Il trasporto della croce

Il figlio dell’uomo


 

Nella considerazione precedente si sono prese in esame la Lavanda dei piedi, la Flagellazione e l’Incoronazione di spine, come principi del metodo cristiano-rosicruciano, come necessità karmiche e come eventi storico-spirituali del futuro. L’argomento è stato trattato nel suo aspetto di regolazione dei rapporti rispettivamente tra alto e basso, tra destra e sinistra e tra davanti e dietro (naturalmente lo si potrebbe considerare anche sotto altri aspetti).

Per continuare quel tipo di considerazioni, prendendo in esame gli altri gradi della Passione, è necessario comprendere l’intimo rapporto che esiste tra i primi tre gradi e il quarto, quello del trasporto della Croce.

 

Il portare la Croce

è il risultato dell’esperienza contemporanea

della Lavanda dei piedi, della Flagellazione e dell’Incoronazione di spine.

 

Come la Croce sintetizza tutti quei ‘rapporti spaziali’ dei quali si è parlato nelle considerazioni precedenti, riguardanti i primi tre gradi della Passione, così questi primi tre gradi sono contenuti in quello del trasporto della Croce.

 

La ‘Croce’ che si deve portare non è altro che l’uomo stesso.

È l’uomo che, nel senso della Lavanda dei piedi,

della Flagellazione e del l’Incoronazione di spine,

ha prodotto in sé un sistema di correnti che corrisponde alla forma della Croce.

 

Mentre ciò avviene, l’uomo fa una nuova esperienza che è anche, al tempo stesso, una nuova prova. Fino a questo grado della sua evoluzione, egli aveva sentito di essere illuminato, rafforzato e sorretto dallo spirito. A questo punto avviene però un cambiamento radicale.

 

 L’uomo sperimenta in sé un uomo superiore, spirituale, che lo compenetra interiormente nella figura dinamica della Croce. Ma quest’uomo superiore e spirituale non sorregge l’uomo allo stesso modo in cui questi si sentiva prima sorretto dallo Spirito. Al contrario egli si accorge come l’uomo superiore che lo compenetra, debba essere da lui sorretto. L’uomo comune, inferiore, sperimenta in sé il proprio ‘fratello’ superiore, spirituale, e in quella situazione interiore del suo destino ode la voce del comandamento: “Tu devi essere il guardiano di tuo fratello!”.

 

• Questo comandamento significa che l’uomo deve sentirsi un involucro e un portatore dell’altro uomo. Egli sente di dover donare all’altro uomo tutti i frutti del suo faticoso lavoro di conoscenza terrena, così come delle sue azioni terrene; ma che d’altra parte quell’altro uomo non gli dona i frutti della sua esperienza e della sua capacità spirituali, bensì li pone al servizio dell’umanità. L’uomo inferiore, per di più, sperimenta in sé l’uomo superiore, come causa permanente del manifestarsi delle proprie mancanze ed imperfezioni: si accorge che l’uomo in figura di Croce luminosa fa apparire lui, l’uomo inferiore, come una Croce terrena, oscura, alla propria coscienza. L’organizzazione corporea appare come un’organizzazione rigida, morta, del tutto inadeguata ad essere ricettacolo dello spirito.

 

La coscienza umana personale è posta così tra due croci:

• la Croce irradiante dell’uomo superiore che essa deve portare,

• e la Croce oscura dell’organizzazione corporea che deve invece sopportare.

 

• In questa situazione sorge nell’uomo un astio interiore, un senso di protesta, la cui comparsa non può essere evitata. Tale astio può acuirsi in due direzioni: nella direzione dell’uomo superiore o in quella dell’organizzazione corporea. Nel primo caso, la coscienza personale può dirsi: “Son forse io il guardiano di mio fratello?”. Nella coscienza personale può allora prevalere l’impulso a rigettare la Croce dell’uomo superiore che vive in essa, cioè a ‘uccidere il proprio fratello’.

• Per un altro verso, la coscienza personale può giungere ad una profonda avversione nei riguardi di se stesso, quale ‘personalità borghese’ esprimentesi in un corpo, un temperamento e un carattere. Può instaurarsi un odio verso se stessi, tendente del pari ad un istinto di uccisione come nel caso della ribellione nei confronti dell’uomo superiore. Nasce infatti la tentazione di rigettare la Croce della personalità terrena, sentita come altamente sgradevole, filistea e vile.

 

Finché non si è a conoscenza di queste prove, non si può comprendere pienamente, nella sua tragica profondità, ciò che è avvenuto nel fondo dell’anima dei due grandi suicidi del diciannovesimo secolo: Friedrich Nietzsche e Otto Weininger. Friedrich Nietzsche ha infatti compiuto un suicidio spirituale, ‘uccidendo’ in sé l’uomo superiore, cristiano, ossia rigettando la Croce luminosa. Otto Weininger, invece, non fu in grado di sopportare se stesso, quale personalità terrena, e rigettò la Croce oscura, compiendo un suicidio vero e proprio.

 

Queste due figure tragiche non vengono qui menzionate al solo scopo di sottolineare la serietà della prova del trasporto della Croce, ma altresì per il fatto che una comprensione di quelle catastrofi nel senso di prove non superate, è il servizio più prezioso che si possa rendere a coloro che di esse sono stati vittime.

La prova non superata nelle due personalità in questione, consisteva nello sviluppare un rapporto tra la Croce luminosa e quella oscura, quale è alluso nelle parole: “Ama il prossimo tuo, come te stesso”.

 

Queste ‘semplici’ parole contengono in verità un ulteriore principio fondamentale del metodo di iniziazione cristiano-rosicruciano. È infatti un requisito indispensabile di questo metodo lo sforzarsi di risolvere il problema del rapporto tra l’amore per l’umanità e l’amor proprio, sicché l’uomo tuteli l’uomo superiore, volto per sua natura ad amare l’umanità, così come si prenda cura amorevolmente dell’uomo inferiore.

 

L’uomo deve portare la Croce luminosa non per dovere, ma per amore,

così come si sforza di illuminare la Croce oscura,

mediante un lavoro di educazione paziente e non forzato, quale è reso possibile solo dall’amore.

L’uomo non deve sottrarre amore alla propria organizzazione animico-corporea;

d’altra parte non deve sentire come puro dovere l’uomo superiore, capace di amare universalmente, che è in lui.

 

La via che conduce a un equilibrio tra i due poli, consiste in questo:

che l’uomo, con la sua coscienza personale, collocata tra le due ‘croci’,

impari a condividere l’amore per l’umanità dell’uomo superiore,

affezionandosi ad una persona, come a se stesso,

e impari ad accettare se stesso, cioè la propria personalità terrena,

in quanto è questo l’unico modo di manifestare il proprio amore all’altra persona.

 

Il ‘prossimo’, ossia la persona più vicina, è pertanto la scuola per apprendere,

• da un lato l’amore nei riguardi dell’umanità in generale,

• dall’altro, per conservare l’amor proprio, fondandolo però su nuove basi.

 

L’amore, infatti, non è soggetto alla quantità:

se lo si è appreso in un punto, si sarà anche in grado, con la forza dell’uomo superiore, di irradiarlo in ogni direzione.

D’altra parte, se si è accolto integralmente l’altro nel calore del proprio cuore,

non si resterà freddi nei riguardi della propria natura.

 

L’uomo è dunque chiamato a destare, sviluppare e conservare tre tipi di amore contemporaneamente:

l’amore universale per l’umanità, proprio dell’uomo spirituale,

l’amore per il prossimo

• e l’amore per la propria personalità terrena.

Se l’uomo realizza tutto questo, se cioè ricolma di amore lo spirito, l’anima e il corpo, allora nel suo essere non resta più alcuno spazio per l’odio: il suo amore potrà essere ancora imperfetto, ma l’odio non avrà più spazio in lui.

 

Come nell’Incoronazione di spine si trattava di superare la vergogna e la paura,

così nel trasporto della Croce si tratta di superare definitivamente l’odio,

nella forma di astio verso l’uomo superiore e di avversione verso quello quotidiano.

 

Se l’uomo supera l’odio nel senso del detto: “Ama il tuo prossimo come te stesso”, perviene allora ad una cooperazione nell’amore tra spirito, anima e corpo. Subentra così un’armonia fra i tre arti costitutivi umani, nella quale è da ravvisarsi tanto un frutto del superamento della prova del trasporto della Croce, quanto l’adempimento di un requisito fondamentale dell’occultismo cristiano-rosicruciano, il metodo del quale si fonda appunto sul principio dell’armonia tra spirito, anima e corpo.

 

Altre correnti spirituali si fondano invece o sul principio dell’ascetismo, ossia della negazione del corpo, o sul principio della ‘supremazia della personalità terrena’, ossia della negazione dello spirito, che tuttavia la personalità deve seguire, se non vuole sottomettersi totalmente a ciò che è transitorio.

 

• La purezza, cui si tende sulla via dell’educazione spirituale cristiana, non consiste nel soggiogare la natura umana, ma nel nobilitarla: per il fatto che serietà e amore fluiscono di continuo nella natura umana, ci si accorge che tutte le disposizioni della stessa possono essere utili alla grande opera del bene. Su questa via la libertà della personalità consiste nell’imparare ad amare il proprio dovere spirituale.

 

• Queste esperienze relative al trasporto della Croce, che il singolo può attraversare sulla via dell’esercizio spirituale e del destino, si presenteranno all’umanità durante quell’epoca futura, in cui l’umanità ‘bianca’ dovrà confrontarsi con l’umanità arimanica, non solo per essere fedele al vero, bensì in quanto si saprà responsabile nei riguardi di essa. Allora porterà come propria Croce l’umanità caduta nella condizione di oscuramento. Sarà però anche portatrice dell’uomo spirituale, il quale compenetrerà interiormente – in forma di Croce luminosa – ogni uomo. Quell’umanità farà proprio il compito degli Angeli. Essa presterà all’umanità arimanica un servizio analogo a quello che gli Angeli prestano all’umanità attuale. D’altra parte sarà portatrice dell’uomo superiore, che prenderà il posto dell’Angelo custode.

 

L’uomo superiore prenderà il posto dell’Angelo,

non però coprendo l’uomo con la propria ombra,

ma manifestandosi in lui, come entità incorporata.

 

• Questa incorporazione sarà espressione del fatto che l’uomo superiore

si è donato all’uomo personale: si è affidato a lui, affinché ne divenga il ‘guardiano’.

 

• Allora l’umanità dovrà sperimentare sul piano della storia

la situazione del trasporto della Croce,

e in questa situazione imparerà a superare l’odio,

attuando così l’armonia di corpo, anima e spirito.