Il Convegno di Natale: la rivelazione dell’Iside-Sofìa

La celeste Sofia e l’essere Antroposofia


 

Un’ulteriore conferma della partecipazione soprasensibile dell’essere AntropoSofìa al Convegno di Natale

è contenuta nei sette ritmi che vennero dati da Rudolf Steiner, come contenuto esoterico,

ogni mattino nel corso dei sette giorni (dal 26 dicembre al 1 gennaio).

 

Nel quinto capitolo del libro Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri questi ritmi sono trattati in modo approfondito.151 Qui vanno osservati più attentamente soltanto il primo ritmo come pure, partendo dal nostro tema, il significato dei ritmi nella totalità; il primo ritmo, perché, nel moderno cammino di iniziazione cristiano-rosicruciano, vuole condurre il discepolo dello spirito nel mondo spirituale adiacente alla Terra, nel quale oggi si trova l’essere AntropoSofìa dopo aver attraversato l’uomo ed essendo ora oggettivamente accessibile alla percezione di esso.

 

In questo ritmo veniamo rimandati dapprima alle tre qualità o facoltà,

che ogni discepolo deve elaborare in sé nel moderno cammino di iniziazione:

 

Ricordare nello spirito,

Riflettere nello spirito,

Vedere nello spirito.152

 

Nel divenire storico-spirituale dell’umanità questi tre gradi corrispondono al grado dell’anima razionale o affettiva, la quale custodisce ancora un ultimo «ricordo» della saggezza primigenia dell’umanità; al grado dell’anima cosciente, la cui principale caratteristica è la facoltà di «riflettere» in libertà e coscientemente sulle questioni dello spirito e della vita spirituale; e al grado del sé spirituale, che dota l’uomo della facoltà di «vedere» eventi ed esseri del mondo spirituale.

Questi tre gradi nell’evoluzione generale dell’umanità terrestre, corrispondono nello sviluppo dell’essere AntropoSofìa al suo passaggio da Sofìa o TeoSofìa a FiloSofìa ed infine ad AntropoSofìa.

Nella conferenza del 3 febbraio 1913 Rudolf Steiner disse in merito: «E lascio ora a tutti coloro i quali vogliono esaminare sempre più attentamente in che modo dal destino della Sofìa, della FiloSofìa e dell’AntropoSofìa, possono dimostrare anche nei dettagli come l’umanità continui ad evolversi attraverso quelle parti costitutive dell’anima che definiamo anima razionale o affettiva, anima cosciente e sé spirituale».153

 

Riassumendo ora quanto detto, ne risulta la seguente relazione:

 

 

Nel primo ritmo inoltre, la trinità che il discepolo dello spirito sviluppa in sé, viene collegata ai seguenti versi della meditazione:

 

 

Da punto di vista dello sviluppo dell’essere AntropoSofìa, il ritmo va compreso nel seguente modo.

 

• Come Sofìa o TeoSofìa, nei tempi precristiani custodiva il «ricordo» dello stato primigenio dell’umanità

in cui ogni io umano sperimentava ancora «la sua esistenza» in seno all’entità dell’io del mondo divino-spirituale.

Ma questa coscienza di far parte del divino si spense quasi del tutto alla fine dell’era precristiana.

Per questo, con la venuta del Cristo sulla Terra, doveva essere data all’umanità una nuova possibilità

di unirsi con il mondo spirituale per mezzo dell’Io universale, il Cristo,

il quale attraverso il mistero del Golgota ha legato il suo destino celeste al destino dell’umanità sulla Terra.

 

• Inoltre, ora già come FiloSofìa, durante i secoli postcristiani,

aspirava a stimolare nell’umanità un vero riflettere su questo evento centrale dell’evoluzione della Terra.

 

• E infine, a partire dal XX secolo, dopo aver attraversato l’uomo,

ponendosi dinanzi a lui in modo oggettivo-spirituale nell’abito del sé spirituale, vale a dire come AntropoSofìa,

vuole condurre tutti gli uomini di buona volontà a un nuovo cosciente vedere nel mondo spirituale,

nel quale l’io umano che nell’attuale epoca ha conseguito la piena libertà,

è in grado di percepire in libertà «la luce dell’Essere universale» «Delle eterne mete degli Dei»,

le mete degli Dei, che fino al loro compimento vengono custodite nel cosmo spirituale dalla celeste Sofìa.

 

«Dove le eterne mete degli dei

Luce dell’essere universale

All’io proprio

Perché possa volere in libertà

Donano».154

 

Così l’essere AntropoSofìa vuole oggi condurre l’umanità ad accedere coscientemente ai mondi spirituali

e a partecipare coscientemente alla realizzazione delle divine mete universali.

Questo primo ritmo del Convegno di Natale, nella sua essenza esoterica, porta dunque ad espressione

l’intera storia celeste-terrestre dell’entità AntropoSofìa nel suo rapporto con l’umanità nel passato, presente e futuro.

 

A questo primo ritmo del Convegno di Natale, che rappresenta una rivelazione dell’essere AntropoSofìa,

la più recente parte costitutiva della celeste Sofìa, seguono altri sei ritmi:

Nel libro citato Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, abbiamo già mostrato che questi sette ritmi,

secondo la loro natura esoterica, non sono altro che una graduale rivelazione della nuova Iside, la divina Sofìa,

oppure, ed è la stessa cosa, la sua rivelazione odierna all’umanità.155

 

Ma l’apice di questo processo consequenziale, il modo in cui viene alzato il velo della nuova Iside-Sofìa, è costituito dal settimo ritmo, il quale per il suo contenuto corrisponde pienamente alle parole che sono iscritte in modo misterioso nella sua immagine-immaginazione nel mondo spirituale adiacente:

▸ «Io sono l’uomo. Io sono il passato, il presente e il futuro. Ogni mortale dovrebbe sollevare il mio velo».156

Questa è la richiesta attuale della nuova Iside, la divina Sofìa,

ed è stata adempiuta da Rudolf Steiner durante il Convegno di Natale, nei sette ritmi misterici.

 

Come già esposto nella parte II del presente lavoro, l’entità «sobornica» della celeste Sofìa è formata di sette parti costitutive, delle quali la parte costitutiva più vicina all’uomo è l’essere AntropoSofìa. A questa seguono (dal basso all’alto) altre sei parti costitutive, rappresentate dalla sequenza ascendente delle gerarchie: angeli, arcangeli, archai, Spiriti della forma, Spiriti del movimento e Spiriti della saggezza. L’espressione della loro consequenziale attività nel nostro cosmo, vale a dire dell’attività della celeste Sofìa nel cosmo, è rappresentata dagli ulteriori sei ritmi.

 

Nel settimo ritmo dunque, alzando completamente il velo della nuova Iside-Sofìa, viene svelata al contempo l’azione della sua parte costitutiva più elevata e ‘più tipicamente della Sofìa’, vale a dire quella formata dalla globalità degli Spiriti solari della saggezza.

 

Il pleroma degli Spiriti della saggezza indica all’uomo l’«archetipo spirituale»157 del proprio essere,

quale più alta meta dell’autoconoscenza: l’azione della divina Trinità nei tre sistemi del suo corpo fisico

(il sistema della testa, il sistema ritmico ed il sistema delle membra), ciò che, se veramente realizzato,

corrisponde al grado dell’ Uomo spirito,158 la méta finale dell’evoluzione del mondo.(73)

 

Se ora osserviamo di nuovo le parole sopra accennate, che illuminano la figura soprasensibile della nuova Iside, allora,

nel senso di tutto ciò che è stato finora detto, possiamo comprendere le sue tre tesi fondamentali nel seguente modo:

«Io sono l’uomo»,

possiedo, come l’uomo, una settemplice costituzione,

ma mi rivelo ad esso, soltanto se aspira a rinnovare per sé l’antica parola mistero «conosci te stesso».

«Io sono il passato, il presente e il futuro»,

mi mostro all’uomo in modo consequenziale, quale essere della sua autoconoscenza secondo corpo, anima e spirito.

«Ogni mortale dovrebbe sollevare il mio velo»,

questo significa, che ogni uomo dovrebbe, ancora sulla Terra, giungere alla conoscenza dell’entità macrocosmica della celeste Sofìa, vale a dire, accogliere autonomamente le conoscenze che oggi vengono donate a tutti gli uomini di buona volontà dall’inviata della celeste Sofìa, da AntropoSofìa.

Per quanto detto sopra, questa conoscenza può essere espressa anche nella formula della «scrittura stellare».159

 

 

Riassumendo questo excursus riguardante l’essere della Sofìa nel Convegno di Natale, possiamo dire:

• dopo che l’essere AntropoSofìa il primo giorno del Convegno di Natale fu nominato per due volte,

seguirono sette ritmi.

In essi abbiamo:

• in primo luogo i sette gradi del cammino di iniziazione cristiano-rosicruciano nella sua forma attuale,160

il cammino delineato per la prima volta da Christian Rosenkreutz per l’umanità del presente, il quale, come testimoniò

Rudolf Steiner, partecipò esso stesso soprasensibilmente insieme ai suoi discepoli al Convegno di Natale;161

• in secondo luogo, nell’elemento ritmico, che compenetra tutto il Convegno di Natale,

come anche in una serie di riferimenti ai «segni del tempo» ed allo «spirito del tempo»(74),

abbiamo una testimonianza della presenza di Michele a questo Convegno(75),

infatti «il mondo di Michele è quello che nel ritmo si rivela così»;162

• e in terzo luogo il sollevare il velo della Iside-Sofìa nel corso dei sette ritmi,

il cui scopo è quello di mostrare agli uomini il suo essere «senza veli» nella sua manifestazione originaria,

la cui espressione terrestre è contenuta in forma di linguaggio nel testo completo della pietra di fondazione.

 

Il testo completo della meditazione venne letto nella sua versione definitiva da Rudolf Steiner per la prima volta alla fine del Convegno di Natale, la sera del 1 gennaio 1924, dinanzi al severo, ma affermativo volto del Guardiano della soglia, di cui si era parlato nell’ultima conferenza serale prima della lettura della meditazione.163

Possiamo dunque dire:

dinanzi al Guardiano della soglia, Rudolf Steiner ricevette dal mondo spirituale

una risposta di massima conferma al suo operato, espresso nel compimento occulto del Convegno di Natale.(76)

«Questo è giusto dinanzi alla direzione del cosmo»:166

tre volte risuonarono queste parole alla soglia del mondo spirituale:

• da Christian Rosenkreutz, la guida delle due correnti trasformate dei magi e dei pastori;

• dallo Spirito del nostro tempo Michele;

• e dall’inviata della celeste Sofìa, l’essere AntropoSofìa.

 

Dopo l’ultima lettura della pietra di fondazione, Rudolf Steiner in chiusura disse ancora soltanto alcune parole, dicendo che in quei giorni era stata depositata nei cuori dei presenti «la pietra di fondazione della Società Antroposofica»167 quale inizio per l’adempimento di ciò che egli stesso, il primo giorno del Convegno di Natale, espresse con le parole:

«Allora fonderete qui una vera comunione di uomini per Anthroposophia».168

 

In quel contesto Rudolf Steiner fece notare che se questo fosse avvenuto nella manifestazione della volontà di cuori caldi d’amore e di capi colmi della luce della comprensione delle mete universali, allora «una buona stella agirà sopra quello che qui è voluto».169

 

Questa «buona stella» che devono seguire tutti gli allievi della scienza dello spirito,

altro non è che l’«essere vivente AntropoSofìa»,

e la luce che esso dona oggi all’uomo è la nuova conoscenza dello spirito, con l’aiuto della quale gli Dei

(vale a dire in primo luogo le sei gerarchie che agiscono attraverso AntropoSofìa,

dagli angeli fino agli Spiriti della saggezza, vale a dire la celeste Sofìa stessa) vorrebbero guidare l’umanità:

«Seguite, miei cari amici, questa buona stella. Vogliamo vedere dove ci condurranno gli Dei mediante la luce di questa stella».

 

Rudolf Steiner concluse il Convegno di Natale dando nuovamente lettura dei sei versi principali della quarta parte della pietra di fondazione, versi che indicano direttamente il Cristo-Sole quale fonte centrale di tutti e tre gli impulsi che agivano fin dall’inizio nel movimento antroposofico e che, nel Natale del 1923, «per mezzo di Rudolf Steiner»,(77) vollero deporre nei cuori e nelle anime degli uomini la pietra di fondazione di una nuova comunità karmica, il cui nome è Società Antroposofica Universale, la quale è chiamata a seguire nel nostro tempo la nuova stella di Betlemme, la stella dei nuovi misteri cristiani, sorta al Convegno di Natale; e la meta di questi misteri consiste nell’aprire all’umanità la via che conduce al «Cristo-Sole».

 

 


 

Note tra parentesi:

(73) – Nell’essere di uno Spirito della saggezza, l’Uomo spirito è la parte costitutiva più bassa, per cui sono proprio questi spiriti ad avere la possibilità di indicare all’uomo nel modo più globale tale meta, essendo uniti all’uomo per aver posto in esso il germe della sua parte costitutiva più elevata (la settima parte costitutiva).

(74) – Nel Convegno di Natale il nome Michele tuttavia, venne espresso soltanto una volta. Ciò avvenne nella conferenza serale del 29 dicembre 1923 (O.O. 233) quando fu indicato l’inizio della sua guida dell’umanità nell’anno 1879.

(75) – Il rapporto interiore del Convegno di Natale ed in particolare della pietra di fondazione con il vero rosicrucianesimo e l’impulso di Michele consegue anche dal fatto che il giorno in cui fu pubblicata per la prima volta per tutti i soci della Società Antroposofica Universale la pietra di fondazione nel «Bollettino delle comunicazioni» insieme ad una relazione sul Convegno di Natale, Rudolf Steiner tenne una delle sue più significative conferenze (13.1.1924), una conferenza, dedicata alla connessione tra Christian Rosenkreutz, il vero rosicrucianesimo, Michele e l’Antroposofia. Vedi in merito Friedrich Hiebel, Tempo di decisioni con Rudolf Steiner, parte II, cap. 11. Edizioni Arcobaleno, Oriago (Ve).

(76) – In conferenze che Rudolf Steiner tenne dopo il Convegno di Natale, parlò più volte di questa risposta affermativa del mondo spirituale. Così ad esempio: «Si può dire: dalla fondazione della Società Antroposofica al Goetheanum ci guardano con piena benevolenza ininterrottamente quelle potenze spirituali, delle quali abbiamo le nostre rivelazioni, guardano a noi, con una ancora maggiore benevolenza».164 Rudolf Steiner parlò di queste potenze spirituali, sempre al plurale, anche in una conferenza tenuta un mese prima, rappresentandole come «quelle potenze spirituali, che nel mondo spirituale guidano il movimento antroposofico».165

(77) – Nel programma del Convegno di Natale sta scritto: «Martedì, 25 dicembre 1923. Mattino 10.00 posa della pietra di fondazione della Società Antroposofica internazionale per mezzo del Dr. Rudolf Steiner».

 

Note:

151 – Vedi nota 134

152 – O.O. 260, 26.12.1923

153 – Vedi nota 143

154 – O.O. 260, 25.12.1923

155 – Vedi cap. 5, Die Weihnachtstagung 1923/24 (Il convegno di Natale 1923/24)

156 – O.O. 180, 6.1.1918

157 – O.O. 260, 1.1.1924, al mattino

158 – Vedi nota 134, capp. 5 e 6

159 – Vedi dettagli sulla «scrittura stellare» come pure sulla settemplice costituzione dell’essere della Sofia in relazione all’organizzazione del cosmo e al mondo delle gerarchie in: Sergej O. Prokofieff, Le dodici notte sante e le gerarchie spirituali, cap. «L’aspetto cosmico della Sofia», Ed. Arcobaleno, Oriago (VE)

160 – Vedi dettagli sul collegamento dei sette ritmi del Convegno di Natale con la settemplice costituzione dell’essere umano e con il cammino di iniziazione cristiano-rosicruciano, costituito di sette gradi, nella nota 134

161 – Vedi Margerete e Erich Kirchner-Bockholt, Die Menschheitsaufgabe Rudolf Steiners und Ita Wegman (Il compito nell’umanità di Rudolf Steiner e Ita Wegman), cap. «La missione di Rudolf Steiner», Dornach 1981

162 – O.O. 26, Cap. ‘Dov’è l’uomo, quale essere che pensa e ricorda?’

163 – O.O. 233, 1.1.1924

164 – O.O. 240, 12.8.1924

165 – O.O. 240, 18.7.1924

166 – O.O. 233a, 13.1.1924

167 – O.O. 233, 1.1.1924

168 – O.O. 260, 25.12.1923

169 – O.O. 233, 1.1.1924 e la seguente citazione