12 – Le forze della subnatura: elettricità, magnetismo, forza nucleare


 

Cosa abbiamo ottenuto con lo studio degli eteri, degli elementi e delle forze fisiche? La conoscenza del mondo secondo spazio e tempo. Abbiamo cercato un ordine nelle idee e nelle entità poste a fondamento del mondo sensibile spaziale-temporale. Ma che cos’è questo mondo spaziale-temporale? E la natura?

Natura è oggi un concetto estremamente vago. Si parla di natura, sopra natura (natura superiore) e subnatura, ma dove inizia la natura e dove finisce?

 

• Essa si trova nello spazio compreso tra il punto localizzato nel centro e il piano posto all’infinito;

• abbraccia lo spazio reale tra il luogo di origine delle forze eteriche e il punto da cui emanano le forze fisiche.

Questi sono i suoi due confini.

• Quanto risiede al di là del confine eterico, cioè oltre la periferia cosmica, è natura superiore;

• quel che si trova al di sotto del confine fisico è subnatura.

 

La natura è l’ambito delle dimensioni spaziali e del tempo.

Sono forse riflessioni e pensieri insoliti, ma la loro giustezza e importanza si mostrerà ponendosi la seguente domanda: che relazione hanno elettricità, magnetismo e forza nucleare con le realtà descritte sinora?

In base a quanto abbiamo esposto fin qui siamo portati a scorgere nelle dodici entità (dieci se si considera il calore come entità unica) la totalità dei fattori costituenti la natura. Al di là di essi non ci dovrebbero essere altre forze naturali. Come si spiega allora che esistono elettricità, magnetismo e forza nucleare? Siamo di fronte a un problema.

La fisica odierna conosce l’elettricità e il magnetismo da circa 200 anni e dall’inizio del secolo conosce anche la forza nucleare. Le conoscenze al riguardo si sono ampliate con tale rapidità e così perfezionate nei dettagli da consentire un enorme sviluppo tecnico sulla base di queste forze. Esse sono persino considerate il vero fondamento del mondo.

 

Quando però si vuole sapere cosa siano elettricità, magnetismo e forza nucleare non si ottengono risposte soddisfacenti, mancando al riguardo conoscenze adeguate. Per dare una risposta è necessario avere una conoscenza d’insieme della natura, ma la fisica e la scienza odierne non la posseggono. Conoscono e tengono conto degli elementi solo in modo impreciso, gli eteri addirittura sono ignorati. È come se esistesse soltanto una metà della natura, quella parte di essa che si riferisce al punto centrale.

Solo la conoscenza delle dieci entità, completata dalle comunicazioni della scienza dello spirito antroposofica, permette di dare una risposta valida al problema di elettricità, magnetismo e forza nucleare.

Rudolf Steiner diede una risposta già all’inizio di questo secolo. La forza nucleare era ancora sconosciuta. Egli parlò di una terza forza che presto sarebbe stata scoperta. Quello che disse è sconvolgente, ma estremamente chiaro.

Elettricità, magnetismo e forza nucleare sono forze subnaturali. Una volta erano eteri. Essi sono decaduti. Per deliberazione delle guide del mondo, esseri spirituali hanno spinto in basso una parte di etere di luce, di etere chimico e di etere di vita. Qui, al di sotto della natura, essi sono diventati le forze subnaturali.

 

L’etere di luce è diventato elettricità.

L’etere chimicomagnetismo;

L’etere dì vita     ► forza nucleare.

 

Rudolf Steiner ne parlò già l’1 ottobre 1911 a Basilea:

• «La luce distrugge se stessa nel processo terrestre del nostro periodo postatlantico. Fino all’epoca atlantica il processo terrestre era in fase progressiva; da allora sta decadendo. La luce che si distrugge è elettricità. L’elettricità è luce che distrugge se stessa nella materia. E la forza chimica che nell’evoluzione terrestre subisce un’alterazione è magnetismo. Ancora una terza forza sarà scoperta. Se all’uomo oggi sembra già meraviglioso quel che produce l’elettricità, maggiormente lo sarà questa terza forza, che influenzerà in modo grandioso la civiltà. Quanto più useremo tale forza, tanto prima la terra diventerà un cadavere […]

Quando il chimismo precipita più in basso del piano fisico, nel Devachan inferiore corrotto, sorge il magnetismo. La luce caduta nel subnaturale dà origine all’elettricità. E se ciò che vive nell’armonia delle sfere precipita ancora più in basso, fino alle Asuras si genera una forza assai terribile, che non può più rimanere segreta per molto tempo. Questa forza è da immaginare ancora più potente della più intensa scarica elettrica. Si deve solo sperare, allorché tale forza sarà scoperta, che gli uomini non siano più immorali!».

 

Alla domanda: che cos’è l’elettricità? Rudolf Steiner rispose:

• «L’elettricità è luce in condizione submateriale; è luce estremamente compressa […]».

 

 

A noi uomini del presente manca la capacità di convalidare per esperienza diretta le indicazioni date dall’investigatore dello spirito (fig. 14).

Per tale motivo continueremo le nostre indagini in modo fenomenologico.

Uno spunto per iniziare ci viene dato da un risultato scientifico: le forze subnaturali provengono dal mondo atomico. Nell’antica Grecia l’atomo era un problema filosofico, un postulato. Solo la fisica moderna è pervenuta all’atomo come fenomeno naturale.

 

A noi interessa una particolarità dell’atomo:

è privo di dimensione, non ha lunghezza, larghezza, altezza, e tuttavia esiste.

 

Anche il punto è privo di dimensione pur essendo un elemento spaziale,

• il punto è un concetto della geometria,   •  l’atomo è la corrispettiva manifestazione naturale.

 

Sebbene quest’ultimo esista solo come punto (non-spaziale) indivisibile, oggi lo si considera composto da varie particelle: elettroni, protoni, neutroni, risultanti però da un’operazione di pensiero matematico.

Ci si può ora chiedere: nella natura spaziale che cosa è più vicino alla non-spaziale subnatura? La risposta è: il punto centrale, luogo da cui originano le forze fisiche dimensionali. A dire il vero questo punto di origine è anch’esso privo di dimensione, benché da esso derivino le tre dimensioni fisiche.

 

Nel medesimo tempo costituisce il confine a cui può estendersi l’azione dell’etere proveniente dalla periferia.

Qui l’etere cessa la sua azione. Se esso si spingesse oltre diventerebbe una particella non-spaziale.

Ciò accade veramente nei processi cosmici accennati.

• Scegliamo l’esempio dell’etere di luce per destare la rappresentazione

di come sia da intendere il precipitare dell’etere al di sotto della natura.

 

Ci si rappresenti un raggio di luce che emana dalla periferia e giunge al confine del punto centrale. Se ora volesse oltrepassare tale confine dovrebbe abbandonare la spazialità, non potrebbe più preservare la sua caratteristica. Perderebbe la sua continuità e la natura lineare, acquistando un carattere di particella o quantico.

Come una linea può essere considerata un insieme infinito di punti, così il raggio di luce, oltrepassando il confine del punto centrale, si frantuma in elettroni. Siccome un etere è sempre contemporaneamente forza e sostanza (materia negativa) diventa comprensibile che l’elettricità, cioè il raggio di luce frantumato, possa essere inteso sia come onda, sia come particella.

Se cerchiamo di farci delle rappresentazioni analoghe per le altre specie di eteri si evidenzierà la relazione del magnetismo con l’etere del suono e della forza nucleare con l’etere di vita, ma anche il nesso tra le forze submateriali e gli elementi che costituiscono l’atomo: elettroni, protoni e neutroni.

 

Gli eteri precipitati nella subnatura diventano forze ad essi contrarie.

È una relazione diversa da quella tra gli eteri e le forze fisiche, che nella natura spaziale sono polarità.

Nella natura le forze hanno continuità, nella sub-natura hanno carattere quantico o di particella.

Questo mondo delle particelle elementari, scoperto tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, divenne rapidamente un nuovo campo di ricerca che condusse a un impensabile ampliamento della scienza. Nacque la microfisica sulle cui basi si sviluppò una tecnica assolutamente nuova.

All’inizio non ci si rese conto di che cosa si trattasse. Si pensò di aver trovato gli elementi fondamentali di cui è costituito il mondo materiale; per questo le si chiamò particelle elementari.

La conoscenza delle particelle elementari pose alla scienza problemi teoretico-conoscitivi. Le connessioni appena scoperte non erano, e non sono ancora oggi, afferrabili con la logica e le rappresentazioni abituali. Si giunse persino a dubitare della capacità di conoscenza umana, ad esempio nel Principio di indeterminazione di Heisenberg. Le particelle elementari mostrano proprietà contraddittorie. Sono particelle, cioè unità isolate, e tuttavia non si possono afferrare isolatamente. Non è possibile determinare nel medesimo tempo la collocazione e l’impulso di una particella. Esse appartengono a una regione in cui non si possono effettuare misure dirette.

Si dovette trovare un nuovo abito di pensiero per poter afferrare (nel pensare) e impiegare i nuovi fenomeni. Questo fu possibile mediante l’ampliamento della matematica. Si escogitarono in modo geniale nuovi metodi di calcolo: operatori, matrici, quanti, e altro. Ma in particolare si ampliò il calcolo statistico e probabilistico.

 

Dove risiede il motivo di questa difficoltà? Non nell’estrema piccolezza.

Finché qualcosa è soltanto piccolo ha pur sempre spazialità e dimensione, appartiene alla natura.

L’elettricità, il magnetismo e la forza nucleare

non fanno parte della natura bensì della subnatura, che è priva di dimensione e non è spaziale.

 

Questo non era noto allora e non lo è ancora oggi. Nella scienza non c’è alcun concetto di subnatura, nemmeno di sopranatura, e a dire il vero neanche di natura. Qui si rivela l’incompletezza della nostra scienza che non conosce né abbraccia la piena realtà. Proprio i fisici urtano oggi contro i limiti della conoscenza, e per via del loro esatto metodo di ricerca sono in procinto di accedere a una scienza dello spirito che oggi è possibile praticare.

 

Caratteristica della subnatura è la sua adimensionalità, la sua non-spazialità.

Ma dov’è allora la subnatura?

Una tale domanda origina dal modo spaziale di rappresentarsi le cose.

Ma questo non ha valore per qualcosa di non-spaziale.

Se nonostante ciò si vuole una risposta si deve dire: ovunque e in nessun luogo.

L’elettricità, il magnetismo e la forza nucleare compaiono però nella natura,nel mondo spaziale e sensibile,

ed anche in un luogo determinato. Come è possibile?

 

Entrando in profondità si scopre che sono le tre forze fisiche dimensionali a consentire il loro accesso al nostro mondo spaziale. Esse sono come matrici entro le quali le forze subnaturali si possono adattare. Per dare un maggiore chiarimento si possono abbinare i concetti corrispondenti:

 

 

Così possiamo studiare le caratteristiche delle forze subnaturali, la loro affinità con le forze fisiche e la loro contrapposizione agli eteri.

In natura l’elettricità ha una relazione assoluta con la tenebra. Essa si ritrae continuamente sotto la superficie. Le particelle elettriche che dall’ambiente circostante raggiungono la terra scompaiono sotto la superficie terrestre.

L’elettricità che usiamo per la nostra illuminazione, per le nostre macchine ecc., dev’essere artificialmente estratta dalla terra, all’interno della quale essa vorrebbe continuamente nascondersi. L’elettricità delimita lo spazio della tenebra raccogliendosi alla sua superficie (in questo caso alla sub-superficie). Questo è evidente in un condensatore.

 

• L’etere di luce tende alla superficie, verso l’esterno,

• l’elettricità verso l’interno.

Entrambi hanno la medesima velocità.

 

Dell’etere di luce abbiamo detto che crea lo spazio generando distanze.

• La distanza è il nesso unidimensionale tra due punti,

che nell’etere di luce sono l’origine e la meta del raggio luminoso.

 

Allo stesso modo nell’elettricità si ritrova una dualità: elettricità positiva e negativa.

Tra i due potenziali c’è una tensione che non tende a generare distanza ma ad annientarla.

 

La tensione presente tra elettricità negativa e positiva si innesta nella forza fisica di densità senza però portare ad un suo aumento, tende piuttosto ad estinguerla.

È lo spazio tenebroso della materia positiva che rende possibile all’elettricità di comparire nello spazio della natura.

Rotazione e massa sono le condizioni che consentono la manifestazione del magnetismo (ad esempio la rotazione della Terra o di una stella).

 

Abbiamo già detto che il concetto di massa è connesso alla forza fisica bidimensionale (aggregatrice e immobilizzante), mentre il movimento è in relazione con l’etere del suono. Nell’ambito delle particelle elementari il magnetismo compare come Spin dove, attraverso il movimento rotatorio delle particelle elementari, si ingenera un effetto magnetico. È la forza corrotta del movimento rotante dell’etere chimico.

La natura contraria del magnetismo rispetto all’etere del suono emerge confrontando l’oscillazione di un suono col campo magnetico di una calamita (fig. 15).

 

 

Nel suono due nodi in quiete, nell’intervallo il movimento del suono. Nel magnete al posto dell’intervallo, la massa in quiete, polarizzazione ed effetto della forza ai poli. Tra i poli agisce una forza di coesione non separabile. È la forza fisica, attiva nell’elemento acqua, di ammassamento e di coesività, che ora serve al magnetismo perché si possa inserire nella natura. Esso dota questa forza fisica d’una potenzialità che crea un ordine rigido, in modo opposto all’etere numerico. Le parti ferrose catturate dal campo magnetico sono appunto ordinate in modo uniforme e rigido. I problemi riguardanti la forza di gravità e la coesione hanno proprio in questo ambito la loro origine.

L’impulso al movimento nel magnetismo, unito all’elettricità, genera l’elettro-magnetismo. Il magnetismo ha un legame stretto con l’elettricità, come del resto l’etere del suono con l’elemento dell’aria. Nella sfera atomica tale legame si manifesta nella relazione stretta tra il protone e l’elettrone.

 

La forza nucleare sembra connessa al principio che unisce i tre costituenti principali dell’atomo: elettroni, protoni, neutroni. Essa li connette in una unità.

È già stato detto che la forza nucleare è l’etere di vita compresso nella subnatura. L’etere di vita è la forza che agisce nelle tre dimensioni, crea unità e individui, ed è la forza risanatrice. Nella subnatura, come etere corrotto, esso diventa la forza adimensionale che unendo le tre particelle in una triade unitaria dà origine all’atomo.

La forza fisica di scissione agisce in modo tridimensionale, ma nella sua azione naturale non raggiunge mai la più piccola unità, l’atomo. Tuttavia, originando nel centro puntiforme essa serve da matrice alla forza nucleare, che può così comparire nella natura. Ciò che oggi nella fisica viene rappresentato come atomo è già il risultato di questa combinazione naturale-subnaturale.

 

In natura l’etere di vita è la forza più intensa e più estesa che ovunque crea.

La forza nucleare è la più grande forza distruttrice, adimensionale e puntiforme.

 

La costituzione dell’atomo in elettroni, protoni, neutroni è imparentata alla tridimensionalità. C’è un fenomeno che ci fa risalire all’etere di vita: il Principio di Pauli, secondo cui tutte le particelle elementari di un atomo si muovono sempre senza urtarsi, cioè come se fosse sempre presente una specie di coscienza generale che le dirige.

 

Un individuo è una totalità compenetrata da una forza che ne coordina le parti.

Il corrispettivo nella subnatura è la forza nucleare.

L’etere di vita che tutto pervade compare nell’atomo come neutrone.

Questi non ha più alcun nesso con l’elettricità e il magnetismo,

mostra piuttosto di essere la forza di unità che pervade l’intero atomo.

 

RIEPILOGO

L’affinità delle forze submateriali e delle particelle elementari con le forze fisiche

è ciò che permette alle forze submateriali di penetrare nella natura.

Le forze fisiche sono come matrici entro le quali le forze subnaturali si adattano, potendo così agire nella natura. Ne deriva che entrambe le forze sono viste come un’unica cosa, anzi le forze della subnatura sovrastano addirittura le forze fisiche imponendosi come le vere forze del nostro mondo. Le forze fisiche e le forze subnaturali insieme possono essere designate forze centrali.

In base ai nuovi fatti descritti si deve ampliare lo schema di p. 63).

 

 

Le forze centrali hanno trovato un’applicazione sempre maggiore nella nostra tecnica e con ciò, in particolare da quando è stata scoperta la forza nucleare, anche l’azione delle forze subnaturali, non riconosciute come tali, è entrata nella civiltà. Dalle esperienze sinora avute si può dire con certezza che queste forze subnaturali non hanno nulla a che fare con la vita. Esse non sono costruttive bensì distruttive. Gran parte delle minacce all’esistenza dell’umanità e della terra dipende dall’impiego di queste forze. Nel breve periodo del loro utilizzo, circa un secolo e mezzo per l’elettricità, qualche decennio invece per l’energia nucleare, la vita della terra, edificata in milioni di anni, è stata considerevolmente distrutta. Ciò è e sarà sempre più un grande pericolo per l’umanità.

 

Rudolf Steiner, al quale si devono ricondurre le indicazioni sulla subnatura, ha accennato a questo pericolo nelle ultime massime scritte il 30 marzo 1925, poco prima di morire:

«183. Nell’epoca delle scienze che si inizia intorno alla metà del secolo diciannovesimo, l’attività culturale degli uomini scivola a poco a poco non soltanto nei domini più bassi della natura, ma sotto la natura. La tecnica diventa subnatura.»

«184. Ciò richiede che l’uomo trovi, sperimentandola, una conoscenza dello spirito per cui si innalzi di altrettanto nella natura superiore, di quanto affonda sotto la natura con l’attività tecnica subnaturale. Così si crea nell’interiorità la forza per non affondare.»

«185. Una concezione naturale anteriore conteneva ancora in sé lo spirito col quale è collegata l’origine dell’evoluzione umana; a poco a poco questo spirito è scomparso dalla concezione naturale, e vi si è infiltrato quello puramente arimanico, riversandosi da lì nella civiltà tecnica.»

Goetheanum, marzo 1925