro la materia e la spiritualizzano.

 

In conclusione va approfondita ancora la connessione dei sigilli con i sette gradi dell’iniziazione cristiano-rosicruciana come illustrata da Rudolf Steiner nella sua forma classica ne La scienza occulta. Già all’inizio di questa appendice venne indicata la connessione di questa iniziazione con le immagini dell’Apocalisse. Tale relazione viene rafforzata anche dal dato di fatto che l’evangelista Giovanni nel XIII secolo si era incarnato quale fondatore della corrente rosicruciana (vedi O.O. 265). Con ciò, alla svolta dei tempi egli non fu soltanto, grazie al vangelo da lui scritto, il fondatore del cammino cristiano-mistico (le nozze mistiche), ma nella sua Apocalisse egli anticipò anche la futura iniziazione rosicruciana (le nozze chimiche) e le diede la direzione.

 

Esiste un rapporto interiore fra le più importanti immagini dell’Apocalisse nei sette sigilli

e i gradi principali dell’iniziazione rosicruciana, come descritta da Rudolf Steiner nel XX secolo.

Il primo grado della moderna iniziazione rosicruciana

consiste nello studio delle comunicazioni della scienza dello spirito.

 

Con ciò il discepolo dello spirito con l’aiuto del suo sano giudizio conseguito nel mondo fisico

si sforza di comprendere le verità soprasensibili dai più diversi punti di vista.

Infatti, in realtà la completa verità può dischiudersi al ricercatore dello spirito

soltanto nella sua osservazione di dodici punti di vista

e quando la sua anima ha attraversato le sette disposizioni della concezione del mondo.

 

Nel ciclo Pensiero umano e pensiero cosmico Rudolf Steiner ha descritto nei dettagli tale metodo di osservazione delle verità soprasensibili, un metodo che si basa sulla mobilità interiore del pensare vivente.

Lo zodiaco nelle sue dodici parti costitutive e i sette pianeti nella mano della figura centrale del sigillo si riferiscono a questo metodo. Dal punto di vista della moderna iniziazione questa figura rappresenta il guardiano della soglia al quale l’allievo della scienza dello spirito si avvicina quando per egli lo studio diviene il primo grado di iniziazione.12 In un primo momento ciò potrà avvenire solo nell’attività pensante, egli si avvicinerà comunque alla soglia del mondo spirituale, accogliendo nella sua anima le comunicazioni della scienza dello spirito.

 

Oggi il Cristo si rivela all’uomo nella figura del guardiano della soglia, quale archetipo cosmico del suo io superiore (vedi 0.0. 13). Perciò in questa scena nell’Apocalisse non gli è dato alcun nome, ma egli è descritto solo come «uno simile a figlio di uomo» (1, 13). Con ciò, fin dai primi passi all’allievo dello spirito vengono indicati due punti essenziali: anzitutto il fatto che al centro di tutte le conoscenze scientifico-spirituali, che possono essere conseguite con l’aiuto dell’iniziazione rosicruciana, si trova il «Mistero del Cristo» (0.0. 13); e in secondo luogo il fatto che l’intera scienza dello spirito, tutte le sue comunicazioni sul cosmo, sull’uomo e l’evoluzione del mondo conoscono soltanto un centro, una figura centrale, la cui luce rende comprensibile tutto il resto.

«Così è la concezione antroposofica del mondo: Noi tratteggiamo un grande quadro dei diversi fatti del mondo spirituale; poi vediamo la figura principale, il Cristo, e allora soltanto comprendiamo tutti i singoli particolari del quadro» (0.0. 112, 30.6.1909).

Se vogliamo portare ad espressione queste parole con un’immaginazione, ne può risultare il primo sigillo apocalittico: Il figlio dell’uomo al centro del cosmo composto di dodici parti costitutive e nella sua mano le sette stelle (pianeti).

Della relazione del secondo sigillo con il grado immaginativo parlò Rudolf Steiner stesso nel ciclo sull’Apocalisse. Ne rendono testimonianza gli animali nel sigillo: l’aquila, il leone e il toro, che sono immaginazioni del pensare, sentire e volere umano, come pure l’Angelo, che rappresenta l’armonia superiore di tutte le tre forze animiche. Nel mondo delle immaginazioni si rivela persino il Cristo, per ora soltanto come immagine. Egli è l’agnello sacrificale raffigurato sul libro chiuso, che simboleggia la conoscenza superiore, qui nel grado immaginativo.

In questo ciclo Rudolf Steiner indicò anche la connessione del terzo sigillo con la conoscenza ispirativa. Nel mondo delle ispirazioni o dell’armonia delle sfere, il cui simbolo sono le sette trombe nell’immagine in alto, i sigilli vengono tolti dal libro. Qui il discepolo dello spirito adesso non contempla solo «dall’esterno» come immagini i misteri delle conoscenze superiori, ma egli inizia a leggerli come lettere di un alfabeto spirituale. Per tale motivo nell’iniziazione rosicruciana questo grado è nominato anche «leggere nella scrittura occulta» (vedi 0.0. 13 e 99).

 

Il quarto sigillo conduce il discepolo dello spirito nelle altezze della Mezzanotte cosmica, che può essere sperimentata in piena coscienza solo nel grado dell’intuizione. Negli antichi misteri questo grado di iniziazione veniva nominata la contemplazione del sole nell’ora di Mezzanotte dell’esistenza. Per il discepolo che aveva raggiunto tale grado, la materia terrestre diventava trasparente ed egli percepiva il sole spirituale che compenetra la terra di luce, ora egli sentiva il sole spirituale come essere vivente attraverso il quale gli parlava il Logos stesso o la Parola divina.

Anche nella moderna iniziazione, per il discepolo dello spirito che ha raggiunto il grado dell’intuizione, la materia della terra diventa trasparente ed egli contempla le correnti delle forze spirituali che salgono e scendono in essa e agiscono attraverso di essa (nel sigillo le due colonne J e B). Tuttavia il fatto che Giovanni in questo grado della sua iniziazione dovesse inghiottire il libro (10, 9), vale a dire unire il suo contenuto sostanzialmente in forma di comunione spirituale alla propria anima, testimonia ancor più la relazione del quarto sigillo con la conoscenza intuitiva, la quale possiede sempre un carattere essenziale.

 

I tre libri raffigurati nel secondo, nel terzo e nel quarto sigillo

(il libro chiuso, quello che si sta aprendo e quello da inghiottire),

simboleggiano quindi la saggezza della conoscenza immaginativa, ispirativa e intuitiva

o, ciò che è la stessa cosa,

l’esperienza delle forze spirituali che sono alla base dei tre sistemi dell’essere umano,

il sistema del capo, il sistema ritmico e il sistema del ricambio.

• In una visione globale i primi quattro sigilli rappresentano tuttavia gradi di un evento cultico interiore.

 

• Con ciò il contenuto del primo sigillo corrisponde al grado della «rivelazione della Parola»

(essa annuncia come «uno simile a figlio di uomo» apparve a Giovanni);

• il contenuto del secondo sigillo corrisponde al grado dell’«immolazione»

(per cui al centro è raffigurato «l’agnello sacrificale»);13

• il contenuto del terzo sigillo corrisponde al grado della «transustanziazione»

(la trasformazione del mondo e dell’uomo in seguito all’apertura dei sigilli del libro sotto il suono delle trombe);

• e il contenuto del quarto sigillo

corrisponde al grado della «comunione» spirituale» (Giovanni mangia il libro).

• I successivi tre sigilli conducono poi l’iniziato nei misteri

collegati con la diretta conoscenza ed esperienza del macrocosmo.

 

• L’accesso gli si è reso possibile mediante la comunione spirituale conseguita nell’intuizione e adesso egli può elevarsi al successivo grado, che nell’Apocalisse è rappresentato nell’immagine della donna «vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle sul suo capo» (12, 1).

È un’immagine dell’uomo (del microcosmo), i cui tre sistemi sono colmati dalle forze macrocosmiche: il capo dalle forze stellari, il cuore (il sistema ritmico) dalle forze solari e il sistema del ricambio e delle membra dalle forze lunari. Nell’osservazione meditativa delle immagini di questo sigillo il discepolo dello spirito si avvicina alla conoscenza della relazione fra microcosmo e; macrocosmo. Per l’iniziato invece, in questo grado si dischiude l’accesso ai| misteri cosmici della Sofia, collegati al mistero che rivela come in un lontano futuro la terra si unirà con il sole e l’umanità raggiungerà la sua definitiva spiritualizzazione.

 

• Il successivo grado dell’iniziazione rosicruciana costituisce il divenire tutt’uno con il macrocosmo. Una tale unione tuttavia ha senso soltanto se l’iniziato è in grado di conservare completamente la coscienza del suo io individuale. Un’iniziazione come negli antichi misteri, che culminava in un sonno simile alla morte, dalla durata di tre giorni, oppure l’esperienza del Samadhi nelle altezze dell’iniziazione Yoga, dove l’io dell’uomo, simile ad una goccia d’acqua, si dissolve, senza lasciare alcuna traccia, nell’oceano dell’esistenza divina – tutto ciò dopo il Mistero del Golgota non favorisce il progredire, dell’evoluzione dell’umanità, ma la ostacola.

Ma per quanto riguarda il divenire tutt’uno con il macrocosmo in piena coscienza, questo è soltanto possibile, se l’iniziato conosce le forze del male, che ostacolano l’evoluzione dell’io individuale. Nel cristianesimo esoterico queste forze vennero rappresentate nella figura del drago. Nel nostro tempo il drago agisce costantemente laddove nel mondo il principio dell’io non è ancora presente. Michele tuttavia è l’archetipo per il superamento del drago mediante le forze dell’io libero, che ha conseguito un legame cosciente con il mondo spirituale. Per cui, in questo grado l’uomo nella sua anima deve diventare simile a Michele.

 

Quando l’uomo mediante le forze di Michele avrà superato le forze del drago che spengono l’io,

egli potrà entrare nel cosmo conservando la sua coscienza dell’io.

Questo grado dell’evoluzione spirituale è raffigurato nel sesto sigillo.

Esso rivela all’iniziato i misteri cosmici di Michele, come descritti nei diversi cicli di Rudolf Steiner

e in modo del tutto particolare nelle sue lettere di Michele (vedi O.O. 26).

• Dopo essersi l’iniziato, nel precedente grado, unito con le forze della Sofia

e avere rafforzato mediante esse la sua coscienza spirituale,

adesso può entrare deciso nella sfera d’azione del male

per conseguire su di esso una vittoria simile a quella indicata,

quale archetipo nei mondi superiori, da Michele con il drago sotto i suoi piedi.

 

Il settimo sigillo conduce infine l’iniziato al mistero del Santo Gral, il punto centrale del cristianesimo esoterico. Qui egli incontra il mistero della trasformazione del corpo fisico mediante le forze dell’io superiore colmato dallo Spirito Santo. Questo grado, che nell’iniziazione rosicruciana è nominata «la beatitudine in Dio», accoglie le esperienze dell’intera precedente evoluzione e la conduce ad un’armonia superiore. L’iniziato che ha raggiunto questo grado diviene un cosciente collaboratore alla costruzione della Nuova Gerusalemme nei mondi soprasensibili. A questo lavoro partecipano tutti gli iniziati guida della terra.

 

Possiamo riassumere il tutto nel seguente modo:

Dopo avere accolto l’iniziato, nel quarto grado della moderna iniziazione, la comunione spirituale,

ad egli, nei tre successivi gradi si dischiudono i tre misteri cristiani:

in primo luogo i misteri cosmico-terrestri della Sofia,

dopodiché il mistero di Michele e infine il mistero del Santo Gral,

che abbracciano il futuro dell’evoluzione della terra e dell’umanità.

 

• Possiamo riconoscere i gradi descritti anche nell’iniziazione di Rudolf Steiner. Nell’ultimo decennio del IXX secolo egli percepì coscientemente come l’essere Anthropos-Sofia attraversava l’anima cosciente dell’umanità e con ciò egli conseguì la conoscenza dei misteri della Sofia cosmica,14 come rappresentato nel quinto sigillo.

• Dopodiché, nel passaggio del secolo egli si immerse coscientemente nel mistero del male: «Ho imparato a conoscere a fondo dove giacciono le forze del nostro tempo che vogliono allontanare dallo spirito, che dissolvono, annientano la cultura» (0.0. 28, pag. 307). Per Rudolf Steiner questa non fu assolutamente una conoscenza teorica, bensì una lotta spirituale reale con esseri arimanici di cui egli scrisse più avanti: «E tanto più cosciente era anche la mia battaglia interiore contro le potenze demoniache che dalla conoscenza della natura vogliono far procedere non la visione spirituale, ma il pensiero meccanico-materialistico» (O.O. 28, pag. 278).

 

• Rudolf Steiner uscì come vincitore da questa «più intensa prova spirituale» (pag. 307) e la sua biografia divenne un’immagine dell’archetipo cosmico: Michele con il drago sotto i suoi piedi. Questa vittoria e l’essersi trovato spiritualmente dinanzi al Mistero del Golgota condussero all’iniziazione di Rudolf Steiner nei misteri dal Santo Gral. A questa centrale esperienza seguì poi la fondazione della scienza dello spirito sulla terra. Essa avvenne dalle forze della Sofia, di Michele e del Cristo.

Nella sua iniziazione quindi, Rudolf Steiner ha percorso il cammino illustrato nell’Apocalisse di Giovanni, la cui continuazione nel nostro tempo è il cammino cristiano-rosicruciano, come descritto nell’antroposofia.

 


 

Note:

1 – Scrissi questo articolo nell’anno 1981 e in seguito lo ampliai. I sigilli apocalittici sono riprodotti nell’0.0. 104 e 284.

2 – Rudolf Steiner si avvalse della definizione “iniziazione della volontà” in riferimento all’Apocalisse un’altra volta nella conferenza del 20.6.1908 (0.0. 104).

– Naturalmente sia l’iniziazione dell’«Apocalisse», sia la seguente iniziazione rosicruciana si differenziano fondamentalmente da tutte le “iniziazioni della volontà» in cui non viene presa in considerazione la piena libertà dell’uomo. In una conferenza del 5.10.1911 (0.0. 131) Rudolf Steiner indicò la fondamentale differenza delle due direzioni occulte.

3 – Vedi precisazioni su tale connessione in Rudolf Steiner e la fondazione dei Nuovi Misteri, cap. 5.

4Vedi 0.0. 180, 6.9.1918, come pure il contenuto della finestra rosa (a nord) nel Goetheanum.

5 – Vedi 0.0. 130, 4.11.1911 – Ma poiché queste tre rivelazioni avverranno, la prima sul piano astrale, la seconda sul Devachan inferiore e la terza sul Devachan superiore, il secondo, il terzo e il quarto sigillo possono essere considerati anche come indicazioni profetiche di queste future rivelazioni del Cristo (vedi più avanti).

6 – Nella conferenza del 27.6.1924 (O.O. 236) troviamo la dettagliata descrizione di come l’iniziato sperimenta il sole spirituale nella mezzanotte cosmica dell’esistenza.

7 – Sull’agire della prima gerarchia fino entro la materia fisica vedi 0.0. 26, massima nr. 71.

7a – Secondo indicazioni di Rudolf Steiner, nello schizzo del 6° sigillo apocalittico vennero raffigurate soltanto nove stelle, mentre l’Apocalisse parla di dodici stelle. Tale differenza è dovuta al fatto, che nell’Apocalisse viene illustrato il supremo archetipo cosmico degli eventi (che si realizzerà in futuro), mentre nel sigillo questo archetipo è raffigurato come si rivela nel nostro tempo. Da questo punto di vista le nove stelle visibili indicano il rapporto dell’anima dell’uomo con le nove gerarchie e le tre stelle invisibili il rapporto con la Trinità. Tre stelle sono invisibili poiché per la maggior parte degli uomini la relazione con le forze della Trinità appartiene ad un ideale del futuro, raggiungibile oggi soltanto dagli iniziati guida. Soltanto nella misura in cui in un uomo si sviluppa il principio del sé spirituale possono manifestarsi ad esso i misteri dello Spirito Santo, con lo sviluppo dello spirito vitale gli si apre l’accesso ai misteri del Figlio e con lo sviluppo dell’uomo spirito l’accesso ai misteri del Padre.

8Vedi precisazioni in S.O. Prokofieff, L’incontro con il male. La Pietra di Fondazione del bene, Widar Edizioni, Venezia – Marghera, 2002.

9Vedi 0.0. 223, 27 e 28.9.1923, come pure 0.0. 217, 15.10.1922.

10Vedi precisazioni sulla missione di Widar in S.O. Prokofieff, Il corso dell’anno come via di iniziazione, 12“ parte, cap. 1, Ed. Arcobaleno, Oriago (Ve).

11Vedi O.O. 154, 2.5.1913 e 7.3.1914, come pure S.O. Prokofieff, Il corso dell’anno come via di iniziazione.

12Vedi dettagli in S.O. Prokofieff, La celeste Sofia e l’essere Antroposofia, parte I.

13Vedi 0.0. 102, 27.1.1908.

14Vedi precisazioni in S.O. Prokofieff, La celeste Sofia e l’essere Antroposofia, parte II, cap. 7.