La Sofìa risorta e l’apparizione del Cristo eterico

La celeste Sofia e l’essere Antroposofia


 

Per quanto illustrato fin qui,

possiamo ora giungere alla conclusione partendo dalla quarta parte della pietra di fondazione.

 

«Alla svolta dei tempi

La luce dello spirito universale entrò

Nella corrente dell’essere terreno;

L’oscurità della notte

aveva terminato il suo dominio;

La chiara luce del giorno

Irraggiò nella anime umane;

Luce,

Che riscalda

I poveri cuori dei pastori;

Luce,

Che illumina I capi sapienti dei re.

Luce divina,

Cristo-Sole,

Riscalda I nostro cuori;

Illumina

I nostri capi;

Affinché diventi buono,

Ciò a cui noi

Con i nostri cuori vogliamo dare fondamento,

Ciò che con i nostri capi

Vogliamo condurre

Diretto alla meta».104

 

In questa parte della meditazione, le cinque citazioni della parola «luce», la quale ogni volta rappresenta una qualità spirituale del tutto nuova, hanno un significato particolare.

Così

• inizialmente viene menzionata l’entrata della «luce dello spirito universale» «nella corrente dell’essere terreno»;

• dopo di che viene fatto riferimento alla «chiara luce del giorno», che aveva dominato «l’oscurità della notte»;

• di seguito la meditazione parla della «luce, che riscalda i poveri cuori dei pastori»

  e della «luce, che illumina i capi sapienti dei re»;

• poi segue il riferimento alla «luce divina»,

• e infine tutto viene avvolto dalla totalità della sfera luminosa del «Cristo-Sole» spirituale.

 

Nel suo libro La fondazione della Società Antroposofica, nel capitolo ‘La stella a cinque punte e il Cristo-Sole’105 l’antroposofo olandese Zeylmans Van Emmichoven caratterizza

• la prima qualità della luce come un riferimento all’azione della celeste Sofìa nell’evoluzione terrestre,

   l’entità che prepara la discesa sulla Terra dell’essere del Cristo;

• la seconda qualità della luce è un riferimento all’azione dell’arcangelo Michele nell’umanità;

• la terza e la quarta qualità della luce vengono considerate un riferimento alle due principali correnti dei misteri,

a quella dei pastori che cercano l’unione con il mondo spirituale attraverso l’immersione mistica nella propria anima

e a quella dei magi che cercano questa unione attraverso una estatica fusione con il macrocosmo.

 

Rudolf Steiner indica che storicamente queste due correnti si manifestarono in modo particolarmente chiaro negli insegnamenti del Buddha e di Zarathustra.106 I pastori dei campi sperimentarono la rivelazione del corpo spirituale del Buddha (nirmanakaya) e i magi dell’oriente arrivarono per venerare il loro maestro Zarathustra rinato in Palestina.107

 

Nel contempo entrambe le correnti (quella dei pastori e quella dei magi) erano portatrici delle forze del passato, che da un lato preparavano l’apparizione fisica del Cristo sulla Terra e dall’altro lato la sua comprensione, così come si manifestò storicamente nell’antica cultura ebraica e nelle civiltà pagane fino agli antichi greci.

 

Infine l’ultima qualità della «luce», direttamente collegata al «Cristo-Sole», è rappresentata alla svolta dei tempi dalla nascita del Gesù di Nazareth di cui parla il vangelo di Luca. In esso si incarna l’originaria anima paradisiaca dell’umanità (l’anima natanica) la quale, dal periodo lemurico, nacque per la prima volta per accogliere in sé il Sole universale spirituale, il Cristo, attraverso il battesimo di Giovanni nel Giordano.(61)

 

Tutte queste cinque qualità della luce, menzionate nella pietra di fondazione, in virtù delle azioni delle entità che abbiamo menzionato, o correnti spirituali, appaiono anche oggi unite nell’antropoSofìa, quale rivelazione attuale del Cristo-Sole spirituale.

 

Così (come consegue dalla descrizione precedente) nell’antropoSofìa troviamo la presenza e l’azione della celeste Sofìa, tramite la mediazione della sua più recente parte costitutiva umana; poi abbiamo la rivelazione e l’azione di Michele, lo Spirito del tempo guida, che custodisce e realizza sulla terra la «legge solare», la quale oggi si manifesta nel passaggio dal pensiero intellettuale alla chiaroveggenza «intellettiva» (immaginativa).

 

Inoltre, sia la corrente dei magi sia la corrente dei pastori, nella loro ulteriore metamorfosi sono contenute a loro volta nella moderna scienza dello spirito, in particolare nel cammino di iniziazione cristiano-rosicruciano che ne sta alla base e che conduce l’uomo a un’esperienza cosciente del mondo spirituale, comprendendo a un nuovo grado e in una forma nuova sia le immaginazioni dei magi, sia le ispirazioni dei pastori, le quali giungono alla loro massima sintesi nell’esperienza intuitiva del Cristo quale Io-universale.109

 

Questa iniziazione cristiano-rosicruciana, la quale oggi grazie alla scienza dello spirito entra nell’evoluzione generale della civiltà, venne già preparata gradualmente a partire dalla metà del XIII secolo nelle piccole cerchie dei veri rosicruciani.110 In questa corrente principale del cristianesimo esoterico operarono, accanto ad altri iniziati, anche i due maestri sopra menzionati Zarathustra e Buddha, poiché

nella corrente rosicruciana venne preparata fin dall’inizio la sintesi delle due vie di conoscenza:

• la conoscenza mediante il legame con il macrocosmo

• e la conoscenza mediante l’immersione nel microcosmo

(la via dei magi e la via dei pastori).(62)

 

• Due elementi fondamentali vengono così uniti in una sintesi superiore: il pensare e il volere

che prima del mistero del Golgota vivevano separati nelle due differenti correnti dei misteri dei magi e dei pastori:

▸«Il terzo cammino dell’intuizione [accanto a quello orientale e a quello cristiano-mistico] è la scuola rosicruciana,

il cammino dell’iniziazione del pensiero e della volontà».111

 

L’aspirazione all’unione di questi poli dell’essere umano era presente nell’umanità fino dai tempi più antichi. Christian Rosenkreutz ne parlò ai suoi allievi nell’immagine della «leggenda del tempio», secondo la quale il costruttore del tempio salomonico, Hiram, aveva già tentato di adempiere a questo compito, creando il «mare di bronzo» in base al mistero del legame tra acqua e fuoco. Oggi questo è il più importante «mistero dei rosicruciani».112

 

• Con «acqua» qui si intende saggezza luminosa quale rivelazione del cosmo eterico,

• e con «fuoco» volontà compenetrata di sentimento (colma di entusiasmo) che emerge dalle profondità dell’essere umano, che nella sua manifestazione è affine al «fuoco dello spazio astrale»113 e agisce anche nel sangue umano.

 

Nei tempi precristiani i discepoli dei misteri efesini venivano iniziati con particolare intensità al segreto di questi due elementi polari dell’essere umano, e nel corso del loro discepolato erano date loro approfondite spiegazioni esoteriche riguardanti la formazione del micrologos nel processo oratorio, quale immagine del macrologos creatore del mondo.

 

Al discepolo dei misteri veniva spiegato

• che da un lato, in ogni parola pronunciata, sale verso l’alto qualcosa di paragonabile al fuoco, verso la testa,

riscaldando e vivificando i suoi pensieri,

• e come d’altro lato, in ogni parola scende verso il cuore qualcosa di paragonabile all’acqua,

rinfrescando l’ardore interiore dei suoi sentimenti e della sua volontà.114

 

• Soltanto se l’uomo stabilirà il giusto equilibrio tra ambedue,

gli si schiuderà la possibilità di formare nella sua parola un’immagine oggettiva del macrologos,

come si rivelò nella sua intera pienezza nel Gesù di Nazareth.

 

Così, ciò che fu presagito e preparato nei misteri precristiani, venne realizzato nella sua intera pienezza nel mistero del Golgota e grazie a questo venne creata nell’umanità la base per il legame armonioso tra «acqua» e «fuoco», tra «capo» e «cuore», tra «pensare» e «volere» compenetrato di sentimento.

E questo, considerato dall’aspetto dell’iniziazione, non significa altro che l’unione dei misteri delle correnti di migrazione del Nord e del Sud provenienti dall’antica Atlantide. In questi misteri si cercava un legame con il mondo spirituale, nei misteri del Nord attraverso l’uscita estatica da se stessi, e nei misteri del Sud attraverso un’immersione mistica nelle profondità della propria anima, che si realizzò in misura elevata in Zarathustra e in Buddha, e di cui i magi e i pastori furono i rappresentanti alla svolta dei tempi.

 

Nel vangelo di Giovanni, il mistero dell’unione di questi due elementi viene indicato con le parole: «Ma uno dei soldati con un colpo di lancia gli trafisse il fianco e ne uscì subito sangue ed acqua» (Gv. 19,34), vale a dire, dalla collina sul Golgota si riversò nell’intera evoluzione terrestre la volontà divina compenetrata d’amore e la saggezza divina colma d’amore.

 

• Così, ciò che fino al mistero del Golgota esisteva nel mondo soltanto separato,

dopo il mistero del Golgota, può unirsi in ciascun uomo accogliendo la luce dell’unico Cristo-Sole,

il quale da allora irradia nell’evoluzione della Terra.

 

Il primo uomo che raggiunse completamente questa unione con il Cristo-Sole,

vale a dire che accolse le sue forze fino nel proprio corpo eterico,

fu Christian Rosenkreutz con la sua iniziazione nel XIII secolo.

 

Per questo, a partire da tale periodo e nel corso dei secoli successivi, dal suo corpo eterico trasformato proviene un grandissimo aiuto per l’attività occulta di tutti i veri rosicruciani, in quanto questa attività è dedicata all’unione dei due poli dell’essere umano nell’intimità dell’anima:

▸«I rosicruciani cercavano le forze per raggiungere tale armonia tra il volere e il pensare nella propria anima, nelle emanazioni del corpo eterico di Christian Rosenkreutz».115 (63)

 

Così, questo possente corpo eterico di Christian Rosenkreutz agì attraverso i secoli nelle piccole cerchie dei veri rosicruciani risvegliando in essi la «nuova chiaroveggenza» e le «elevate forze spirituali» e, in virtù della loro attività spirituale divenne sempre più possente, per poi, a partire dal XX secolo, adempiere al suo compito vero e proprio nell’umanità, per la cui realizzazione si era formato settecento anni prima, grazie all’iniziazione di Christian Rosenkreutz.

 

Se una volta era necessaria una accurata disciplina rosicruciana per stabilire un legame spirituale con questo corpo eterico, a partire dal nostro tempo, ci sarà una differenza:

▸«Fino ad ora, per questo fu necessaria la preparazione esoterica rosicruciana, il ventesimo secolo invece ha la missione di far diventare questo corpo eterico così possente da agire anche exotericamente. Coloro che ne saranno afferrati, possono sperimentare l’evento che sperimentò Paolo a Damasco. Questo corpo eterico fino a ora ha esercitato la sua azione soltanto nella scuola rosicruciana; nel ventesimo secolo ci saranno sempre più uomini che potranno sperimentare questa azione e quindi sperimentare l’apparizione del Cristo in corpo eterico».

 

• Così l’essere umano, adombrato dal corpo eterico di Christian Rosenkreutz, potrà sperimentare la rivelazione del Cristo eterico nei suoi due aspetti: nell’aspetto immaginativo e nell’aspetto ispirativo, i quali vengono percepiti dai due differenti tipi di facoltà animiche che nel corso dei secoli furono unite per mezzo delle attività spirituali di tutti i veri rosicruciani, quelle facoltà che sopra sono state definite le forze rinnovate dei magi e dei pastori.

 

Nella quarta parte della pietra di fondazione viene indicata un’ulteriore condizione necessaria per sperimentare il Cristo eterico. In essa vengono nominati per tre volte i «cuori» e i «capi»; la prima volta in connessione ai pastori e ai magi, che vennero alla svolta dei tempi, per adorare Gesù; quindi per due volte in connessione agli uomini, i quali nel nostro tempo aspirano ad unire in loro stessi le rinnovate forze spirituali dei pastori e dei magi, unione che rappresenta un elemento importante nella disciplina rosicruciana come pure nella moderna disciplina spirituale antroposofica.

 

In tutti e tre i casi nella meditazione ci si rivolge prima ai «cuori» e dopo ai «capi», accentuando per tre volte l’unica e stessa direzione dal basso all’alto, dal cuore alla testa. A questa direzione è legato un profondo mistero. Infatti essa corrisponde alla corrente del sangue eterico dell’uomo, la corrente che in continuazione si eterizza nel cuore salendo poi da qui nel capo. Ma non è ancora tutto. Il mistero più importante di questa corrente di sangue eterizzato consiste nel fatto che, dopo il mistero del Golgota, in parallelo a questa corrente fluisce in ogni uomo una seconda corrente, altresì dal basso verso l’alto, dal cuore al capo: è la corrente del sangue eterizzato del Cristo. Così, «insieme al sangue umano eterizzato che fluisce dal basso all’alto, dal cuore al cervello, fluisce ciò che è il sangue eterizzato [del] Gesù di Nazareth»,116 disse Rudolf Steiner. E con ciò fa notare che questo risultato scientifico-spirituale così importante, non è soltanto un risultato derivante dalla propria indagine soprasensibile, bensì anche proveniente dalle «più accurate indagini degli ultimi anni (…) da parte di singoli veri e reali rosicruciani». Questo significa che Rudolf Steiner, mentre effettuava la sua indagine spirituale, la confrontò con i risultati di altri maestri guida rosicruciani, riscontrando una perfetta concordanza tra questi.

 

• In un primo momento queste due correnti,

la corrente microcosmica e la corrente macrocosmica,

quella del sangue umano eterizzato e quella del sangue del Cristo eterizzato,

fluiscono l’una verso l’altra soltanto parallelamente, poiché «un’unione di queste due correnti avviene

soltanto se l’uomo sviluppa la giusta comprensione di ciò che contiene l’impulso del Cristo;

altrimenti non può avvenire alcuna unione, altrimenti le due correnti si respingono reciprocamente».

 

Nel nostro tempo questa «giusta comprensione» del Cristo emerge da tutte le tre sorgenti spirituali contenute all’inizio della quarta parte della pietra di fondazione, le quali nutrono questa scienza dello spirito a orientamento antroposofico, portatrice della nuova comprensione all’umanità.

 

Le tre sorgenti unite da essa sulla Terra sono:

• il vero rosicrucianesimo,

  il quale unisce i due cammini dei magi e dei pastori in forma nuova conforme allo spirito del tempo;

• gli impulsi dell’odierno spirito del tempo Michele;

• e infine la rivelazione dell’essere AntropoSofìa quale rappresentante «terrestre» della celeste Sofìa.

 

• In merito alla prima sorgente Rudolf Steiner disse.

▸«Da questa corrente spirituale, che si collega a Christian Rosenkreutz, deriva un possente aiuto per rendere comprensibile l’impulso del Cristo nel nostro tempo attuale».117

 

• In merito alla seconda sorgente disse:

▸«Attraverso la venuta sulla terra dello spirito Michele [nel processo del suo divenire come spirito del tempo, dal 1879](64), mediante la sua ispirazione, l’umanità [potè] iniziare a poco a poco a comprendere tutto il significato dell’impulso del Cristo e del mistero del Golgota (…) le cui profondità potranno essere svelate soltanto nel XX secolo, quando invece della scienza si affermerà la conoscenza spirituale, il dono di Michele».118

 

• In merito alla terza sorgente, le rivelazioni dell’essere soprasensibile AntropoSofìa nella moderna scienza dello spirito, abbiamo già dato nel presente lavoro un’esauriente esposizione. Per cui ora faremo riferimento soltanto ancora una volta alle parole di Rudolf Steiner, citate a pagina 179, secondo le quali il semplice accogliere l’antropoSofìa, quale nuova conoscenza del Cristo per mezzo dell’uomo del presente, vale a dire il suo studio coerente ed intenso come descritto nella prima parte di quest’opera, conduce all’unione di ambedue le correnti nel cuore, all’unione del sangue eterizzato del Cristo con il sangue eterizzato dell’uomo, l’unione dà la possibilità di contemplare direttamente il Cristo nel corpo eterico, nel mondo spirituale adiacente alla terra.

 

Rudolf Steiner, prima e dopo il convegno di Natale si riferì più volte a queste tre sorgenti soprasensibili della luce, che nutrono l’antropoSofìa terrestre. Vogliamo qui indicare due esempi.

Nell’estratto della conferenza del 13 febbraio 1923 già citato parzialmente nella prima parte di questo lavoro, dove viene spiegato il significato della parola «antropoSofìa», è inoltre indicato:

▸«L’esatta interpretazione della parola antropoSofìa non è ‘saggezza dell’uomo’, bensì ‘coscienza della sua umanità’; vale a dire che il rovesciamento della volontà, l’acquisizione della conoscenza e l’esperienza del destino dei tempi, devono tendere a conferire all’anima una [nuova] direzione di coscienza, una Sofìa».119

 

Qui abbiano il riferimento a tutte le tre (quattro) sorgenti della luce,

delle quali si parla nella prima metà della quarta parte della pietra di fondazione:

«Rovesciamento della volontà» — trasformazione della via dei pastori,

«Acquisizione della conoscenza» — trasformazione della via dei magi, che nell’insieme costituiscono il cammino

di iniziazione cristiano-rosicruciano conforme allo spirito del tempo, come descritto dalla scienza dello spirito.

Segue «l’esperienza del destino dei tempi»,

vale a dire l’accogliere gli impulsi fondamentali dell’attuale epoca di Michele.

La méta di questo intero sviluppo dell’anima è la nuova «direzione della coscienza»,

che la Sofìa è in grado di trovare mediante una cosciente immersione nei suoi misteri,

i quali oggi vengono svelati all’umanità dall’AntropoSofìa, la più recente parte costitutiva della Sofìa.

 

Ora va citato ancora un esempio riguardante il periodo successivo al Convegno di Natale: il 13 gennaio 1924 Rudolf Steiner pubblicò per la prima volta il testo della pietra di fondazione nel ‘Bollettino delle comunicazioni’ per tutti i soci dell’appena fondata Società Antroposofica.120 Al testo stesso della meditazione fece precedere una breve introduzione, nella quale richiamò l’attenzione alla «posa ideale-spirituale della pietra di fondazione», che ebbe luogo il 25 dicembre, il cui «terreno [potevano] essere soltanto i cuori e le anime delle personalità unite nella Società; e la pietra di fondazione stessa deve essere la disposizione dell’anima che scaturisce da una conformazione antroposofica della vita». E continuò: «La volontà forma questa disposizione dell’anima nel modo richiesto dai segni del tempo presente per trovare, attraverso l’umano approfondimento dell’anima, la via per vedere nello spirito e per vivere nello spirito». Quindi seguiva il testo completo della pietra di fondazione.121

 

In queste parole abbiamo di nuovo il riferimento alle tre (quattro) sorgenti della luce, questa volta tuttavia nella stessa sequenza esposta nella quarta parte della pietra di fondazione. Così in un primo momento qui si parla della «disposizione dell’anima che scaturisce dalla conformazione antroposofica della vita», vale a dire della particolare disposizione che nasce nell’anima quando l’essere vivente AntropoSofìa, l’inviata della celeste Sofìa, diventa la guida dell’anima sul cammino della nuova conformazione della vita umana, il che si manifesta soprattutto nella decisione di cambiare la propria vita, di diventare un vero rappresentante dell’AntropoSofìa sulla Terra, come descritto alla fine della prima parte di questo libro.

 

Poi, nella parole citate segue il riferimento ai «segni del tempo presente»: nell’esoterismo rosicruciano questo termine significa l’ascesa di Michele al rango di Spirito del tempo e la sua conseguente guida dell’umanità.122

Conformemente a tali «segni del tempo» nell’allievo dell’AntropoSofìa nasce una nuova volontà (65) micheliana, che unisce in un tutto unico il «contemplare nello spirito», la nuova via dei magi, e il «vivere nello spirito», la nuova via dei pastori.(66)

 

Così tre impulsi di luce preparano l’apparizione del Cristo eterico nel XX secolo:

la luce della Sofìa;

la luce di Michele, il quale dopo il mistero del Golgota da spirito notturno si è trasformato in spirito diurno,

da messaggero di Jahve in messaggero del Cristo;123

e la luce emanata dal corpo eterico di Christian Rosenkreutz,

che riscalda i cuori di tutti i veri allievi della moderna scienza dello spirito,

che illumina i loro capi e che suscita nelle loro anime l’unione e la massima sintesi

delle correnti dei magi e dei pastori rinnovate dal mistero del Golgota.

 

Tutte le tre correnti, della Sofìa, di Michele e di Christian Rosenkreutz, nel loro insieme

conducono l’umanità all’unico e centrale Cristo-Sole,

il quale oggi sorge nell’orizzonte dell’umanità in veste di «luce divina»,

nell’aura luminosa dell’anima natanica trasfigurata,124 quale nuova apparizione del Cristo nell’eterico:

 

«Luce divina,

Cristo-Sole».

 

 


 

Note tra parentesi:

(61) – Con l’«anima natanica» viene intesa l’anima sorella di Adamo, che le potenze superiori preservarono nell’epoca lemurica dalle forze del peccato originale; come descritto nel vangelo di Luca essa si incarnò per la prima volta alla svolta dei tempi in Gesù di Nazareth, il quale più tardi, con il battesimo di Giovanni, accolse in sé il Cristo. Dopo il mistero del Golgota, l’anima natanica continuò a rimanere legata all’entità del Cristo nei mondi spirituali e al suo ritorno in forma eterica è divenuta il suo involucro di luce; per l’umanità tuttavia è divenuta la risvegliatrice della nuova «coscienza del Cristo».108

(62) – «Questi sono i tre nomi di coloro che vennero venerati come nomi santi dei misteri, completamente nell’occulto ed all’interno dei misteri e delle scuole misteriche dei Rosacroce: (…) Zarathas (Zarathustra), Sciziano, Bodda o Buddha»

(63) – In altre conferenze e libri Rudolf Steiner caratterizzò questa armonia in modo tale da essere collocata tra chiaroveggenza e iniziazione, di cui la prima è collegata maggiormente alle facoltà immaginative (dei magi) e la seconda alle facoltà ispirative (dei pastori). Vedi O.O. 15, la conf. e O.O. 114,15.9.1909.

(64) – Ciò che qui è inteso come «venuta sulla Terra dello spirito Michele » fu spiegato da Rudolf Steiner in un’altra conferenza, citata a pag. 97.

(65) – Rudolf Steiner caratterizza la via di conoscenza conforme allo spirito del tempo cristiano-rosicruciano anche come «via della volontà» (O.O. 104,19.6.1908). Questo però non contraddice le parole sopra citate relative alla necessità che su questa via l’uomo fonda armonicamente «volontà e pensiero».

(66) – Per questo alla fine della prima parte della pietra di fondazione invece della parola «vorrai» è indicato il verbo «vivrai» (vedi pag. 199).

 

Note:

104 – O.O. 260, 3 ed. Dornach 1985, pgg.283 e succ.

105 – F.W. Zeylmans van Emmichoven, La Fondazione della società antroposofica, Ed. Antroposofica, Milano

106 – O.O. 124, 19.12.1910

107 – O.O. 114, 17 e 18.9.1909

108 – O.O. 114,18.9.1909 e O.O. 146, 3.6.1913 come pure Emil Bock, Infanzia e giovinezza di Gesù, cap. ‘L’anima celeste’, 5° volume della serie «Contributi alla storia spirituale dell’umanità», vol. 5, Ed. Arcobaleno, Oriago (VE) e Sergej O. Prokofieff Il corso dell’anno come via di iniziazione all’esperienza dell’entità del Cristo. Un esame esoterico delle feste dell’anno, parte II, V e XII, Ed. Arcobaleno, Oriago (VE)

109 – O.O. 260 e O.O. 13, cap. «L’evoluzione del mondo e dell’uomo» e cap. «La conoscenza dei mondi superiori (Dell’iniziazione)»

110 – O.O. 130, 27 e 28.9.1911

111 – O.O. 109/111, 12.6.1909

112 – O.O. 93, 4.11.1904

113 – Ibidem

114 – O.O. 232, 2.12.1923 e O.O. 233, 27.12.1923

115 – O.O. 130, 27.9.1911 e la seguente citazione

116 – O.O. 130, 1.10.1911 e la seguente citazione

117 – O.O. 130, 20.11.1911

118 – O.O. 152, 2.5.1913

119 – O.O. 257, 13.2.1923

120 – O.O. 260a, scritto del 13.1.1924

121 – Ibidem

122 – O.O. 174a, 17.2.1918, come pure Sergej O. Prokofieff, Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, cap. 5, Ed. Arcobaleno, Oriago (VE)

123 – O.O. 152, 18.5.1913 e O.O. 194, 22.11.1919

124 – O.O. 142, 1.1.1913 e O.O. 146, 3.6.1913