L’uomo soprasensibile AntropoSofìa

La celeste Sofìa e l’essere Antroposofia


 

Come illustrato in modo approfondito all’inizio di questo libro,

il primo grado della moderna via di iniziazione

consiste nello studio dell’antropoSofìa quale scienza dello spirito,

partendo dall’odierno grado di sviluppo dell’anima cosciente («lo studio della scienza dello spirito,

avvalendosi in un primo momento del giudizio acquisito nel mondo fisico-sensibile»).97

• Con ciò si può fare il primo passo per la creazione di un nuovo rapporto, pienamente consapevole,

con l’entità della Sofìa.

 

▸«Come si porrà l’anima cosciente di fronte alla Sofìa?», domandò Rudolf Steiner e rispose:

▸«In modo tale da mettere l’io in diretto rapporto con la Sofìa, esprimendo (…) la relazione dell’io con la Sofìa entro l’anima cosciente».98

 

Lo studio della scienza dello spirito è tuttavia solo il punto di partenza del cammino indicato, poiché come abbiamo visto l’antropoSofìa stessa, nel proprio sviluppo, si trova nel momento di passaggio dall’anima cosciente al sé spirituale (e svilupperà successivamente anche le due rimanenti parti costitutive spirituali più elevate).

 

Detto altrimenti:

essa abbandona oggi l’anima cosciente dell’uomo moderno, e in un certo senso l’ha già abbandonata,

ponendosi dinanzi all’uomo in qualità di un essere autonomo e oggettivo del mondo spirituale

che vuole condurlo al sé spirituale.

 

Oggi dipende solo dall’uomo decidere o meno di seguirla nei mondi superiori,

vale a dire diventare il suo allievo oppure no,

volere innalzarsi d’ora in poi dal grado dello studio al primo grado delle conoscenze puramente soprasensibili,

al grado dell’immaginazione” e in seguito ai due successivi gradi dell’ispirazione e dell’intuizione.

 

Però agli esercizi occulti che si trovano nella letteratura antroposofica

(se si vuole intraprendere questo cammino con successo)

inevitabilmente deve essere aggiunto qualcos’altro.

 

Il discepolo dei moderni misteri oppure, ed è la stessa cosa, dell’essere vivente AntropoSofìa,

deve, ancora prima di iniziare la meditazione, la concentrazione o altri esercizi antroposofici,

ancora durante il grado dello studio,

conseguire un concreto e personale rapporto con essa quale sua maestra soprasensibile del tutto reale.100

 

• Nella prima parte è stato illustrato in modo approfondito come questo può essere raggiunto: ora perciò ci limiteremo a riportare per esteso le parole di Rudolf Steiner che prima abbiamo citate solo in modo sommario, parole con le quali egli descrive proprio questa relazione con l’essere AntropoSofìa, nel ciclo di conferenze La storia e le condizioni del movimento antroposofico in relazione con la Società Antroposofica.

 

▸«Tra gli antroposofi questo avrebbe dovuto diventare… deve diventare! un sentimento, una percezione:

l’AntropoSofìa, del tutto indipendentemente dal fatto che esistono antroposofi,

deve essere considerata un essere autonomo,

in certo qual modo qualcosa che si aggira fra noi e verso il quale siamo responsabili in ogni istante della nostra vita (…)

L’AntropoSofìa è in sé un uomo invisibile che si aggira fra uomini visibili

e verso il quale, finché si è un minuto gruppetto,(23) si ha la massima responsabilità che si possa pensare;

deve essere veramente considerato come un uomo invisibile

al quale chiedere, nelle singole azioni della vita, che cosa ne dice».

 

Rudolf Steiner continua nella stessa conferenza:

▸«Fino a che [l’AntropoSofìa] sarà proprietà di una piccola schiera, è assolutamente necessario che tutto quello che avviene, avvenga per così dire in seguito alle richieste dell’uomo AntropoSofìa. Fa parte delle condizioni dell’esistenza: considerare l’AntropoSofìa come un essere vivente».101

 

L’essere soprasensibile AntropoSofìa che per la sua natura assomiglia all’uomo in relazione al progressivo sviluppo delle parti costitutive corporee, animiche e spirituali, e che nel nostro periodo, passando dallo sviluppo della sua triade animica allo sviluppo della sua triade spirituale, oltrepassa per la prima volta l’uomo della Terra, si trova ora ‘avanti’ a lui ed inizia a raggiungere il grado angelico con lo sviluppo del sé spirituale.

 

Per questo motivo nella conferenza del 3.2.1913 Rudolf Steiner parlò della relazione esistente tra la metamorfosi della Sofìa in Filo-Sofìa e infine in Anthropos-Sofìa e dello sviluppo storico delle tre parti costitutive dell’essere umano, l’anima razionale o affettiva, l’anima cosciente e il sé spirituale, il cui sviluppo si compie nel quarto, quinto e sesto periodo di civiltà post-atlantica.102

Ma l’essere soprasensibile Anthropos-Sofìa inizia già oggi a preparare l’umanità per accogliere in futuro il sé spirituale (avendo già iniziato a svilupparlo per sé). Così nelle parole di Rudolf Steiner possiamo vedere anche un riferimento al fatto che

questo essere

• preparò il quarto periodo di civiltà ancora come Sofìa, durante due volte settecento anni (dal 2100 al 700 a.C.);

•  preparò la quinta epoca come Filo-Sofìa, durante il periodo che va dalla nascita del Cristo all’anno 1400

• e, a partire dal nostro tempo fino all’anno 3500, questa volta come Anthropos-Sofìa, prepara il sesto periodo di civiltà.

 

Per maggior chiarezza possiamo riassumere il tutto nel seguente schema .

 

 

 

 

 


 

Note tra parentesi:

(23) – «Un minuto gruppetto» era visto da Rudolf Steiner nella società antroposofica di allora (1923). Ma tutto ciò che fu detto allora si riferisce anche alla odierna Società Antroposofica. Ciò che Rudolf Steiner in questo punto del testo intende dire con un “piccolo” o “grande” numero di antroposofi, è il seguito di un altro punto precedente della stessa conferenza, nel quale mette al confronto alcuni milioni con qualche migliaia di antroposofi.

 

Note:

97 – O.O. 13, cap. ‘La conoscenza dei mondi superiori (Dell’iniziazione)’

98 – Conf. del 3.2.1913 (nota 31)

99 – Per maggiori dettagli vedi: Mario Betti, Il mistero della Sofia nel presente, Ed. Arcobaleno, Oriago (VE), 1997

100 – O.O. 10, O.O. 13 e O.O. 245

101 – O.O. 258, 16.7.1923

102 – vedi nota 66