L’AntropoSofìa e i misteri dell’economia spirituale

La celeste Sofìa e l’essere Antroposofia


 

I primi tre gradi della conoscenza soprasensibile,

quello immaginativo, quello ispirativo e quello intuitivo

possono essere raggiunti nella moderna via di iniziazione

soltanto attraverso una consequenziale e completa trasformazione di tutto l’essere animico dell’uomo,

che consiste nell’anima senziente, nell’anima razionale (o affettiva) e nell’anima cosciente.

 

In tal senso Rudolf Steiner caratterizzò il passaggio sopra descritto

dalla conoscenza intellettuale a quella immaginativa

anche come graduale trasformazione dell’anima cosciente in anima immaginativa.

 

Se poi il discepolo vuole progredire verso i successivi gradi della moderna iniziazione,

• deve trasformare la sua anima razionale (o affettiva) in un’anima ispirativa,

vale a dire in un organo per la cosciente percezione di ispirazioni soprasensibili, e

• infine similmente la sua anima senziente in un’anima intuitiva,121

in un organo del tutto nuovo, capace di accogliere intuizioni soprasensibili.

 

• Quando il discepolo dello spirito ha così completamente trasformato la sua anima,

può iniziare a purificare e a trasformare coscientemente il proprio corpo astrale (compreso il corpo senziente)

oppure, per esprimere questo processo spirituale nel linguaggio del cristianesimo esoterico,

a trasformarlo a poco a poco nella «Vergine Sofìa»,(26) nell’immagine microcosmica della celeste Sofìa.122

 

Trasformare l’anima (nel senso più ampio il corpo astrale) in «Vergine Sofìa»,

la quale è in grado di partorire il bambino spirituale, l’io superiore,

collegato direttamente all’impulso del Cristo nell’uomo,

è la meta elevata alla quale nel nostro periodo

l’essere soprasensibile AntropoSofìa apre l’accesso all’umanità.

 

Nel libro L’iniziazione Rudolf Steiner illustra questo processo di nascita superiore come segue:

▸«Dobbiamo considerare che il sé superiore, che fino a ora è rimasto dormiente nell’uomo,

nasce alla esistenza cosciente.

Abbiamo a che fare con una nascita nel mondo spirituale, non soltanto in senso simbolico,

bensì in senso del tutto reale.»123

 

La prima e più importante esperienza del discepolo dello spirito nel mondo spirituale che lo circonda dopo il risveglio dell’io superiore in esso, Rudolf Steiner la descrive così:

▸«Egli impara a riconoscere che questo sé superiore

è connesso a entità spirituali di tipo più elevato e che costituisce con esse una unità.»

 

• E a queste entità collegate al sé superiore dell’uomo, appartiene innanzi tutto

la più elevata entità del mondo spirituale, il Cristo, che è l’Io universale,

l’archetipo cosmico dell’io individuale di ciascun uomo.

 

Qui tocchiamo un ulteriore mistero legato all’odierna azione dell’essere soprasensibile AntropoSofìa.

 

Nelle conferenze dell’anno 1909, dedicate alle questioni dell’ «economia spirituale»,124 Rudolf Steiner descrisse come dopo il mistero del Golgota il corpo eterico ed il corpo astrale di Gesù di Nazareth, colmati dell’impulso del Cristo, furono custoditi nei mondi spirituali e come inoltre furono moltiplicati secondo le leggi dell’economia spirituale nei mondi spirituali, e le loro ‘copie’ o ‘impronte’ si incarnarono nei secoli nei corpi eterici e/o astrali di progrediti rappresentanti del cristianesimo.

Così nei primi secoli del cristianesimo, Sant’Agostino, San Patrizio e San Colombano, Giovanni Scoto Erigena e altri, accolsero un’impronta del corpo eterico del Cristo Gesù.

Più tardi San Francesco d’Assisi, Santa Elisabetta d’Ungheria, Tommaso d’Aquino e altri, ricevettero un’impronta del suo corpo astrale.(27)

 

A partire dal nostro periodo, una determinata parte dell’umanità

deve essere preparata ad accogliere nella propria anima cosciente

un’impronta dell’Io del Cristo,

così come questa fu conservata nell’anima del Gesù di Nazareth

e più tardi, similmente alle altre parti costitutive, moltiplicata nei mondi spirituali.

 

Secondo le parole di Rudolf Steiner, tale preparazione è uno dei compiti più importanti della scienza dello spirito ad orientamento antroposofico:

▸«Appartiene alla missione interiore della corrente spirituale universale [antropoSofìa] preparare gli uomini a una maturazione tale della loro anima, in modo che ora un numero sempre maggiore di uomini possa accogliere in sé un’immagine dell’essenza dell’Io del Cristo Gesù»125 «formata dal Cristo nel corpo del Gesù tramite un’impronta».

 

Da quanto detto deriva che lo sviluppo del movimento antroposofico proviene dalle ispirazioni dell’Anthropos-Sofìa e che la sua méta principale è direttamente collegata alla sua missione all’interno dell’evoluzione umana, e quindi anche alla missione della celeste Sofìa, della quale è una parte costitutiva.

E come la celeste Sofìa aveva partorito il Cristo cosmico per tre volte nelle sfere superiori del mondo spirituale, dopo di che gli aveva rivelato il cammino verso l’incarnazione in Gesù di Nazareth attraverso la porta della sua parte costitutiva più vicina all’umanità, attraverso l’essere AntropoSofìa, così l’AntropoSofìa, quale suo rappresentante e immagine vivente nell’umanità, prepara gli uomini ad accogliere in sé un’impronta dell’Io del Cristo attraverso la conoscenza scientifico-spirituale del cristianesimo.

 

Ma perché oggi è proprio l’AntropoSofìa ad avere questo compito?

Il motivo sta nel fatto che essa (come già indicato) alla svolta dei tempi raggiunse il suo ventunesimo anno, con la nascita del suo io terrestre. Nello stesso tempo il Cristo nella sua discesa sulla Terra, immediatamente prima della sua incarnazione, si unisce con l’azione della «legge solare» su di essa, rappresentata tra gli uomini da AntropoSofìa; si unisce ad essa, mentre la attraversa (vedi pag. 70) e ne compenetra l’io appena nato con le forze del proprio Io universale, vale a dire lasciando in essa l’impronta di questo io.

 

Da allora quindi l’essere AntropoSofìa porta un’impronta dell’Io del Cristo,

ovvero dell’Io universale nel proprio io.

Da ciò proviene anche la sua partecipazione alla conservazione dell’immagine dell’Io del Cristo nei mondi soprasensibili e alla sua moltiplicazione secondo le leggi dell’economia spirituale. Certo, sia l’umanità, sia l’essere AntropoSofìa dovettero attendere ancora quasi due millenni fino al momento in cui l’umanità ebbe raggiunto il grado dell’anima cosciente, collegato al pieno sviluppo delle forze dell’io individuale, e l’essere AntropoSofìa il grado del sé spirituale. Infatti, soltanto dopo questo periodo l’AntropoSofìa può iniziare a preparare gli uomini della Terra, attraverso la moderna scienza dello spirito, ad accogliere un’immagine dell’Io del Cristo nelle loro anime, nel loro io.

Rudolf Steiner disse in proposito: ▸«Adesso deve essere possibile rendere l’io un organo ricettivo per il Cristo, dopo che l’io per un certo tempo ha imparato a pensare attraverso il cristianesimo e ha applicato i pensieri al mondo esteriore».126

In queste parole si possono leggere con chiarezza tre epoche nell’evoluzione dell’umanità che corrispondono a tre gradi nello sviluppo dell’essere AntropoSofìa (i gradi dell’anima razionale o affettiva, dell’anima cosciente e del sé spirituale):

 

 

Ma quale è la cosa più importante che deriva da questo accogliere nell’anima l’immagine dell’Io del Cristo?

Sarà la cosciente esperienza della presenza e dell’azione dell’entità del Cristo in ogni singola anima umana, in ogni io umano, e questo condurrà alla conoscenza del significato cosmico-terrestre del mistero del Golgota quale evento centrale dell’evoluzione universale, proprio grazie al quale fu resa possibile l’unione del Cristo con l’umanità.

 

Soltanto ora diventa comprensibile anche il senso più profondo delle parole di Rudolf Steiner, secondo cui questo essere legato alla celeste Sofìa, mentre nell’epoca dell’anima cosciente attraversa l’uomo (così come allora il Cristo attraversò questo essere) gli si rivela poi portando con sé l’essere umano e presentandosi oggettivamente davanti a lui, a partire dal XX secolo, come AntropoSofìa, diventando un’espressione soprasensibile-visibile della più profonda autoconoscenza.

 

Ma che cosa mostra l’AntropoSofìa all’uomo quale rivelazione della propria autocoscienza, se sul cammino di conoscenza egli instaura un rapporto con essa, quale concreto essere spirituale vivente?

Gli rivela la diretta azione del Cristo nell’anima umana, nell’io umano, dal periodo del mistero del Golgota.

E con ciò apre a ogni uomo diventato suo allievo (vale a dire ad ogni antroposofo), la possibilità di accogliere l’immagine dell’Io del Cristo, il cammino per trovare e sperimentare coscientemente il Cristo nella propria anima (nell’io).

 

 


 

Note tra parentesi:

(26) – Naturalmente il precedente processo di trasformazione delle tre parti costitutive dell’anima è già una componente della trasformazione del corpo astrale in Sofia, poiché sia questa, sia il corpo senziente sono sostanzialmente collegati ad essa.

(27) – Similmente si può supporre che un’impronta del corpo astrale del Gesù, fu portata in sé anche dai grandi santi russi Sergej von Radonez, Seraphim von Sarow e alcuni altri.

 

Note:

121 – vedi nota 115

122 – O.O. 103, 31.5.1908

123 – O.O. 10, cap. «Alcuni effetti dell’iniziazione», e la Seguente citazione

124 – O.O. 109/111, p.es. le conferenze del 15.2.1909, 7.3.1909 e 6.4.1909

125 – O.O. 109/111, 7.3.1909 e la seguente citazione

126 – O.O. 109/111, 15.2.1909