Cause di malattia.

O.O. 312 – Scienza dello spirito e medicina – 07.04.1920


 

Sommario: Cause di malattia. Teoria bacillare. La tendenza delle piante a divenire animale. La mineralizzazione delle piante. Il polmone come terra. Veglia e sonno. Il tifo. Malattie catarrali. Malattie addominali. Andatura e statura. Disposizione all’influenza. Difterite. Meningite. Piorrea alveolare. Processi salino, mercuriale e sulfureo nelle diverse età.

 

Penso sia proprio necessario che lo studio scientifico della medicina si estenda a quelle che potremmo chiamare le vere origini dei fenomeni patologici. Nei tempi moderni si è sempre più affermata la tendenza a prescindere dalle vere origini, per prestare invece attenzione ai fatti che si svolgono in superficie. Da tale tendenza a fermarsi alla superficie dei fenomeni deriva che oggi nella medicina, nella patologia corrente, all’inizio della descrizione di un quadro morboso si trovi spesso la menzione del bacillo che ne viene considerato responsabile, cioè di qualcosa che è penetrato dall’esterno nell’organismo umano. Ora, è naturalmente facilissimo controbattere le obiezioni mosse all’importanza della penetrazione dei microrganismi, per la semplice ragione che l’esistenza stessa dei microrganismi non ha più bisogno di essere dimostrata. Siccome per di più essi si manifestano in forme specifiche nelle diverse malattie infettive, è ben comprensibile che tale specificità venga messa in evidenza, insieme al rapporto fra una certa malattia e una data specie batterica.

 

Anche a una considerazione superficiale, questa concezione provoca però un errore consistente nel fatto che essa prescinde del tutto dal fattore primario. Bisogna infatti tener presente che, se nel corso di una malattia infettiva qualunque, in una qualsiasi parte del corpo si sviluppano dei bacilli in grande quantità, è naturale che essi provochino nell’organismo dei fenomeni come può provocarli qualsiasi corpo estraneo; per effetto della presenza dei bacilli possono ad esempio manifestarsi i più diversi fenomeni infiammatori. Se tutto viene attribuito all’azione di quei bacilli, l’attenzione si concentra appunto esclusivamente su questo fattore, mentre viene distolta dalla vera e propria origine della malattia. Infatti sono i veri fattori primari a creare il terreno favorevole allo sviluppo dei microrganismi. La nostra attenzione va dunque rivolta all’ambito delle cause primarie della malattia. A tal fine devo ripercorrere le vie che già in precedenza abbiamo tracciate e sulle quali vorrei attirare di nuovo brevemente la vostra attenzione.

 

Osserviamo ancora una volta l’intero manto vegetale che ricopre la Terra, la somma di tutta la vegetazione terrestre. Come si è già detto, l’intera vegetazione non soltanto si sviluppa dalla Terra verso lo spazio cosmico, ma viene altresì estratta dalla Terra ad opera di forze che agiscono da ogni parte dell’universo. Queste forze contribuiscono alla crescita delle piante esattamente come vi contribuiscono le forze provenienti dalla Terra. Esiste una continua reciproca collaborazione fra le forze che agiscono sulle piante dalla Terra e quelle che operano su di esse dal cosmo extraterrestre. In che cosa consiste questa azione che è di continuo presente nell’ambiente che ci circonda? Se le forze provenienti dal cosmo si esplicassero pienamente, se esse afferrassero del tutto la pianta, se i pianeti non provvedessero a limitarne la portata, a farle anche ritrarre, la pianta avrebbe sempre la tendenza (dopo essere cresciuta dal gambo verso il fiore e il seme) a diventare animale. Esiste la tendenza al diventar animale. Alle forze che agiscono provenendo dal cosmo si contrappone dall’altra parte, dalla Terra, la tendenza a sopprimere l’esistenza vegetale, la tendenza alla mineralizzazione entro l’esistenza vegetale.

 

Sto dunque mettendo in evidenza il fatto che l’esistenza vegetale è in mezzo fra la tendenza alla salificazione, al depositarsi di minerali nella sostanza vegetale, e la tendenza all’infiammarsi, al diventare animale. Questa duplice, opposta tendenza, è sempre presente nella natura esterna; è però presente anche, interiorizzata, centralizzata, nell’organismo umano stesso. Per il fatto di avere i polmoni, l’organismo umano è una vera piccola Terra; tutto quanto agisce dal polmone opera nell’organismo umano verso il basso, proprio come le forze della Terra agiscono verso l’alto nell’organismo vegetale. Tutto quello che, per mezzo della respirazione e dell’attività cardiaca, viene incontro al ricambio polmonare interno, agisce in modo analogo all’elemento cosmico esterno (v. il disegno seguente).

 

Nell’organismo umano esiste però la necessità che rimanga separato ciò che, partendo dall’intero organismo, si concentra da ultimo nell’attività cardiaca, da quel che si organizza e finalmente si concentra nel ricambio interno del polmone.

 

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Queste due attività non debbono agire l’una sull’altra, se non per così dire separate da un diaframma eterico o da un diaframma astrale. Sono due attività che devono essere tenute separate. Ci si può ora chiedere se quella specie di « diaframma » (per esprimermi figuratamente) esista davvero. Esiste forse un diaframma che impedisce alle attività della testa,’ del collo, dei polmoni di mescolarsi con l’attività addominale e toracica, altrimenti che per tramite del ritmo respiratorio esteriore? Un tale « diaframma » esiste di fatto, ed è costituito dal ritmo respiratorio stesso. Qui si perviene all’armonizzazione reciproca dell’uomo superiore e dell’uomo inferiore. Quella che chiamiamo attività ritmica nell’uomo, quella specie di fremito ritmico che si esprime sul piano fisico esteriore nel ritmo respiratorio, si trasmette fino alle attività eterica e astrale. Essa tiene separate le forze terrestri dell’uomo superiore, le quali si concentrano ancora fin entro i polmoni, dalle forze celesti dell’uomo inferiore, le quali agiscono dal basso verso l’alto, tramite l’attività che si esprime nel cuore, analogamente a come esse, nel cosmo, operano dalla periferia verso il centro della Terra.

 

Supponiamo ora che il ritmo in questione non funzioni regolarmente; sarà allora in disordine anche quel « diaframma » (lo chiamo così figuratamente) che non esiste fisicamente, ma è provocato dall’incontro dei due ritmi. Può allora accadere qualcosa di analogo a ciò che per le piante è rappresentato da un’eccessiva attività della Terra. Se l’attività salificante della Terra diventasse eccessiva, le piante diverrebbero troppo minerali. Nell’organismo umano, in quelle condizioni, accadrebbe che la pianta eterica che in certo qual modo è inserita nel polmone e che emerge crescendo dal polmone come la pianta fisica dalla Terra, promuova per così dire un indurimento del polmone. Possiamo quindi constatare come di fatto questa tendenza della pianta verso la mineralizzazione possa divenire eccessiva anche nell’organismo umano.

 

D’altra parte può diventare eccessiva anche l’opposta tendenza al divenire animale; se questo accade nell’organismo, nella sua parte superiore viene a crearsi una sfera che non vi dovrebbe essere. Si crea una sfera nella quale quegli organi vengono a trovarsi come in una sfera eterica favorevole alla vita di microrganismi animal-vegetali. Non è necessario occuparci qui della loro provenienza; quel che ci interessa è come venga a crearsi una sfera favorevole alla loro vita, una sfera che non dovrebbe esistere affatto. La sua attività dovrebbe estendersi all’organismo intero, mentre non dovrebbe formarsi come una specie di inclusione particolare. Se si estende su tutto l’organismo, essa favorisce la vita dell’organismo intero. Quando invece si esplica come una piccola sfera di inclusione localizzata, crea un’atmosfera favorevole alle condizioni di vita dei microrganismi, la cui presenza sarà poi facilmente dimostrabile in molte malattie che colpiscono l’uomo superiore.

 

Per sciogliere l’enigma dell’influsso dei bacilli nell’organismo umano dobbiamo dunque risalire all’attività ritmica e alla sua alterazione, che crea una sfera particolare al posto di quella generale, diffusa su tutto l’organismo.

 

Proprio quel che accade per la vita vegetale sulla superficie della Terra è importante anche per la vita esteriore degli animali e dell’uomo stesso. Anche sugli uomini e sugli animali agiscono certe forze, provenienti dal cosmo extraterrestre, le quali si oppongono alle forze provenienti dall’interno (arancio nel disegno precedente). Le forze provenienti dall’interno della Terra si localizzano per l’uomo in certi organi delle sue parti superiori, mentre le forze affluenti da fuori della Terra si localizzano in organi della sua parte inferiore. Anche in questo caso, i due tipi di attività ai quali ho ora accennato debbono essere separati per così dire da una parete divisoria. La normale regolazione di tale separazione è dovuta all’attività della milza. Anche qui vediamo dunque che il ritmo è operante nell’organismo umano; in questo caso però si tratta di un ritmo diverso da quello respiratorio. Il ritmo respiratorio consiste in oscillazioni brevi e si estende per tutta la durata della vita umana; esso deve svolgersi con ordine, perché non si instaurino malattie nell’uomo superiore, o malattie che riguardino esclusivamente quello. Infatti, anche nell’uomo superiore possono presentarsi malattie causate dal basso, dato che la digestione si estende verso l’alto e altresì verso il basso. Sono distinzioni che vanno fatte. Non dobbiamo concepire l’uomo suddiviso in modo schematico: al contrario, la sue diverse parti si compenetrano. Tuttavia deve esistere una specie di parete divisoria fra ciò che agisce dall’alto come se provenisse dalla Terra, e quel che agisce dal basso come se provenisse dallo spazio celeste. Di fatto noi inviamo incontro alle forze provenienti dal nostro uomo superiore quelle del nostro uomo inferiore, e in ogni singola individualità umana deve vigere un ritmo regolare fra quei due tipi di forze, ritmo che si esprime nel giusto rapporto fra la veglia e il sonno. Ogni volta che siamo desti è presente una delle due oscillazioni di tale ritmo, e quando dormiamo è presente l’oscillazione opposta. In tale ritmo alterno di veglia e sonno si inseriscono (come onde minori) altri decorsi ritmici, o periodici, dovuti semplicemente al fatto che anche durante lo stato di veglia noi siamo desti con la nostra parte superiore, ma dormiamo con quella inferiore. Fra l’uomo superiore e quello inferiore ha luogo di continuo un’attività ritmica che però è per coti dire inserita nell’alternanza di veglia e di sonno.

 

Supponiamo ora che avvenga una rottura della barriera che, come ho detto prima, è costituita dal ritmo che si svolge fra l’uomo superiore e l’inferiore. In tal caso di solito accade che l’attività dell’uomo superiore irrompa dall’alto entro l’addome. Avviene allora un’irruzione eterica: dò che dovrebbe agire etericamente solo nell’uomo superiore irrompe invece nell’addome; avviene cioè una irruzione di forze sottili. Per il fatto che nell’addome irrompono tali forze sottili, vi si forma, una di quelle sfere localizzate che non dovrebbero esserci, una sfera che non dovrebbe trovarsi localizzata nel basso ventre, ma essere diffusa in tutto l’organismo. La conseguenza di una tale irruzione è una specie di avvelenamento, di intossicazione dell’addome: l’attività di questa parte non può più svolgersi regolarmente, quando vi penetra in tal modo l’attività della parte superiore del corpo. Per di più, la nuova sfera che vi si forma crea un’atmosfera favorevole allo sviluppo dei microrganismi animal-vegetali. Se ne può dedurre che per effetto dell’irruzione dall’alto viene provocato ciò che nell’uomo diventa il tifo addominale. Per effetto del fenomeno concomitante costituito dalla formazione di una tale atmosfera localizzata nel basso addome, si creano le condizioni di vita favorevoli allo sviluppo del bacillo del tifo.

 

Ecco che abbiamo separato chiaramente ciò che è primario da ciò che è secondario. Come risultato di questa chiara separazione potremo poi distinguere le cause originarie di una tale malattia e gli eventuali fenomeni infiammatori dovuti semplicemente alla proliferazione di una miriade di microrganismi intestinali, soprattutto nell’intestino tenue. Tutto quello che accade fisicamente nell’intestino tenue, compresa la presenza e l’azione dei bacilli (della cui provenienza non Occorre trattare perché essi non possono proliferare, se non si è prima creata l’atmosfera locale adatta), tutta l’attività di quei minuscoli esseri tra il vegetale e l’animale non è che la reazione al processo di irruzione dell’attività superiore dell’uomo in quella inferiore.

 

Tutto ciò non è che un epifenomeno, una conseguenza. Il procedimento curativo andrà dunque ricercato, non indirizzandosi verso i fenomeni secondari, ma verso ciò che è primario. Di queste cose torneremo a parlare; se ne può trattare adeguatamente solo se si è in grado di risalire alle vere cause. Ciò è quasi impossibile per la medicina ufficiale del nostro tempo, perché essa esclude un modo di considerare i fatti che risalga dal processo materiale al processo spirituale. Di ogni evento materiale sta però a fondamento lo spirituale. È cosa facile il disegnare il quadro morboso proprio del tifo addominale tenendo presente quanto ho ora esposto. Basta considerare quanto frequentemente questa malattia sia congiunta con fenomeni catarrali nei polmoni, e anche con alterazioni della coscienza. I fenomeni catarrali nei polmoni derivano dal fatto che all’uomo superiore viene sottratto ciò che si manifesta nell’uomo inferiore: una volta avvenuta quella irruzione, ciò che si manifesta nell’uomo inferiore non è più presente in alto. Analogamente, gli organi che nell’uomo superiore rendono possibile la coscienza normale, non possono più operare correttamente, quando sia avvenuta l’irruzione nell’uomo inferiore di ciò che dovrebbe mediare la loro attività. Tenendo veramente presente questa causalità primaria, ci si presenta l’intero quadro del tifo addominale.

 

La connessione fra i vari sintomi esteriori e apparentemente disparati, che di solito vengono sempre osservati soltanto dall’esterno, può risultare talmente forte, da permettere addirittura di «dipingerli» sulla base dei loro reciproci rapporti. In certe condizioni tutto ciò può anche agire con tanta forza nel subcosciente, da far nascere davvero in qualcuno l’impulso a obiettivarlo per così dire profeticamente, prima che esso si raffiguri in sintomi nell’organismo. L’uomo potrà allora sentirsi portato a dipingere sotto forma di macchie di colore blu quello che gli si sottrae nella parte superiore del suo corpo, e in forma di macchie rosse quello che gli si sottrae nella parte inferiore del corpo. Può darsi che si aggirino nel mondo degli individui che si sentono chiamati a essere artisti, e non sarti o calzolai, ma che abbiano imparato poco la tecnica pittorica. Potrà allora capitare che un tale individuo sia al tempo stesso abbastanza forte (e non occorre che sia robusto di corporatura!) per soffocare continuamente nel suo organismo delle malattie addominali che vorrebbero insorgere: egli allora potrà obiettivare sulla tela o sopra una parete quei disturbi addominali, invece di accoglierli nel suo corpo. Nella pittura espressionistica potrete trovare i frutti di questa strana attività. Provate a cercare in certi prodotti della pittura espressionistica l’espressione dello stato di salute dell’artista, e precisamente in ciò che spicca nei colori rossi e gialli l’espressione delle condizioni del suo ventre. Da tutto quanto si mostra in blu o in viola si potrà ricavare un’idea di come il pittore si senta nelle parti superiori del suo corpo, nel polmone e negli effetti dell’attività ritmica polmonare che si estende verso il capo. Cominciando a prestare attenzione a cose di questo genere, si finirà per scoprire anche una singolare concordanza fra l’attività che una data persona svolge in generale, e le qualità della sua organizzazione interna. Dal modo in cui un uomo si esplica nella vita, si potrà imparare a intuire come funzioni il suo corpo. In realtà è del tutto errato credere che l’attività psichica esplicata dall’uomo nel mondo esterno, il suo aspetto, il suo comportamento dipendano solo dal suo sistema nervoso. Niente affatto: dipendono dall’uomo intero, sono un’espressione dell’uomo intero. Si può imparare a scorgere intuitivamente già nel bambino come sia conformato in realtà l’uomo dal punto di vista intellettuale, in che modo vada incontro all’età adulta. Si può per esempio riconoscere che da bambino ha un’andatura sgraziata, un incedere pesante, chi da adulto dovrà sopportare gli inconvenienti di un insufficiente accrescimento staturale. Dal modo in cui un bambino poggia i piedi per terra, dal suo incedere più o meno pesante, ci si può prefigurare intuitivamente il modo della sua crescita. Molti fenomeni analoghi ci indicano che tutto il nostro modo di camminare, l’atto dell’incedere, non è che l’azione reciproca dei componenti interiori dell’uomo, tradotta in movimento.

 

Sarebbe proprio desiderabile che queste cose fossero introdotte nello studio della medicina; ne esistono infatti le più favorevoli premesse.

 

La massima possibilità di approfondirsi in queste cose si offre ai giovani di venti anni o poco più; questo talento è già perduto per chi ha passato i trent’anni: nel quarto decennio di vita risulta molto più difficile orientarsi su questo terreno. Certo, ci si può educare, d si può allenare a penetrare in questo genere di intuizioni. Riportandosi indietro alle forze attive rimaste dall’infanzia d si può allenare a questo modo di osservare l’essere umano, grazie a certe disposizioni sopravvissute in noi ai devastanti effetti dei nostri studi medi e soprattutto di quelli superiori. Se però nel corso degli studi di medicina fosse attribuito il giusto valore a un’anatomia e a una fisiologia approfondite, più attente agli intimi processi dell’organismo, ne deriverebbero effetti straordinariamente benefici per ogni attività terapeutica.

 

Allo stesso modo vanno considerate secondo le loro cause primarie anche le malattie che (pur avendo cause primarie interne all’uomo) possono senz’altro manifestarsi anche in forma epidemica. Infatti in tutti coloro che per esempio tendono ai disturbi di quel ritmo che vige fra il capo e il torace (ritmo di cui quello respiratorio è l’aspetto più appariscente), esiste una predisposizione a subire fortemente gli effetti di certi fenomeni atmosferici, e anche di certi eventi extraterrestri. A questi influssi resistono invece bene altre persone, il cui sistema respiratorio funziona in modo regolare. Proverò ora a dare un esempio, avvertendo però che naturalmente altri fattori causali possono sempre intervenire a loro volta, complicando le cose; tuttavia, esponendo i fatti come faccio ora, credo che si possa capire di che cosa si tratta. Supponiamo che durante un certo inverno gli effetti esercitati dal Sole (ma non intendo qui l’azione della luce solare) risultino fortemente influenzati dai pianeti esterni: Marte, Giove, Saturno. Un tale raggruppamento siderale produce durante l’invernò effetti diversi da quelli esercitati dalla sola attività solare quando quei tre pianeti si trovano invece lontani l’uno dall’altro. In un inverno caratterizzato da quel raggruppamento siderale anche i fenomeni atmosferici sono diversi dal solito; inoltre nelle persone predisposte viene fortemente disturbata l’attività ritmica che si esercita fra la testa e il torace, l’attività di cui la respirazione costituisce l’espressione più evidente. Si può dire: la tendenza a lasciar esplicare regolarmente quel ritmo viene notevolmente rafforzata da una costellazione cosmica come quella menzionata, per quanto concerne ad esempio gli individui nati da un ambiente sano, che sono forti all’interno del loro organismo. Del resto, persone come queste possono anche apparire molto gracili esteriormente. In esse è presente un ritmo respiratorio energicamente regolato, e di conseguenza è molto fortemente regolato anche il ritmo testa-torace in generale. Un tale ritmo solidamente fondato non si lascia con facilità determinare da fattori esterni: per disturbarlo, occorrono interventi pesanti. Per contro, nei soggetti in cui questo ritmo di base decorre già per se stesso in modo irregolare, un influsso extraterrestre come quello citato può agire molto fortemente; il ritmo già difettoso tende a subire ulteriori danni. Candidati ad ammalarsi di influenza epidemica sono appunto i soggetti con disposizioni di tal genere, residenti in zone della Terra particolarmente esposte a quel dato raggruppamento siderale. Le condizioni che ho ora descritto costituiscono in realtà la premessa per le grandi pandemie influenzali, ne forniscono il terreno.

 

Più complicate sono invece le premesse per un altro caso. L’insieme dell’attività ritmica dell’organismo umano costituisce naturalmente una grande unità, quella appunto del suo sistema ritmico, ma diversi altri ritmi rappresentano poi delle unità a sé stanti; fra di esse la più grossolanamente evidente è il ritmo respiratorio, e inoltre tutti i ritmi che vengono influenzati dall’alternanza periodica della veglia e del sonno. Può accadere che, a causa dell’indebolimento del ritmo superiore (testa-torace), si affermi in misura eccessiva il ritmo inferiore. Quando il ritmo superiore è troppo debole, quando cioè è già deviato dalla sua posizione normale, esso acquista la tendenza a farsi disturbare ancora di più dal ritmo inferiore. Quest’ultimo (che si diparte dall’attività della milza e da altre attività di cui parlerò più oltre) agisce troppo fortemente verso l’alto, e di conseguenza viene a crearsi la disposizione per una certa ipertrofia del processo digestivo superiore, con tutte le sue conseguenze.

L’insieme di tali condizioni favorisce esso pure le condizioni di vita di determinati microrganismi. Ne deriva il quadro di fatti infiammatori e anche di fenomeni di paralisi che si manifestano nell’organizzazione superiore, e addirittura di accenni a proliferazioni organiche; in breve, il quadro morboso della difterite. Si tratta, vorrei dire, di una specie di irruzione dal basso verso l’alto, in contrapposizione a quella che dà origine al tifo, la quale si verifica invece dall’alto verso il basso, e il quadro in questione ha appunto le cause che ho descritte.

 

Naturalmente, nel considerare questi problemi bisogna tener conto sempre anche dell’età nella quale i fatti si svolgono. Si tenga presente che durante l’infanzia l’intera collaborazione fra l’uomo superiore e quello inferiore (e quindi anche l’attività ritmica, mediatrice fra i due) è di necessità del tutto diversa che nelle età successive. Nell’infanzia deve per esempio esercitarsi un’azione molto più forte dell’uomo superiore su quello inferiore, di quanto avvenga nella vita adulta. In realtà il bambino « pensa » assai più dell’adulto; per quanto strano possa sembrare il dirlo, è proprio così, solo che i pensieri del bambino non giungono alla sua coscienza, ma penetrano nell’organismo, manifestandosi nel suo modo di crescere, nelle sue forme. Questa realtà si esplica con particolare energia nei primi anni di vita, durante i quali l’attività pensante viene utilizzata per le forze formative del corpo. Quando il corpo non ha più bisogno di usare per sé tanta parte delle forze formative, allora per così dire esso le accumula, le mette da parte, ed esse divengono le forze che stanno alla base della memoria. Perciò la memoria si manifesta solo quando l’organismo ha meno bisogno delle forze formative. Infatti le forze che stanno organicamente alla base della memoria sono frutto della trasformazione delle forze di crescita e plasmatrici che nei primi anni di vita sono in modo particolare impegnate nello sviluppo formativo dell’organismo. In fondo, tutto è basato sulla metamorfosi: tutta l’attività spirituale che ci si presenta nell’uomo non è che una parte, riconvertita allo spirituale, di ciò che in un’età precedente aveva operato nel corpo, quando lo spirito penetrava nella materia. Deve quindi risultare comprensibile che proprio nel bambino debbano esser presenti forti difese contro certe azioni che si manifestano nella parte inferiore del corpo: qui infatti si esplicano specialmente gli effetti di ciò che è extraterrestre. Se un particolare raggruppamento stellare si presenta nel cielo, con una certa posizione di altri pianeti in relazione al Sole, esso può agire in modo che ne risulti un forte rispecchiamento nell’addome umano. Quali effetti ne risulteranno? Nell’adulto l’attività ritmica fra l’uomo superiore e l’inferiore ha già raggiunto un certo stato di quiete, e perciò gli effetti di quel raggruppamento stellare saranno scarsi. Nel bambino invece si verifica una forte reazione difensiva contro le condizioni cosmiche che vogliono rispecchiarsi nella parte inferiore. Se dunque l’addome del bambino viene fortemente impegnato da una particolare condizione cosmica, la sua parte superiore deve reagire con molta energia. Questo straordinario impegno delle forze che nell’organismo infantile non dovrebbero essere impegnate in tale misura nella parte superiore, provoca la meningite cerebrospinale epidemica. Possiamo qui dunque riconoscere con chiarezza come dalla natura extraumana certi effetti si esplichino nell’uomo. Tenendo presenti tali connessioni, possiamo veramente ricostruirci tutto il quadro della meningite, fino al sintomo della rigidità della nuca. Infatti nel bambino quello straordinario impegno di forza, compiuto dall’uomo superiore, deve provocare fenomeni infiammatori negli organi superiori, come nelle membrane meningee del midollo spinale o del cervello, con tutti i sintomi che ne conseguono.

 

È proprio necessario imparare a osservare congiuntamente gli effetti reciproci delle diverse parti dell’uomo, nonché quelli fra ciò che si trova in lui e ciò che sta nella natura extraumana, e perfino extraterrestre. Non vorrei certo favorire con queste mie comunicazioni la manìa degli oroscopi, che io considero da diversi punti di vista come una vera ciarlataneria, nel modo in cui si praticano oggi. Basta avere la consapevolezza dei fattori che intervengono in questi fenomeni; vedremo in particolare che una tale consapevolezza è necessaria per il processo terapeutico. L’importante non è certo infatti il poter affermare che determinati fenomeni vengono provocati da un determinato rapporto di posizione fra due o più astri: questo potrà tutt’al più servire per una diagnosi cosmica, ma ciò che importa è il poter guarire. Perciò domani passeremo da queste nostre considerazioni a quelle concernenti le sostanze, presenti nella natura esterna, che hanno carattere di sostanze difensive, di forze difensive contro questo genere di azioni esercitate sull’organismo umano dall’esterno. Più in generale, sarebbe proprio necessario che la conoscenza dell’uomo superiore e dell’uomo inferiore si affermasse nella scienza medica, perché ritengo che dalla forza di tale conoscenza scaturirebbe una collaborazione dei medici nell’interesse della salute umana. Quando il medico si specializza, perde l’interesse per la totalità dell’essere umano. Non voglio dire che il medico non debba affatto Specializzarsi, poiché le tecniche che vengono elaborandosi col passare del tempo conducono appunto alle diverse specializzazioni. Con il moltiplicarsi delle specialità dovrebbe però d’altra parte crescere sempre più la collaborazione, la socialità fra i medici specializzati.

 

Questo risulta anche dall’osservazione di un altro problema sul quale mi è stata rivolta una domanda: quello della piorrea alveolare. Quando si verifica questa malattia, non si tratta mai di un processo puramente locale, come taluni credono: per lo meno la predisposizione riguarda sempre l’organismo intero e poi si localizza nella regione dei denti. Sarebbe per esempio molto bene (e dovrebbe diventare consuetudine) che il dentista che cura un paziente affetto da piorrea comunicasse il fatto al medico curante, in quanto la piorrea sta ad indicare che il paziente ha una certa probabilità di ammalare di diabete. Ciò che si esprime nel diabete, e che abbiamo già in parte caratterizzato in precedenza, finché rimane nell’uomo superiore è facile da curare, e costituisce il punto di partenza della piorrea alveolare. Si presta però troppo scarsa attenzione al fatto che l’uomo inferiore può per così dire invadere la sfera dell’uomo superiore, e in questo caso si verifica indebitamente o un impoverimento dell’uomo inferiore o un arricchimento di quello superiore. Se in un primo tempo si manifesta semplicemente nell’uomo superiore la tendenza verso il processo infiammatorio, si realizza una delle forme della malattia; se essa si manifesta nell’uomo inferiore, si verifica il quadro opposto, la contrapposizione polare della malattia. Proprio questo è tanto importante.

 

Risulterà perciò ben comprensibile che l’intero corpo eterico (il quale contiene tutte le forze di crescita dell’essere umano) debba operare nell’infanzia in modo diverso che nelle età successive. Durante l’infanzia esso deve intervenire molto più a fondo nella funzione fisica; devono esserci organi nei quali il corpo eterico abbia in certo qual modo dei punti d’attacco diretti. Soprattutto nella vita fetale è necessario che il corpo eterico abbia dei punti d’attacco diretti, per poter agire sul corpo fisico. Questo vale anche per l’età infantile, durante la quale non solo si configurano le forme dell’organismo, ma ha luogo un continuo accrescimento per il quale si deve impegnare al tempo stesso la forza formativa, plastica. Perciò sono necessari degli organi come il timo, e fino a un certo grado anche la tiroide, che hanno i loro compiti precipui nell’età infantile e più tardi regrediscono; nel regredire possono poi degenerare, se in essi le forze fisiche agiscono con troppa energia.

 

Nell’età infantile è semplicemente necessario che nell’organismo abbia luogo un chimismo molto attivo che più tardi viene sostituito da attività legate al calore. Si potrebbe dire che nel corso della sua vita l’uomo percorre una via che può essere simbolizzata (ma nulla più che simbolizzata) dallo spettro della luce: in questo distinguiamo una parte più chimica (blu, violetto), una parte luminosa (verde, giallo), e una piuttosto calorica (il rosso). L’uomo passa per fasi della propria organizzazione che hanno questa direzione (v. il disegno seguente). Nell’infanzia esso ricorre maggiormente alle attività di tipo chimico; trapassa poi alle attività che operano mediante la luce, e più tardi ancora alle attività che agiscono mediante il calore. Gli organi che consentono al corpo eterico di favorire nel corpo fisico il chimismo, sono le ghiandole del tipo della tiroide, del timo e delle surrenali.

 

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Proprio perché con tali organi è connesso in certo senso il chimismo, dipende in alto grado dalla loro attività il colorito cutaneo, dipende cioè dall’attività eterica che ne sta alla base. Fra le funzioni delle ghiandole surrenali vi è per esempio anche quella di condizionare il colorito della cute, più o meno roseo o pallido. Una degenerazione delle surrenali dovrà manifestarsi anche nel colorito cutaneo. Basta ricordarsi del quadro del cosiddetto morbo di Addison, legato a una degenerazione delle surrenali, nel quale la pelle assume un colore bruniccio: si potrà così gettare uno sguardo in profonde connessioni esistenti nell’organismo. Tutti questi fatti mettono in luce un certo chimismo che si svolge nell’organismo umano. Esso è particolarmente attivo nella vita fetale; gli effetti del tipo della luce hanno invece maggiore importanza per la vita a partire, diciamo, dal quattordicesimo anno in poi. Più tardi ancora si affermano i processi che hanno a che fare con la sfera del calore.

 

In tutto questo si esprime qualcosa di molto importante per il corso della vita umana in generale. La vita infantile, e ancor più la vita fetale, rappresentano infatti una specie di prevalente processo salino; il periodo centrale della vita (ma piuttosto nella sua prima parte, più vicina all’infanzia) rappresenta una specie di processo mercuriale; quanto all’età più avanzata, essa rappresenta (sotto l’aspetto che ho caratterizzato adesso) una specie di processo sulfureo. Si potrebbe anche esprimere la cosa in quest’altro modo: nell’età infantile si deve prestare la massima attenzione alla regolazione del processo salino, nell’età intermedia a quello mercuriale, e nell’età più avanzata ai processi sulfurei o fosforici e alla loro regolazione. Va dunque tenuto presente che nell’organismo umano c’è anche questa triplice attività: un chimismo organizzato, un processo di luce organizzato, e un processo di calore organizzato; o in altri termini: un processo salino, un processo mercuriale e un processo sulfureo organizzati. Se ne può ricavare un’idea del modo in cui la vita nella sua totalità operi sull’uomo, promuovendone l’organizzazione. Nel bambino il modo di vita (non solo l’alimentazione, ma tutto il suo agire) favorisce l’azione di tipo chimico e produce effetti profondi nell’organismo. Nel ragazzo e nel giovane il prevalente processo della luce opera così energicamente sull’intero organismo, da formare il germe di tutto ciò che può provocare perfino disturbi psichici. Vorrei dire che nell’età giovanile si ha il massimo della sensibilità per le impressioni del mondo esterno. Può avere grandissima importanza per l’intera costituzione animica nella vita adulta, il fatto che nella giovinezza si sia esposti all’azione di una vita esteriore costruita in modo logico o in modo illogico. Continuerò a parlare di queste cose nella conferenza di domani, partendo dagli aspetti patologici per passare poi a quelli terapeutici.