Le entità universali del karma

La celeste Sofìa e l’essere Antroposofia


 

Nella conferenza del 10 gennaio 1915, in cui viene osservato più approfonditamente il divenire-storico spirituale dell’essere soprasensibile AntropoSofìa, Rudolf Steiner parlò del fatto che «dietro a questo essere» nei mondi superiori sta un altro essere ancora più elevato, e lo descrisse nel seguente modo.

▸«Ma dietro sta qualcosa che è ancora più soprasensibile di questo essere [AntropoSofìa] che si sviluppa come un uomo, proprio come un uomo per il quale un anno dura un secolo: dietro a questo sta un essere il cui sviluppo è tale che la sua espressione esteriore è il nostro destino personale, così come noi lo portiamo attraverso periodi ancora più lunghi, da incarnazione a incarnazione. In questo [essere] vivono pienamente gli spiriti che regolano il nostro destino esteriore, che hanno una durata di vita ancora maggiore di quelli per i quali un secolo è uguale a un anno. Vedete quindi, che noi inoltriamo lo sguardo per così dire entro strati di entità…».156

 

Per comprendere meglio le parole che caratterizzano la natura interiore di questo essere spirituale, che possiamo anche chiamare «piccolo essere del karma», dobbiamo ricordare che

• nell’interezza del destino umano, del karma umano,

agisce in continuazione la totalità delle entità divino-spirituali,

vale a dire tutte le nove gerarchie costituenti il nostro cosmo:

▸ «Il karma dell’uomo è in primo luogo un retroscena, è come un sipario, come un velo.

Se guardiamo dietro questo sipario, tessono, lavorano, agiscono e si danno da fare

archai, arcangeli, angeli; kyriotetes, dynamis, exusiai; serafini, cherubini, e troni».157

 

• Così anche questo «piccolo essere del karma» è, come l’AntropoSofìa,

l’ultima parte costitutiva di un’entità cosmica e al contempo la più vicina all’umanità.

Questa entità cosmica è ancora più grande e possente della celeste Sofìa stessa.

Confrontandola con quest’ultima, come appare sulla Terra attraverso l’AntropoSofìa, si può fare il seguente paragone.

Della celeste Sofìa fanno parte sei categorie di spiriti gerarchici, dagli angeli fino agli Spiriti della saggezza (le kyriotetes); invece l’azione delle tre categorie più elevate, appartenenti alla prima gerarchia, è per essa ancora una sorta di méta oppure di ideale, dato che la completa unione con esse avverrà soltanto in futuro, negli eoni di Giove, Venere e Vulcano.

 

Al «grande essere del karma» non solo partecipano tutte e sei le parti costitutive gerarchiche della celeste Sofìa,

ma anche una settima parte ancora più elevata, che consiste degli Spiriti della volontà o troni;158

essi consentono anche alle due più elevate categorie di spiriti della prima gerarchia (i cherubini e i serafini)

di avere un rapporto diretto con questo essere.

 

Per cui si può dire: a questo «essere del karma» prendono parte tutte e nove le categorie degli spiriti gerarchici

ed esso raggiunge con la sua parte costitutiva più elevata la sfera della divina Trinità,

la quale con l’aiuto delle nove gerarchie ha creato il nostro cosmo.

Perciò l’azione della divina Trinità in questo essere del karma è diversa dall’azione nella celeste Sofìa,

poiché la stessa Trinità vive in questo essere in modo conforme alla propria costituzione trinitaria.

 

Così «nell’essere del karma» attraverso la prima gerarchia (serafini, cherubini, troni) operano principalmente la forze del Padre; attraverso la seconda gerarchia (kyriotetes, dynamis, exusiai) le forze del Figlio; e attraverso la terza gerarchia (archai, arcangeli, angeli) le forze dello Spirito Santo, come viene ad espressione nella pietra di fondazione di Rudolf Steiner.

 

Nella pietra di fondazione appaiono dapprima i misteri del karma passato del mondo, che sono congiunti all’agire delle forze dello Spirito-Padre attraverso la prima gerarchia. Sono le leggi della giustizia universale, che stanno alla base del nostro universo e lo guidano. Assomigliano a ciò che l’uomo definisce come «ricordo» ma agiscono su scala universale. Le sorgenti di questo karma passato risalgono alle condizioni primordiali dell’umanità, espresse nelle parole:

 

«Dove nell’imperante

Essere creatore del mondo

L’io proprio

Nell’io divino

Ha la sua esistenza».

 

• Queste forze del karma universale del passato sono sempre presenti nelle membra umane e agiscono in esse guidandole in modo incosciente, per la normale coscienza dell’uomo, alla realizzazione del suo destino individuale.

 

In tutt’altro modo agiscono nell’ambito del karma le forze del Figlio o del Cristo, come viene descritto nella parte successiva della meditazione, nella quale vengono alla luce i misteri del karma del presente del mondo. Qui le forze del Cristo, attraverso la seconda gerarchia, la gerarchia solare, partecipano alla creazione, alla realizzazione del secondo tipo di karma nel nostro cosmo. Queste forze contengono tutti gli impulsi creativi, tutti i processi evolutivi del divenire del nostro cosmo fino alla loro realizzazione terrestre. Se però l’uomo nel nostro periodo vuole unirsi coscientemente a questi impulsi, necessita di una vera conoscenza del Cristo quale entità cosmica solare, mentre il «riflettere» meditativo sulla sua azione cosmico-tellurica conduce gradualmente al congiungersi dell’io proprio umano all’«Io universale» del Cristo:

 

«Dove le fluttuanti

Azioni del divenire universale

L’io proprio all’Io universale

Congiungono».

 

senza cui non è possibile un odierno sviluppo karmico dell’uomo e dell’umanità. Nell’organismo terrestre queste forze karmiche «del presente» si manifestano in particolare nel sistema ritmico, collegato all’azione del cuore e del polmone, nei quali i ritmi umani vengono a contatto con i ritmi creativi del macrocosmo oppure con i «ritmi universali», mediante i quali la «volontà del Cristo» agisce «all’intorno» della Terra creando, tramite la seconda gerarchia, il karma del presente.

 

Infine anche le forze dello Spirito Santo agiscono nel karma, tramite la mediazione della terza gerarchia, come espresso nella terza parte della meditazione. In questa parte sono contenuti i misteri del karma futuro, per poter afferrare i quali, non sono sufficienti né il «ricordare» né il «riflettere», ma è necessario il vedere, il concreto «vedere nello spirito», che nel nostro periodo può essere sviluppato dall’uomo soltanto in propria, libera volontà. Infatti, soltanto nella libertà l’uomo moderno può raggiungere uno stato tale da rendere possibile una cosciente partecipazione alla formazione del futuro karma del mondo, e in cui può essere fecondato dalla luce delle «eterne mete degli dei» per unirsi ai «pensieri universali dello spirito», dati oggi dall’AntropoSofìa all’umanità.

 

«Dove le eterne mete degli dei

Luce dell’essere universale

All’io proprio

Perché possa volere in libertà

Donano».

 

Allora il pensare del capo umano, che nel nostro tempo coltiva soltanto la comprensione del pensiero morto, viene trasformato a poco a poco nell’organo di quella «chiaroveggenza intellettiva» della quale abbiamo già parlato in quest’opera (vedi pag. 102).

E questi tre elementi del karma universale verranno portati gradualmente dal Cristo ad un agire comune totalmente nuovo, in modo che la comune rivelazione di essi, renda possibile la trasformazione della nostra Terra nella nuova sorgente dell’amore, della vita e della luce.

 

Questo rapporto del tutto nuovo del Cristo con la globalità del karma universale è il risultato del vero evento centrale del nostro tempo, del quale Rudolf Steiner disse: il Cristo diventa il Signore del karma, in connessione alla sua presente rivelazione dell’eterico.

A partire dal nostro tempo,

il Cristo-Sole spirituale illuminerà l’essere terreno, l’evoluzione dell’umanità,

come è detto nel secondo capoverso della quarta parte della pietra di fondazione, che inizia con le parole:

 

«Luce Divina,

Cristo-Sole»

 

Di questo nuovo compito del Cristo, del suo ruolo quale Signore del karma, Rudolf Steiner dice:

▸«Che il nostro conto karmico in futuro venga pareggiato, vale a dire che venga inserito nell’ordine universale verso il futuro, quando avremo trovato la via al Cristo, che questo pareggio karmico sia tale da suscitare la maggior possibile salvezza degli uomini per il resto dell’evoluzione terrestre, tutto questo sarà cura di colui che a partire dal nostro tempo diventa il Signore del karma, sarà cura del Cristo».160

E in un’altra conferenza:

▸«Con ciò abbiamo indicato quanto è di massima importanza ed essenziale nel nostro tempo, la nuova apparizione del Cristo nel corpo eterico. (…) Abbiamo indicato che il Cristo appare sulla Terra nella sua veste di giudice, per così dire in opposizione al Cristo sofferente del Golgota, quale Cristo trionfante, quale Signore del karma, come presentirono coloro che dipinsero il Cristo del giudizio universale. In verità si tratta di qualcosa che inizia nel XX secolo e si protrae fino alla fine della Terra. Il giudizio, vale a dire l’ordine del karma, inizia a partire dal nostro XX secolo».161

 

Questo significa che il Cristo oggi per compiere la sua azione nell’umanità come Signore del karma, assume un rapporto del tutto nuovo con quell’essere universale che in questo capitolo abbiamo chiamato il «grande essere del karma» e che comprende entità spirituali di tutte le nove gerarchie, poiché il Cristo «è la guida e il reggitore (…) di tutte le entità delle gerarchie superiori».162

 

Ciò fa comprendere meglio anche il senso più profondo di quello che Rudolf Steiner indicò come proprio compito,

vale a dire svelare i misteri cristiani della reincarnazione e del karma nel nostro tempo.

Egli disse che ▸«oggi il Cristo vivente viene dai mondi spirituali come il maestro vivente della reincarnazione [e del karma]».164

E propose quindi, già nella sua prima apparizione in qualità di maestro spirituale, ancora all’interno della vecchia Società Teosofica, come uno dei primi temi per le sue conferenze antroposofiche, il tema «Esercizi pratici sul karma».

A quel tempo tuttavia (1902) queste conferenze non poterono essere tenute, in primo luogo a causa dell’opposizione della direzione della Società Teosofica, ma anche per l’immaturità interiore della maggioranza dei suoi soci. Di conseguenza, Rudolf Steiner fu costretto ad attendere per tre interi settenni, fino al Convegno di Natale del 1923/24, per poter parlare apertamente ispirato da quell’«essere del karma» comprendente il tutto, a cui aveva accennato soltanto brevemente nella conferenza del 10 gennaio 1915.

 

Le ottantaquattro conferenze sul karma dell’anno 1924 furono però soltanto l’inizio delle potenti rivelazioni dei misteri cosmico-tellurici del karma, l’inizio delle rivelazioni del Cristo in qualità di Signore del karma per l’umanità della Terra attraverso la mediazione di questa sublime entità.

Quindi, quando parliamo di esseri spirituali che a un’osservazione esoterica si trovano dietro la scienza dello spirito ad orientamento antroposofico fondata sulla terra da Rudolf Steiner, accanto allo spirito del tempo Michele al servizio del Cristo e alla celeste Sofìa, dobbiamo collocare anche Questa entità quale portatrice personificata dei misteri del karma nel nostro cosmo.

 

 


 

Note:

156 – O.O. 161, 10.1.1915

157 – O.O. 239, 8.6.1924

158 – O.O. 161, 10.1.1915

159 – O.O. 260, 25.12.1923 e la seguente citazione

160 – O.O. 130, 2.12.1911

161 – Ibidem

162 – O.O. 129, 21.8.1911

163 – Vedi ricordi di W. J. Stein della conversazione con Rudolf Steiner all’Aia nell’aprile del 1922, pubblicati con il titolo «Das Haager Gespràch» (La conversazione all’Aia) nel volume Walter Johannes Stein – Rudolf Steiner. Dokumentation eines wegweisenden Zusammenwirkens (Walter Johannes Stein – Rudolf Steiner. Documentazione di una comune attività di guida), V parte, 2. cap.; Dornach 1985

164 – O.O. 118, 15.5.1910