La Sepoltura

Il figlio dell’uomo


 

L’incontro con il ‘grande Guardiano della soglia’ produce determinate conseguenze, come già quello con il primo guardiano della soglia, ovvero il guardiano della prima soglia. Come l’uomo aveva ricevuto dal primo guardiano un ‘incarico’, per il quale egli stesso doveva cimentarsi come guardiano, così viene ora ‘incaricato’ dal grande Guardiano di un determinato compito. Anche qui si tratta di una partecipazione cosciente al compito del Guardiano – ossia un fare propri i fini di cui Egli è custode nella storia universale e nell’evoluzione della Terra, e che si trovano riassunti nelle parole del Vangelo: “Io sarò con voi fino alla fine del mondo”.

 

Queste parole significano, tra l’altro, che il Cristo

guida alla loro meta l’umanità e la Terra mediante una presenza interiore.

Non le guida come avviene per le leggi della natura,

alle quali le cose sottostanno per una necessità esteriore,

ma agendo nell’interiorità umana con interiore forza di persuasione.

Al posto della ‘antica Legge’, entra sempre più in vigore la ‘nuova Legge’.

Questa può entrare in vigore solo nella misura in cui

l’impulso del Cristo prenda dimora negli esseri umani, compenetrandoli dall’interno.

 

‘L’essere con voi’ è pertanto una necessità che consegue alla natura stessa dell’impulso del Cristo. Corrisponde infatti alla natura dell’impulso del Cristo il non abbandonare la Terra, ma elevarla dal suo interno verso le mete dell’evoluzione.

 

Ciò che l’impulso del Cristo rappresenta sotto questo profilo, diviene una necessità interiore dell’uomo che abbia incontrato il grande Guardiano della soglia. Egli prende allora la decisione di accompagnare l’umanità e la Terra fino alla fine, mettendo a disposizione, nel contesto karmico della Terra, le proprie forze per l’opera di conversione in positivo dello stesso karma terrestre.

Il karma della Terra è però la morte. Questa è l’unica realtà rinvenibile nel puro elemento terrestre. Nei campi della morte si semina, ed essa alla fine miete tutto. Chi è realmente consapevole di ciò, non può sperimentare la Terra altrimenti che come una grande tomba.

I poeti possono sì parlare di primavera e di fioritura, ma l’occultista sa che la Terra è una tomba. Un tale sapere però non lo rende triste, poiché egli non odia questa tomba, ma stabilisce un legame cosciente con l’esistenza della Terra, come in modo incosciente lo fa l’uomo comune. Questo ‘legarsi coscientemente alla Terra’ è appunto il grado della via spirituale che si designa col termine di Sepoltura.

 

La Sepoltura

è la ripetizione, ad un livello superiore, del trasporto della Croce:

ciò che qui si impara a portare, non è la Croce del karma umano individuale,

bensì quella del karma della Terra.

 

Questo implica un’enorme differenza non solo riguardo alla portata della prova, ma anche riguardo alla sua natura. La Croce umana è infatti disposta verticalmente, quella della Terra giace invece sulla linea orizzontale. Giace come un sepolcro in figura di Croce, nel quale l’uomo deve introdursi. Egli lo fa nella fede e nella speranza che, mercé l’offerta di tutto il proprio essere, si dischiudano le porte attraverso le quali la forza della grazia che agisce nel mondo compirà il miracolo del risollevamento della Croce della Terra. Egli prende posto nella tomba con la speranza nella Resurrezione.

 

Una tale ‘Sepoltura’ non è solo un’esperienza spirituale irripetibile, ma una situazione interiore, per la quale l’uomo in mille circostanze deve risolversi sempre nuovamente per la Sepoltura. Deve infatti intraprendere azioni che, nella situazione data, sono destinate all’insuccesso e che pertanto vengono deposte nella tomba del divenire terreno, con la speranza che in futuro possano ‘risorgere’ nelle loro conseguenze.

Così, per fare un esempio, l’iniziativa della triarticolazione sociale avviata da Rudolf Steiner fu una sepoltura – una tra le tante – riguardo alla quale, solo in modo generico ci si è resi conto che fosse tale. Poco alla volta però ci si renderà conto che anche altri fatti della vita e dell’opera di Rudolf Steiner furono atti di Sepoltura.

A questo grado, ovvero in questa situazione di vita, si tratta di imparare ad essere seminatori nei campi della morte.

 

Bisogna avere imparato ad intraprendere azioni che daranno frutto solo in un lontano futuro.

Si tratta di sviluppare un coraggio che nessun insuccesso può spezzare,

poiché opera e agisce per il karma e non per il mero successo.

Questo operare per il karma, questo agire per il futuro,

è di nuovo un atteggiamento di fondo richiesto all’occultista cristiano.

 

Chi si prefigge il successo, chi vuole mutare il mondo

non secondo il percorso del karma, ma secondo la propria diretta iniziativa,

potrà anche fare cose utili, ma non può essere preso sul serio come occultista.

La serietà dell’occultismo è la stessa serietà della morte.

 

La sua forza non è la voglia di fare, propria dell’ottimismo vitale,

ma la certezza nella conoscenza del karma,

e precisamente nella conoscenza del karma del Mistero del Golgota.

Questo karma è il fondamento della certezza

che tutto ciò che si semina nel campo della morte, un giorno risorgerà.

 

Un uomo con la coscienza morale spiritualmente desta – e un occultista cristiano deve essere tale – non può nel presente agire come se il Mistero del Golgota non fosse avvenuto. Egli deve, o meglio non può fare altrimenti, cercare di immettere i propri sforzi nella corrente del karma del Mistero del Golgota. Questo proposito implica la necessità, non solo della Lavanda dei piedi, della Flagellazione, dell’Incoronazione di spine, del trasporto della Croce e della Crocifissione nella vita e nell’agire, ma anche quella della Sepoltura.

L’imitazione di Cristo sulla via dell’iniziazione e del karma non è quindi soltanto il contenuto del libro bello ed edificante di Tommaso da Kempis, ma il principio fondamentale dell’occultismo cristiano-rosicruciano – oggi come in passato ed in futuro.

 

Vi è solo una ‘via stretta’, che conduce alla salvezza della Resurrezione.

Le altre vie si ricollegano alla ‘via larga’, che conduce alla morte,

ossia all’incorporazione nell’entità di Arimane, il signore della morte.

 

Invero questi non è signore sulla morte, ma signore della morte. Con ciò si intenda che non esiste un vero e proprio annientamento, ma che la morte nel senso arimanico sarà l’ingresso nel regno di Arimane. Signore sulla morte si dimostrerà allora colui che avrà sperimentato la Resurrezione. Il signore della morte si rivelerà invece come il signore dell’irrigidimento di ciò che è individuale, personale.

 

In un lontano futuro, dunque, la Sepoltura avverrà nella forma di un irrigidimento dell’umanità caduta in preda ad Arimane. Gli uomini diverranno componenti rigidi di una Terra irrigidita, la quale sarà in certo modo la loro tomba comune. La Terra diverrà una grande tomba, ma a quel punto interverrà anche l’ultima, suprema grazia del Signore sulla morte, mentre la Terra stessa, in quanto corpo cosmico, sarà distrutta e diverrà polvere. Essa soggiacerà all’altra morte, che non è irrigidimento, ma dissoluzione, polverizzazione di ciò che è irrigidito. Soggiacerà ad una morte, che sarà per lei la liberazione concessale dal Signore sulla morte.

 

La Terra allora morirà, per risorgere come Giove.

All’umanità divenuta arimanica sarà accordata nuovamente la possibilità di riprendere da capo la via verso lo spirito.

Una simile possibilità sarà accordata ancora durante l’esistenza di Venere e persino durante quella di Vulcano.