XVI – Le radici della vita sociale

O.O. 23 – I punti essenziali della questione sociale – (In margine alla triarticolazione dell’organismo sociale)


 

1. Nel mio libro “I punti essenziali della questione sociale” è, sì, dedotto il paragone dell’organismo sociale con quello umano naturale; ma al tempo stesso vi si richiama l’attenzione sul come tragga in errore il credere di poter trasportare, senz’altro, in un campo, concezioni ricavate da un altro campo. Chi guarda all’attività della cellula o di un organo, nel corpo umano secondo le opinioni della scienza, e poi cerca la “cellula sociale” o gli “organi sociali” per imparare a conoscere la struttura e le condizioni di vita dell’“organismo sociale”, cadrà molto facilmente in un vuoto giuoco di analogie.

 

2. É diverso l’accennare, come è stato fatto nei “Punti essenziali”, che una sana contemplazione dell’organismo umano può educare il nostro pensiero nel modo necessario per una comprensione della vita sociale conforme alla verità. Tale educazione ci farà imparare a giudicare i fatti sociali non secondo opinioni preconcette ma secondo la loro propria legge. Ed è questo che occorre oggi, prima di tutto. Perché oggi, riguardo al giudizio sociale, siamo profondamente immersi in opinioni di partito. Queste non sono formate secondo quanto è fondato sulle condizioni vitali dell’organismo sociale, ma sono mosse da oscuri sentimenti di singoli individui, e soprattutto di gruppi umani. Se il modo di giudicare che si applica nei programmi di partito si trasportasse nell’indagine dell’organismo umano, si vedrebbe presto che non se ne aiuterebbe la comprensione, ma la si ostacolerebbe.

 

3. Nell’organismo, l’aria che si inspira deve continuamente essere resa inservibile. L’ossigeno, deve trasformarsi in acido carbonico. Perciò devono esserci provvedimenti per i quali gli elementi divenuti inservibili siano sostituiti da elementi utili. Chi in un’osservazione spassionata dell’organismo sociale applica obiettivamente il giudizio educato nello studio dell’organismo umano, scopre che la sfera dell’economia, appunto quando sia istituita nel modo più pratico, deve continuamente generare condizioni che richiedono di essere compensate da altre istituzioni. Come agli organi predisposti a rendere inservibile nell’organismo umano l’ossigeno inspirato, non si può chiedere di renderlo nuovamente servibile, così non si dovrebbe presupporre che dal giro economico stesso nascano provvedimenti atti a compensare ciò che esso deve generare di ostacolo alla vita.

 

4. Tale compensazione può essere prodotta solo da un organismo giuridico vivente accanto all’economia, che si costituisca per forza propria e secondo la propria natura, e da una vita spirituale che, indipendentemente dalle organizzazioni economica e giuridica, cresca libera secondo radici proprie. È superficiale chiedersi se la cura della vita spirituale non debba forse essere legata alle esistenti condizioni del diritto. Certo che deve esserlo! Ma un conto è che gli uomini che coltivano la vita dello spirito siano dipendenti da quella del diritto, un altro conto è che occuparsi dello spirito dipenda dalle istituzioni della vita giuridica. Si dovrà constatare che l’idea della triarticolazione dell’organismo sociale suscita facilmente obiezioni giudicandola in modo preconcetto, ma che tali obiezioni si sgretolano se la si pensa fino in fondo.

 

5. L’economia ha leggi proprie che di per sé nell’organismo sociale creano condizioni distruttive. Se però si vogliono eliminare tali condizioni distruttive mediante provvedimenti economici, si distrugge l’economia stessa. Nell’economia moderna sono sorti inconvenienti dovuti all’amministrazione capitalistica privata dei mezzi di produzione. Se si vogliono estirpare i danni mediante il provvedimento economico dell’amministrazione collettiva dei mezzi di produzione, si rovina l’economia moderna. Invece si rimedierebbe ai mali se, accanto al giro economico, si creasse un sistema giuridico indipendente da esso, ed una libera vita spirituale; i danni che risultano continuamente dalla vita economica sarebbero con ciò annullati già nel nascere. Non accadrebbe che si eliminano i danni solo dopo che gli uomini ne hanno sofferto, dato che le organizzazioni instaurate accanto a quelle economiche servirebbero a neutralizzarli.

 

6. Le opinioni di partito dell’epoca moderna hanno distolto il giudizio dalle condizioni di vita dell’organismo sociale, e lo hanno fatto deviare nelle correnti delle passioni di gruppo. È necessario correggerle al più presto a partire dal lato in cui gli uomini possono conquistarsi l’imparzialità, e cioè dal contatto con l’organismo naturale, in cui la vita del pensiero si corregge da sé studiando le condizioni che per loro natura richiedono spassionatezza.

 

7. Però non arriverà lontano chi applichi per tale correzione solo le idee scientifiche ordinarie. Perché per molti riguardi a tali idee manca la forza di penetrare abbastanza a fondo nei fatti della natura. Se invece si cerca di attenersi non a quelle ma alla natura stessa, ci si pone in grado di attingere lì la spassionatezza, più che nelle opinioni di partito. Nonostante la buona volontà di molti scienziati di trascendere con la propria mentalità il materialismo, ancora adesso le idee scientifiche consuete sono compenetrate di materialismo. Può correggerle uno studio della natura, che parta da indagine spirituale, fornendo la base per una disciplina del pensiero che nei suoi risultati sia all’altezza anche della comprensione dell’organismo sociale.

 

8. L’idea della triarticolazione dell’organismo sociale non si limita a trasportare semplicemente le conoscenze naturali dal campo della natura in quello della vita sociale. Nell’osservazione della natura essa vuole semplicemente avere la forza di osservare senza pregiudizi il mondo dei fatti sociali. Questo dovrebbero considerare coloro che sentono parlare superficialmente di una triarticolazione della vita sociale in modo analogo a come si può parlare di una triarticolazione dell’organismo naturale umano. Chi prende sul serio quest’ultima nel suo genere, proprio cosi facendo si accorge che una cosa non può essere trasferita all’altra. Tramite il modo di pensare che impiega solitamente per studiare l’organismo naturale egli si creerà però la direzione di pensiero che gli permetterà di orientarsi anche tra i fatti sociali.

 

9. Si potrebbe forse obiettare che con questo modo di vedere si ricaccino nel grigiore delle teorie astratte le idee sociali; ma bisognerebbe pur dire che una simile opinione dura solo finché si guardi da fuori questo “ricacciare”, dato che in tal modo si sente naturalmente come “grigio” quanto si vede indistintamente da lontano e “colorato” quanto si genera dalla “vicina” passionalità. Se però ci si avvicina al “grigio” si sentirà destarsi qualcosa di simile alla passionalità, che sarà però diretta a tutto quanto c’è di veramente umano, e che si perde d’occhio quando si guarda dal punto di vista dei partiti e delle opinioni.

 

10. È davvero urgentissimo oggi avvicinarci a ciò che è veramente umano, perché le posizioni di lotta dei gruppi umani che si separano hanno danneggiato abbastanza. Dovrebbe ormai maturare la comprensione che il rimedio non può consistere nel creare nuove posizioni di lotta, ma nell’osservare ciò che la storia stessa impone al momento attuale dell’evoluzione umana. È ovvio constatare i mali ed esigerne l’eliminazione tramite programmi; ma è necessario inoltrarci fino alle radici della vita sociale per risanarne, attraverso quelle, anche i fiori e i frutti.