Da San Michele a Natale. Michele e l’anima natanica.

Il corso dell’anno come via di iniziazione – La festa di Michele


 

In atteggiamento di severo monito e di richiamo alla vigilanza e alla responsabilità interiore: così ci appare Michele all’epoca della sua festa autunnale. Con la fiammeggiante spada del pensiero cosmico, forgiata con il ferro meteorico, egli addita verso l’alto il cammino che porta all’io superiore dell’uomo.35 Egli addita le mete superiori dell’esistenza, per raggiungere le quali l’uomo deve lavorare in modo particolarmente intenso nel periodo immediatamente seguente la festa di Michele.

 

È questo davvero un tempo di prove nonché di attività e attesa interiori.

Infatti in autunno le forze solari si indeboliscono

mentre crescono le forze delle tenebre, del crepuscolo, della notte cosmica che s’approssima.

 

Ogni anno, allorché il Sole entra nel segno dello Scorpione, le forze spirituali che si oppongono alla retta evoluzione attingono nuova speranza di impedire il sorgere del sole spirituale nell’oscurità della notte terrestre, allo scopo di prendere possesso a poco a poco dell’evoluzione dell’umanità e volgerla ai propri fini.

 

Nell’epoca successiva la festa di Michele

l’uomo è portato «dalla conoscenza [esteriore] della natura alla contemplazione del male.»36

La disposizione animica fondamentale sulla via dell’iniziazione in questo periodo dell’anno è la seguente:

devi accogliere  la forza interiore della resurrezione, la forza del sole spirituale,

prima che le forze di morte, che in quest’epoca regnano nella natura, si impadroniscano di te.

 

Rudolf Steiner caratterizza il periodo immediatamente precedente il solstizio d’inverno anche come «la tentazione del male.»37 Svanendo a poco a poco allo guardo esteriore dell’uomo, le forze della luce risuonano per il discepolo dello spirito dalle vastità del cosmo con il loro ultimo ammonimento: «Guardati dal male!»38 Sii desto nella tua interiorità!

 

È infatti proprio in quest’epoca che si avvicinano all’anima umana le forze avverse che cercano di ripetere nel corso dell’anno sul piano microcosmico ciò che in altri tempi compirono nel macrocosmo, nell’ambito dell’evoluzione dell’umanità, quale ‘tentazione nel paradiso’.

 

• Ma questa non è solo l’epoca delle tentazioni e delle prove: è anche un’epoca piena di attiva attesa interiore e di preparazione(1) alla festa della nascita sulla terra di un’entità del tutto speciale. Queste due esperienze, la prova e la preparazione (attesa) raggiungono forza e concentrazione massime nel periodo dell’avvento, cioè durante le quattro settimane che precedono il Natale.

 

Ma a quale nascita si prepara l’umanità in questo periodo?

Possiamo trovare una risposta solo se, con l’aiuto delle descrizioni offerte da Rudolf Steiner, gettiamo lo sguardo verso tempi remotissimi dell’evoluzione terrestre, e precisamente verso l’epoca lemurica, l’era preistorica in cui l’uomo divenne tale, in altre parole quando l’uomo acquisì un io proprio individuale.

In quel tempo si verificò quel rivolgimento nell’evoluzione umana designato biblicamente come ‘peccato originale’. In quell’epoca, dopo il distacco del Sole dalla Terra e prima dell’uscita della Luna, le forze luciferiche tentatrici si avvicinarono all’uomo testé dotato di un io individuale quale emanazione della sostanza degli Spiriti della forma.

 

La penetrazione delle forze luciferiche nel corpo astrale dell’uomo

è la realtà occulta che si cela dietro la descrizione biblica del ‘peccato originale’.

Ma il pericolo di subire l’influsso delle forze luciferiche minacciò anche il corpo eterico dell’uomo.

E questo costituì un pericolo molto più grave,

perché se anche il corpo eterico fosse caduto sotto l’influsso luciferico

l’uomo non avrebbe potuto proseguire la sua evoluzione sulla terra durante il periodo della cosiddetta ‘crisi lunare’

(vale a dire ancora prima dell’uscita della Luna).

 

Infatti, qualora l’evoluzione avesse proseguito il suo normale corso,

le forze avversarie avrebbero potuto accostarsi con la tentazione al corpo eterico dell’uomo

non nell’epoca lemurica, ma solo nella successiva epoca atlantica,

allorquando la sostanza dell’io si fosse incarnata non solo nel corpo astrale ma anche in quello eterico.

• Per questo, onde scongiurare il pericolo di una prematura caduta del corpo eterico

sotto l’influsso delle forze ostacolatrici,

le forze più sottili e pure del corpo eterico,

quelle corrispondenti all’etere chimico e all’etere di vita,

vennero sottratte all’evoluzione generale dell’umanità subito dopo il peccato originale

e custodite nel mondo spirituale sotto la protezione  della grande loggia-madre della guida dell’umanità.(2)

 

Questo evento di importanza basilare per tutta l’ulteriore evoluzione della Terra

viene descritto nella Bibbia con le immaginazioni dell’albero della conoscenza e dell’albero della vita.

In questi quadri immaginativi,

l’albero della conoscenza rappresenta le forze delcorpo astrale

e l’albero della vita le forze del corpo eterico o vitale.

 

L’entità portatrice

delle forze vitali dell’umanità non toccate dal peccato originale

divenne quella che noi conosciamo tramite la letteratura scientifico-spirituale

come anima del bambino Gesù natanico, o più semplicemente ‘anima natanica’.

 

Nelle parole di Rudolf Steiner:

▸ «L’influsso luciferico si estese anche al corpo astrale della coppia originaria. In conseguenza di ciò diventò impossibile a tutte le forze insite in Adamo ed Èva di scorrere, attraverso il sangue, anche nei loro discendenti. Il corpo fisico potè bensì riprodursi attraverso tutte le generazioni; ma del corpo eterico la direzione dell’umanità tenne in serbo una parte.

Questo fatto è espresso nelle parole: Gli uomini hanno gustato dell’albero della conoscenza del bene e del male, vale a dire di ciò che proveniva dall’influsso luciferico. Si doveva però aggiungere: “Ora si deve togliere loro la possibilità di gustare anche dell’albero della vita”.

Ciò significa che una certa parte delle forze del corpo eterico fu tenuta in serbo, e non potè più scorrere nei discendenti, attraverso le generazioni.

Esisteva dunque in Adamo una certa quantità di forze che, dopo il peccato, gli furono tolte.

Questa parte ancora innocente di Adamo fu conservata nella loggia-madre dell’umanità,

e qui fu protetta e curata.

Era per così dire, l’anima adamitica, non tocca dal peccato,

ancora non impigliata in quello che provocò la caduta degli uomini.

Queste forze originarie dell’individualità di Adamo vennero preservate».40

 

Da tutto questo consegue che l’origine dell’anima natanica è da ricercarsi nel più remoto passato dell’evoluzione terrestre. Per capire ancora meglio possiamo risalire ulteriormente nel tempo, fino al momento in cui la sostanza-io degli Spiriti della forma si riversò per la prima volta nell’entità umana.

«E il Signore Iddio plasmò l’uomo con la polvere del suolo e gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l’uomo divenne un’anima vivente»:41 questa è la descrizione della Bibbia.

 

Con la respirazione, che è correlata all’attività del corpo astrale,

penetrò nell’uomo il principio dell’io, ed egli divenne un’«anima vivente».

 

Proprio come tale «anima vivente» vive da allora nel cosmo l’anima natanica,

poiché il resto dell’umanità, caduta sotto la tentazione luciferica, cessò di essere un’anima vivente,

sprofondando sempre più nella materia, nel regno della tenebra spirituale e della morte.

 

L’anima natanica rimase in seguito per molti millenni nei mondi spirituali.

Si astenne da ogni diretto contatto con la sfera terrestre e ciò fino alla svolta dei tempi

quando si incarnò in Palestina nel bambino Gesù della linea natanica di Davide,

onde preparare la discesa sulla Terra dello stesso spirito solare, il Cristo.

 

È questa apparizione sulla Terra dell’anima natanica che festeggiamo ancor oggi ogni anno a Natale,

mentre il periodo che precede questa festa cominciando da Michele

e particolarmente durante le quattro settimane d’avvento, è la preparazione interiore a questo evento.

 

Come abbiamo visto il tempo che va da Michele a Natale è posto sotto la speciale protezione dell’arcangelo Michele.

In considerazione di tale congiuntura temporale-spirituale sorge la domanda:

che rapporto c’è fra l’arcangelo Michele e l’anima natanica?

 

• Secondo le indicazioni della scienza dello spirito, Michele è un arcangelo solare, ma operò prima del mistero del Golgota anche come servitore dell’Elohim lunare Jahve, cioè di quell’essere spirituale appartenente alla gerarchia degli Spiriti della forma che nella Bibbia viene designato come «il Signore Iddio» e che ebbe un ruolo decisivo nell’elargire all’uomo il principio dell’io.

Rudolf Steiner ha caratterizzato questo antichissimo rapporto di Michele con Jahve e con il Cristo con le seguenti parole:

▸ «Come detto nell’antico testamento, e come io ho spesso indicato nei miei libri, prima del mistero del Golgota, per quel tanto che gli era possibile, il Cristo si manifestava attraverso Jehova».42

E aggiunge:

▸«Possiamo dire che Cristo-Jehova è l’entità che ha accompagnato l’umanità durante tutta la sua evoluzione. Ma nelle epoche che si susseguirono Cristo-Jehova si manifesta sempre attraverso diverse entità del rango di Michele».43

Cosicché Michele da tempi remotissimi è il servitore più eminente di Cristo-Jehova fra gli arcangeli e per ciò stesso ha preso parte alla creazione dell’uomo.44 Questo particolare rapporto di Michele con Jahve e con l’intera umanità dell’epoca precristiana, e più tardi con il popolo ebraico è al contempo un’indicazione del rapporto con l’entità dell’anima natanica che era stata preservata nei mondi spirituali.

 

Attraverso la sfera di Jahve,

Adamo, e in lui tutta l’umanità,

ricevette l’io individuale dai sei Elohim solari.

 

Per questo motivo la genealogia del vangelo di Luca risale fino all’Elohim Jahve, e in ciò tale vangelo riassume non solo tutta la storia del popolo ebraico, nel quale doveva incarnarsi l’anima natanica, ma anche la storia dell’umanità intera dalle origini. Risale fino ad Adamo e a Dio, presentando in tal modo il corso di quei destini della Terra dai quali l’anima natanica fu preservata nel mondo spirituale.

Ma proprio attraverso questi destini terrestri Michele doveva dirigere l’umanità fin dai primordi, quale « volto di Jahve ».44a Infatti egli, fin dal principio della Terra, nella sua qualità di arcangelo solare agì anche come intermediario fra il Logos solare del Cristo e il Logos lunare di Jahve, tra i destini celesti e i destini terreni dell’umanità, che furono divisi all’epoca lemurica e ricongiunti solo grazie agli eventi di Palestina. È in questa azione mediatrice che consiste innanzitutto il servizio di Michele nei confronti di Cristo-Jahve.

 

Possiamo comprendere meglio il legame tra l’arcangelo Michele e l’anima natanica, se consideriamo la sfera cosmica in cui ha avuto luogo quella separazione che preservò una parte delle forze eteriche di Adamo nelle altezze spirituali dal pericolo di soccombere alle forze della materia e della morte, mentre l’altra parte venne diretta verso il basso sulla via delle reincarnazioni terrestri. In altre parole: dove dobbiamo cercare questa entità celeste che è l’anima natanica, quest’anima sorella d’Adamo, preservata nelle altezze spirituali dal peccato originale? Per dare una risposta, consideriamo che

l’umanità, nella sua discesa verso la Terra,

è stata accompagnata amorevolmente dalle gerarchie attraverso le diverse sfere,45

in un processo che sul piano microcosmico viene ripetuto da ogni uomo alla nascita.

 

– Dapprima, circa fino alla metà dell’epoca iperborea, fino al distacco del Sole,

l’umanità viveva nella sfera delle archai o Spiriti del tempo.

– Seguì il passaggio alla sfera degli arcangeli,

le entità destinate a divenire in seguito le guide dei singoli popoli della Terra.

– Qui l’umanità si trattenne fino e oltre il momento del distacco della Luna, per scendere infine nella sfera degli angeli,

le guide dell’io individuale dei singoli uomini, dove l’umanità dovette restare fin verso la metà dell’epoca atlantica,

per poi calare definitivamente sulla terra nella seconda metà di quest’epoca.

 

Qualche tempo prima tuttavia, alla fine dell’epoca lemurica,

durante il passaggio dalla sfera degli arcangeli a quella degli angeli,

si verificò l’evento del ‘peccato originale’,

per cui una parte del corpo eterico di Adamo fu trattenuta nelle sfere spirituali superiori.

Dunque il peccato originale si verificò durante la permanenza dell’umanità nella sfera degli angeli.

 

• Dal punto di vista fisico l’umanità viveva in quel tempo, alla fine dell’epoca lemurica, nell’ambiente aereo-acqueo-eterico circostante la Terra, mentre la sua coscienza apparteneva ancora all’innocente e paradisiaca sfera angelica. Proprio qui le si avvicinò il tentatore. Esso era una di quelle entità angeliche che sull’antica Luna erano rimaste indietro nella loro evoluzione e ora, in quanto angeli lunari ritardatari che avevano assunto carattere luciferico si accostarono al corpo astrale dell’umanità in cammino verso la Terra. Se questa tentazione non avesse avuto luogo, l’uomo avrebbe potuto trattenersi più a lungo in prossimità della superficie terrestre senza entrarvi in contatto, ancora privo di percezioni sensoriali esterne.

 

In seguito al ‘peccato originale’ l’uomo dovette mettere piede sulla ‘dura terra’

e pervenire all’esperienza sensoriale molto prima di quanto non fosse stato previsto dalla direzione universale.

 

• Così il ‘peccato originale’ cioè la prematura immersione nel mondo fisico, fu possibile solo dopo il passaggio dalla sfera degli arcangeli a quella degli angeli, dal campo d’influenza delle potenze solari e planetarie a quello delle entità lunari. È questo il momento cruciale in cui avvenne la separazione in questione. Infatti nel suo avvicinarsi alla terra, al momento di entrare nella sfera angelica, l’umanità incontrò fatalmente non solo gli angeli evoluti correttamente che si preparavano a divenire le guide individuali degli uomini, ma anche quelli ‘luciferici’ che avevano deviato dal comune cammino dell’evoluzione universale.

L’anima natanica fu però salvaguardata da tale passaggio e trattenuta nella sfera solare degli arcangeli, in quella regione cioè dalla quale in seguito dovevano provenire le guide dei diversi popoli della Terra. Essa conservò altresì il legame con la parte della sfera angelica non contaminata dalla tentazione luciferica. Questo spiega perché Rudolf Steiner caratterizza l’anima natanica a volte come un’entità di natura arcangelica, altre volte di natura angelica,46

 

Qual è l’intimo significato dell’espressione: «corpo eterico e corpo astrale dell’uomo non corrotti dalla tentazione»? Questa espressione altro non è che un modo di indicare le purissime sostanze eteriche e astrali, del tutto impregnate di forze cosmiche e in stretta connessione con lo spirito vitale e il sé spirituale in nuce nell’uomo.

Questi costituenti superiori dell’umanità, quali effusioni provenienti dalle eccelse sfere cosmiche dei cherubini e dei serafini47 stanno alla base dell’esistenza paradisiaca dell’umanità e sono intimamente connessi agli involucri eterico e astrale dei singoli uomini, poiché per loro natura il corpo eterico e il corpo astrale non caduti in tentazione sono collegati allo spirito vitale e al sé spirituale. E poiché quest’ultimo viene sviluppato in piena coscienza solo negli angeli e negli arcangeli, le comunicazioni di Rudolf Steiner sulla natura arcangelica o angelica dell’anima natanica, corrispondono a una realtà spirituale.

In questo senso si può parlare anche di ‘io’ dell’anima natanica, con la limitazione che questo ha più la natura originaria del sé spirituale che le caratteristiche dell’io umano terrestre. L’anima natanica potè preservare questo io del tutto ricolmo di sé spirituale, grazie al fatto che venne trattenuta, come abbiamo visto, al limite della sfera arcangelico-angelica, prima della discesa nelle incarnazioni terrestri.

 

Rudolf Steiner parla dell’io dell’anima natanica nei seguenti termini:

• «Ciò che era fluito dagli Spiriti della forma continuò a fluire; ne venne come tenuta in serbo una parte, come un io, che fu preservato dal ciclo delle incarnazioni fisiche, un io che non ricomparve ripetutamente come uomo, ma conservò quella forma, quella sostanzialità che l’uomo aveva precedentemente alla sua prima incarnazione terrestre (…)

un io che, secondo il linguaggio biblico, era ancora nella stessa condizione in cui era l’io di Adamo, prima della sua prima incarnazione fisica. Un siffatto io era sempre esistito (…) e perciò un tale io aveva delle qualità del tutto speciali, fra cui quella di non essere mai venuto in contatto nulla di ciò che in genere un io umano può imparare sulla terra. Era dunque anche incontaminato da ogni influsso luciferico e arimanico48 «Sembrava perciò che il bambino Gesù natanico di cui narra il vangelo di Luca non avesse alcun io umano».49

 

Dal quadro descritto possiamo comprendere meglio le parole della Bibbia in cui si dice che tutti i singoli uomini e tutti i popoli della terra discendono da Adamo, poiché esse indicano che

la celeste anima di Adamo fu trattenuta nelle altezze spirituali

da dove discesero gli angeli e gli arcangeli

destinanti a guidare i singoli uomini e i singoli popoli.

 

E l’arcangelo Michele, che in quanto arcangelo solare

manteneva un legame privilegiato con la sfera solare

nella quale sostava anche l’anima natanica,50

può anche essere caratterizzato come il guardiano solare e la guida

dell’anima paradisiaca dell’umanità preservata dal peccato originale.

 

Tuttavia, pur dimorando nella loggia-madre dell’umanità, sotto la guida dello stesso arcangelo Michele, l’anima natanica non restò inattiva nel corso dell’ulteriore evoluzione terrestre.

 

La scienza dello spirito ci parla di tre atti soprasensibili

operati dall’anima natanica nel cosmo extraterrestre.

In essi l’anima natanica manifestò, come vedremo, la sua natura arcangelica.

 

Nel manifestarsi quale riflesso in Krishna essa ha invece mostrato la sua natura angelica, la sua affinità con l’io superiore dell’uomo, con il suo sé spirituale e grazie a ciò ha potuto dare all’umanità terrestre l’impulso per il sorgere di un individuale pensiero dell’io.51

Di ciò Rudolf Steiner parla nel ciclo La Bhagavadgita e le lettere di Paolo:

▸«In essa [nell’entità di Krishna] l’elemento essenziale non è il corpo di carne e neppure il più sottile corpo elementare, né le forze degli organi di senso, né l’ahamkara, né il manas: in essa l’essenziale è ciò che nel budhi e nel manas è direttamente connesso con le grandi sostanze cosmiche universali, con l’elemento divino che vive nel mondo e lo compenetra. (…) Perciò innalzando lo sguardo a Krishna l’uomo contempla al tempo stesso il proprio sé più elevato, [vale a dire il principio del sé spirituale]»52

 

Infine occorre rilevare un altro aspetto fondamentale dei fatti descritti, che indica il profondo legame che esiste fin dai primordi fra l’arcangelo Michele e l’anima natanica. Questo aspetto ci viene chiarito dalla descrizione del ‘peccato originale’ fatta da Rudolf Steiner nel ciclo di conferenze La missione di Michele:

▸«Dopo che l’umanità era passata attraverso gli stati di Saturno, Sole, Luna, e quello della Terra aveva avuto inizio, una potenza spirituale immise l’essenza luciferica nella costituzione del capo umano, e tale potenza era Michele. «E cacciò in basso sulla Terra gli spiriti avversari», vale a dire: con la cacciata degli spiriti avversi a Michele l’uomo venne compenetrato con l’intelletto, con ciò che nasce nel suo capo. Così è Michele che mandò i suoi avversari all’uomo affinché egli, accogliendo questo elemento luciferico di opposizione, sviluppasse la propria intelligenza».53

Per questo motivo nelle raffigurazioni artistiche della scena della tentazione nel paradiso terrestre (se l’immaginazione è resa correttamente) Lucifero appare sempre sotto l’aspetto di un serpente con testa d’uomo.54

 

Da quanto detto risulta che Michele nella sua qualità di «volto di Jahve» non solo prese parte a suo tempo alla creazione dell’uomo in quanto «anima vivente» (e conseguentemente alla creazione dell’anima natanica) ma ebbe anche il ruolo descritto nel ‘peccato originale’ dell’umanità.

E se l’anima natanica, nel senso della saggia direzione del cosmo, ha evitato il destino della restante umanità rimanendo nella sfera solare, ciò è da ascriversi in gran misura alla protezione dell’arcangelo Michele che non permise che essa fosse preda degli spiriti luciferici ch’egli aveva precipitati nel capo degli uomini.

 

Pertanto risulta anche da questo punto di vista

che Michele è l’essere spirituale che fin dai primordi

fu direttamente collegato ai superni destini dell’anima natanica

e quindi ai destini dell’umanità complessiva.

 

Tutto questo spiega ancor meglio perché la festa di Michele nel corso dell’anno precede immediatamente la festa della Natività, della nascita in terra dell’anima natanica.

 

 

 


 

Note tra parentesi:

(1) – In questo contesto il termine ‘preparazione’ è utilizzato in un senso meno specifico che nel capitolo ‘Il tempo della preparazione’, dove esso designa la prima tappa della moderna via d’iniziazione. Qui si allude semplicemente al periodo di preparazione interiore che precede qualsiasi festa fondamentale dell’anno.

(2) – Da diverse comunicazioni di Rudolf Steiner risulta che il centro della grande loggia madre si trovava nella sfera solare superiore, mentre il grande oracolo solare era il suo rappresentante sulla Terra in epoca atlantica, e divenne in epoca postatlantica un «mistero dell’Asia minore».39

 

Note:

35 – Vedi la descrizione dell’immaginazione cosmica di Michele in O.O.229, 15.10.1923

36 – O.O.223, 8.4.1923

37 – Ibidem

38 – Ibidem

39 – O.O.131, 12.10.1911

40 – O.O.114, 18.9. 1909

41 – Genesi 1, 2-7

42 – O.O.152, 2.5.1913

43 – Ibidem

44 – Rudolf Steiner parla spesso della partecipazione di Michele alla «creazione dell’uomo». Per esempio: «Egli [Michele] voleva continuare a fare tutto ciò in quanto servitore delle potenze divino-spirituali alle quali è legato fin dall’origine propria e degli uomini (…) Infatti Michele è portatore di tutte le forze originarie dei suoi Dei e di quelle degli uomini» (O.O.26). In una conferenza non pubblicata del 1.11.1904, Rudolf Steiner dice che verso la metà dell’epoca lemurica Michele «diede forma alla figura umana» nella quale l’uomo si incarnò poi sulla Terra. Perciò Michele viene anche chiamato «il plasmatore della forma umana» o «angelo della forma», in relazione alla sua azione quale servitore dei «reggenti dell’esistenza terrestre», cioè la gerarchia degli Spiriti della forma (O.O.105, 10.8.1908) e specialmente del più eminente fra loro, l’Elohim Jahve (O.O.194, 22.2.1919).

44a – O.O.194, 22.11.1919

45 – O.O.26

46 – Vedi nota 19, parte IIa. Inoltre: «Cosicché si può dire: c’erano contemporaneamente tre vite angeliche nel mondo spirituale. L’entità che visse questa vita di angelo-arcangelo era poi la stessa descritta come Gesù bambino dall’evangelista Luca» (O.O.152, 7.3.1914).

47 – O.O.11

48 – O.O.131, 12.10.1911

49 – Ibidem

50 – Nella conferenza del 30.12.1913 (O.O.149) Rudolf Steiner dice più volte che la dimora originaria dell’anima natanica era la sfera del Sole (cf nota a piè pagina 37).

51 – O.O.146, 28.5.1913, e 1.6.1913

52 – O.O.142, 30.12.1912

53 – O.O.194, 22.11.1919. Vedi anche O.O.112, 7.7.1909

54 – Vedi al proposito per esempio O.O.167, 7.3.1916