12 – Il gruppo scultoreo nella corrente del tempo

Il gruppo scultoreo


 

Se osserviamo il gruppo scultoreo non solo nell’aspetto spaziale, come normalmente opportuno di fronte alle opere d’arte plastiche, ma cerchiamo di sentire anche la corrente segreta del tempo interiore che compenetra questa eccezionale opera d’arte misteriosofica, allora, senza giungere ad una contraddizione, nell’esperienza animica afferreremo anche il suo rapporto col passato, presente e futuro.

 

Allora il rapporto del gruppo con il passato ci manifesterà l’essere del Cristo alla svolta dei tempi, così, come Egli doveva superare la triplice tentazione delle forze oppositrici dopo il battesimo nel Giordano, per poi dimorare ancora per tre anni nel corpo di Gesù di Nazareth sulla Terra, tuttavia così che in ogni istante Egli era collegato con tutto il cosmo spirituale, perché «lo Spirito di tutto il cosmo» agiva in Lui (O.O. 15, cap. III).

 

Il gruppo porta il suo rapporto con il presente nella già rappresentata connessione con il ritorno eterico e la manifestazione del Cristo nel corso dell’anno nella possente immaginazione che un iniziato può contemplare ogni anno nel periodo di Pasqua nell’aura spirituale della Terra: • «Il Cristo risorto con sopra aleggianti le potenze luciferiche, mentre Egli poggia sulle potenze arimaniche, che stanno sotto di Lui» (0.0. 229, 7.10.1923).

È l’immagine del Cristo, che «sorge … dal divenire cosmico nel corso dell’anno» e nel primo Goetheanum era stata «rappresentata nel dipinto e nel plastico» (ibidem). E nel gruppo scultoreo doveva apparire la suprema testimonianza artistica del Cristo, quale nuovo Spirito della Terra (vedi 0.0. 103,26.5.1908), come ogni anno Egli si manifesta allo sguardo chiaroveggente dell’iniziato nell’immaginazione di Pasqua.

 

Anche l’esperienza del Cristo, quale Signore del Karma, che nel nostro tempo assume questo nuovo ufficio karmico entro l’evoluzione terrestre, è un aspetto del gruppo che riguarda in modo del tutto particolare il tempo presente.112 Il rapporto del gruppo con l’attività del mettere ordine nel Karma da parte del Cristo risulta già dal fatto che le forme del primo Goetheanum erano create in modo tale da portare in sé il potere di risvegliare la forza dell’esperienza del Karma nell’anima che si approfondiva in esse. (La stessa cosa è valida anche per il secondo edificio.) Infatti, secondo il suo originario pensiero architettonico l’intero Goetheanum era costruito per «l’educazione al vedere karmico» (O.O. 236, 27.4.1924). E il gruppo scultoreo – una volta collocato nel posto assegnatogli – doveva poi essere sperimentato dall’osservatore • «come qualcosa, in cui è riassunto tutto ciò che viveva nelle forme e che mai avesse potuto essere detto o rappresentato artisticamente nel Goetheanum» (0.0. 84, 9.4.1923). E da ciò risulta che soprattutto le sue forme, che nel visitatore dovevano agire risvegliando il vedere karmico, nella loro concentrazione e nel loro apice potevano culminare soltanto nella rappresentazione del Signore del Karma nel loro centro.

 

La porta a questa triplice esperienza del Cristo nel presente come pure a tutto il futuro dell’evoluzione della Terra si trova nella più importante decisione che nel nostro tempo sta davanti ad ogni uomo e deve essere presa da lui in libertà e coscientemente. La vera e propria alternativa a questa decisione è portata ad espressione in modo visibile nei due motivi del gruppo (il motivo centrale e quello sul lato a sinistra) come una possente chiamata al cuore umano.

 

E il futuro? – Si manifesta soprattutto là, dove Rudolf Steiner parla del fatto che nel gruppo scultoreo il Cristo appare anche nella Sua figura futura, ancora molto lontana: come Egli condurrà l’umanità dalla Terra, sulla quale avrà concluso il suo sviluppo dell’Io, al Sé Spirituale e con ciò anche al futuro Giove. Questo appunto indicano le parole di Rudolf Steiner, con le quali egli caratterizza soprattutto tale aspetto futuro della figura centrale del gruppo scultoreo:

• «Mi appare il Cristo nella Sua magnificenza di Giove, nella Sua magnificenza futura, che coi vincoli della luce incatena Arimane sotto la Terra in modo che egli non possa raggiungere l’uomo e che, dall’altro lato trionfa su Lucifero, così che questi non possa condurre con sé nelle sue vie, l’anima umana» (0.0. 161, 3.4.1915).

 

Ma la via in questo futuro, dopo la sopra descritta principale decisione dell’umanità, condurrà ancora alle più dure lotte con le forze del male. Per vincere questa battaglia, prima deve avvenire la definitiva e indissolubile unione interiore degli uomini con il Cristo nel senso della Sua parola: • «Ed ecco: io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt 28,20), che può essere raggiunta soltanto nel cammino interiore di realizzazione del «Non io, ma il Cristo in me».

Gli uomini, quali portatori di una copia dell’Io del Cristo – questo è l’alto ideale del futuro che Rudolf Steiner ci ha portato alla rivelazione visibile in modo artistico nel gruppo scultoreo. • «Ora deve essere possibile, fare dell’Io un organo che accoglie il Cristo» (O.O. 109, 15.2.1909). Infatti, soltanto quando l’Io individuale sarà divenuto un tale organo, esso poi avrà la facoltà di accogliere in sé una copia dell’Io del Cristo e con ciò l’unione con il Cristo diverrà per tutto il futuro essenziale e indissolubile.

 

Quanto detto rende anche comprensibile perché il Cristo, per dispensare di grazia gli uomini con una copia del Suo Io, Egli stesso deve apparire come «Uomo di Giove», vale a dire nella gloria del Sé Spirituale. E ciò avviene in base alla principale legge pedagogica, secondo la quale su una parte costitutiva dell’uomo è possibile ed è lecito agire in modo giustificato soltanto da quella successiva – in questo caso sull’Io dell’uomo dal piano del Sé Spirituale.113

 

Ciò che ora riguarda l’evoluzione del cristianesimo stesso, nella stessa conferenza Rudolf Steiner dice: • «Anche il cristianesimo ha un corpo fisco, un corpo eterico, un corpo astrale e un Io … un Io, che nel contempo può accogliere in sé anche la vera Entità del Cristo e salire a sempre più alti gradi dell’esistenza» (ibidem). Oggi tuttavia è giunto il tempo in cui il cristianesimo deve raggiungere il grado ancor più alto, il quarto grado, mediante l’apparizione della Scienza dello Spirito. «Il cristianesimo è divenuto Io» (ibidem; corsivo di Rudolf Steiner), viene perciò annunciato da Rudolf Steiner. E la creazione del gruppo ligneo è il segno visibile e nel contempo la conferma di questo dato di fatto.

 

Il primo Goetheanum venne costruito sulla Terra per amore di questa eccezionale possibilità di sperimentare il Cristo del presente, nella percezione di tutto l’edifico con il gruppo scultoreo nel suo punto centrale, sulla via della comunione cosmica.114 Per cui la sua tragica perdita nella notte di San Silvestro 1922/23 fu anzitutto una catastrofe non solo per la storia del Movimento Antroposofico, ma anche per l’ulteriore evoluzione dell’umanità e della Terra, le cui conseguenze, in tutta la loro portata, sino ad oggi non sono assolutamente immaginabili. Questa catastrofe tuttavia durante il Convegno di Natale venne volta da Rudolf Steiner con la sua possente azione manichea ad una nuova possibilità verso il bene.

 


 

Note:

112 – Così si può supporre che se l’edificio fosse stato inaugurato, ossia avesse avuto luogo la sua apertura esoterica (che tuttavia nel periodo dell’incendio non era ancora avvenuta), Rudolf Steiner avrebbe già potuto dare inizio alle sue grandi considerazioni sul Karma. Tali considerazioni infatti sarebbero state in massimo accordo con le forme del primo Goetheanum, risvegliatrici del vedere il Karma.

113 – Su questa principale legge pedagogica vedi O.O. 317, 26.6.1924. Là leggiamo: «E su un Io può essere efficace solo ciò che vive in un Sé Spirituale».

114 – Nella descrizione della comunione cosmica nella conferenza del 31.12.1922 il nome del Cristo non viene pronunciato. A quel tempo il gruppo scultoreo non era ancora finito e per cui non si trovava nel Goetheanum.