Ariete

Le 12 notti sante e le Gerarchie Spirituali


 

 

 

 

La regione finale e più elevata, quella dell’Ariete,

«che è a capo» di tutto il cerchio zodiacale, di tutto l’Adamo-Kadmon, il proto-antropos universale,

è legata al principio del Figlio o del Cristo.

 

Sotto questo segno, che risplende nel cielo all’inizio del secondo terzo del quarto periodo postatlantico, discende l’essere solare del Cristo durante il Battesimo nel Giordano negli involucri di Gesù di Nazareth. «Il giorno seguente (dopo il Battesimo) Giovanni stava ancora là, con due suoi discepoli e, fissato lo sguardo in Gesù che passava, disse: ”Ecco l’Agnello di Dio!”» (Giovanni 1,35-36).

Con queste parole lo stesso Giovanni Battista testimonia del legame cosmico del Cristo con la regione celeste dell’Ariete, attraverso la quale il Cristo entrò nel nostro Cosmo dalle sfere che si trovano oltre il cerchio dello Zodiaco.38 Queste sfere superiori, che non rientrano direttamente nel nostro Cosmo, ci vengono indicate durante il Battesimo nel Giordano dalla Voce del Cielo: «Questo è il mio Figliuolo prediletto; oggi lo Lo ho generato».39

È soltanto in queste poche parole , che come una lontana eco, giunge fino a noi la notizia da regioni universali situate oltre il cerchio dello Zodiaco. Possiamo perciò attribuire queste parole al contenuto interiore dell’ultima tredicesima Notte Santa, che giunge alla vigilia, ma in senso occulto già al giorno stesso dell’Epifania, la festa della nascita del Cristo nel corpo terrestre dell’uomo Gesù. In tal modo nell’Epifania abbiamo come un gradino conclusivo e come una specie di bilancio di tutto il cammino percorso durante le dodici Notti Sante ed in particolare nel corso delle due ultime. Poiché nel momento del Battesimo la Trinità superiore si riflette nelle profondità dell’esistenza terrestre: il Principio dello Spirito, come Colomba (Toro), il Principio del Figlio come Agnello (Ariete), e il Principio del Padre, come Voce dal Cielo, da quelle sfere, a cui non può elevarsi la forza della immaginazione umana.

Ma è proprio dì là, a partire dal Seno Paterno che il Cristo discende nel nostro Cosmo. In esso Egli agisce dapprima dalla sfera del Sole, come Tredicesimo nel cerchio dei Dodici, come «… Spirito, che illumina da parte a parte il mondo» (O.O. 107, 22.3.1909), «come lo Spirito Divino del nostro sistema Solare» (O.O. 112, 3.7.1909), come «il Rappresentante dello spirito del Cosmo …, di tutto l’Universo» (O.O. 15,3), poi dal sole discende attraverso il Battesimo nel Giordano sulla Terra, al fine di illuminare da parte a parte la Terra con una forza nuova, così da «… porre le basi per un divenire Sole della Terra» (O.O. 112, 6.7.1909).

 

Con questa indicazione del futuro divenire Sole della Terra,

abbiamo voluto concludere la descrizione del cammino «da Gesù al Cristo»

attraverso le dodici regioni del cerchio dello Zodiaco,

che trovano la loro rivelazione terrena nelle dodici Notti Sante,

poste fra la festa di Natale e la festa dell’Epifania.

 

 


 

Note:

38. L’immagine dell’Agnello ha un molo importante anche nell’Apocalisse. Tuttavia esaminare questo tema esula dai limiti della presente nota.

39. Si tratta di una forma più antica delle parole, che si traducono di solito: «Tu sei il Mio Figlio prediletto, in Te Mi sono compiaciuto (Luca, 3,22; vedi O.O. 114, 21.9.1909).