11 – Epilogo

Il Guardiano della Soglia e «La filosofia della libertà» – I


 

Nei suoi libri e in molte conferenze Rudolf Steiner descrive sempre di nuovo

come, per amore della libertà umana,

il mondo spirituale dovette gradualmente ritirarsi dal mondo fisico-sensibile.

 

Con ciò sulla Terra nacque il regno minerale inferiore,

nel quale, come conseguenza dell’assenza delle potenze divino-spirituali, entrò la morte che continua a dominare tutto.

Nel contempo tuttavia, l’uomo può afferrare e attuare pienamente la sua libertà individuale

soltanto in questo regno della morte.

 

Nella conferenza del 17 febbraio 1924 Rudolf Steiner dice in merito:

«L’uomo si muove libero soltanto nel regno minerale. Questo è l’ambito della sua libertà» (O.O. 235).

Perciò possiamo dire:

Soltanto nella morte o al centro delle forze della morte si sperimenta veramente la libertà umana.

 

Nell’articolo del 25 ottobre 1924 «L’avvenire dell’umanità e l’attività di Michele» (0.0. 26)

troviamo una particolare caratterizzazione di tale ritiro.

• Là viene illustrato come le Gerarchie spirituali, che dopo la creazione del mondo

anzitutto lo compenetrarono essenzialmente,

poi lo abbandonarono a poco a poco in un triplice processo.

 

• Nel primo grado presero distanza dal mondo creato in modo tale,

che la loro presenza in esso non fu caratterizzata dal loro essere, ma solo dalle loro manifestazioni.

• Nel secondo grado ritirarono anche le loro manifestazioni

e fecero valere nel mondo creato esclusivamente la loro azione o attività.

• Nel terzo grado infine ritirarono anche questa, lasciando così il mondo al proprio destino,

che indipendentemente dall’esistenza divino-spirituale,

quale opera rimasta delle Gerarchie nel minerale così creatosi,

doveva essere soltanto il fondamento della libertà umana.

 

Il processo descritto può essere anche compreso nel seguente modo:

• Nel primo grado furono soprattutto le entità della più alta Gerarchia,

quelle della prima Gerarchia a ritirare la loro diretta presenza nel mondo.

• Nel secondo grado furono gli Spiriti della seconda Gerarchia

• e nel terzo grado gli Spiriti della terza Gerarchia,33

e ciò, come detto, condusse infine alla nascita dell’odierno regno minerale.

 

In questo modo il mondo terrestre venne messo completamente a disposizione dell’uomo,

così che da una tale separazione dalla sua origine divino-spirituale, divenne un essere libero.

Per cui nello stesso libro Rudolf Steiner potè dire:

«Invero la ‘libertà’, come fatto, è data immediatamente a ciascun uomo

che intende se stesso nel periodo attuale dell’evoluzione dell’umanità» (0.0. 26, Massima 110).

 

Su questo fondamento l’uomo deve compiere la sua vera e propria destinazione sulla Terra:

Ciò che le Gerarchie con il loro ritiro hanno preso al mondo,

egli ora deve ritornarlo ad esso mediante le sue azioni morali,

che possono essere compiute unicamente in forma del tutto nuova, quali libere azioni nell’«amore per l’oggetto».

Così egli si innalzerà al grado della decima Gerarchia, la quale poi agisce in libertà e per amore.

 

Per cui già nel successivo articolo («Come l’uomo sperimenta Michele-Cristo») dello stesso libro,

dopo un breve riassunto del descritto ritiro delle Gerarchie,

Rudolf Steiner indica subito la sua Filosofia della libertà

che descrive il compito centrale dell’uomo in questo «mondo dell’opera».

 

• «Per introdurre in questo mondo una vera vita morale,

occorrono gli impulsi etici che ho disegnato nella mia Filosofia della libertà» (0.0. 26).

E devono «ancora» essere «da noi creati» ciò che è possibile solo quale conseguenza

del «pieno sviluppo della natura umana» (0.0.4, capitoli XII e XIII, corsivo di Rudolf Steiner).

 

Con ciò Rudolf Steiner indica, che ora nel mondo, il quale nell’epoca dell’anima cosciente,

nel corso dell’allontanamento del mondo spirituale, ha raggiunto il punto più profondo,

da parte dell’uomo, che conduce al pieno sviluppo la sua natura spirituale,

deve essere provocata una nuova ascesa. E il fondamento per questo è dato nella Filosofia della libertà.

 

A questo punto dobbiamo anche chiederci: Perché Rudolf Steiner all’inizio dell’articolo

che illustra in modo scientifico-spirituale l’attuale attività di Michele e Cristo, nomina La filosofia della libertà?

Non è perché la più intima essenza di questo libro è inseparabilmente collegata con la loro attività

ed è persino la sua diretta espressione?

 

In questo senso

• il cammino di conoscenza della sua I parte

può essere visto quale manifestazione della luce di conoscenza di Michele,

la quale avanza con la trasformazione, ossia

spiritualizzazione dell’intelligenza umana, che a suo tempo venne da lui amministrata nel cosmo;

• e la sua II parte, che conduce alle libere azioni per amore,

può essere vista, quale istruzione alle vere azioni del Cristo, nelle quali si trova sempre la Sua sostanza d’amore.

 

Con ciò questo libro è la vivente testimonianza

dell’iniziale cooperazione dell’uomo libero con Michele e Cristo dalla coscienza della Soglia al mondo spirituale.

Infatti, secondo le indagini spirituali di Rudolf Steiner,

oggi sono Michele e Cristo che  i n s i e m e  alla Soglia incontrano le anime degli uomini:

«Michele davanti porta la luce della conoscenza spirituale,

dietro il Cristo porta le richieste del generale amore umano» (0.0. 218, 19.11.1922).

 

E solo se noi stessi, nel senso della Filosofia della libertà,

cerchiamo il nuovo, libero accesso alle conoscenze spirituali e operiamo nel mondo per amore dell’oggetto,

ci troviamo sulla via moderna a Michele e al Cristo.

 

• La I parte della Filosofia della libertà alla Soglia conduce quindi all’incontro soprasensibile con Michele

• e la II parte all’incontro con il Cristo.

Per cui, come nessun altro libro del presente, esso è una reale via all’«esperienza dell’uomo di Michele-Cristo».

 

Ritornando al tema dell’essere il nostro mondo abbandonato dalle Gerarchie possiamo dire:

Il mondo che in principio era colmato dagli esseri delle Gerarchie

e in cui noi oggi, quale mondo dell’opera possiamo trovare soltanto l’immagine della loro saggezza,

deve essere compenetrato d’amore dagli uomini liberi, che aspirano alla vera conoscenza

e con ciò sperimentano l’amore come fondamento essenziale delle loro anime.

In tal modo, mediante le libere azioni dell’io dell’uomo può essere compiuto il passaggio

dal cosmo della saggezza al nuovo cosmo dell’amore.

 

• «E il ‘cosmo della saggezza’ deve svilupparsi in ‘cosmo dell’amore’.

Tutto ciò che l’‘io’ può sviluppare in sé deve trasformarsi in amore» (O.O. 13, pag. 336, corsivi di Rudolf Steiner).

Nel senso dell’articolo «Come l’uomo sperimenta Michele-Cristo»,

• dove viene descritto come Michele garantisce il giusto collegamento dell’uomo con il passato

• e Cristo con il futuro universale,

quanto là espresso indica la loro diretta partecipazione al processo di nascita del nuovo cosmo.

 

Così Michele può esserci di aiuto nel riallacciarci nella nostra conoscenza in un modo non luciferico,

alla passata saggezza gerarchica del mondo, che poi dobbiamo trasformare nella nostra anima in saggezza interiore.

E il Cristo può altrettanto esserci di aiuto, affinché le nostre azioni d’amore rimangano preservate

da future usurpazioni arimaniche.

Infatti, • «quanta più sarà la forza dell’amore, tanta maggior copia di forza creativa verrà fornita all’avvenire»

(0.0. 13, pag. 337).34

 

Tuttavia il passaggio

dalla saggezza del passato, interiorizzata nell’uomo, trasmessa da Michele,

alle azioni d’amore del futuro, alle quali collaborerà il Cristo, può essere compiuto soltanto

mediante la libera attività interiore dell’io dell’uomo stesso, come descritta nella Filosofia della libertà.

 

Su questo fondamento l’uomo può anche trovare nella sua interiorità

il necessario equilibrio tra le forze luciferiche e arimaniche, già predisposto nella Filosofia della libertà.35

E se Rudolf Steiner inizia l’articolo citato con un riferimento a questo libro,

allora in base a quanto detto, anche le parole con le quali egli conclude l’articolo

possono essere riferite alla Filosofia della libertà:

«Michele-Cristo sarà in avvenire la parola direttiva scritta all’inizio della via

per la quale, in modo cosmicamente giusto, l’uomo potrà passare fra le potenze luciferiche e quelle arimaniche,

per giungere alla sua meta universale» (0.0. 26, 2.11.1924; corsivo di Rudolf Steiner).

 

Questa «parola direttiva» è scritta con lettere soprasensibili sopra l’intera Filosofia della libertà,

e la via illustrata in questo libro conduce direttamente a tale «meta universale» dell’uomo,

la quale alla fine della Scienza occulta appare con la nascita del nuovo cosmo dell’amore.

 

Questa nuova creazione può tuttavia avvenire soltanto, trovando l’uomo in se stesso la necessaria forza creativa.

Infatti, per il futuro cosmo non va utilizzato alcun incitamento a fare,

proveniente dall’esterno come dogmi, comandi o massime morali,

perché questi sono gli ultimi residui del mondo che una volta, in un passato primordiale

non era stato creato dagli uomini, bensì dalle Gerarchie.

 

Per cui tutti i motivi delle sue azioni, estranee al vero e proprio essere umano – poiché non prodotte da lui stesso -,

non sono adatte a diventare le pietre del nuovo cosmo.

Infatti, questo può nascere soltanto dagli impulsi morali che scaturiscono dall’intima natura dell’uomo stesso,

sono inseparabili dal suo vero essere e possono così, quali sue libere creazioni,

costituire il fondamento del nuovo mondo.

 

La filosofia della libertà descrive come questa libera attività creativa sia possibile

e possa avvenire nell’ambito della moralità. Con ciò essa diventa una via che conduce alla nascita del nuovo cosmo.

E il suo contenuto sta al centro dell’intera evoluzione della Terra.

 

Per afferrare pienamente la sua libertà, l’uomo deve giungere all’assoluto punto zero

– indicato con veemenza soprattutto da Friedrich Nietzsche -,

nel quale tutti gli antichi valori vanno in rovina e con essi anche l’umanità,

se sulla via della conoscenza individuale non è in grado di produrre da se stessa valori morali del tutto nuovi.

Se ciò avverrà, oppure no sta nella sua libertà.

 

La possibilità tuttavia di raggiungere questo, consiste nella forza

che a partire dalla svolta dei tempi, mediante il Mistero del Golgota, si trova in ogni uomo,

ciò che è stato descritto dettagliatamente in un’altra opera.36

 

Oggi, alla luce dell’attuale epoca di Michele, questa forza portata dal Cristo

deve essere afferrata dagli uomini in libertà e portata nella piena coscienza.

E la nascita della Filosofia della libertà in questo punto zero dell’evoluzione della Terra,

in cui l’umanità deve decidere fra un nuovo inizio e l’abisso,

testimonia con lettere luminose la presenza e l’agire dell’Impulso-Michele-Cristo nell’umanità.

 


 

Note:

31 – Rudolf Steiner indica che il ritorno eterico del Cristo ha avuto inizio negli anni trenta del XX secolo (vedi O.O. 118, 20.2.1910); l’agire del Cristo quale Signore del Karma invece, si sviluppa a partire dalla fine del XX secolo (vedi O.O. 131, 7.10.1911).

32 – È sorprendente con quale precisione già durante la fondazione dei Nuovi Misteri erano apparse le descritte qualità nei due principali gruppi karmici intorno a Rudolf Steiner. In merito alle correnti dei Pastori e dei Re entro il Movimento Antroposofico vedi dettagli nel libro di Hans Peter van Manen, Christussucher und Michaeldiener (Ricercatori del Cristo e servitori di Michele), Dornach 1980, in S. O. Prokofieff, Possano udirlo gli uomini. Il Mistero del Convegno di Natale, cap. 5, «L’archetipo esoterico della Presidenza di Fondazione», vol. II, Widar Edizioni, Venezia-Marghera 2004, come pure in S. O. Prokofieff, Misteri alla svolta dei tempi. I Pastori e i Re, Widar Edizioni, Venezia-Marghera 2006.

33 – Questo ritiro delle Gerarchie non esclude tuttavia che sugli altri piani dell’esistenza universale (oppure in particolari situazioni, come p. es. in Giovanni Battista) continuò a rimanere la loro guida.

34 – Il rapporto dell’uomo alla Soglia con il piccolo e con il grande Guardiano nel campo di tensione tra passato e futuro, descritto nel capitolo 9, si manifesta in un grado superiore di evoluzione interiore, quale suo rapporto con Michele e Cristo. Vedi in merito anche il cap. 4.

35 – Nella conferenza del 28.8.1913 (O.O. 147) Rudolf Steiner parla del rapporto delle forze arimaniche con la percezione e delle forze luciferiche con il concetto, la cui congiunzione costituisce il fondamento del cammino di conoscenza della Filosofia della libertà.

36 – Vedi S. O. Prokofieff, Antroposofia e «La filosofia della libertà». Antroposofia e il suo metodo di conoscenza. La dimensione cristologica e cosmico-umanitaria della «Filosofia della libertà», cap. 9, «I fondamenti metafisici dell’assenza di presupposti nella Filosofia della libertà», Widar Edizioni, Venezia-Marghera 2007.