1841 – 1879: lotta e vittoria di Michele sul drago

O.O. 178 – Dietro le quinte degli eventi esteriori – 06.11.1917


 

Ho avuto spesso occasione di ricordare come l’anno 1841 abbia segnato una crisi,

sia stato un anno decisivo.

 

Certo, non si arriva a scoprire una cosa come questa se si osservano solo gli eventi che si svolgono nel mondo fisico: occorre considerarli nel loro rapporto con quanto avviene nel mondo spirituale.

L’anno 1841 fu effettivamente l’anno critico per l’inaugurazione dell’era materialistica, in quanto ebbe inizio allora nei mondi spirituali una ben definita lotta, condotta da certi spiriti delle tenebre (così possiamo chiamarli) appartenenti alla gerarchia degli Angeli.

Essi condussero questa lotta nel mondo spirituale fino all’autunno del 1879, e con essa si proponevano tutta una serie di obiettivi, dei quali oggi vorrei menzionarne uno solo.

 

In quegli anni, fra il 1841 e il 1879, si dovette decidere se far maturare nel mondo spirituale una certa somma di sapienza spirituale, sì da consentirne poi la graduale discesa sulla Terra, a partire dall’ultimo terzo del secolo: questa sapienza spirituale ha potuto penetrare nelle anime umane e vi ha acceso un sapere spirituale, appunto quel sapere che oggi riconosciamo nei contenuti della scienza dello spirito. Questo è diventato possibile proprio solo a partire dall’ultimo terzo del secolo scorso.

 

Impedire la maturazione nel mondo spirituale di ciò che avrebbe poi dovuto discendere sulla Terra: ecco l’intenzione di quegli spiriti della gerarchia degli Angeli, fra il 1841 e il 1879. Senonché questi spiriti hanno perduto la lotta intrapresa in quei decenni contro gli spiriti della luce.

Effettivamente nel 1879 ha avuto luogo (sia pure su scala ridotta) un evento di quelli che si sono più volte ripetuti nel corso dell’evoluzione, e che sempre vengono indicati con un certo simbolo: quello della vittoria di Michele o di San Giorgio sul drago.

 

Anche allora, nel 1879, il drago è stato vinto in una certa sfera: il drago sono gli esseri angelici che si erano proposte le mete di cui si è detto, ma che non le poterono conseguire.

Perciò nel 1879 essi vennero precipitati dal mondo spirituale giù nella sfera degli uomini.

 

Quegli Angeli sono caduti dalla sfera spirituale nella sfera umana; e qui nella sfera degli uomini essi ora si aggirano.

Qui sono presenti per immettere le loro forze nei pensieri, nei sentimenti e nelle volizioni degli uomini,

per prendere questa o quella iniziativa.

Essi infatti non sono riusciti a impedire (e in ciò appunto consiste la loro sconfitta)

che giungesse il tempo di instillare sulla Terra il sapere spirituale.

Questo sapere ora esiste e si evolverà sempre più;

gli uomini acquisteranno la facoltà di percepire il mondo spirituale.

 

Ora però quelle entità angeliche sono precipitate sulla Terra e vogliono sfruttare a loro favore l’instillazione della saggezza spirituale; vorrebbero sottrarre a questo sapere il suo potere benefico, deviandolo in direzioni cattive.

In breve, essi vogliono ottenere quaggiù, con l’aiuto degli uomini, ciò che non riuscì loro di conseguire di là, con l’aiuto delle entità spirituali, perché dal 1879 sono precipitati sulla Terra.

Si propongono di distruggere il sano progetto cosmico che consiste nel diffondere fra gli uomini, a tempo debito e dopo la necessaria maturazione, le conoscenze relative alla dominazione delle masse umane, il sapere relativo a nascita, malattia, morte, e altre cose ancora.

 

Essi vorrebbero diffonderlo anzitempo, questo sapere, per mezzo di nascite spirituali premature.

Questi spiriti operano in tutte queste cose, e in altre ancora.

Nei miei drammi-misteri, e in particolare alla fine del quarto, ho accennato ripetutamente a tali problemi:

• contro l’influsso di queste entità arimaniche sarà di aiuto soltanto la consapevolezza

che, contro certi propositi di Arimane, serve esclusivamente il riconoscerlo,

l’essere coscienti della sua presenza.

 

Nel corso del quinto periodo postatlantico molti uomini dovranno giungere a rispondere alle potenze arimaniche

come il Faust goethiano risponde a Mefìstofele: «Nel Nulla tuo spero trovare il Tutto!»

• Questo dovrà diventare l’atteggiamento dominante:

scorgere il mondo spirituale là dove la concezione materialistica vede il “Nulla”.

• Sì che Arimane-Mefìstofele sarà costretto a parlare a quegli uomini come parla a Faust,

quando lo indirizza alle “Madri”: «Devo lodarti, prima che tu parta: vedo bene che il diavolo conosci!»

 

Pochi giorni fa, in una conferenza tenuta a Dornach, ebbi a dire scherzando che Mefìstofele non avrebbe potuto dire quelle parole al presidente Wilson! A costui egli avrebbe detto invece: «Il popolino non s’accorge mai d’avere innanzi il diavolo in persona, neppur se per il bavero lo tiene!»

 

Si tratta proprio di questo:

è importante che gli uomini imparino a guardare entro i concreti processi del mondo spirituale.

E proprio perché si tratta di una cosa particolarmente necessaria,

le forze avversarie compiono uno strenuo sforzo, perché gli uomini recalcitrino contro questa necessità.