La Crocifissione

Il figlio dell’uomo


 

Per comprendere il grado della Crocifissione quale principio fondamentale dell’iniziazione cristiano-rosicruciana, è necessario prendere le mosse da cose che in apparenza sono ad esso estranee. Occorre considerare i fenomeni della metamorfosi, così come possono essere osservati nell’esistenza umana. Lì si possono infatti osservare sia nell’ambito della vita interiore, che in quello della formazione degli organi corporei.

 

In entrambi i casi vale la regola secondo cui la metamorfosi avviene

mediante un susseguirsi di impedimento e libertà.

 

Così, ad esempio, il linguaggio è una metamorfosi della facoltà motoria, dovuta al fatto che si è interiorizzato il movimento. Questa interiorizzazione si è potuta però compiere, solo in quanto si sono posti dei limiti al movimento esteriore.

I movimenti esteriori, impediti, si sono trasformati nei movimenti più interiori del linguaggio.

 

Parimenti la facoltà del pensiero è una tappa ulteriore della metamorfosi della facoltà motoria.

Il pensare è un’interiorizzazione della facoltà del linguaggio,

dovuta al fatto che quest’ultima viene trattenuta, impedita.

Tacendo si impara a pensare, come frenando lo stimolo al movimento si impara a parlare.

 

Questa metamorfosi può procedere di un grado ulteriore.

Il pensare può interiorizzarsi in una nuova, superiore facoltà.

Ciò può avvenire interrompendo coscientemente il suo movimento, in modo però che non subentri uno stato di assenza di pensiero e di passività, bensì che tutta la forza del pensiero stesso si concentri in un punto. Mediante questa concentrazione il pensare viene interiorizzato e si trasforma nella facoltà della visione spirituale.

 

Nella meditazione questa metamorfosi si attua mediante un esercizio sistematico. In questo caso si tratta di passare dal pensare al concetto puro e dal concetto puro alla visione. Tali passaggi si compiono unitamente ad uno sforzo di autodominio, di autolimitazione.

 

Il pensare deve passare attraverso la ‘cruna dell’ago’ della concentrazione in perfetta quiete,

al fine di sbocciare nel ‘regno dei cieli’ della visione, quale superiore facoltà di percezione.

• Deve passare per il punto di totale impedimento, di totale immobilità,

prima di poter varcare la soglia che divide il regno della riflessione da quello della visione.

• Questa legge dell’impedimento di una forza inferiore, affinché possa mutarsi in una superiore,

è il principio della Crocifissione (o dell’iniziazione) nella scuola cristiano-rosicruciana.

 

È il principio dell’ascesa nella meditazione, ma altresì il principio della via dell’evoluzione karmica verso l’iniziazione determinata dal karma. L’anima pertanto, sulla via dell’iniziazione connessa col karma, deve attraversare una situazione interiore – e quasi sempre anche esteriore – nella quale essa si trova impedita in tutte le sue forze fondamentali del sentire e del volere, una situazione in cui sviluppa una fortissima nostalgia e un fortissimo anelito, ma non ha al tempo stesso la minima possibilità di soddisfare la propria nostalgia e di realizzare il proprio anelito.

 

L’anelare e il volere dell’uomo

vengono tenuti in stato di immobilità dai ferrei vincoli della necessità –

finché non si concentrino in un punto simile a una ‘cruna dell’ago’,

attraverso cui si passa per sperimentare la ‘morte mistica’.

 

Un ‘ricco’ non può mai passare attraverso questa cruna dell’ago, ma solo uno che sia così ‘povero’, come lo è colui che, sul letto di morte, sia in procinto di varcare la soglia del mondo spirituale.

 

Il principio dell’impedimento di una facoltà inferiore, ai fini di una sua metamorfosi in una superiore,

è chiamato nei Vangeli ‘la via stretta’, in contrapposizione alla ‘via larga’, per la quale passano molti.

 

Nei Vangeli le espressioni non sono usate in senso ‘poetico’, bensì come ‘termini tecnici occulti’, coniati in base ad una profonda conoscenza dei fatti occulti. Uno di questi termini tecnici è quello della ‘via stretta’, con cui si intende la via, lungo la quale avviene il ‘restringimento’, la concentrazione, delle forze dell’anima, al fine di trasformarle – secondo la legge della metamorfosi – in forze superiori.

 

Questo ‘restringimento delle forze dell’anima’ raggiunge il suo culmine in quella situazione che viene chiamata ‘Crocifissione’. Tale situazione si presenta quando il ‘trasporto della Croce’ giunge al punto in cui le due croci – la Croce luminosa dello spirito e la Croce oscura della terra – divengono una. Quando le due croci si compenetrano, sicché non resta più alcuno spazio tra di esse per la coscienza individuale umana, allora questa si concentra in un punto, in cui raccoglie tutte le proprie forze e da esso si effonde quindi sulla Croce. Essa ‘muore’, divenendo essa stessa una Croce.

 

La coscienza non porta più la Croce, ma diviene tutt’uno con l’uomo corporeo-spirituale.

Il suo ‘compito spirituale’, il suo ‘uomo superiore’, diventano la carne e il sangue – e l’uomo terreno di sangue diviene organo della verità spirituale. Allora ‘ciò che è in alto’ diventa ‘come ciò che è in basso’ e l’interiore come l’esteriore. Questa trasformazione, per cui non vi è solo un’armonia tra corpo, anima e spirito, come al grado del ‘trasporto della Croce’, bensì un’unità di corpo, anima e spirito, è appunto il processo dell’iniziazione.

 

Tale processo, per altro, può essere vissuto a gradi diversi di profondità e da questi gradi dipende la differenza di grado dell’iniziato. Può infatti essere vissuto nell’Io (e nella organizzazione dell’Io), o estendersi fino al corpo astrale, al corpo eterico, o addirittura, fino ad una certa misura, al corpo fisico.

 

Integralmente lo ha vissuto nel corpo fisico solo il Cristo Gesù,

• mentre le individualità che lo hanno sperimentato anche in parte nello stesso corpo fisico,

sono ‘i maestri dei grandi iniziati’.

• Le individualità che hanno sperimentato la Crocifissione fino al corpo eterico,

sono i cosiddetti ‘grandi iniziati’.

• Quelle infine che hanno vissuto l’esperienza della Crocifissione nel corpo astrale e nell’io,

formano la categoria degli iniziati e dei sapienti nell’occultismo.

 

• Al grado della Crocifissione avviene il cosiddetto incontro con il ‘grande Guardiano della soglia’,

• così come il grado dell’Incoronazione di spine è stato preceduto dall’incontro con il ‘piccolo guardiano della soglia’.

Questo ‘incontro’ è l’esperienza della Crocifissione spirituale-cosmica, della quale già Platone era a conoscenza, allorché parlava “dell’anima del mondo crocifissa”. Qui non si tratta però soltanto di una conoscenza ideale di questo fatto, bensì dello sperimentare la coscienza morale del mondo [Weltgewissen] nella figura del Cristo Gesù.

L’uomo sente avverarsi le parole: “Oggi sarai con me in paradiso” (Le 23:43). Egli viene a trovarsi spiritualmente e moralmente nella situazione del ladrone crocifisso a sinistra e che ora, nel ‘paradiso’, ossia nel mondo spirituale superiore, vive l’oggi come la presenza della coscienza morale del mondo. Per la prima volta sperimenta l’“oggi in paradiso”, ossia il vero presente, il quale non è l’istante terreno che congiunge il passato al futuro, ma una realtà che gli si dà ora a conoscere.

 

L’uomo, passando per lo stato di massima concentrazione, per l’istante della ‘morte mistica’, della Crocifissione,

si desta all’esperienza della realtà cosmica del presente.

Egli vive quest’esperienza così come la visse il ladrone di sinistra: come peccatore che guarda all’Innocente.

Questo guardare all’Innocente è appunto l’aspetto essenziale dell’incontro con il grande Guardiano della soglia,

quale coscienza morale del mondo crocifissa,

incontro che è al tempo stesso l’esperienza della realtà del presente, dell’“oggi in paradiso”.

L’oggi, quale si sperimenta nel paradiso, è il risveglio della coscienza morale nel presente,

nel senso di una responsabilità dell’uomo per tutto il passato e per tutto il futuro.

 

La coscienza, come con-sapere riguardo ai compiti del passato e del futuro nel presente, è il ‘grande mistero dell’iniziazione’, che non può mai essere ‘tradito’. Non lo può, in quanto è inesprimibile – ossia assolutamente incomunicabile, tanto nel linguaggio delle parole umane, quanto con quello della trasmissione sovrasensibile dei pensieri o quello dei segni e dei simboli: può sorgere solo interiormente come esperienza dell’anima, e non può essere trasmesso da alcun maestro in qualsivoglia modo. Per questo motivo il compito del maestro nella scuola cristiano-rosicruciana si limita ad un aiutare il discepolo a trovare la direzione verso tale esperienza.

 

Il muoversi in questa direzione e l’esperienza stessa devono però essere riservati al discepolo.

Egli deve vivere quest’esperienza da solo, così come da solo dovrà varcare la soglia della morte.

 

Questo è un altro dei principi fondamentali dell’educazione spirituale cristiano-rosicruciana: il rapporto tra maestro e allievo si fonda sulla piena libertà di quest’ultimo. Il ‘guru’ indiano, che agisce nella vita interiore del ‘chela’, e il ‘maestro’, che regola con le sue prescrizioni ogni particolare della vita del ‘discepolo’, sono entrambi lontani dallo spirito del rapporto che vige nella corrente cristiano-rosicruciana fra maestro e allievo. Conformemente a questo tipo di rapporto, il maestro non è un suggestionatore e neanche un tutore, ma un amico più esperto, che non rifiuta il proprio consiglio, quando ne viene richiesto.

 

Che questo rapporto sia tanto diverso nelle altre vie qui menzionate, è una conseguenza naturale del fatto che esse fanno parte della cosiddetta ‘via larga’. In queste vie, infatti, non si aspira ad una metamorfosi delle forze inferiori, trattenute coscientemente, in forze superiori, ma si ha di mira lo sviluppo o l’utilizzo delle forze esistenti, così come sono. Si tratta di una liberazione di forze rimaste finora impedite nell’essere umano, o di un rafforzamento ed intensificazione di facoltà già esistenti.

Vengono riattivate forze ataviche del passato, oppure si potenziano e affinano le forze attuali della volontà e dell’intelletto, fino ad un grado tale da renderne possibile l’utilizzo, in una forma equivalente a quella di un’operazione ‘magica’. La ‘via larga’, ossia la via dell’allargamento, dello sviluppo di ciò che già esiste conduce dunque a una qualche forma di medianità o magismo egoistico.

 

Molti percorrono la ‘via larga’ che porta alla perdizione, ossia alla comunità di destino della futura umanità arimanica. Anche a questa umanità sarà riservata in futuro un tipo di Crocifissione, la Crocifissione del ladrone di destra, la quale consisterà nel fatto che essa perderà, nella settima epoca, la facoltà di muoversi. Resterà legata al terreno, similmente a come avviene per le piante. Coloro che – quali vittime della passività – dovranno subire in tal modo il karma della medianità, brameranno la liberazione, mentre coloro che saranno stati posti in tale situazione dal karma del magismo nero, volgeranno al cielo rimproveri e odio.

 

Anche in tale situazione vi sarà ancora la possibilità di liberare molti uomini – nel senso letterale-fisico del termine, sciogliendoli cioè dal terreno – facendo leva sulla nostalgia di coloro che furono vittime della passività. Allora la magia bianca, la forza dell’amore, troverà ancora – fino all’ultima ora della storia terrena – un ampio campo d’azione, per sciogliere molti esseri umani dai vincoli che li legano al terreno.

 

Una simile azione della magia bianca sarà possibile, in quanto anche l’‘umanità bianca’ avrà vissuto l’esperienza della Crocifissione, nel senso sopra illustrato. Essa farà allora – ma con potenza magica – risonare di fronte all’altra parte dell’umanità le parole: “Non hai timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?” (Lc 23:40). Il timore, il timore del giudizio divino, sarà l’ultimo appiglio, e significherà la possibilità della liberazione all’ultimo momento, anche per quella parte dell’umanità il cui destino sarà stato determinato dall’aver operato la magia nera.

 

Il quadro karmico del futuro dell’umanità mostra così, in rapporto alla legge spirituale della Crocifissione,

• da un lato orribili abissi di sventura,

• dall’altro però anche le illimitate possibilità di aiuto e liberazione che la Provvidenza di Dio ha riservate all’uomo.