VII° ritmo / martedì 01 gennaio 1924

Rudolf Steiner e la Fondazione dei Nuovi Misteri


 

Il ritmo successivo, il VII, dato da Rudolf Steiner al 1 gennaio 1924, un martedì,

giorno di Marte, ci introduce nel mistero dell’incarnazione terrestre dell’uomo.

 

In quel giorno Rudolf Steiner lesse completamente le tre prime parti della meditazione della pietra fondamentale,

ma senza l’appello agli spiriti elementari.

Poi aggiunse i versi seguenti e li chiamò un «ritmo semplice»:

 

«tu vivi nelle membra»; (I, 2)

«Poiché lo Spirito Padre delle Sommità domina nelle cosmiche profondità generando essere» (I, 14-15)

«tu vivi nel battito del cuore e nell’ansito del respiro» (II, 2)

«poiché la volontà del Cristo domina nella cerchia entro i cosmici ritmi dispensiera di grazia alle anime» (II, 14-15)

«Tu vivi nel capo in riposo» (III, 2)

«Poiché i cosmici pensieri dello Spirito dominano nell’essere cosmico luce imploranti.» (III, 14-15)

 

Così questo ritmo ci indica come il grande prototipo macrocosmico dell’uomo,

che nel tempo della mezzanotte cosmica venne creato nel mondo spirituale da tutte le nove gerarchie,

attingendo alle forze divine del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,

si trasforma all’atto dell’incorporazione, quasi «estinguendosi»,

nel fondamento del nostro corpo fisico terrestre, che consiste   • nel sistema delle membra e del ricambio,

• nel sistema ritmico del cuore e dei polmoni      • e nel sistema della testa e dei nervi.

 

Ma tale risultato del lavoro sublime e infinito del cosmo intero – il prototipo del corpo fisico umano –

giace nel corpo fisico umano stesso solo in maniera segreta,

e apparirà nel suo pieno sviluppo soltanto nelle condizioni future di Giove, Venere e Vulcano.

 

Una sola volta tuttavia comparve nella sua pienezza e perfezione,

quando il Cristo dimorò per tre anni nel corpo di Gesù di Nazaret,

poiché allora sorse in Terra, per la prima volta, un corpo nei cui tre sistemi

apparvero pienamente le forze macrocosmiche del Padre, del Figlio e dello Spirito.

 

Così con l’essere del Cristo sulla Terra

ci è stato dato il prototipo dello scopo e del perfezionamento dell’intera evoluzione terrena.

Ecco perché la vita terrena del Cristo Gesù ci sta davanti come la più pura espressione della legge del macrocosmo.

 

▸ «Quell’essere che si aggirava sulla Terra aveva veramente l’apparenza di un qualunque altro uomo; ma le forze agenti in lui erano forze cosmiche provenienti dal Sole e dalle stelle: erano esse a dirigere il corpo, e ciò che il Cristo Gesù faceva, avveniva secondo la totale entità del cosmo da cui la Terra dipende. Per questo nei Vangeli si accenna così spesso, sommessamente, alla posizione delle stelle in concomitanza con le azioni del Cristo Gesù.»96

 

A un tale influsso delle stelle accenna Rudolf Steiner

quando conchiude la considerazione dei ritmi di questo giorno con le parole:

▸ «Quando metto in evidenza per voi l’armonia dei ritmi, ciò avviene perchè essi sono un’immagine di costellazioni. Si dice: Saturno97 sta nel Leone, Saturno sta nello Scorpione. Da ciò dipendono i ritmi che percorrono il mondo. Un’immagine spirituale originaria giace in tali ritmi che ho annotato nel corso di questi giorni mediante i nostri versetti, i quali sono organizzati assolutamente in maniera interiore animico-spirituale.»98

 

Queste parole di Rudolf Steiner parlano in maniera assolutamente concreta di quanto avvenne nel corso dei tre anni in cui il Cristo dimorò in Terra nei tre involucri di Gesù di Nazaret, quando questi involucri furono così trasformati dall’Entità-Cristo, che più tardi, alla resurrezione dopo il Mistero del Golgota, potè aver luogo la «generazione di un nuovo membro della natura umana: di un corpo incorruttibile».99

In altri termini, il fatto che il Cristo abbia dimorato in un corpo fisico umano ha fatto sì che «questo corpo fisico ha salvato la vera forma primordiale del corpo fisico, per la salvezza di tutti gli uomini».100

Con ciò quel corpo fisico venne liberato dalle forze tentatrici di Lucifero e di Arimane, e ristabilito secondo la sua «propria forma originaria» ovvero secondo la sua «immagine spirituale primordiale», della quale si parla anche nel ritmo di questo giorno.

 

Da questo ritmo, visto nel suo insieme, veniamo così indirizzati verso i seguenti fatti:

• alla vita triennale sulla Terra dell’entità solare del Cristo, che trovò il suo compimento

quando nel Getsemani il Cristo si unì definitivamente con il corpo fisico di Gesù di Nazaret;

• poi veniamo indirizzati al susseguente mistero del Golgota,

con il quale il Cristo compenetrò con il suo essere la sfera terrestre,

seguendo il processo che Rudolf Steiner definì la nascita del Cristo nella sfera terrestre;101

• e finalmente veniamo indirizzati da questo ritmo alla sua Risurrezione in un «corpo incorruttibile»

che nei suoi tre sistemi è la più pura apparizione della Trinità divina del Padre, del Figlio e dello Spirito.

 

Dopo la morte, l’anima, in questa ultima tappa della sua peregrinazione,

ripete, sotto la guida dello Spirito Santo, in maniera microcosmica

il processo attraverso il quale l’essere macrocosmico del Cristo si unì al corpo fisico di Gesù di Nazaret,

per rinascere, dopo il Mistero del Golgota, nella sfera spirituale della Terra;

• per l’anima è questa l’epoca in cui essa si collega un po’ alla volta al germe del suo corpo fisico nel grembo materno,

epoca che trova il suo termine nell’ingresso nel mondo terrestre, alla nascita.

 

Le esperienze dell’anima in questa tappa si svolgono in uno stato di coscienza

ancor più smorzato che nella tappa precedente (della formazione del corpo eterico).

Infatti la formazione cosciente del corpo fisico, così come la precedente scelta consapevole della coppia dei genitori,

presuppongono che, nell’anima stessa, l’uomo spirituale sia già stato elaborato fino ad un certo grado.

Siccome generalmente ciò non è avvenuto nell’uomo attuale, così l’anima, immersa nel sonno più profondo,

è guidata da entità spirituali ancora superiori ai maestri lunari della saggezza

– Rudolf Steiner li chiama i signori del karma (Lipikas nella letteratura orientale) –

esse la aiutano a compiere nella maniera giusta il processo di transizione dal mondo soprasensibile a quello sensibile.

 

Per quanto concerne l’iniziato a questo grado, egli riconosce il quarto e massimo sacrificio del Cristo,

che consiste nel fatto di esser stato abbandonato, dopo la notte trascorsa nel giardino del Getsemani,

dalle forze del Padre che fino allora lo avevano accompagnato,102

per averle sacrificate onde unirsi definitivamente al corpo di Gesù di Nazaret,

e così completare il grande percorso del Dio che si fa uomo.

 

Parimenti si manifesta all’iniziato a questo grado,

l’essenza propria del Mistero del Golgota e della successivo Risurrezione.

• D’altra parte l’iniziato può partecipare coscientemente

a come l’anima, dopo la morte, formi il suo nuovo corpo fisico sotto la guida degli eccelsi Signori del karma.

 

La conoscenza soprasensibile di questi due processi,

• quello della nascita macrocosmica del Cristo nella sfera terrestre,  • e quello della nascita microcosmica dell’uomo,

è la premessa del fatto che egli può ora cominciare la reale trasformazione del suo corpo fisico nell’uomo spirituale.

 

Con tale lavoro l’iniziato si rende gradualmente libero dalla guida dei Signori del karma,

così come nel precedente gradino, mediante il suo lavoro sullo spirito vitale,

si era reso indipendente dalla guida diretta dei Maestri lunari della saggezza.

 

Adesso, secondo le parole di Rudolf Steiner, egli si eleva al di sopra del karma;103

e come il Cristo, dopo il Mistero del Golgota, ha preso su di sè il karma dell’intera umanità,

così anche l’iniziato che ha raggiunto questo grado,

può prendere su di sè il karma di altri uomini, soprattutto di suoi discepoli.

 

La grande macrocosmica immagine della croce formata nel cerchio delle sette rose dalle correnti spirituali provenienti dalla sfera del Padre, del Figlio e dello Spirito, che l’iniziato scorgeva durante la mezzanotte cosmica, deve essere realizzata fino ad un certo grado su questo livello evolutivo. La sua realizzazione significa avvicinarsi a quanto può essere chiamato la «Beatitudine in Dio».

 

Per continuare nella considerazione del ritmo di questo giorno, dobbiamo tener conto di un certo aspetto, che può gettar luce tanto su quello che Rudolf Steiner compì in quell’ultimo giorno del Convegno di Natale, quanto sul carattere generale del Convegno stesso. Perchè in questo ritmo è contenuta non solo un’indicazione sul «corpo incorruttibile» che nacque dal Mistero del Golgota, ed è la mèta dell’evoluzione terrestre, la cui importanza per tutta l’umanità ha trovato la sua espressione nella eccelsa idea cristiana della generale risurrezione dei morti, bensì in questo ritmo si trova indicata la via particolare per raggiungere questo scopo sublime.

 

Rudolf Steiner chiama questa via la ricerca della nuova Iside, della Sofia divina;104 ci può servire di chiave per la sua comprensione la conferenza di Rudolf Steiner del 6 gennaio 1918 (O.O. 180) in cui ci parla del particolare segreto del Gruppo plastico, alla base del quale sta l’immagine velata della nuova Iside immersa nel sonno,105 che è l’immagine esoterica dell’uomo che si eleva attraverso l’iniziazione al suo Io superiore, e perciò diventa il nato due volte ovvero il «nato dallo spirito».

 

Questo processo si svolge nel modo come è rappresentato nel Gruppo plastico, vale a dire, attraverso l’unione con l’impulso-Cristo e il possibile superamento che ne deriva delle forze «illegittime» agenti da sopra e da sotto, di Lucifero ed Arimane. Come ciò si svolga in concreto, lo vediamo se consideriamo esattamente come agiscono queste potenze dell’opposizione nei tre sistemi del corpo umano, dei quali si parla nella prima parte del ritmo di questa giornata. Infatti queste potenze avverse, poiché l’uomo cadde in mano loro, provocarono falsificazioni nel prototipo cosmico che fu una volta creato, traendolo dal macrocosmo, da tutte le nove gerarchie. In altri termini, sono anzitutto loro a impedire che i tre sistemi del corpo umano possano essere la pura copia delle forze macrocosmiche del Padre, del Figlio e dello Spirito.

 

Se ci basiamo sulla rappresentazione dell’effetto di Lucifero e Arimane sull’essere umano, come ci è dato nel motivo centrale del Gruppo plastico, dobbiamo constatare che in esso appare

• da un lato Lucifero che cerca di vivificare, in maniera illegittima, la nostra mente, la quale, secondo la «legittima» direttiva del mondo, deve percorrere un processo di morte, onde poter essere la base per il nostro io libero e autocosciente;

• e dall’altro lato appare Arimane che cerca, in maniera altrettanto illegittima, di portare l’elemento della morte nel nostro sistema delle membra e del ricambio, dove, secondo la legittima direttiva del mondo, deve dominare la vita.106

 

Inoltre,

Lucifero opera piuttosto attraverso la comune coscienza del capo,

Arimane invece nelle forze ispirative subconscie che permeano la nostra volontà,

su cui si basa il sistema delle membra e del ricambio: così

• il primo vuol soprattutto adescarci nelle lontananze stellari del cosmo, strappandoci così del tutto dalla Terra,

• il secondo invece vuole incatenarci alla Terra e non permetterci che possiamo elevarci a un elemento superiore.

 

Solo il sistema centrale, il sistema ritmico del cuore e dei polmoni,

con la coscienza immaginativa ad esso collegata è ancora libero.

Lucifero e Arimane cercano appunto di ottenere in loro potere proprio questa sfera,

allo scopo di sottomettere definitivamente l’uomo,

e invero Lucifero cerca di realizzarlo agendo da sopra e Arimane da sotto,

ciò che è mostrato nel motivo laterale a sinistra del Gruppo plastico.

 

Rudolf Steiner descrive tale situazione nel modo seguente:

▸ «Nel modo in cui l’uomo sta in un primo tempo nel mondo, è tenuto da Lucifero per la testa,

è tenuto da Arimane secondo la saggezza del ricambio, secondo la saggezza delle membra.»107

E prosegue: ▸ «Quello che qui è descritta come situazione immaginativa mediana della coscienza,

è nello stesso modo dipendente, con il ritmo umano, dalla nostra organizzazione del cuore.»

 

Ma che cosa occorre a questa parte mediana dell’essere umano per colmarsi di una tale saggezza interiore, che renda possibile all’uomo di vincere gli influssi deformanti di Lucifero e di Arimane, agenti da sopra e da sotto?

A ciò aggiunge Rudolf Steiner: ▸ «Da dove arriva in questa parte mediana del nostro essere umano la logica interiore, la saggezza interiore, la capacità di orientarsi? Dall’impulso-Cristo, da quello che si è trasferito nella cultura terrestre, passando per il Mistero del Golgota… spetta al nostro essere umano la compenetrazione con l’impulso-Cristo.»

 

Il ritmo di questa giornata ci indirizza dunque a quella via spirituale che Rudolf Steiner chiama la via in cerca della nuova Iside, della divina Sofia, per la quale possiamo conseguire la coscienza immaginativa, che abbiamo da compenetrare con le forze del Cristo eterico, che oggi ci viene incontro, e, partendo dall’ambito mediano del cuore e dei polmoni, produce l’equilibrio tra le forze luciferiche agenti dall’alto e le forze arimaniche agenti dal basso.

 

Sono queste le prime premesse affinchè le potenze seduttrici possano essere vinte nei tre sistemi del nostro organismo, ciò che significa, affinchè il nostro corpo fisico si trasformi a poco a poco nell’incorruttibile corpo di resurrezione, nei tre sistemi del quale sorgano sempre più le forze cosmiche che ne formano la base da quando in esso opera il Cristo vivente, le forze del Padre, del Figlio e dello Spirito.

 

A questo processo spirituale di trasformazione che deve arrivare fino dentro il corpo fisico dell’uomo, veniamo indirizzati anche dalla nuova leggenda di Iside, nella quale vien portato ad espressione come la nuova Iside sperimenti la trasformazione della sua figura fisica108(O.O.180, 6/1/1918) quando riconosce chiaroveggentemente (immaginativamente) la dottrina del Vangelo di Giovanni, nella quale è contenuto l’insegnamento del Logos cosmico, del Cristo.

 

Ecco perché il Gruppo plastico, che presenta il rappresentante dell’umanità in mezzo,

tra Lucifero che sta sopra e Arimane che sta sotto,

è in verità una rappresentazione delle parole spirituali

che il chiaroveggente di oggi può leggere sulla Iside dormiente:109 (Id.)

 

«Io sono l’uomo. Sono il passato, il presente e il futuro.

Ogni mortale dovrebbe sollevare il mio velo.»

 

Queste tre righe possono aiutare ad avvicinarsi al segreto che si collega

• per un verso al VII ritmo,    • e per l’altro verso con l’intera conduzione del Convegno di Natale.

 

Consideriamole nelle loro connessioni:

«Io sono l’uomo» – queste parole ci indicano l’immagine dell’uomo che, quale microcosmo, consiste dei tre sistemi: quello delle membra, quello del cuore e dei polmoni e quello della testa. Nel ritmo vi corrispondono le parole:

• Tu vivi nelle membra    •  Tu vivi nel battito del cuore e nell’ansito del respiro    •  Tu vivi nel capo

e nell’intero testo della meditazione, vi corrispondono i primi capoversi delle parti I a III.

 

«Sono il passato, il presente e il futuro» – queste parole, se ci valiamo per la loro comprensione, della conferenza di Rudolf Steiner del 4 luglio 1924 a Dornach, e la confrontiamo con le tre prime parti della meditazione della pietra fondamentale, ci indirizzano a quelle forze macrocosmiche che stanno alla base dei tre sistemi dell’uomo, quale microcosmo.

 

• Così le forze divine del Padre operano nell’uomo dal p a s s a t o, mediante la prima gerarchia:

esse formano quel mondo spaziale nel quale l’uomo deve percorrere anche in futuro la sua evoluzione.

• Nel p r e s e n t e operano le forze del Figlio, che guida l’evoluzione mediante la seconda gerarchia,

mentre egli stesso è disceso dal Sole sulla Terra e porta all’umanità dalla sfera cosmica del tempo,

mediante il superamento delle forze dello spazio, l’impulso verso una nuova risalita,

• con cui egli le apre la porta verso la sfera del f u t u r o, la sfera dello Spirito eterno,

che opera mediante la terza gerarchia nell’interiorità dell’essere.

 

A questo corrispondono nel ritmo di questa giornata le parole:

«Poiché domina lo Spirito Padre dalle sommità nelle cosmiche profondità generando essere.»

«Poiché la volontà del Cristo domina nella cerchia entro i cosmici ritmi dispensiera di grazia alle anime.»

«Poiché i cosmici pensieri dello Spirito dominano nell’essere cosmico luce imploranti.»

è il secondo capoverso delle parti I a III.109a

 

Tuttavia presso l’uomo attuale, le prime due righe delle dichiarazioni della nuova Iside non sono ancora portate nel giusto rapporto, perchè l’uomo moderno non collega ancora completamente, nei suoi tre sistemi, passato, presente e futuro;110 in altri termini, egli non appare ancora in essi nel suo aspetto eterno, che abbraccia tutto il tempo e non è sottomesso alla morte, aspetto che consiste delle forze più pure, del Padre, del Figlio e dello Spirito.

Ecco perchè questo collegamento ci è proposto come compito, al quale, come al più importante compito del nostro tempo, indirizza la terza dichiarazione della nuova Iside: «Ogni mortale dovrebbe sollevare il mio velo».

 

Ci si apre la via per assolvere a questo compito, solo se accogliamo in noi l’impulso-Cristo, quello che ha riportato in Terra la possibilità di ricollegare il microcosmo al macrocosmo; ne parla la IV parte della meditazione della pietra fondamentale, «Alla svolta dei tempi», dove veniamo indirizzati nel senso che l’anima debba stabilire nel suo io il rapporto con il Cristo (IV,14-19) poiché, secondo le parole di Rudolf Steiner, solo mediante questo rapporto è possibile all’uomo terrestre «introdurre nel corpo fisico, altrimenti decadente, il fantoma che è risorto dal sepolcro del Golgota»111 in altre parole: quel «corpo incorruttibile» che nei suoi tre sistemi consiste delle forze del Padre, del Figlio e dello Spirito, forze che hanno lavorato in lui nel corso degli eoni da Saturno, Sole, Luna e Terra, e devono servire di base per tutta l’ulteriore evoluzione dell’uomo attraverso gli eoni di Giove, Venere e Vulcano.

 

Con ciò abbiamo, tutto sommato, il quadro seguente:

• nella I riga delle parole sulla Iside dormiente,

veniamo indirizzati all’uomo come microcosmo;

• nella II riga alle forze del macrocosmo che stanno alla sua base,

ma dal peccato originale in poi non possono comparire completamente in lui;

• e nella III riga ci viene fatta l’esortazione a sollevare il velo, ciò che significa,

a far apparire di nuovo completamente il macrocosmo nel microcosmo.

 

Quest’ultimo fatto è però possibile solo mediante il rapporto con l’impulso-Cristo,

di cui si parla nella IV parte della meditazione;

poiché solo se ci colleghiamo intimamente con il contenuto di questa parte,

possiamo sollevare il velo di Iside, ovvero, ciò che è lo stesso, risvegliarla.

 

Quello che poi contempliamo dietro a questo velo è la conciliazione piena e armonica

del microcosmo (membra – cuore – testa) (I, II, III,2)

con il macrocosmo (Padre – Figlio – Spirito) (I, II, 111,14-15) nell’essere umano,

ed è di questo che si parla nel VII ritmo conclusivo del Convegno di Natale.

 

Così il compito che ci venne proposto il 25 dicembre, giorno della prima lettura della meditazione della pietra fondamentale, dopo aver percorso la settemplice via dell’iniziazione, trova il suo adempimento in questa ultima tappa, e vediamo che la via il cui compimento è formato dal VII ritmo, può essere designata anche come «il sollevare il velo della nuova Iside, della divina Sofia».

 

Se ora riassumiamo le considerazioni sull’ultimo ritmo del Convegno di Natale, possiamo dire:

con questo «semplice» ritmo ci si svela l’essenza dell’intero Convegno di Natale,

intesa come il lento sollevamento del velo della nuova Iside;

ciò venne eseguito per la prima volta entro l’umanità, come azione sociale occulta

e, nello stesso tempo, come azione misterica genuina, con la quale venne aperta la porta del Tempio dei nuovi misteri,

poiché «ogni mortale dovrebbe ‘sollevare’ il velario di questo tempio».112

O uomo, conosci te stesso!

 

Analogamente ai due ritmi precedenti,

anche questo accenna alla discesa dell’Antroposofia dal cosmo.

Al termine di una lunga epoca di preparazione soprasensibile,

essa deve ormai discendere in Terra ed entrare nelle anime umane.

 

Questo indica il settimo ritmo del Convegno di Natale:

in esso si parla dell’incorporazione dell’antroposofia negli uomini

che iniziò nel 1902 con la fondazione della Sezione tedesca della Società Teosofica,

così come del suo ulteriore sviluppo terreno nel corso di tre settenni.

 

• Nel primo settennio (1902-1909) in particolare, l’antroposofia

entra nella vita di pensiero dell’uomo, onde compenetrarla di vera luce spirituale;

• nel secondo settennio (1910-1916) essa entra nella sfera del sentimento,

per vivificarla con l’impulso Figlio (nella prima metà di questa epoca

seguono anche le prime comunicazioni sul nuovo apparire del Cristo nell’eterico),

• e finalmente, nel terzo settennio (1917- 1923) l’antroposofia

afferra la volontà umana, compenetrandola con le forze del Padre,

con la facoltà di operare trasformazioni in tutte le sfere dell’esistenza terrestre.

 

Se ci rendiamo conto che questi tre sistemi dell’organismo umano formano le basi del pensare, del sentire e del volere, diventa allora chiaramente visibile il rapporto tra lo sviluppo dell’antroposofia sulla Terra, e il sunnominato ritmo.

 

Per quanto concerne Rudolf Steiner,

la sua attività fu dedicata, nei tre settenni menzionati sopra,

in prima linea all’obiettivo di aprire all’umanità, per incarico del mondo spirituale,

nella forma commisurata al suo attuale stato di coscienza,

la grande sapienza divina dell’uomo, A n t r o p o s – S o f i a ,

comprendente passato, presente e futuro,

che fino ad allora era stata coltivata in speciali centri chiusi di misteri.113

 

Questo non è altro, secondo la sua essenza,

che alzare il velo della nuova Iside, della divina Sofia,

sul quale stanno scritte le parole: «io sono l’antropos».114

 

 


 

Note:

96       – O.O. 15, EAM 1975 I conferenza.

97        – Viene qui ricordato Saturno, proprio questo pianeta, perchè, come residuo dell’antico Saturno, ha una particolare relazione con l’origine del corpo fisico umano.

98       – O.O. 260, pag.240.

99       – O.O.131,11/10/1911, EAM 1972 pag. 167.

100      – Id. 12/10/1911, EAM 1972 pag. 185.

101       – O.O. 148, 3/10/1913, EAM 1989 pag. 37.

102      – O.O. 139, 23/9/1912.

103      – Rudolf Steiner scrive nella «Scienza occulta» sui processi di formazione del corpo eterico e del corpo fisico che l’anima segue prima della nascita e che sono considerati negli ultimi due ritmi:

▸ «Potrebbe prender parte cosciente ad un tale processo di collegamento soltanto un Io, il quale

dalle forze creatrici nascoste nel corpo eterico e nel corpo fisico avesse costituito lo Spirito vitale e l’Uomo spirituale.

Finché l’uomo non sia giunto a tanto, altre entità, più di lui progredite nella loro evoluzione,

debbono compiere questa unione.» (O.O.13, Laterza 1932 pag.61)

Sul lavoro cosciente del discepolo spirituale in questa direzione parla Rudolf Steiner nella conferenza del 24/10/1905 a Berlino (di cui si è conservato però solo una annotazione incompleta) con le seguenti parole:

▸ «Mediante il lavoro del nostro Io superiore trasformiamo i corpi effimeri che gli dei ci hanno dato, e ci creiamo dei corpi eterni. Il chela che nobilita il suo corpo eterico (così che si mantenga), rinuncia a poco a poco ai Marajas.

Il maestro al quale resta conservato anche il corpo fisico, può rinunciare ai Lipikas: egli sta al di sopra del karma.

Dobbiamo indicare ciò come il progresso dell’uomo nella sua interiorità». (O.O. 93a)

104      – Su questa via scrive Zeylmans van Emmìchoven nell’ultimo capitolo del suo libro «La fondazione della Società Antroposofica» EAM 1982.

105      – Sull’immergersi nel sonno della nuova Iside vedi nota 108 di questo capitolo.

106      – L’azione di Lucifero e Arimane nel cosmo e negli involucri umani è straordinariamente difficile e multilaterale. Qui se ne considera solo un aspetto, che è descritto da Rudolf Steiner nella conferenza del 23/11/1919 (O.O. 194).

107      – O.O. 194, 28/11/1919, EAM 1981 pag. 72. La figura immaginativa dell’essere al quale Lucifero e Arimane vogliono rendere simile l’uomo, si può trovarla nella conferenza del 15/7/1923 (O.O. 225), RA 1950 pag. 45.

108      – O.O. 180, 6/1/1918.

109      – Id.

109a – Quando qui e prima di questo capitolo si è parlato di passato, presente e futuro in rapporto con le tre prime parti della meditazione della pietra fondamentale o con singoli versi delle stesse, si deve in proposito osservare quanto segue:

• la meditazione suddetta, come qualsiasi reale meditazione, ha il compito

di condurre l’uomo a sperimentare lo spirito esclusivamente nel presente.

Perciò se in relazione con la meditazione della pietra fondamentale

parliamo di passato e futuro, si deve intendere il loro irradiare soprasensibile nel presente spirituale;

in altre parole, si intende quello stato superiore nel quale passato e futuro

diventano nell’immediato soprasensibile presenza spirituale.

 

110       – Dalla descrizione riportata che si basa sulla composizione generale della meditazione della pietra fondamentale, deriva il rapporto vigente

• del sistema delle membra soprattutto con il passato,

• del sistema ritmico con il presente

• e del sistema della testa con il futuro.

A integrazione di questo, si può osservare che

• il rapporto del sistema delle membra con il passato deriva anche dal fatto

che in esso agiscono con particolare energia le forze della Terra,

la quale nel suo aspetto attuale è il risultato della passata evoluzione del nostro cosmo.

•  Il sistema della testa è al contrario collegato più con il futuro.

Infatti i pensieri e le immagini del mondo esterno che sorgono in essa,

diventeranno più tardi, quando l’uomo sarà passato per la porta della morte,

i germi per il cosmo futuro, (vedi O.O. 162, 24/5/1915)

• Il sistema centrale invece è collegato con il presente, poiché porta nell’organismo umano

a una armonica cooperazione passato e futuro, mediante un ritmo continuato.

C’è ancora da menzionare l’accenno di Rudolf Steiner a un altro punto di visto per questi rapporti:

se ci si rende conto che la testa dell’uomo è in una incarnazione

la metamorfosi delle sue membra della sua incarnazione precedente,

si può allora mettere in rapporto il sistema della testa più con il passato, e il sistema delle membra più con il futuro.

Un tale modo di vedere è assolutamente corretto, ma è tuttavia essenzialmente diverso

da quello della meditazione della pietra fondamentale, che, nel nostro caso, è particolarmente importante.

111       – O.O. 131,11/10/1911.

112       – I passi dell’anima nell’esistenza dopo la morte, durante la sua discesa verso l’incarnazione, che furono riportati nella nota 94, sulla base delle indicazioni di Rudolf Steiner nella conferenza del 17/5/1923 (O.O. 226),

vennero da lui collegati, alla fine di quella conferenza, con le facoltà fondamentali del bambino che questi si acquista fino al completo risveglio dell’io individuale: con le facoltà del portamento eretto, del parlare e del pensare.

• La prima facoltà è la copia psichica delle esperienze soprasensibili superiori avute sul primo gradino,

nel quale l’anima vive come spirito tra gli spiriti nella sfera del Devachan superiore;

• la seconda facoltà corrisponde al secondo gradino, quando l’anima, nello scendere nella sfera del Devachan inferiore,

riceve solo la manifestazione degli esseri spirituali;

• e infine la terza facoltà è il risultato del ritratto nel mondo fisico

delle esperienze fatte dall’anima, immediatamente prima della nascita, nella sfera della Luna (cioè sul piano astrale).

Si deve inoltre prendere in considerazione che il trasferimento nella sfera fisica

di queste alte esperienze soprasensibili dell’anima, avute tra morte e nuova nascita,

ove esse appaiono nella forza del portamento eretto, nella favella e nel pensiero del bambino,

non hanno luogo, nell’attuale ciclo evolutivo, secondo Rudolf Steiner, per opera dell’uomo da solo,

bensì mediante gli esseri delle gerarchie superiori più vicine a lui,

dunque attraverso gli Arcai, gli Arcangeli e gli Angeli (vedi 18/5/1923, O.O. 226).

D’altra parte Rudolf Steiner parla nella conferenza del 7/3/1914 (O.O. 152)

sulle suddette facoltà del bambino come riflessi delle tre azioni precristiane del Cristo sul piano fisico

attraverso l’anima natanica; poiché «nella Lemuria il corpo fisico si trovava in pericolo,

poi nell’Atlantide vi si trovavano gli organi eterici e gli organi astrali. (30/3/1914, O.O. 152, RA 1977/33-65)

• E solo perchè il Cristo, con l’ausilio delle forze eteriche messe a sua disposizione dall’anima natanica,

evitò il pericolo al corpo eterico, il bambino può ora effettuare la sua facoltà del portamento eretto.

• Poiché in tempi primordiali il Cristo evitò, mediante l’anima natanica,

il pericolo agli organi eterici, il bambino impara oggi a parlare.

E per la remota guarigione degli «organi astrali» egli impara oggi a pensare.

(Infatti l’aspetto spirituale della favella ha le sue radici nel corpo eterico, mentre il pensiero le ha nel corpo astrale).

• Prendiamo ora in considerazione il fatto che queste tre azioni precristiane del Cristo nelle sfere soprasensibili,

esprimono anche le tappe del suo avvicinamento alla Terra.

 Ne parla Rudolf Steiner con le seguenti parole: ▸ «Così il Cristo si avvicinava a poco a poco alla Terra:

la prima e la seconda tappa preliminare furono nel mondo Devachanico,

la terza nel piano astrale, e l’evento del Golgota nel mondo fisico

(stessa conferenza)

Da tutto quanto è stato detto sopra emerge chiaro il rapporto,

• da un lato tra le tre tappe della esistenza dell’anima nel dopo morte,

che si svolgono rispettivamente nelle sfere del Devachan superiore e inferiore e sul piano astrale (o sfera lunare),

• e dall’altro con i tre sacrifici del Cristo in cielo, mediante l’anima natanica,

che allora furono consumati nelle medesime sfere spirituali.

Oltre a ciò, tanto l’esperienza dell’anima tra morte e nuova nascita,

quanto i tre sacrifici del Cristo attraverso l’anima natanica, trovano la loro espressione fisica in un solo fenomeno:

nell’appropriarsi infantile delle facoltà dell’incedere eretto, del parlare e del pensare, nei primi tre anni di vita.

E così, come per l’essere del Cristo questi tre sacrifici sono tre tappe del suo avvicinamento alla Terra,

così c’è in questo una ulteriore prova che la via di discesa dell’anima umana verso una nuova nascita

è la ripetizione microcosmica della via macrocosmica del Cristo

in direzione della Terra, verso la consumazione del Mistero del Golgota.

• Perciò possiamo anche affermare che nel IV, V, e VI ritmo del Convegno di Natale

si rispecchiano nella loro essenza i tre sacrifici del Cristo in cielo mediante l’anima natanica:

• così nel quarto ritmo, che ci rapisce nella sfera del Devachan superiore, ritroviamo nello stesso tempo l’indicazione

alla prima azione sacrificale del Cristo attraverso l’anima natanica, che venne compiuta da questa sfera sublime, per la quale nell’epoca lemurica il corpo fisico dell’uomo potè essere salvato.

Il suo archetipo si trova nel Devachan superiore

e i suoi germi furono posti dalle gerarchie già al tempo dell’antico Saturno.

Perciò il ritmo di quel giorno venne dato di sabato, il giorno di Saturno.-

• Poi, nel V ritmo, che corrisponde al Devachan inferiore, (la sfera solare propriamente detta),

veniamo indirizzati alla seconda opera sacrificale del Cristo attraverso l’anima natanica,

che venne eseguita da questa seconda sfera spirituale.

Questo sacrificio salvò, all’inizio dell’epoca atlantica, gli «organi vitali» dell’uomo,

l’archetipo dei quali si trova nel Devachan inferiore, e il cui germe venne posto ancora nel tempo dell’antico Sole.

Ecco perchè quel ritmo venne dato nel giorno del Sole, di domenica.

• E infine, nel ritmo del VI giorno, che si riferisce all’ambiente spirituale contornante più da vicino la Terra

(quello della sfera lunare), abbiamo l’indicazione alla terza azione sacrificale del Cristo attraverso l’anima natanica,

cui va il merito della salvazione degli organi animici dell’uomo;

il loro archetipo si trova sul piano astrale, e i loro germi furono posti ancora sull’antica Luna.

Ecco perchè il ritmo di quel giorno venne dato nel segno della Luna, cioè di lunedì.-

• E concludendo, il VII ritmo ci dà l’immagine

del quarto e più importante sacrificio di Cristo entro l’anima natanica,

quando questa si incarnò all’inizio della nostra era in Gesù di Nazaret,

nel cui trentesimo anno l’alto Essere solare del Cristo si unì ai suoi involucri fisico, eterico e astrale,

allo scopo di creare, in nome della redenzione dell’io umano, un tale corpo fisico che nei suoi tre sistemi fondamentale,

quelli della testa, del ritmo e delle membra, potesse divenire l’espressione più pura

degli impulsi-del Padre, del Figlio e dello Spirito,

ciò che da parte sua era la premessa affinchè sorgesse sulla Terra, per la prima volta, un essere umano

dai cui corpi astrale, eterico e fisico, potessero venir espulse completamente le forze di Lucifero e Arimane.

• Infatti solo quel corpo astrale che si sviluppi a sè spirituale, può fare dell’organismo della testa dell’uomo

la più pura espressione del principio macrocosmico dello Spirito;

• e solo quel corpo eterico che si è sviluppato fino allo spirito vitale può fare dell’organismo ritmico dell’uomo

la più pura copia del principio macrocosmico del Figlio.

E infine solo quel corpo fisico che si è trasformato nell’uomo spirituale, può divenire, fin nelle membra,

il ritratto delle forze macrocosmiche del Padre.

Così il Cristo trasformò a poco a poco, nel corso di tre anni, dopoché egli, come sommo Io macrocosmico,

era entrato nei tre involucri di Gesù di Nazaret e ne aveva espulso Lucifero e Arimane, trasformò mediante il suo Io,

• il corpo astrale di Gesù in Sè spirituale,

• il corpo eterico in Spirito vitale

• e il corpo fisico nell’Uomo spirituale, corpo della Risurrezione,

e trasferì a ogni io umano la forza di evolversi sempre più verso l’alto,

nel corso di tutti gli eoni futuri, di Giove, Venere e Vulcano,

dall’io umano terrestre fino all’ultima Risurrezione nell’Uomo spirituale.

• Così, anche se il principio dell’Io non vi viene esplicitamente nominato,

tanto più nel ritmo la sua azione di elevazione e di educazione fin dentro al corpo fisico,

sta alla base dell’ultimo ritmo del Convegno di Natale.

(Vedi in proposito il rapporto del Corpo di risurrezione Fantoma con il principio dell’Io,

nel ciclo «Da Gesù a Cristo» O.0.131,10/10/1911, EAM1972 pag. 131)

• E se abbracciamo con uno sguardo l’intera evoluzione futura della Terra,

possiamo aggiungere nel nostro intimo a questo ritmo le parole del Cristo:

«In verità, in verità vi dico: Chi crede in me farà le stesse opere che io compio.» (Giov. 14,12)

113       – II termine «Antroposofia» è già apparso nel 1902,

cioè al primo inizio dell’azione pubblica di Rudolf Steiner come Maestro (vedi la nota 5 del III capitolo).

114       – In relazione con le tappe principali del viaggio dell’anima attraverso le sfere del cosmo spirituale, tra morte e nuova nascita, contenute nei suddescritti sette ritmi, si deve osservare ancora quanto segue:

• in diverse sue conferenze, Rudolf Steiner parla spesso

dell’influsso delle forze luciferiche e arimaniche sull’uomo nell’esistenza dopo la morte,

dicendo che, subito dopo il transito per la porta della morte, è Lucifero che si accosta particolarmente all’uomo,

e immediatamente prima della nuova incarnazione è Arimane a farlo

(vedi per es. 14/3/1913, O.O. 150 e specialmente 24/11/1923, O.O. 232, EAM 1982 pagg. 30 e seg.).

• Troviamo il riflesso di questo nesso, rispettivamente, nei due primi e nei due ultimi ritmi del Convegno di Natale,

dove si parla anche della reale vittoria sulle forze seduttrici di Lucifero e Arimane nella evoluzione terrena.

Così il I ritmo ci dimostra l’inevitabilità di lavorare contro le forze di Lucifero nell’anima umana.

In questo ritmo si parla della conoscenza dei misteri dell’io mediante esercizi occulti,

e del suo sviluppo dalla mancanza di libertà alla libertà, cioè

di quello sviluppo sul quale gli spiriti luciferici cercano continuamente di influire.

Inoltre questi ultimi che dimorano soprattutto nel corpo astrale dell’uomo,

tentano da questo di influire sull’io umano in due maniere.

• Dapprima si presentano come implacabili oppositori della libertà umana,

contro la quale combattono in quanto evocano nell’uomo desideri, brame e passioni,

attraverso il fitto velo delle quali l’io umano non possa aprirsi un varco nel corpo astrale

per giungere a una reale libertà interiore.

L’uomo deve contrastare a questa prima tentazione di Lucifero, mediante il proprio sviluppo morale,

lavorando al superamento della sua natura sensuale inferiore.

Rudolf Steiner indica questo sviluppo morale come mezzo principale nella lotta con Lucifero su questo gradino,

nel commento al I ritmo, dove parla della necessità del «sentimento morale»

nel salire dal «si sustanzia» (I,11) al « congiungono» (II,11) e al «donano» (III,11).

• Questa è anche quell’aurea regola della vera scienza occulta, della quale si parla nel libro «L’iniziazione»:

▸ «Se tu cerchi di fare un passo avanti nella conoscenza di verità occulte,

fai nello stesso tempo tre passi avanti nel perfezionare in bene il tuo carattere.»

• Quando in tal modo le forze luciferiche sono superate in una certa misura dal discepolo spirituale

nella loro forma più diffusa, quella nella quale cercano di sedurre tutta l’umanità,

compresi gli uomini che non hanno intrapresa la via dello sviluppo occulto,

Lucifero affronta il discepolo spirituale con una seduzione assai più sottile ed efficace.

Se ne può fare una rappresentazione solo chi ha calcato la strada dello sviluppo occulto.

Qui Lucifero si presenta non più come nemico della libertà, bensì come grande tentatore in favore di essa,

che si sforza di sedurre l’uomo a fare un cattivo uso della libertà,

applicandola al soddisfacimento di propri scopi egoistici.

• Questa è la tentazione alla superbia (mancanza di umiltà),

fondata in senso esoterico sul difetto di vera autoconoscenza,

dalla quale Lucifero cerca di tener lontano, con ogni mezzo, il discepolo spirituale.

• Questo tipo occulto puro di tentazione si palesa nella scena di seduzione del Cristo Gesù nel deserto,

che Rudolf Steiner descrive come segue, conforme al Quinto Vangelo:

▸ «Il primo incontro nella solitudine dell’entità del Cristo nel corpo di Gesù di Nazaret fu con Lucifero che agisce e domina quando si avvicina tentando gli uomini che, per difetto di autoconoscenza e di umiltà, sopravvalutano se stessi.»

(6/10/1913 O.O. 148,EAM 1989 pag. 78).

Accenna al superamento di questa seconda forma di tentazione luciferica

il II ritmo del Convegno di Natale, nel quale il discorso verte di nuovo sulla conoscenza dei misteri dell’io umano.

• Ma adesso questa conoscenza passa per un significativo approfondimento

e non diventa solamente la base dello sviluppo morale, come avveniva nel ritmo precedente,

ma anche una base di vera «autoconoscenza» di cui Rudolf Steiner parla nel commento a questo II ritmo,

il quale conduce gradualmente il discepolo spirituale

ad un reale superamento di tutte le forze di Lucifero agenti illegittimamente,

cioè di quello spirito che conduce sempre l’uomo a illusioni riguardo alla sua interiorità.

• In quanto il discepolo, a questo modo, attraverso vera autoconoscenza nel senso del II ritmo,

raggiunge la possibilità di vivere, sentire e pensare veramente (I,II,III,12),

egli giunge a un determinato grado di purificazione del suo corpo astrale

(cioè della sua trasformazione in sè spirituale – vedi la descrizione di questo ritmo in questo capitolo),

ciò che opera in lui la definitiva vittoria sulle forze tentatrici di Lucifero.

• Per quanto concerne il VI e VII ritmo del Convegno di Natale,

fin dove in essi si parla delle esperienze dell’anima umana immediatamente prima della sua discesa sulla Terra,

essi ci indirizzano alla via del superamento delle forze di Arimane nell’evoluzione terrena.

Si deve inoltre considerare che

Lucifero tenta l’uomo più dalla interiorità, dalle profondità della sua anima,

Arimane invece più da fuori, attraverso il mondo della natura che circonda l’uomo,

oppure direttamente attraverso il suo corpo fisico.

• Da questo punto di vista il VI e VII ritmo del Convegno di Natale

ci danno anche un’immagine universale della via per la quale

è possibile vincere realmente tutte le forze di Arimane agenti illegittimamente.

• Ma mentre nell’attuale ciclo evolutivo,

l’uomo può, partendo dalle proprie forze animiche, vincere la seduzione di Lucifero,

può invece vincere Arimane solo con l’aiuto dell’impulso Cristo che avrà accolto nella sua anima.

• Non noi stessi, ma solo il Cristo in noi può vincere finalmente Arimane,

il cui pieno superamento solo con le proprie forze non è finora possibile all’uomo;

Rudolf Steiner caratterizza questa situazione con le seguenti parole:

▸ «Per opera delle gerarchie superiori, anzitutto Arimane non può essere eliminato completamente per tutto il resto dell’evoluzione della Terra, fino a Vulcano.

• Sarà sempre possibile, col puro sforzo spirituale vincere la tentazione interiore di Lucifero, cioè i desideri, le brame e le passioni che sorgono dall’interiorità, la superbia, l’orgoglio, la temerarietà.

• Lucifero può essere vinto mediante lo spirito, quando attacca gli uomini da solo. – Anche quando Lucifero e Arimane, tutti e due insieme, attaccano gli uomini partendo dall’interiorità si può ottenere la vittoria con mezzi spirituali.

• Ma se Arimane è solo, egli immette la sua attività nel divenire materiale dell’evoluzione terrestre, e in questo campo non è possibile eliminarlo del tutto. – Arimane, Mefistofele, Mammona (le tre figure si identificano) si nascondono nel denaro e in tutto quanto è legato con l’egoismo naturale.

• In quanto è sempre necessario che nella vita umana si immischi qualcosa di materiale,

l’uomo deve fare i conti con Arimane.» (18/12/1913, O.O. 148, EAM 1989 pagg. 130 131)

In questo senso il VI ritmo ci dà la possibilità di vincere le forze di Arimane nel nostro corpo eterico.

Ciò vien raggiunto attraverso la reale esperienza

di come dal tempo del Mistero del Golgota, le forze del Cristo-Sole

dominano nei regni elementari della Terra, cioè in quella sfera spirituale

che fino al Mistero del Golgota era afferrata in massima misura da Arimane.

• Solo per questa via possiamo contribuire a una reale spiritualizzazione della nostra Terra, e alla sua graduale trasformazione da un pianeta in una stella: di questo grande futuro della Terra parla Rudolf Steiner nel suo commento a questo ritmo, come «del senso di tutta l’evoluzione della Terra».

• Attraverso l’accoglimento-in-sè dell’impulso-Cristo

dobbiamo imparare a vedere rinnovata intorno a noi l’intera natura

che è compenetrata di spirito: in ogni pianta, in ogni nuvola, in ogni pietra

dobbiamo imparare a vedere che, a partire dal tempo del Mistero del Golgota,

la sostanza del Cristo agisce in esse.

• Poiché solo una tale concezione della natura esterna, come completamente compenetrata dal Cristo,

può incatenare le forze di Arimane nel nostro corpo eterico.

• In vista di questo egli si adopera a rappresentarci tutta la natura

come un meccanismo inanimato e morto; corrispondentemente

ciò trova la sua espressione esteriore nella premura di Arimane

a portare l’impulso di morte dentro il corpo eterico dell’uomo,

onde impedirne la futura trasformazione nello spirito vitale.

• Il VII ritmo ci indirizza alla definitiva vittoria sulle forze di Arimane

che agiscono illegittimamente nell’evoluzione della Terra.

Nella corrente ordinaria dell’evoluzione ciò potrà compiersi soltanto su Vulcano,

quando, dopo il raggiungimento da parte di tutta l’umanità

del gradino dell’uomo spirituale, sarà possibile possedere un corpo fisico tale

i cui tre sistemi fondamentali siano la pura immagine delle forze macrocosmiche del Padre, del Figlio e dello Spirito.

• Tuttavia colui che assume le forze di risurrezione contenute nell’impulso-Cristo,

colui che partecipa interiormente alla «vita imperitura» risorgente dal sepolcro del Golgota,

colui che configura in sè quell’«immagine spirituale primordiale» di cui Rudolf Steiner parla nel commento al VII ritmo,

a lui è già possibile lavorare alla conversione delle forze deformanti di Arimane nel corpo fisico.

Se ci rammentiamo che nel IV ritmo del Convegno di Natale si parla del Cristo cosmico

che il discepolo, su questo gradino della sua iniziazione sperimenta «faccia a faccia» come suo vero Io,

e se ci ricordiamo dell’azione universale del Cristo nel cosmo come «Parola cosmica», sulla quale Rudolf Steiner si esprime nel suo commento al IV ritmo, ci si manifesta così la composizione generale di tutti sette i ritmi del Convegno di

Natale come collegata con l’essenza esoterica del gruppo plastico, con la immagine della nuova Iside, la sapienza divina (vedi la descrizione del VII ritmo) e con il motivo della finestra rosa a nord del Goetheanum.

Si potrebbe così dal punto di vista considerato seguire anche i significativi rapporti tra i sette ritmi del Convegno di Natale e i sette sigilli apocalittici dati da Rudolf Steiner al congresso di Monaco, ma non abbiamo la possibilità di indulgere a questo punto.

• Riguardo al III e V ritmo si deve notare quanto segue:

nel III ritmo manca l’indicazione esplicita alla reazione contro le forze di Lucifero,

poiché in quest’ambito che è congiunto col ritmo universale permeante il nostro cosmo, domina l’arcangelo Michele.

Egli porta, durante la nostra epoca, traendolo dall’alta sfera solare,

l’«intimo ritmo dell’anima» in accordo con il «ritmo universale»

in quanto mediante i tre esercizi occulti suscita una coscienza per la Trinità che domina sull’universo tutto.

Con ciò ci si manifesta l’«…esperienza del Mondo-Spirito,

che ha nella sua sfera il ritmo universale entro e fuori dell’uomo,

così come l’uomo ha il mondo terreno con i suoi esseri e processi fisici.

Ebbene, a questo Mondo Spirito appartiene tutto quello che, nell’attuale attimo cosmico, avviene per mezzo di Michele.

Uno spirito come Michele porta quello che altrimenti giacerebbe nell’ambito di Lucifero nella pura evoluzione umana, non influenzata da Lucifero stesso, appunto perchè egli elegge a sua dimora il mondo ritmico (O.O. 26; vedi anche la nota 120).

Questo aspetto micheliano è dato anche nei due ritmi precedenti:

• nel I ritmo si parla di quello che l’anima «ritma traendolo dal ritmo universale»,

cosicchè sorge in lei a sua immagine il proprio «ritmo interiore»,

quel ritmo che salendo da “si sustanzia” a “congiungono’ e a “donano”, … trapassa nel sentimento morale»

che permea di nuova luce il pensiero, il sentimento e la volontà dell’uomo.

Nel II ritmo l’aspetto micheliano viene a espressione

in quanto in esso non si parla solo della comune autoconoscenza,

ma dell’«autoconoscenza necessaria secondo i segni del tempo»,

(sul rapporto tra «segni del tempo» e impulso di Michele vedi la nota 2).

Il V ritmo, che è congiunto con la «svolta dei tempi» parla anche di come il Cristo, mediante il Mistero del Golgota, ha vinto quell’oscuramento della coscienza superiore che era stato provocato dalla potenza di Arimane, il demone solare, e nel quale stavano nel mondo spirituale le anime dei defunti, fino all’evento del Golgota.

Nella «Scienza occulta» troviamo di questo nesso la seguente descrizione:

«…quando “l’evento del Golgota’ è stato compiuto, quando la “morte sulla croce” si è verificata, il Cristo è apparso nel mondo in cui le anime dimorano dopo la morte e ha segnato i limiti alla potenza di Arimane.

• Da quel tempo in poi la regione che il popolo greco chiamava ‘il regno delle ombre”, fu attraversata da quel lampo spirituale, che dimostrò agli esseri che la popolavano che la luce tornerebbe a risplendervi; ciò che era stato acquisito al mondo fisico per mezzo del ‘Mistero del Golgota’ illuminò con la sua luce anche il mondo spirituale.»

(O.O. 13, IV cap. Laterza 1932, pag. 188).

• Nella meditazione della pietra fondamentale corrispondono a questo evento specialmente i versi:

«vinto il dominio della notturna tenebra, chiara luce diurna raggiò nelle anime umane.»

• Se adesso prendiamo in considerazione il fatto che, nell’uomo, le forze arimaniche agiscono più nella volontà (O.O. 194, 28/11/1919), comprendiamo che solo accogliendo in noi il Cristo-Sole fino a questa sfera, possiamo giungere a una reale vittoria sulle forze del dèmone solare.

Ciò deve trovare la sua espressione nella vera azione del bene; troviamo l’impulso a tanto nel  V ritmo:

 

« Perchè sia bene

ciò  che noi

col cuore fondiamo

ciò che con la mente

a piena meta condurre

vogliamo.»

 

  • In totale possiamo riassumere questo esposto nella maniera seguente:

 

 

 

in una maniera compiutamente nuova: • A chi è in grado di compenetrarsi effettivamente

della manifestazione della «Parola universale» contenuta nel IV ritmo,

si apre la possibilità di comprendere gli altri sei ritmi

• allora il «sentimento morale» da lui compreso grazie alla Parola universale (I ritmo)

Io può condurre a poco a poco a

• sperimentare la «immagine dell’origine spirituale» (VII ritmo);

• inoltre la giusta «autoconoscenza» (II ritmo) può svelargli,

sotto l’influsso della Parola universale,

• il «senso dell’evoluzione terrena» (VI ritmo);

• e finalmente la vita nel «ritmo universale» (III ritmo)

permeata dalla Parola universale, lo condurrà alla

• contemplazione del mistero della «svolta dei tempi» (V ritmo).