Il corso dell’anno come via verso una nuova esperienza dell’entità del Cristo

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Cristo e Michele


 

Abbiamo ora raggiunto lo scopo della nostra esposizione, vale a dire quello di mostrare

quale significativo ‘dipinto’ ci presenti il corso dell’anno esaminato da un punto di vista esoterico.

• Esso contiene in sé non solo tutti i sette gradi della nuova iniziazione cristiano-rosicruciana,

ma anche la possente immagine della cooperazione tra il Cristo, la Sofia e Michele.

 

Cominciando a Natale con la nascita dell’impulso del Cristo nell’esistenza terrestre,

il corso dell’anno ci porta dal Cristo alla Sofia, alla festa della discesa dello Spirito Santo,

• e quindi attraverso la festa di Michele dalla Sofia di nuovo al Cristo,

ma stavolta non al Cristo che scese sulla Terra alla svolta dei tempi e si unì ad essa sul Golgota,

bensì al Cristo che appare tra gli uomini del XX secolo nel suo nuovo aspetto soprasensibile.

 

A Dornach nel Natale del 1920 Rudolf Steiner dice:

▸ «Oggi guardiamo al presepe nel giusto modo solo se sentiamo in modo unico ciò che fluttua nello spazio e poi volgiamo lo sguardo all’essere che venne al mondo attraverso quel bambino. Sappiamo di portarlo in noi, ma dobbiamo portargli incontro la nostra ragione, la nostra capacità di comprensione. Di conseguenza, come l’egizio si volgeva da Osiride a Iside, così noi dobbiamo imparare nuovamente a guardare alla nuova Iside, alla santa Sofia [è la via della metà ascendente dell’anno: dal Cristo, nuovo Osiride, alla Sofia]. Il Cristo ricomparirà in forma spirituale nel corso del XX secolo, non per il fatto che avviene qualcosa al di fuori di noi, ma perché gli uomini troveranno la forza che è rappresentata dalla santa Sofia»28 (ed è il cammino dell’altra metà dell’anno: dalla Sofia ritrovata al Cristo).

 

Quanto è stato detto fin qui può essere ulteriormente approfondito se consideriamo quanto dice Rudolf Steiner nella conferenza del 20.2.1917 (cf. parte III, cap.4). Questa conferenza tratta dell’incontro dell’anima con i princìpi cosmici del Padre, del Figlio e dello Spirito e spiega il legame fra il principio del Figlio con il corso dell’anno.

Ed è per l’appunto questo legame che ora vogliamo esaminare in dettaglio.

 

Rudolf Steiner dice:

▸ «Il secondo incontro è perciò già collegato al grande ordine macrocosmico.

Esso è legato al corso dell’anno così come il primo lo è al corso del giorno».

 

Più oltre richiama al fatto che nella metà discendente dell’anno (autunno-inverno) e particolarmente in prossimità del Natale, le impressioni sensoriali esteriori si affievoliscono progressivamente, e l’anima aspira in misura crescente alla contemplazione del primigenio fondamento spirituale dietro il mondo degli oggetti visibili:

 

▸ «è allora che l’uomo in un certo modo sperimenta un regno in cui lo spirito gli è molto vicino.

Ne è conseguenza che nel periodo dell’avvento e circa fin verso il nuovo anno,

l’uomo(…) sperimenta un incontro del corpo astrale con lo spirito vitale (…)

e in questo incontro con lo spirito vitale sente la presenza del Cristo Gesù…

Cosicché nel nostro tempo, nel tempo segnato dal mistero del Golgota,

con questo incontro noi ci troviamo proprio vicini al Cristo Gesù,

e possiamo considerare l’incontro con lo spirito vitale come un incontro col Cristo Gesù

che ha luogo nelle massime profondità dell’anima.

Se l’uomo approfondisce, spiritualizza (…) il proprio sentire,29 egli sperimenta

la reminiscenza dell’incontro con lo spirito vitale, vale a dire con il Cristo.

È un fatto che nel tempo da Natale a Pasqua

le circostanze sono particolarmente favorevoli

a risvegliare nella coscienza l’incontro dell’uomo con il Cristo Gesù».

 

Considerando poi il periodo pasquale

Rudolf Steiner chiude la descrizione di questo processo così:

▸ «Il grande mistero del Venerdì Santo, che all’epoca di Pasqua pone l’uomo dinanzi al mistero del Golgota, assume un ulteriore significato: il Cristo che in un certo senso cammina al nostro fianco durante il periodo che ho descritto [cioè da Natale a Pasqua] si accosta ancor di più a noi e, per dirla in modo spiccio, svanisce dentro di noi, ci permea, ci invade in modo da restare in noi nel tempo che segue il mistero del Golgota vale a dire al sopraggiungere dell’estate, il tempo in cui nei misteri antichi a San Giovanni gli uomini cercavano di collegarsi al macrocosmo in modo diverso da oggi, dopo il mistero del Golgota».30

 

Nelle parole di Rudolf Steiner possiamo distinguere chiaramente una triplice articolazione del ciclo dell’anno.

• Dapprima, in autunno-inverno, la crescente tendenza nell’uomo

alla contemplazione del principio spirituale che si cela dietro il mondo fisico-sensibile.

Questa aspirazione si fonda sul fatto che durante questo periodo

la Terra offre ai suoi occhi la progressiva agonia di tutto ciò che è fisico-sensibile.

L’uomo si sente abbandonato dalla natura esterna e sperimenta una profonda solitudine

che ravviva il desiderio di tornare alla propria patria spirituale,

dalla quale egli in tempi lontani scese nel regno della morte.

 

▸ «Allora [in questo periodo dell’anno] si distacca maggiormente anche un elemento spirituale da lui e dalla Terra,

e resta legato con tutto il circostante mondo spirituale.»31

 

Tuttavia, questo fondamento o mondo spirituale che si trova immediatamente dietro la natura esteriore

venne designato fin dai tempi più remoti e presso tutti i popoli come il regno primigenio del Padre.

 

Dice Rudolf Steiner:

▸ «Questi popoli nelle loro dottrine di saggezza,

sentivano che il cosmo è interamente compenetrato e intessuto da un elemento divino,

e che tale elemento poteva essere distinto da quello che sulla terra ci circonda come mondo fisico.»32

 

Di questo parla anche il Cristo ai discepoli dopo la resurrezione dai morti:

«Ciò che vediamo nel cosmo circostante la Terra è lo stesso Padre che permea di vita l’universo.

Il Dio Padre è il Dio dello spazio fisico.»33

 

• Allora possiamo dire: è precisamente la metà discendente dell’anno

che ci mostra la storia anteriore al mistero del Golgota e che ci manifesta il regno dell’unico Padre di tutto l’essere,

il regno della spiritualità originaria che crea e mantiene l’intero mondo fisico sensibile.

 

E se l’uomo in quest’epoca dell’anno tende più o meno inconsciamente a tornare alla sfera del Padre,

l’iniziato può usufruire di questo periodo dell’anno in vista dell’unione cosciente

con questa sfera, e in vista di una comprensione profonda dei suoi segreti.

 

• Tutto il processo descritto culmina verso l’epoca di Natale,

nell’esperienza dell’incontro spirituale con il Cristo in quanto principio del Figlio.

 

• Dapprima questo incontro si verifica «nelle profondità recondite dell’anima»

e soltanto nel periodo che segue, fino a Pasqua, l’anima «lo porta a coscienza»

imparando dapprima a presentire il Cristo e poi a contemplarlo come «qualcuno che le cammina accanto».

• L’uomo è allora pienamente nel regno del Figlio

e questa «vicinanza» del Cristo costituisce il secondo elemento nel corso dell’anno.

 

• Il terzo elemento si manifesta dopo la Pasqua.

Secondo Rudolf Steiner in quest’epoca il Cristo «si avvicina a noi sempre più», quindi «scompare in noi, ci permea».

Questo ingresso diretto del Cristo nell’anima umana è oggi possibile solo tramite l’impulso dello Spirito Santo.

Infatti

se il Cristo penetrasse nell’interiorità dell’uomo senza il tramite dello Spirito Santo

si realizzerebbe l’annullamento dell’io umano individuale,

in quanto nell’attuale fase evolutiva nessun io individuale terrestre

potrebbe sopportare la presenza dell’entità del Cristo in sé.34

 

▸ «Così è in effetti lo Spirito Santo che deve essere mandato dal Cristo

affinché l’uomo possa conservare la propria coscienza dell’io individuale

e il Cristo stesso possa vivere nell’uomo.»35

 

Con ciò abbiamo a questo terzo gradino un processo che comincia a Pasqua ed è compiuto a Pentecoste,

quando ogni anno può ripetersi quel che avvenne un tempo alla svolta dei tempi,

allorché l’impulso del Cristo «svanì, nella misura in cui si era manifestato

negli involucri esteriori, nell’unitario mondo spirituale attraverso l’Ascensione».

 

Dieci giorni più tardi tornò, partendo dai cuori delle singole individualità

che furono le prime a comprenderlo [cioè gli apostoli].36

Si tratta del momento in cui nell’uomo si desta una nuova coscienza spirituale e di cui Rudolf Steiner dice:

 

▸ « La forza dello spirito che penetra così nel corpo

fornirà l’occhio spirituale per vedere e comprendere i mondi spirituali »,

cosicché « anche nel corpo fisico la parte migliore dell’anima,

quella che spinge lo sguardo nei mondi spirituali, verrà sempre più risvegliata ».37

 

Ciò che allora si rivela gradatamente all’uomo è descritto così da Rudolf Steiner:

▸ «Lasciamoci accompagnare dal Cristo,

portiamo i nostri pensieri morti nel mondo stellare, nel mondo del Sole, della Luna,

delle nubi, dei monti, dei fiumi, dei minerali, delle piante, degli animali:

portiamolo nell’intero mondo fisico accompagnati dal Cristo, nella contemplazione della natura,

e tutto diventerà vivente.

Da ogni essere si leverà come da un sepolcro lo spirito vivo che ci risana e ci desta dalla morte,

lo Spirito Santo38

 

Ma il processo descritto non finisce qui.

Infatti

l’unione del Cristo con l’uomo avanza sempre più nel corso dell’anno fino al giorno di San Giovanni,

il che ha come conseguenza la progressiva crescita dell’uomo nel macrocosmo

che, in contrasto con i misteri antichi, avviene in modo pienamente cosciente.

 

Fra le altre cose l’uomo potrà risalire con la sua coscienza la storia della Terra fino all’antico Saturno, di cui l’ultimo riflesso naturale è il calore dell’estate che a San Giovanni avvolge la Terra. Questo processo interiore che Rudolf Steiner nella conferenza del 31 ottobre 1911 definisce dapprima quale percezione «del regno dello Spirito Santo nel mondo, che consente all’uomo di comprendere il mondo spirituale fondandosi solo sulle proprie impressioni» è descritto nei seguenti termini:

▸ «Ciò che in un primo momento è solo una rappresentazione diventa ora realtà allo sguardo chiaroveggente. Immaginate di stare immersi nel mare; ma di starvi come entità spirituali che si sentono congiunti e sorretti dall’entità del Cristo; immaginate di nuotare non in un mare di acqua, bensì in un mare che riempie lo spazio (…) di coraggio, di energia fluttuante.»39

 

In queste parole abbiamo un esempio di ciò che il moderno iniziato cristiano può sperimentare allorché tramite lo Spirito Santo il Cristo gli si avvicina e lo compenetra.40 Tuttavia, ciò che appare all’iniziato allorché contempla l’antico Saturno, non riguarda solo il lontano passato della nostra Terra, ma anche il diretto presente.

Infatti

▸ «se noi ricerchiamo quel che ancora sussiste delle forze naturali dell’antico Saturno, dobbiamo guardare alla legge del nostro karma personale. E se cerchiamo di portare il [nostro] karma personale in connessione con le costellazioni dello zodiaco, sperimenteremo il tipo di osservazione del mondo che doveva essere applicata alle leggi dell’epoca di Saturno».41

 

Ora possiamo anche comprendere il significato delle parole riguardanti l’ascensione al cosmo nel periodo di San Giovanni (vedi pag. 297 e segg.). Infatti solo ascendendo alla sfera delle stelle fisse e sperimentando là l’esistenza di Saturno «divenuta puramente spirituale»42 l’iniziato moderno può avvicinarsi alla diretta comprensione della legge del karma.

E questo è ciò che gli si svela proprio nel periodo di San Giovanni allorché sentendosi «uno con l’entità del Cristo» egli ascende alla sfera delle stelle fisse dove «attraverso gli sconcertanti eventi dello zodiaco il Cristo sarà la nostra guida».43 In quel momento il nuovo Spirito Santo scende sull’iniziato e gli svela il quadro cosmico dell’azione del karma del mondo.44

 

Cosicché nel complessivo ciclo annuale noi ritroviamo in primo luogo i tre gradi già descritti:

 

1 – Perìodo da San Giovanni al Natale: l’uomo sente un’aspirazione crescente

allo spirito celato dietro il mondo fisico-sensibile, per unirsi con il regno del Padre

(per l’iniziato questa aspirazione diventa vera contemplazione di questa sfera).

2 – Perìodo da Natale a Pasqua: ingresso dell’uomo nel regno del Figlio;

esperienza del Cristo che «ci cammina accanto».

3 – Perìodo da Pasqua a San GiovanniIl Cristo compenetra l’uomo mediante lo Spirito Santo da lui inviato.

 

Contemplazione del karma del mondo 45

• Dopo il mistero del Golgota questi tre gradi sono realmente contenuti nel ciclo dell’anno, e il moderno iniziato cristiano può viverli in piena coscienza, e il contenuto della conferenza del 20.2.1917 che abbiamo riportato sopra è il risultato di una tale esperienza.

Tuttavia

• anche per colui che abbia appena iniziato il cammino della propria evoluzione spirituale

nel senso indicato dalla scienza dello spirito,

la conoscenza dell’azione delle forze del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

lungo il corso dell’anno è estremamente importante,

perché è il modo migliore per prepararsi all’incontro con il Cristo eterico.

 

Qui tocchiamo un profondo mistero.

Una volta Rudolf Steiner disse a Friedrich Rittelmeyer che

l’itinerario ottimale per incontrare il Cristo eterico

è l’immersione meditativa e la convivenza spirituale con il corso dell’anno,46

 

• Se ora rifacendoci a quanto detto nel presente lavoro

prendiamo l’autunno come inizio del ciclo dell’anno,

possiamo dire che questa stagione è la più favorevole

a un intenso studio della scienza dello spirito antroposofica,

studio in cui verso l’epoca di Natale deve risaltare quasi spontaneamente la cristologia.

 

• Proprio allo studio della cristologia

dovrà poi essere dedicato il periodo successivo, circa da Natale a Pasqua,

cosicché in questo periodo possa sorgere con la massima intensità la consapevolezza

che la scienza dello spirito ha soprattutto il compito

di «riversare nella capacità di comprensione dell’uomo

quello che dai mondi spirituali discende col Cristo.»47

 

• Solo se questo sentimento avrà conquistato l’anima con decisione

il discepolo potrà compiere il passo seguente,

e divenire un autentico discepolo della scienza spirituale con gli esercizi spirituali dati da Rudolf Steiner.

Tali esercizi sono particolarmente efficaci durante il periodo che va da Pasqua a San Giovanni.48

 

Se ora colleghiamo i tre gradini descritti con il corso dell’anno

vediamo la triplice azione delle forze che ne sono alla base:

Studio dell’antroposofia — Forze del Padre

• Cristologia, comprensione del Cristo mediante il pensiero — Forze del Figlio

• Esercizi occulti, meditazione — Forze dello Spirito

 

Durante il periodo Natale-Pasqua

il secondo dei gradi descritti può venire attraversato con intensità tale,

da far sì che l’esperienza pensante dell’entità del Cristo non rimanga intellettuale,

ma coinvolga tutto l’uomo, e cioè afferri globalmente insieme con il pensiero, anche il sentimento e la volontà.

 

In tal caso l’impulso del Cristo anche se dapprima in modo incosciente

potrà influire a sua volta su tutto il corso degli esercizi meditativi

e, in altre parole, rendere più forte nel discepolo l’impulso dello Spirito.

 

Se ciò si verifica, se per effetto dell’impulso del Cristo lo Spirito viene rafforzato

così da superare i suoi iniziali limiti d’azione,

se cioè nel corso dell’anno riesce a passare oltre la festa di San Giovanni,

allora l’impulso dello Spirito penetrerà nella seconda metà dell’anno, la metà discendente,

e potrà metamorfosare l’anelito più o meno cosciente al mondo spirituale

in effettiva contemplazione di quest’ultimo.

 

▸ Allora «sentiremo lo Spirito vivente, lo Spirito risanatore, parlarci in ogni creatura del mondo».

▸ Viceversa «se non veniamo destati dal Cristo la nostra conoscenza resta morta:

lo Spirito vivente non ricomincia a parlare per noi nella natura, in tutta l’esistenza cosmica.»49

 

Questo sperimentare sarà allora nient’altro

che la penetrazione dello spirito del Cristo nel mondo del Padre, nel mondo naturale.

Così nel corso dell’autunno e dell’inverno seguenti,

insieme con il processo di morte esteriore della natura circostante,

noi vivremo la nascita di una nuova facoltà di chiaroveggenza eterica del mondo elementare

e ci si aprirà il primo sguardo sul regno universale del Padre.50

 

E se trasportati ancor oltre dallo Spirito nel corso dell’autunno

e all’inizio dell’inverno riusciamo a familiarizzarci a sufficienza con il nuovo mondo che ci si rivela,

in prossimità del Natale ci si potrà fare incontro il Cristo eterico.

 

La sua dolce figura sorge davanti a noi ricolmando d’amore, di vita e di luce tutta la nostra esistenza animica,

come da un mare fluttuante di quadri immaginativi.

Successivamente egli ci accompagnerà nel periodo da Natale a Pasqua fino all’Ascensione

per congiungersi definitivamente con noi, «permearci», e «incorporare» in noi l’impulso dello Spirito Santo

che egli ci manda perché ci sveli la diretta visione chiaroveggente delle conseguenze karmiche delle nostre azioni

così come i compiti della nostra esistenza.

 

In tal modo possiamo distinguere tre gradi nel secondo ciclo annuale:

• La contemplazione eterica del mondo elementare — Forze del Padre

• La visione del Cristo eterico — Forze del Figlio

• La percezione chiaroveggente delle proprie azioni — Forze dello Spirito

 

Il processo testé descritto può essere prolungato ancora di un ciclo annuale.

Allora il gradino successivo sarà non la sola contemplazione,

bensì l’effettiva realizzazione delle esigenze del nostro karma personale.

 

Infatti noi non solo dobbiamo accogliere ciò che ci viene rivelato dallo Spirito,

ma dobbiamo altresì reperire in noi stessi le forze di volontà

atte a realizzare concretamente nell’incarnazione terrena ciò che abbiamo recepito.

 

Ma per far questo abbiamo bisogno dell’aiuto che può venirci solo dal regno del Padre.

Abbiamo bisogno dell’apporto di nuove forze di volontà per realizzare i compiti contemplati nello spirito.

Ciò può realizzarsi se grazie alla dedizione al Cristo eterico, rafforziamo in noi l’impulso dello Spirito,

in modo tale che nel successivo corso dell’anno esso ci riporti nella sfera d’azione delle forze del Padre,

con il cui aiuto potremo quindi ritrovare la strada che dallo spirito ci riporti nel modo fisico terreno.

 

Il passo ulteriore consisterà in questo:

i frutti delle azioni terrene compiute nel modo che abbiamo descritto,

saranno accolti dal Cristo nella sua sfera e di là immesse nell’evoluzione karmica dell’umanità.

Infatti a partire dalla nostra epoca il Cristo diviene signore del karma

e questo significa anche che il Cristo dirigerà le conseguenze delle nostre azioni

per la realizzazione del massimo bene possibile del mondo e dell’umanità:

« Affinché diventi buono / ciò che noi

vogliamo fondare con i nostri cuori

e con i nostri capi / vogliamo condurre / diretto alla méta ».

 

• «Ecco di cosa si occuperà chi da oggi diventa Signore del Karma, ecco di cosa avrà cura il Cristo: che il nostro conto karmico sia in futuro pareggiato in modo tale da inserirsi in un ordine universale, affinché le modalità di pareggio karmico siano le più benefiche possibile per gli uomini nella restante evoluzione terrestre».51

 

Con ciò viene posto il germe della liberazione karmica della Terra,

indispensabile per il suo futuro passaggio allo stato di Giove.

Così il percorso spirituale che abbiamo esaminato può avanzare di un altro grado,

al compimento del terzo ciclo annuale e di tutto il processo descritto.

 

Questo grado consisterà in una ancor più elevata esperienza del Cristo: il Cristo quale Signore del karma.

Da questo dovrà derivare un rafforzamento (ora per la terza volta) dell’impulso dello Spirito,

che potrà operare in noi come creatore spirituale.

Questo superiore impulso creatore nel suo processo di realizzazione fisico-terrena

porrà le basi per l’effettiva spiritualizzazione della Terra,

per il suo diventare nuovo Sole in virtù della forza creatrice dello spirito operante nell’uomo.

 

Realizzazione del karma — Forze del Padre

Immissione del karma individuale nel karma del mondo — Forze del Figlio

Inizio della spiritualizzazione della Terra — Forze dello Spirito.52

 

In questo modo tutto il ciclo dell’anno si trasforma gradualmente in una totalità spirituale vivente e indissolubile;

e se riusciamo a conseguirne una partecipazione interiore

nel corso di tre cicli annuali53 coglieremo la triplice azione dell’entità del Cristo:

• dapprima a partire dalla sfera del Padre,

• quindi dalla propria sfera, quella del Figlio,

• e infine dalla sfera dello Spirito Santo.

 

In questo contesto

• il primo dei tre cicli annuali corrisponderà all’azione esercitata dalle forze della Trinità

sulla componente fisico-corporea dell’uomo,

• il secondo all’azione sulla componente animica

• e il terzo all’azione su ciò che nell’uomo è spirituale.54

 

Così l’immersione meditativa nella natura esoterica dell’anno,

diventa per noi un effettivo cammino che ci porta verso una nuova, diretta esperienza del Cristo soprasensibile.

 

 


 

Note:

28 – O.O.202, 24.12.1920

29 Nella conferenza del 1.12.1922 (O.O.219) Rudolf Steiner dice che il pensare ha relazione maggiormente con il ritmo del giorno, mentre il sentire con il ciclo dell’anno.

30 – O.O.175, 20.5.1917

31 – Ibidem

32 – O.O.236, 4.6.1924

33 – Ibidem. In questa conferenza Rudolf Steiner fa rilevare che l’esperienza del regno del Padre, che si trova direttamente dietro il mondo fisico sensibile, nel corso dell’anno è collegata specialmente al tempo di autunno c di inverno e raggiunge il suo acme a Natale, trovando la sua espressione nelle parole «ex deo nascimur».

34 – Non fa eccezione neppure Gesù di Nazareth (l’anima natanica). Infatti nel battesimo al Giordano l’entità cosmica del Cristo si è unita a lui per l’intermediazione del principio dello Spirito: «E Giovanni testimoniava: Ho visto lo spirito scendere come colomba dal cielo e fermarsi sopra di lui – (Gv. 1,32).

35 – O.O.214, 30.7.1922

36 – O.O.118, 15.5.1910

37 – O.O.153, 14.4.1914

38 – O.O.214, 27.8.1922

39 – O.O.132, 31.10.1911

40 – In un’altra conferenza Rudolf Steiner dice: «La luce che ci rende visibile tutta l’evoluzione passata (fino a Saturno) e futura (fino a Vulcano) è la luce dello Spirito Santo e irraggia dal mistero del Golgota” (O.O. 207, 16.30.1921).

41 – O.O.161, 10.1.1915

42 – Ibidem

43 – O.O.214, 30.8.1922

44 – Questi tre gradi sono riscontrabili anche nella vita di Rudolf Steiner. Vedi in dettaglio Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri.

45 – Vediamo che dal punto di vista qui tracciato, l’anno si manifesta diviso in tre parti, così com’era per gli antichi indiani, e in genere nell’antichità, sebbene in modo diverso, poiché in quei tempi veniva ancora afferrato il fondamento spirituale dell’anno (vedi O.O.223, 2.4.1923). Oggi, nella nuova fase della storia cominciata dopo il mistero del Golgota, deve venire ritrovata la manifestazione dell’originaria Trinità, oggi però non più attiva nei fondamenti della natura, bensì nelle forze dell’entità del Cristo legata con la Terra. Una tale esperienza delle forze della Trinità nel corso dell’anno si diffonderà mano a mano che si realizzerà l’impulso del Cristo eterico.

46 – Vedi nota 1 alla prefazione

47 – O.O.130, 17.6.1912

48 – Naturalmente questi esercizi una volta cominciati vanno proseguiti per tutto il corso dell’anno e talvolta per diversi anni consecutivi. Qui si parla solo della convergenza che deve essere trovata tra forze spirituali del corso dell’anno e gli elementi base della via di iniziazione antroposofica, vale a dire dei periodi più favorevoli per intraprendere determinati passaggi. Inoltre tutti i fatti esposti sono di per sé estremamente complessi e qui può essere affrontato solo un determinato aspetto dell’insieme.

49 – O.O.214, 27.8.1922

50 – Il discepolo dovrebbe cercare di compiere il processo spirituale in sé in modo microcosmico, quel processo che Rudolf Steiner descrive il 14.4.1914 (O.O.153) come un processo macrocosmico.

51 – O.O.130, 2.12.1911

52 – Sul rapporto che intercorre fra ciò che è stato detto qui e la descrizione (all’inizio del presente capitolo e nel precedente) dell’azione di Michele e della Sofia nel ciclo dell’anno si può aggiungere quanto segue: il compito di Michele figlio di Sofia nel corso dell’anno, a partire dalla sua attuale epoca di reggenza, consiste nell’immettere impulsi spirituali nella sfera della natura (del Padre). «Michele ci deve permeare come forza vigorosa capace di guardare attraverso la materia, che nella materia vede al contempo la spiritualità, nel fisico vede ovunque anche lo spirito» (22.11.1909, O.O. 194). Ecco perché nel corso dell’anno Michele conferisce particolare impulso specialmente ai tre dei nuovi gradini descritti, e cioè i gradini per la cui effettuazione il tempo dell’anno più favorevole è quello di fine estate e d’autunno.

1. Lo studio dell’antroposofia. «Michele vuole che l’uomo sia un essere libero e che con i propri concetti e idee pervenga a vedere ciò che gli viene rivelato dai mondi spirituali» (O.O.240,19.7.1924). Qui con «ciò che gli viene rivelato» sono intese la comunicazione della moderna scienza dello spirito. Infatti «l’antroposofia vorrebbe essere il messaggio della missione di Michele» (O.O.26).

2. La contemplazione eterica del mondo elementare: «La missione di Michele è di immettere nei corpi eterici degli uomini le forze con le quali i pensieri-ombra acquistano nuovamente vita; allora questi pensieri vivificali si volgeranno di nuovo ai mondi spirituali» (O.O.26). Questo avverrà perchè grazie a Michele «nell’intellettualità ordinaria dell’uomo entrerà la forza dell’immaginazione» (O.O.26)

3. La realizzazione del karma. «Subentrata la reggenza di Michele (…) sono la spinta di Michele, viene introdotta la forza che metterà ordine nel karma di chi segue Michele. Così possiamo dire: cos’è che unisce i membri della società antroposofica? Ciò che li unisce è il dovere di mettere ordine nel proprio karma» (8.8.1924, O.O.237). Le forze di volontà per un tale compito sono date da Michele: «Michele è lo spirito della forza» (O.O.194. 22.11.1919).

Così Michele aiuta l’anima umana tre volte durante il corso dell’anno a tre diversi livelli, a trovare la strada dal regno del Padre a quello del Figlio. È «il cammino di Michele, che trova il suo perseguimento nel cammino del Cristo» (23.11.1919, O.O.194). Infatti Michele «inizia da oggi a rivelare il nuovo Cristo» (2.5.1913, O.O.152). «Ma per tutto ciò dobbiamo riamiate due condizioni da realizzare: dapprima riconoscere la presenza dello spinto nel mondo sensibile immediato, in quello umano, animale e vegetale [vale a dire l’inizio di una chiaroveggenza eterica]; in seguito trovare in questo mondo che noi riconosciamo come soprasensibile l’impulso Cristo [ai nostri giorni anzitutto in forma eterica]» (23.11.1919, O.O.194).

Infine attraverso l’impulso della Sofia donatoci dal Cristo (non ci manca il Cristo… ci manca la Sofia del Cristo) acquistiamo le forze per attraversare tutti i tre diversi gradini spirituali. Noi necessitiamo della Sofia del Cristo, della nuova Iside per una corretta meditazione, per contemplale il karma e per il lavoro alla spiritualizzazione della Terra.

53 – C’è una connessione fra il ciclo triennale qui descritto è la permanenza triennale del Cristo negli involucri di Gesù di Nazareth. Ma qui non è possibile addentrarci nell’esame di questo rapporto.

54 – Si può anche dire che il primo ciclo (primo anno) conduce alla spiritualizzazione del pensiero umano; il secondo alla spiritualizzazione del sentimento e il terzo alla spiritualizzazione della volontà.