10 – La filosofia della libertà e le sorgenti della comunione spirituale

Il Guardiano della Soglia e «La filosofia della libertà» – I


 

Come già menzionato in molti punti di questo libro,

nella I parte della Filosofia della libertà si tratta soprattutto della trasformazione della facoltà di conoscenza umana,

che dal grado del pensare comune, legato al corpo si innalza al grado del pensare libero dai sensi o puro.

 

Rudolf Steiner dice anche che esistono due vie che conducono al conseguimento di questo grado superiore:

• L’una è lo studio della sua opera iniziale, nel quale viene sviluppato il pensare puro dall’al di qua della Soglia;

• l’altra è lo studio dell’Antroposofia, soprattutto del libro La scienza occulta,

la quale è stata certamente scritta applicando lo stesso pensare,

tuttavia da un punto di vista che si trova al di là della Soglia.26

 

In entrambe le vie il conseguimento del pensare puro avviene mentre l’uomo

• afferra le forze del proprio corpo eterico nella sfera della testa e le rende indipendenti dal cervello fisico.

 

Se vogliamo comprendere questo processo in modo esoterico,

il Mistero che Rudolf Steiner descrive in relazione al processo di trasformazione del sangue nell’essere umano,

qui assume un ruolo del tutto particolare.

 

Nella conferenza del 1 ottobre 1911 egli parla di come nel cuore dell’uomo

• durante lo stato di veglia ha luogo di continuo l’eterizzazione del suo sangue,

• il quale dopodiché sale nella testa e là si unisce all’altra corrente eterica

che si collega con il capo dell’uomo dal macrocosmo soprattutto durante la notte.

• In tale contesto è di decisiva importanza che Rudolf Steiner

metta in relazione la corrente eterizzata del sangue, che dal cuore sale alla testa, con l’intellettualità umana.

 

• Nell’uomo sveglio «l’elemento intellettuale fluisce dal basso all’alto in forma di raggi luminosi» (O.0.130,1.10.1911).

E nell’ulteriore illustrazione di questo processo Rudolf Steiner dice persino che

• in questa corrente «l’intellettualità» umana stessa fluisce dal basso all’alto (ibidem).

 

Con ciò nell’uomo abbiamo qualcosa come un canale eterico, nel quale, mediante la spiritualizzazione

ossia l’eterizzazione dell’intelligenza umana, che un tempo nel cosmo apparteneva a Michele,

questa può nuovamente fluire di ritorno a Michele.

Ciò avviene dal momento in cui l’uomo raggiunge in sé la facoltà del pensare puro.

In questo modo le forze di pensiero nel capo vengono vivificate dalle forze eteriche,

che fluiscono dal cuore e in seguito unite all’altra corrente proveniente dal cosmo

in modo tale che il pensare stesso diventa eterico e indipendente dal corpo (libero dai sensi).

 

Rudolf Steiner definisce questa seconda corrente macrocosmica, anche,

come la corrente che dal mondo spirituale conduce nell’uomo le forze morali.

E questa seconda corrente sul piano eterico è la via sulla quale giungono nell’uomo le intuizioni morali.

 

Continuando nella stessa conferenza Rudolf Steiner parla del fatto che dopo il Mistero del Golgota

è possibile scoprire mediante la moderna scienza dello spirito ancora un’altra corrente di sangue eterizzato nell’uomo.

• Anche questa fluisce dal cuore al capo, ma non consiste nel sangue eterico microcosmico dell’uomo,

bensì nel sangue eterico macrocosmico del Cristo.

• L’origine di questa corrente va trovata nel Mistero del Golgota stesso.

 

Dopo che il Venerdì Santo il sangue del redentore dalla croce era fluito nella Terra,

in essa attraversò un processo di eterizzazione

e ciò condusse alla nascita di quest’altra corrente eterica macrocosmica che scorre in ogni uomo.

 

«Che cosa avvenne in seguito, di questo sangue [del Cristo]?

Null’altro di ciò che avviene di solito nel cuore dell’uomo.

Nel corso dell’evoluzione terrestre questo sangue passò per un processo di eterizzazione

e, come il nostro sangue, quale sostanza eterica, fluisce dal cuore verso l’alto,

così, dal Mistero del Golgota in poi, il sangue eterizzato del Cristo Gesù vive nell’etere terrestre.

Il corpo eterico della Terra è permeato di ciò che il sangue sparso sul Golgota è divenuto» (ibidem).

 

«Dal Mistero del Golgota in poi esiste continuamente la possibilità

che alle correnti irradianti dal basso all’alto si accompagni l’effetto del sangue eterico del Cristo» (ibidem).

 

Il compito spirituale risultante da tale circostanza di fatto è la congiunzione di queste due correnti.

E soltanto se l’uomo raggiunge questa meta, il suo pensare

conseguirà la necessaria sostanzialità per essere portato con sé nel mondo spirituale.

 

Infatti, persino i pensieri spirituali che vengono afferrati dal pensare puro,

nella coscienza rimangono ancora come configurazioni d’ombra.

Indicano di certo già una realtà superiore, ma  n o n  la possiedono ancora.

 

Per ottenere tuttavia un carattere di realtà, questi pensieri necessitano dell’unione con l’Impulso-Cristo

che li compenetra di sostanza spirituale liberandoli così dalla loro originaria esistenza ombrosa.

 

In altre parole, nel nostro tempo il Cristo deve compenetrare l’intera vita intellettuale dell’umanità.

«L’uomo deve ritrovare la possibilità di colmare queste idee [sullo spirituale] con sostanzialità spirituale.

Ritroverà tale possibilità sperimentando il Cristo durante il passaggio nella vita intellettuale.

Così che devono crescere insieme l’intellettualismo moderno con la coscienza del Cristo»

(O.O. 214,5.8.1922).

 

E avviene proprio questo quando l’uomo congiunge in sé

le due correnti del sangue eterizzato, che fluiscono dal cuore al capo:

• la corrente portatrice della sua intellettualità    • e la corrente del sangue eterizzato del Cristo,

che lo conduce al risveglio della coscienza del Cristo e alla percezione del Cristo eterico.

 

Con ciò può essere data una risposta pratica al grande quesito storico universale,

con il quale nella seconda metà del XIII secolo Tommaso d’Aquino varcò la Soglia della morte:

«Come entra il Cristo nel pensare umano? Come viene cristificato il pensare umano?» (O.O. 74, 23.5.1920).

 

Perché persino un pensatore così eccezionale come Tommaso d’Aquino

nel suo periodo non ha potuto ancora raggiungere questa meta?

• Nella conferenza citata sull’eterizzazione del sangue Rudolf Steiner risponde così a questa domanda:

Non fu possibile perché allora non esisteva ancora la scienza dello spirito.

Infatti, la fondazione di essa era collegata con due condizioni storiche universali.

L’umanità doveva entrare prima nell’epoca dell’anima cosciente

e in questa poi nel 1879 doveva aver luogo l’inizio dell’epoca di Michele.

 

Nella conferenza stessa la risposta risuona nel seguente modo:

«Ma l’evoluzione dell’umanità continua a procedere e per la nostra epoca è importante

che l’uomo impari a riconoscere, ad accogliere la conoscenza scientifico-spirituale,

per infiammare, via via, ciò che irradia dal cuore al cervello,

in modo da comprendere veramente l’Antroposofia» (0.0. 130, 1.10.1911).

 

In altre parole, sulla via al pensare puro l’uomo deve progredire in modo tale

da poter veramente «infiammare» la corrente eterica microcosmica dal cuore alla testa

e comprendere con questa nuova forza spirituale l’Antroposofia in tutta la sua profondità.

 

• Qui assume un  ruolo centrale  l a   c o m p r e n s i o n e

di ciò che sin dall’inizio si trova al centro dell’Antroposofia: l’entità  d e l   C r i s t o .

Infatti,

«l’apice della nostra scienza dello spirito è: la conoscenza del Cristo.

La conoscenza del Cristo è ciò che come più puro, più sacro e più alto ci conduce

a quanto abbiamo nella scienza dello spirito» (0.0. 161, 2.5.1915).

 

In questo modo avviene la congiunzione delle due correnti

e di conseguenza anche la vera cristificazione del pensare umano.

 

«Ma una congiunzione di queste due correnti avviene soltanto quando l’uomo

porta incontro la giusta comprensione a ciò che è contenuto nell’impulso-Cristo.

Altrimenti non può avvenire nessuna congiunzione,

altrimenti le due correnti si respingono reciprocamente» (ibidem).

 

Qui il fatto di conseguire il pensare libero dai sensi assume un ruolo centrale.

Infatti, ciò che la scienza dello spirito dice dell’essere del Cristo,

può essere afferrato solo con questo pensare.

 

(In riguardo Rudolf Steiner mette in rilievo che il pensare legato al corpo

per principio non può comprendere il Mistero del Cristo Gesù.)

 

La migliore disciplina di questo pensare tuttavia è l’occuparsi dell’opera iniziale di Rudolf Steiner,

soprattutto della Filosofia della libertà.

Per cui nella Scienza occulta Rudolf Steiner definisce lo studio di essa una «via sicura»,

che «più sicura, e specialmente più esatta» conduce alla meta descritta (0.0. 13, pag. 278).

 

In questo modo abbiamo caratterizzato tre elementi di un progressivo processo eterico nell’essere dell’uomo.

• Anzitutto si tratta della corrente eterica microcosmica,

• poi di quella macrocosmica

• e infine della congiunzione delle due correnti.

 

• Tutte e tre si muovono dal cuore al capo

e tutte e tre sono presenti anche nella IV parte della meditazione della Pietra di Fondazione.

Là troviamo la triplice indicazione alla direzione dal cuore al capo

• e cioè prima nel menzionare i cuori dei Pastori e i capi dei Re.

Questi vivevano ancora prima del Mistero del Golgota ed erano, come anche tutti gli altri uomini del loro tempo,

soltanto portatori della corrente eterica microcosmica.

 

• Poi la meditazione della Pietra di Fondazione parla del «Cristo-Sole»

e con ciò della possibilità che in seguito al Mistero del Golgota esso riscaldi i cuori degli uomini e illumini i capi.

Con ciò abbiamo un riferimento alla seconda corrente eterica, a quella macrocosmica.

 

• E alla fine troviamo la direzione dal cuore al capo per la terza volta.

Qui si tratta della nascita del bene:

«Affinché diventi buono,

Ciò a cui noi / Con i nostri cuori vogliamo dare fondamento,

Ciò che con i nostri capi / Vogliamo condurre / Diretto alla meta.»  (O.O. 260)

 

Queste parole indicano il terzo grado, in cui avviene la congiunzione delle due correnti,

per mezzo della quale si crea il massimo bene nelle libere azioni degli uomini,

le quali hanno il loro «fondamento» nei cuori, nell’«intuizione immersa nell’amore»,

per poi essere poste dai capi nel «conteso universale da sperimentare intuitivamente», e questo va «diretto alla meta».

 

Nell’ulteriore corso della conferenza del 1 ottobre 1911 Rudolf Steiner

indica la conseguenza della congiunzione delle due correnti eteriche nell’uomo:

«Ne verrà di conseguenza ch’egli si renderà idoneo ad accogliere

ciò che comincia a inserirsi nell’evoluzione a partire dal secolo XX: vale a dire

il Cristo eterico nei confronti del Cristo fisico incarnatosi in Palestina» (0.0. 130).

 

Questo significa che in base alla congiunzione delle due correnti eteriche,

nel nostro tempo l’Impulso-Cristo può effettivamente entrare nel pensare umano

e ciò conduce alla percezione chiaroveggente del Cristo nell’eterico.

Il fondamento per questo, come abbiamo già visto, è costituito dallo sviluppo del pensare puro

nel senso di quanto descritto nella prima parte della Filosofia della libertà.

 

Ora possiamo comprendere ancora meglio perché Rudolf Steiner

definisce come «intellettiva» questa nuova chiaroveggenza, che rende possibile la percezione del Cristo eterico:

«Allora il progresso sta solo nel fatto che gli uomini

non sviluppino una superiore intellettualità soltanto per se stessi, ma che innalzino questa al mondo astrale.27

Mediante un tale divenire chiaroveggente intellettivo, il Cristo visibile etericamente

nel corso dei prossimi tre millenni può venire incontro e verrà incontro sempre di più

e in modo sempre più chiaro agli uomini progrediti in questo senso» (vedi fonte indicata, 18.11.1911).

 

Il Mistero dell’eterizzazione del sangue connesso alle conseguenze del Mistero del Golgota

costituisce soltanto una parte dell’azione del Cristo nel corpo eterico umano.

Infatti, con ciò, secondo l’indagine spirituale di Rudolf Steiner,

è collegata anche la seconda parte del Mistero del Venerdì Santo,

che contiene il fatto che allora la Terra aveva accolto in sé non solo il sangue,

ma anche il corpo del Cristo, il quale la Domenica di Pasqua era divenuto il Suo corpo di resurrezione (Fantoma).

 

Rudolf Steiner dice che

con la resurrezione del Fantoma è stato salvato soprattutto l’io dell’uomo.

Ciò che avvenne nel Mistero del Golgota

«è infatti letteralmente la salvazione dell’io umano» (O.O. 131,11.10.1911).

 

Affinché questa salvazione possa nell’attuale epoca della libertà

divenire veramente piena realtà per ogni singolo uomo,

è necessario il cosciente rapporto con il Fantoma del Risorto,

che l’uomo può raggiungere unicamente da solo, mediante i suoi liberi sforzi.

 

Rudolf Steiner descrive questo nelle seguenti parole:

«Lavoriamo perciò sul corpo fisico per vivificarlo, in modo che esso possa sentire un’affinità,

una forza di attrazione verso il Fantoma che si è sollevato dal sepolcro sul Golgota» (0.0. 131,14.10.1911).

 

Tuttavia Rudolf Steiner osserva inoltre che questo processo non avviene da solo, ma deve essere preparato dall’uomo.

In altre parole, deve formarsi qualcosa per mezzo di cui possa essere creata

una forza d’attrazione verso il corpo di resurrezione sino ad una futura, completa unione con esso.

 

Ne ha già fatto riferimento in modo profetico l’apostolo Paolo con il suo insegnamento sul vecchio e nuovo Adamo.

«Paolo dunque, da tutti quelli che si dicono cristiani, richiede di far nascere in loro

qualcosa che realmente è in loro e che, come il corpo corruttibile risale ad Adamo,

riconduca invece a ciò che si è sollevato il terzo giorno dal sepolcro

in cui il corpo del Cristo Gesù era stato deposto» (0.0. 131,10.10.1911).

 

In questo punto della conferenza Rudolf Steiner ripete tre volte che per tale rapporto con il Fantoma

«possiamo far nascere in noi qualcosa», sì, a dire il vero, dobbiamo far nascere qualcosa.

 

E questo «Qualcosa» che è come un anello di congiunzione fra noi e il corpo di resurrezione

e produce l’attrazione verso il Fantoma nel nostro essere,

ci riconduce direttamente alla Filosofia della libertà, e cioè ora alla sua II parte.

 

Come già descritto in modo esauriente in un’altra opera,28

qui tocchiamo uno dei più importanti risultati dell’indagine scientifico-spirituale di Rudolf Steiner.

Nel frattempo anche la fisiologia conferma che mediante l’attività pensante nel corpo fisico

la materia si decompone di continuo, sì, viene persino distrutta.

 

La grande scoperta di Rudolf Steiner in merito consiste nel fatto, che mediante le libere azioni morali tuttavia,

nell’organizzazione fisica dell’uomo si forma una materia completamente nuova.

«Quindi, unendoci veramente a libere intuizioni morali,

facendone i nostri motivi morali nel senso della mia Filosofia della libertà,

noi viviamo una vita umana tale che essa, in base alla sua organizzazione,

pone della materia trasformata dalla volontà dove la materia era stata annientata [dal pensare].»

 

• Con ciò «l’uomo diventa interiormente creativo, interiormente costruttivo »

• E nel «complesso del cosmo, noi vediamo nell’organizzazione umana il nulla

riempito da nuove formazioni, in senso del tutto materiale.»

• Così nell’uomo «compaiono» gli «ideali puramente morali …

quali costruttori di mondi fino nella materialità» (O.O. 78, 5.9.1921).

 

Questa nuova materia che nasce mediante le libere azioni morali

nel senso della II parte della Filosofia della libertà, costituisce poi il ponte

sul quale le forze del corpo di resurrezione possono unirsi all’uomo.

Con ciò diventa anche chiaro come nell’uomo possono agire insieme senza alcuna opposizione

• la sua libertà individuale    • e le forze del Mistero del Golgota.

 

La facoltà fondamentale

per poter formare questa nuova materia nella sua organizzazione corporea mediante le sue azioni morali

deriva dal Mistero del Golgota.

 

La realizzazione di tale possibilità tuttavia può avvenire soltanto

mediante le libere azioni dell’uomo, che nascono dalle sue individuali intuizioni morali.

Con questo l’uomo compie in sé le due parti della comunione spirituale.

 

Innalzando il suo pensare al pensare puro

egli sperimenta coscientemente la corrente del sangue eterizzato del Cristo,

che scorre dal suo cuore al suo capo per incontrare là l’altra corrente,

proveniente dal mondo spirituale e nella quale vivono le intuizioni morali.

E mediante le sue libere azioni morali

egli forma in sé la nuova materia con la quale possono unirsi le forze del corpo di resurrezione.

 

In questo modo l’uomo,

• mediante la realizzazione della I parte della Filosofia della libertà si congiunge con il sangue eterizzato del Cristo

• e mediante la realizzazione della sua II parte, con le forze del corpo di resurrezione del Cristo.29

 

• E così, come l’afferrare coscientemente il sangue eterizzato del Cristo

oggi conduce all’incontro con Lui in forma eterica,

• così la congiunzione con il Suo corpo di resurrezione nel cammino qui descritto,

suscita l’esperienza del Cristo, quale Signore del Karma.

 

Infatti, nel cosmo le leggi del Karma agiscono sino entro la materia, ossia la corporeità umana.

Per cui possono manifestarsi nel senso del Cristo

particolarmente là dove nel corpo fisico si tratta di «nuove formazioni, in senso del tutto materiale».

In altre parole,

• l’uomo che opera in libertà con l’impulso delle sue intuizioni morali   • e per puro amore dell’oggetto,

diviene così un cosciente collaboratore del Cristo sul campo del Karma.

 

 

Nel senso del disegno possiamo dire:

• Come nella via del puro pensare

ci innalziamo sino alla chiaroveggenza intellettiva e con ciò al Cristo nel mondo spirituale,

• così dopodiché ritorniamo nel mondo fisico-sensibile.

 

• E «avviene allora nella vita dell’uomo il fenomeno poderoso che tali ideali morali, tali intuizioni morali,

vengono compenetrati da ciò che altrimenti è l’amore,

avviene che noi possiamo diventare uomini che agiscono liberamente,

muovendo dall’amore che emana dalla nostra individualità» (ibidem).

 

In questo modo l’uomo compenetra di amore la sua libera individualità

e mediante le sue azioni d’amore egli incontra il Cristo, quale Signore del Karma.

• Questa è un’ulteriore prova di quanto concretamente il contenuto della Filosofia della libertà

costituisce il fondamento dei Nuovi Misteri, fondati da Rudolf Steiner durante il Convegno di Natale 1923/24

con la comunione spirituale al loro centro.30

 

Infine, questo può essere mostrato brevemente anche nella IV parte della meditazione della Pietra di Fondazione,

la quale nella sua forma mantrica, si trovava al centro dell’evento esoterico del Convegno di Natale.

• Questa IV parte parla dei Pastori e dei Re,

che alla svolta dei tempi avevano preparato l’apparizione del Cristo sulla Terra.

 

Nel ciclo di conferenze a Natale del 1920, tenuto da Rudolf Steiner

con il titolo «La ricerca della Nuova Iside, la Divina Sofia»,

egli descrive la futura metamorfosi del compito dei Re e dei Pastori nell’evoluzione dell’umanità,

dopo il suo evento centrale, il Mistero del Golgota (O.O. 202).

 

I Re, che prima ricevevano le conoscenze spirituali dall’esterno

mediante l’osservazione delle grandi immaginazioni cosmiche,

ora, accogliendo l’Impulso-Cristo nelle loro anime,

così come esso ha iniziato ad agire sulla Terra dopo il Mistero del Golgota,

hanno il compito di interiorizzare la loro grande saggezza cosmica

e di trasformarla in una specie di «astronomia interiore»,

come rappresentata più tardi da Rudolf Steiner,

quale evoluzione del mondo dall’antico Saturno al futuro Vulcano.

 

I Pastori invece, che alla svolta dei tempi possedevano una chiaroveggenza del cuore

e perciò fu loro concesso di accogliere nelle loro anime il messaggio della pace e della buona volontà,

dopo il Mistero del Golgota, mediante l’unione delle loro forze del cuore con l’Impulso-Cristo,

devono portare ora queste forze all’esterno nel mondo delle percezioni,

per fondare là una nuova conoscenza della natura sostenuta dallo Spirito,

nella quale il tavolo del laboratorio diventerà il nuovo altare.

 

Riassumendo possiamo anche dire:

• Il nuovo compito dei Pastori e dei Re consiste

nel trasformare il loro essere originario dalla sorgente dell’Impulso-Cristo al punto tale,

che i Re interiormente diventino Pastori e i Pastori interiormente diventino Re.

 

Così, questa metamorfosi mostrerà anche se i due gruppi,

la cui prima apparizione nei Vangeli si trovò ancora prima del Mistero del Golgota,

dopo questo hanno veramente trovato un accesso interiore ad esso.

 

Per cui nel corso dell’evoluzione dell’umanità

non abbiamo più a che fare con gli antichi Re e Pastori «precristiani»,

ma con i nuovi, i quali possono essere una specie di esempio per gli uomini odierni

che dalle loro disposizioni karmiche si sentono in origine più appartenenti al primo o al secondo gruppo.

 

Nel senso di quanto rappresentato prima in questo capitolo,

la metamorfosi descritta da Rudolf Steiner può essere ancora compresa nel seguente modo.

 

Nel loro cammino dall’esterno all’interno i nuovi Re, nel senso dell’attuale epoca dell’anima cosciente,

devono sviluppare in sé quelle facoltà che sono soprattutto descritte nella I parte della Filosofia della libertà.

• Sviluppando il loro pensare fino al grado della pura libertà dai sensi,

devono dopodiché trasformarlo in una coppa per le nuove intuizioni di conoscenza.

• Su questo fondamento ascenderanno a poco a poco alla cosciente esperienza della Soglia del mondo spirituale

per vivere là l’incontro con il Cristo eterico.

 

• Di conseguenza diverrà loro accessibile il Mistero dell’eterico in generale

come pure degli esseri elementari collegati con il Cristo nel suo ritorno. Impareranno a collaborare con essi.

• Per loro sarà anche particolarmente importante lo studio della scienza dello spirito,

poiché in esso, per propria esperienza, riconosceranno

ciò che Rudolf Steiner ha già messo in rilievo inequivocabilmente: che la scienza dello spirito è un nuovo linguaggio,

nel quale oggi gli uomini hanno la possibilità di parlare con il Cristo eterico,

di porGli delle domande e di ricevere da Lui delle risposte (vedi O.O. 175, 6.2.1917).

 

Il cammino dei moderni Pastori nel nostro tempo è del tutto diverso.

• Nella loro vita dell’anima e soprattutto nella loro conoscenza del cuore, nell’espansione dall’interno all’esterno,

giungeranno sempre più a risultati pratici d’indagine nell’ambito del Karma.

• La loro originaria chiaroveggenza del cuore diventerà sempre più la nuova facoltà della conoscenza del Karma.

Questo tuttavia non avverrà assolutamente solo in modo teorico o generalmente conoscitivo,

bensì soprattutto divenendo essi anche sempre più attivi e operativi verso l’esterno,

del tutto nel senso della II parte della Filosofia della libertà.

 

• Mediante la genialità dei loro cuori vorranno e saranno in grado

di operare ovunque nel mondo esterno nel puro «amore per l’oggetto».

E questo condurrà sino ad una nuova conformazione dell’intera vita sociale degli uomini.

• Con ciò vengono posti i fondamenti per la nascita delle nuove comunità karmiche,

nelle quali il Karma del singolo sarà collegato con il Karma della comunità

così che nelle costellazioni sociali formatesi possono agire direttamente le forze del Cristo, quale Signore del Karma.

 

In questo modo i nuovi Re nella loro ulteriore evoluzione interiore

tenderanno maggiormente all’esperienza individuale del Cristo eterico,

i nuovi Pastori invece all’esperienza del Cristo, quale Signore del Karma.

Mediante le forze di conoscenza spiritualizzate e il conseguimento della «chiaroveggenza intellettiva»

(O.O. 130, 18.11.1911 ) i futuri Re testimonieranno per propria esperienza il ritorno eterico del Cristo.

E con le libere azioni che scaturiscono dall’amore per il mondo,

i futuri Pastori intesseranno i fili karmici tra gli uomini nel senso del Signore del Karma.

 

Se tuttavia i due gruppi lavorano con intensità sufficiente

soprattutto per congiungere entrambe le qualità nella propria anima, quelle dei Pastori e quelle dei Re,

allora per il bene dell’intera futura evoluzione sarà possibile

anche la loro cooperazione, quale servizio disinteressato all’Impulso-Cristo.

Così vengono creati i fondamenti,

affinché il Cristo possa continuare a manifestarsi agli uomini nella sua forma eterica

e nel contempo, a partire da oggi, operare nell’umanità, quale Signore del Karma.31

 

Affinché questo avvenga, come già detto, in ogni anima

devono tuttavia essere congiunte le qualità dei Re e quelle dei Pastori dalla forza del Cristo- Sole.

• Ciò significa che in ogni uomo devono diventare realtà le parole in cui si trova la chiave per tale congiunzione

e che costituiscono il centro interiore non solo della IV parte, bensì dell’intera meditazione della Pietra di Fondazione:

 

«Luce divina,

Cristo-Sole,

Riscalda

I nostri cuori,

Illumina

I nostri capi!»    (0.0. 260, 1.1.1924)

 

Con queste parole Rudolf Steiner concluse l’intero Convegno di Natale e seguì solo un particolare segno occulto,

la croce racchiusa da un cerchio che dopodiché egli tracciò nell’aria.

In connessione con le sei righe pronunciate, il cerchio va compreso, quale simbolo del Cristo-Sole.

Le due travi della croce invece rappresentano il nuovo cammino

dei congiunti Re (trave verticale) e Pastori (trave orizzontale).

 

Innanzi a questa conclusione cultica con parole e segno

Rudolf Steiner pose solo poche parole con le quali mise in rilievo

come dalla forza della «Pietra di Fondazione» spirituale «per la Società Antroposofica»,

consegnata ai suoi soci durante il Convegno di Natale,

i nuovi Pastori devono portare i loro «caldi cuori fuori per un vigoroso, terapeutico agire nel mondo»

e i nuovi Re sono chiamati a prestare loro l’indispensabile «aiuto», che può derivare dai propri capi illuminati,

per condurre insieme l’evoluzione dell’umanità nel futuro «diretta alla meta» (ibidem).32

 

Così, nella IV parte della meditazione della Pietra di Fondazione

è contenuta la completa metamorfosi dei Pastori e dei Re.

 

Prima essa parla degli originari Pastori e Re alla svolta dei tempi,

poi della loro trasformazione dalla forza del «Cristo-Sole»

e infine indica il futuro comune agire per il bene dell’umanità («Affinché diventi buono …»).

 

Solo se all’interno della Società Antroposofica

avviene l’unione dei nuovi Pastori e dei nuovi Re su questo fondamento,

regnerà la «buona stella» dei Nuovi Misteri sull’ulteriore vita e agire di questa Società Antroposofica.

 


 

Note:

26 – Nella Scienza occulta Rudolf Steiner scrive di queste due vie (O.O. 13, pag. 278, 279).

27 – Nella conferenza «L’eterizzazione del sangue» (O.O. 130,1.10.1911) Rudolf Steiner parla del fatto che nel senso occulto, tutta la nostra attività pensante è come l’immagine dei processi viventi che hanno la loro origine nel mondo astrale (sul «piano astrale»). Per cui la spiritualizzazione del pensare nella direzione di una condizione libera dai sensi, conduce l’uomo ad un legame sempre più forte con il mondo astrale. – A tale riguardo egli dice anche che «il Cristo» apparirà «sul piano astrale in forma eterica» (vedi fonte indicata, 4.11.1911).

28 – Vedi op. cit. nella Prefazione, cap. 2 «La filosofia della libertà e il Mistero della Resurrezione», Widar Edizioni, Venezia-Marghera 2007.

29 – Vedi ulteriori dettagli sulla comunione spirituale in S. O. Prokofieff, Possano udirlo gli uomini. Il Mistero del Convegno di Natale, cap. 9, «La Meditazione della Pietra di Fondazione. Karma e Resurrezione», Widar Edizioni, Venezia-Marghera 2005.

30 – Vedi precisazioni nella nota precedente.