Le prime tre settimane d’avvento: tre gradi di prove occulte

Il corso dell’anno come via di iniziazione – L’avvento e l’anima natanica


 

Il capitolo che nel libro L’iniziazione è dedicato specificamente all’evento iniziatico, si apre con la descrizione di tre «prove» attraverso le quali il discepolo deve sviluppare talune qualità animiche indispensabili per compiere in modo corretto l’iniziazione stessa. Non è difficile intuire che il periodo dell’anno più favorevole per affrontare tali prove interiori è quello che segue la festa di Michele e in special modo le prime tre settimane d’avvento.

 

La prima prova è definita «prova del fuoco».

 

Grazie ad essa il discepolo acquista la giusta visione spirituale d’ogni essere terreno:

«dapprima degli oggetti inanimati, poi delle piante, degli animali e dell’uomo».61

Cade per lui un velo che copriva gli oggetti e gli esseri del mondo circostante:

«le cose ora gli stanno di fronte spogliate, nude (…)

in base ad un processo che può essere definito ‘fuoco spirituale’».62

 

• Le qualità morali in oggetto sono spesso già patrimonio di individui che hanno sperimentato una dura scuola di vita.

▸ «Si tratta di persone che fanno ricche esperienze tali da acquistare grande fiducia in sé stessi; il loro coraggio e la loro perseveranza divengono maturi in modo sano ed essi imparano a sopportare dolore e delusione, fallimento delle iniziative con magnanimità, vale a dire con calma e con forza indistruttibile».63

 

Queste parole richiamano allo sguardo interiore l’immagine di una persona capace di mantenersi interiormente salda nelle tempeste e nelle avversità della vita, di non piegarsi mai sotto la bufera dell’esistenza, di conservare un’incrollabile fiducia nelle forze soprasensibili e nella giustizia che dirige invisibilmente il mondo e che gli fa incontrare «dolori, delusioni, fallimenti delle iniziative» come prove.

 

Se il discepolo riesce a superare questa prova

gli si schiudono, come dice Rudolf Steiner, «i caratteri della scrittura occulta»,

i quali altro non sono che «i fatti e le entità presenti nel mondo spirituale.»64

 

E di seguito:

▸ «Attraverso quei segni si impara il linguaggio delle cose.65 In questo linguaggio gli oggetti e gli esseri dichiarano al discepolo il proprio originario nome segreto, che essi portano quale frammento dell’originale Parola universale creatrice del mondo».

 

Così questa esperienza consente al discepolo di penetrare il mistero stesso del Verbo cosmico, del Logos divino, e di venire guidato alla prova successiva. Infatti il discepolo ha ormai imparato a farsi guidare nel suo agire non più dai propri desideri egoistici, bensì dalla giustizia universale, dalle divine finalità del cosmo, che egli impara a conoscere per mezzo del verbo nascosto che ormai gli si è rivelato. Questa prima prova, per il suo carattere interiore, corrisponde al contenuto spirituale della prima settimana d’avvento.

 

La seconda prova viene chiamata «prova dell’acqua»

e consegue direttamente dalla prima:

▸ «Essa deve accertare se [il discepolo] è capace di muoversi libero e sicuro nel mondo soprasensibile.»66

 

A questo punto il discepolo deve fare qualcosa che gli viene suggerito dalla Parola interiore sotto forma di ‘scrittura occulta’ che egli ha imparato a riconoscere nel corso della prova precedente. L’essenza di questa prova è descritta così da Rudolf Steiner:

▸ «Se durante la sua azione il discepolo si lasciasse influenzare in qualche modo da desideri e opinioni personali, se per un solo istante non seguisse le leggi da lui riconosciute giuste, ma si abbandonasse al proprio arbitrio, accadrebbe qualcosa del tutto diverso da ciò che sarebbe dovuto accadere».67

 

Si tratta qui soprattutto dell’acquisizione del dominio di sé.

Questa qualità è già posseduta in alto grado da colui che nella vita ordinaria ▸ «ha acquistato la capacità di seguire princìpi e ideali elevati mettendo da parte umori e desideri personali, e sa compiere il proprio dovere anche quando inclinazioni e simpatie tendono a distrarlo».68

 

Particolarmente importante, fa rilevare Rudolf Steiner, è a questo punto

una «facoltà di discernimento assolutamente sana e sicura.»69

 

Non è difficile rilevare che queste due esigenze fondamentali corrispondono in alto grado alle due qualità interiori relative alla seconda settimana di avvento: la misura e l’avvedutezza.

 

Lo sviluppo della misura corrisponde alla vittoria sui desideri e le opinioni personali,

sugli umori e gli arbìtri egoistici nel compimento di un dovere superiore,

mentre lo sviluppo della seconda qualità porta ad una reale sicurezza di giudizio.

La conquista di entrambe le virtù consente al discepolo il superamento della seconda prova.

 

In questo caso:

▸ «lo aspetta una TERZA PROVA. Questa volta non gli viene data alcuna indicazione. Tutto è posto nelle sue mani. Egli si trova in una situazione in cui non vi è nulla che lo stimoli all’azione. Deve trovare del tutto autonomamente la propria strada».70

▸ «Occorre saper rapidamente venire a capo di sé stessi, poiché qui bisogna trovare il proprio sé superiore, nel senso più vero della parola. Bisogna decidersi prontamente a dare ascolto in tutte le cose ai suggerimenti dello spirito. Adesso non vi è più tempo per i dubbi, le riflessioni o altro… ciò che impedisce di dare ascolto allo spirito deve essere energicamente superato. In questa situazione occorre dar prova di presenza di spirito. È questa infatti la qualità che deve essere ora perfezionata».71

 

Anche in questo caso la vita quotidiana può essere per l’uomo una buona scuola occulta:

▸ «Per persone che, poste all’improvviso di fronte a nuovi compiti, possono prendere una pronta decisione, senza soverchia riflessione o esitazione, la vita risulta una vera scuola occulta».72

 

Se teniamo presente che è proprio a quest’epoca che il discepolo sperimenta le prime conseguenze della scissione di pensiero, sentimento e volontà, possiamo capire quel che significa, in senso più profondo, lo sviluppo della presenza di spirito.

 

• Non si tratta altro che del controllo continuo e pienamente cosciente

esercitato dal sé superiore sulle tre facoltà animiche ora separate.

 

E la virtù interiore necessaria per esercitare questo controllo e superare la prova descritta

è quella del coraggio, dell’audacia.

Solo chi è molto coraggioso può realizzare il compito che si è assegnato

«senza tuttavia perdere sé stesso»,73

poiché in questa terza prova

egli «può ritrovare una solida base d’appoggio solo in sé medesimo».74

 

Per sopportare questa crescente solitudine, senza perdere la capacità d’azione e l’attività interiore si ha bisogno di un grande coraggio che viene acquisito in special modo in virtù dell’esperienza cosciente del contenuto spirituale della terza settimana d’avvento, per la quale possono valere allora come motto le parole:

▸ «Ciò che trattiene dall’ascoltare lo spirito, deve essere energicamente superato».71

 

Secondo la terminologia della Filosofia della libertà si può anche dire che in questa prova

bisogna agire seguendo i purissimi impulsi della fantasia morale.

Possiamo ora anche riscontrare il nesso fra le prove descritte e quanto è stato detto nel capitolo precedente riguardo al ritrarsi delle entità delle gerarchie, archai, arcangeli e angeli. Infatti questo parziale ritrarsi dall’uomo delle gerarchie a lui più prossime costituisce la realtà esoterica che sottostà alle prove corrispondenti.

 

• Così le archai, che hanno attraversato lo stadio umano in corpi di fuoco sull’antico Saturno e ora sono progredite fino al livello di uomo-spirito, metamorfosi del corpo fisico, abbandonano progressivamente la guida dell’uomo che ha superato la prova del fuoco.

• Analogamente gli arcangeli, portatori dello spirito vitale pienamente sviluppato, vale a dire il corpo eterico metamorfosato il cui riflesso sulla Terra è l’elemento liquido, si ritirano dall’uomo se egli ha superato la prova dell’acqua.

• Infine, se il discepolo ha superato felicemente la ‘prova dell’aria’, viene meno anche la guida degli angeli, che possiedono un sé spirituale maturo, cioè un corpo astrale trasformato il cui corrispettivo sulla Terra è l’elemento aereo.

 

Cosicché nella conclusiva esperienza della massima solitudine, davanti alla soglia del mondo spirituale,

l’uomo è la risultante degli sforzi personali fatti per la propria evoluzione.

Poiché solo così, quale egli è in realtà, l’uomo può essere ammesso al tempio della conoscenza superiore.

 

 

 


Note:

61 – O.O. 10

62 – Ibidem

63 – Ibidem

64 – Ibidem

65 – Ibidem

66 – Ibidem

67 – Ibidem

68 – Ibidem

69 – Ibidem

70 – Ibidem

71 – Ibidem

72 – Ibidem

73 – Ibidem

74 – Ibidem