4 anime di gruppo umane: leone, toro, aquila e uomo

O.O. 107 – Antropologia Scientifico-Spirituale Vol. I – 29.10.1908


 

Nell’ultimo terzo dell’epoca atlantica, il corpo eterico si trova ancora in certa misura al di fuori del corpo fisico, la testa del corpo eterico non è ancora connessa con le forze del corpo fisico, che sono le forze dell’io, dell’autocoscienza.

Se osserviamo il processo di fondo, possiamo dire così: l’evoluzione consiste nel progressivo inserirsi della testa eterica entro la testa fisica.

 

Se esaminiamo un cavallo, com’è oggi, vediamo che la sua testa eterica sporge fuori dalla testa fisica. Rispetto a quest’ultima, la testa eterica è notevolmente sovradimensionata. Vi ho anche parlato della poderosa organizzazione costituita dalle componenti eteriche dell’elefante, che in larghissima misura eccedono i confini del suo corpo fisico.

Allo stesso modo, in epoca atlantica anche nell’uomo il corpo eterico era ancora esterno al corpo fisico, e con l’andare del tempo vi si inserì in misura sempre maggiore.

Questo inserimento di una componente più rarefatta in una più densa comporta al tempo stesso una condensazione di quello che è l’elemento fisico. Allora, perciò, la testa fìsica dell’uomo presentava ancora un aspetto totalmente diverso da quello delle epoche posteriori.

 

Se risalissimo ancora più indietro, fino agli ultimi tempi della Lemuria, al nostro sguardo spirituale la testa fisica offrirebbe ben poco da vedere, costituita com’era da una materia assolutamente molle e trasparente.

Solo con il graduale inserimento della testa eterica le varie parti della testa vennero condensate e separate dagli elementi dell’ambiente circostante.

Nella successiva epoca atlantica l’uomo era ancora dotato, in proporzioni gigantesche, di ciò che si è tuttora conservato in forma patologica nell’idrocefalo, in un cervello acquoso.

 

Oltre a questo, dobbiamo anche immaginarci una diffusa osteomalacia, un complessivo rammollimento delle membra superiori. Uno spettacolo orribile, per l’uomo di oggi. Da questa sostanza acquosa si è venuto solidificando ciò che attualmente costituisce e delimita la testa umana. Non è poi tanto inappropriata quest’immagine, che adopero qualche volta, della solidificazione, del cristallizzarsi di masse acquose, come avviene di una soluzione salina in un bicchiere; il cristallizzarsi del sale da una soluzione idrica salina rende abbastanza precisamente i fenomeni di cui stiamo parlando. Mentre per la testa ciò è avvenuto in quest’epoca piuttosto tarda, per le altre membra dell’uomo è accaduto molto prima. Anch’esse si sono formate a poco a poco da una massa molle.

 

A questo punto possiamo domandarci: ma allora, a quei tempi, dov’era in realtà l’io umano, l’io di oggi?

In effetti, non era nell’uomo; era ancora nell’ambiente circostante.

Possiamo anche dire che le membra superiori dell’uomo si sono solidificate con l’introdursi dell’io al suo interno.

 

Un altro aspetto da notare è che, per il fatto di trovarsi ancora all’esterno dell’uomo, l’io presentava a quei tempi una caratteristica che, in seguito, è mutata.

Il suo ingresso nel corpo fisico ha fatto sì che divenisse un io individuale, mentre prima era ancora una specie di anima di gruppo.

Vi proporrò un’immagine, per illustrarvi la situazione.

 

Immaginate dunque dodici uomini seduti in cerchio; da qualche parte, mettiamo vi siano questi dodici uomini, che siedono disposti in cerchio. Ciascuno di loro, in virtù di quello che è lo stadio attuale dell’evoluzione, ha in sé il proprio io. Ciò significa che, seduti in cerchio tutt’intorno, vi sono dodici io. Ora, però, un gruppo di persone come questo immaginiamo di osservarlo in epoca atlantica: i corpi fisici sono bensì seduti in cerchio, ma l’io di ciascuno si trova solo nel corpo eterico, che è ancora esterno. Dunque, ognuno ha il proprio io davanti a sé. L’io ha però anche un’altra caratteristica: non è così accentrato, dispiega immediatamente le sue forze all’intorno e si collega con gli io degli altri uomini, cosicché essi formano un anello che invia a sua volta le proprie forze verso il centro. Qui, pertanto, abbiamo un corpo eterico circolare che forma in sé un’unità, e gli io al suo interno; abbiamo quindi un cerchio di corpi fisici, e all’interno un’area eterica circolare che forma un’unità e che, in quanto vi sono racchiusi gli io, ricomprende in sé l’io individuale. Grazie a questa immagine, arriviamo così a farci una chiara idea delle anime di gruppo.

 

 

Se risaliamo ancora più indietro nel tempo, possiamo mantenere questa immagine, ma gli uomini non dobbiamo più figurarceli disposti in un cerchio così ordinato: può ben essere invece che siano sparpagliati nelle più diverse parti del mondo. Anziché seduti tutti insieme, immaginiamoceli uno nell’ovest dell’odierna Francia, un altro nell’est dell’America e così via:

in ogni caso, là dove vigono le leggi del mondo spirituale, gli io possono comunque essere in collegamento fra loro, anche se gli uomini sono sparsi per tutta la Terra.

Questi uomini, allora, formano comunque un girotondo.

Ciò che risulta dall’incontro dei loro io non è certamente un corpo eterico di perfezione geometrica, ma è pur sempre un che di unitario.

 

 

Dunque, è esistito in quel tempo un gruppo di uomini che erano legati fra loro in quanto i loro io costituivano un’unità; anzi, di tali io di gruppo ne esistevano, per la precisione, sostanzialmente quattro.

Nell’immaginarvi questi uomini, dovete sempre tener conto delle leggi del mondo spirituale.

 

Le anime di gruppo dei quattro gruppi si intersecavano l’una con l’altra; non erano intimamente connesse fra loro, ma si intersecavano reciprocamente.

I nomi con i quali si designano le quattro anime di gruppo sono quelli dei quattro animali apocalittici: aquila, leone, toro, uomo.

L’uomo di allora si trovava però in uno stadio dell’evoluzione diverso da quello dell’uomo attuale. Quei nomi fanno riferimento all’organizzazione delle anime di gruppo. Perché si è potuto chiamarle così? Cercherò di spiegarvelo, oggi, da un nuovo punto di vista.

 

È il momento, quindi, di risalire ai primordi della vita lemurica.

In quel tempo le anime, che oggi sono incarnate nei corpi umani, non erano ancora discese fino ai corpi fisici; non avevano ancora la minima tendenza a congiungersi con la materia fisica.

E i corpi, quelli che sarebbero divenuti in seguito corpi umani, avevano ancora sembianze animalesche, fortemente animalesche.

 

V’erano sulla Terra gli esseri fisici più grotteschi, che sarebbero parsi tali anche rispetto a quelli che reputiamo oggi i più grotteschi fra gli animali. Tutto era ancora intriso di una materia molle, viscida, ribollente d’acqua o di fuoco, così gli uomini come pure l’ambiente. In mezzo a queste forme grottesche si trovavano già, naturalmente, gli antenati degli uomini: del loro corpo fisico, ma gli io non ne avevano ancora preso possesso.

 

In effetti, le quattro anime di gruppo delle quali abbiamo parlato vivevano già in quanto tali prima dell’ingresso dell’elemento spirituale nell’organizzazione fìsica, così che vi erano quattro tipi di io che attendevano di incarnarsi, e ch’erano predisposti per specifiche forme che si trovavano laggiù sulla Terra.

 

Gli io di un tipo erano predisposti a introdursi in organizzazioni già esistenti, fisicamente, entro determinate forme, quelli di un altro in altre; le forme laggiù esistenti dovevano in certo modo corrispondere morfologicamente ai vari tipi di io in attesa di incarnarsi.

Vi erano forme particolarmente idonee ad accogliere gli io-leone, altre idonee ad accogliere gli io-toro e così via.

Questo accadeva in un’epoca assai remota dell’evoluzione della Terra.

 

Ora, immaginate che l’anima di gruppo che abbiamo chiamato anima-toro si indirizzi a ben determinate forme che stanno laggiù. Queste hanno un loro specifico aspetto; allo stesso modo, l’anima-leone si indirizza ad altre specifiche forme.

Dunque, anche l’elemento fisico che è sulla Terra ci presenta una quadruplicità.

 

• Un gruppo sviluppa accentuatamente gli organi le cui funzioni coincidono in prevalenza con quelle del cuore; l’organizzazione dei suoi appartenenti è centrata unilateralmente sul cuore; v’è in essi un elemento particolarmente aggressivo, animoso, combattivo. Sono audaci, tendono a imporsi, vogliono sopraffare gli altri, sono già, per così dire, dei conquistatori, sono istintivamente nature di conquistatori, già nella forma. Sono coloro nei quali è stato il cuore, la sede dell’io, a venire fortificato.

• In altri sono particolarmente sviluppati gli organi della digestione, quelli della nutrizione, quelli della generazione;

• nel terzo gruppo lo sono specialmente gli organi motori;

• entro il quarto gruppo, invece, i vari elementi sono distribuiti in modo uniforme, sia quello ardimentoso e aggressivo, sia quello pacifico, innescato dallo sviluppo degli organi digestivi: si sono sviluppati entrambi.

 

• Il gruppo nel quale si è sviluppato l’elemento aggressivo, connesso con l’organizzazione del cuore, era quello degli uomini la cui anima di gruppo si ricollegava al leone;

• il secondo gruppo era quello del toro;

• il terzo gruppo, caratterizzato dall’elemento motorio, che non è molto sensibile alla sfera terrena, era quello legato all’anima di gruppo dell’aquila. Era, questo, il gruppo di coloro che potevano innalzarsi al di sopra della sfera terrena.

• E coloro nei quali sussisteva un equilibrio fra i vari elementi erano legati all’anima di gruppo dell’“uomo”.

Nell’ambito fisico abbiamo quindi la precisa proiezione delle quattro anime di gruppo.

 

All’osservatore si sarebbe presentato, a quei tempi, uno spettacolo assolutamente singolare.

• Ci si sarebbe trovati di fronte a un tipo di razza della quale, se dotati di capacità profetiche, si sarebbe potuto dire: ecco degli esseri fisici che fanno pensare in qualche modo ai leoni, che manifestano il carattere del leone, quantunque appaiano diversi dai leoni dei tempi futuri. Si trattava di uomini dal coraggio leonino, di uomini in germe carichi di aggressività.

• Esisteva poi un gruppo di uomini simili a tori, interamente proiettato sul piano fisico. Potete facilmente completare il quadro con le altre due razze. La terza era già potentemente visionaria.

• Mentre la prima razza era audacemente combattiva, e la seconda si applicava a tutto quanto è legato al piano fisico, alla sua elaborazione, avreste trovato, nel terzo gruppo, degli uomini già dotati di grande forza visionaria. Essi avevano, di regola, un che di deforme rispetto agli altri corpi. Vi avrebbero fatto pensare a uomini nei quali la dimensione psichica era molto sviluppata, e che credevano nelle visioni, ma che, non curandosi più di tanto dell’elemento fisico, avevano qualcosa di inaridito, qualcosa di atrofizzato a paragone dell’energica esuberanza degli altri due gruppi. Vi avrebbero richiamato alla mente la natura degli uccelli. «Il mio spirito, voglio tenerlo in disparte»: era questa la tendenza degli uomini-aquila.

• Negli uomini del quarto gruppo v’era un miscuglio, per così dire, di tutte le componenti.

 

C’è anche qualcos’altro da aggiungere: quando risaliamo tanto indietro da incontrare, sulla Terra, condizioni come quelle che abbiamo descritto, dobbiamo cercare anche di tener presente che tutto quanto era accaduto nel corso dell’evoluzione aveva lo scopo di conformare le vicende della Terra a un ordine spirituale. Non era altro che un lungo giro per arrivare all’uomo odierno.

Chi avesse potuto guardare ancor più a fondo nelle cose, sarebbe giunto a rendersi concretamente conto del fatto che le nature leonine, quelle che richiamavano ciò che oggi, sia pure con enormi differenze, vediamo nel corpo del leone, esercitavano una particolare forza di attrazione sulle forme maschili dei corpi eterici.

Queste si sentivano particolarmente attratte verso gli uomini-leone, i quali erano perciò degli esseri che esteriormente avevano un corpo di leone e, interiormente, un corpo eterico maschile.

C’era un imponente essere eterico con carattere maschile, e una piccola parte di questo essere eterico si condensava nel corpo fisico leonino. Formalmente, tale corpo fisico era il nucleo della cometa, mentre il corpo eterico ne costituiva la coda, ma in realtà era quest’ultima a dar vita al nucleo.

 

La razza taurina esercitava invece una particolare forza di attrazione sul corpo eterico femminile.

Il corpo taurino aveva appunto la forza di attirare il corpo eterico femminile e di unirsi ad esso.

E dovete anche pensare al lavorìo ininterrotto che ne è derivato, all’incessante attività di intrusione e di trasformazione esercitata dai corpi eterici.

 

Nei tempi più remoti, è di particolare importanza il rapporto fra gli uomini leonini e quelli taurini. Gli altri hanno un minore rilievo.

I corpi eterici maschili, dai quali si cristallizzava un corpo fisico leonino, avevano la capacità di fecondare questo stesso corpo fisico, cosicché alla razza leonina si doveva la propagazione stessa dell’umanità.

Si trattava di una fecondazione di natura spirituale, di una riproduzione asessuale.

Lo stesso poteva fare, d’altra parte, anche la razza taurina. Qui, il corpo fisico che veniva formato tornava ad agire a sua volta sul corpo eterico femminile.

 

Nel corso dell’evoluzione, le cose si diversificarono. Mentre la natura leonina mantenne questo tipo di riproduzione, perché la forza fecondatrice di origine spirituale veniva dall’alto, mentre qui dunque il processo si estese, l’altro processo andò invece incontro a una continua regressione. L’umanità taurina divenne sempre più infeconda. Per conseguenza ci si trovò ad avere, da un lato, una metà dell’umanità che veniva conservata in virtù della riproduzione, e, dall’altro lato, un’altra metà che diventava sempre più infeconda. Dalla prima metà derivò il sesso femminile, dalla seconda quello maschile.

 

La natura fisica femminile, com’è oggi, ha in effetti un corpo eterico maschile, mentre il corpo eterico del maschio è femminile.

Il corpo fisico della donna discende dalla natura leonina, mentre il corpo fisico taurino è l’antenato del corpo maschile.

L’elemento spirituale che è nell’uomo ha una comune origine, è neutro, è entrato nel corpo fisico solo quando i sessi si erano già differenziati; solo allora l’elemento spirituale è stato chiamato in causa, solo allora la testa si è solidificata.

Solo allora il corpo eterico della testa si è congiunto con il corpo fisico, ed era del tutto indifferente che si sovrapponesse a un corpo maschile o a un corpo femminile, perché entrambi i sessi sono uguali.

 

Dobbiamo dire, prescindendo da ciò che travalica comunque la differenziazione, che la donna ha in virtù della propria evoluzione un che di leonino nella propria natura. Sarà facile scoprire questo ardimento nascosto. La donna può sviluppare il coraggio dell’interiorità ad esempio nella guerra, nell’assistenza ai malati, per rendere determinati servizi all’umanità.

 

Il corpo fisico maschile ha ciò che possiamo propriamente chiamare la natura taurina. Ciò è legato al fatto che l’uomo, per come normalmente è organizzato, è più rivolto a un’attività basata sulla realizzazione fisica. Considerate dal punto di vista occulto, le cose stanno precisamente in questi termini, anche se ciò suona molto strano. Vedete, dunque, come abbiano cooperato queste anime di gruppo. L’anima di gruppo leonina e quella taurina lavorano mettendo insieme il loro lavoro. Queste entità divine cooperano, e nell’uomo di oggi si ritrova il lavoro delle diverse anime di gruppo divine.

 

Le immagini che vi ho messo davanti, tratteggiandole appena, produrranno già il loro effetto. Se risaliamo sempre più indietro nell’evoluzione dell’umanità, fino all’epoca in cui non esisteva ancora possibilità di riproduzione, dobbiamo dire che il corpo femminile, il corpo fisico esteriore, si è trasformato in un qualcosa di leonino, mentre il corpo maschile aveva un che di taurino. Se vogliamo comprendere queste cose nel loro giusto significato, dobbiamo prenderle profondamente sul serio.

 

Per chi ha studiato l’anatomia umana, sarebbe facile dedurre le differenze anatomiche fra il corpo fisico della donna e quello dell’uomo da queste nature leonina e taurina. La fisiologia rimarrà una scienza assolutamente sterile, continuerà a descrivere solo dati esteriori, fino a che non penetrerà nello spirito che li sostanzia.

 

Ora non vi sembrerà più così strano che vi sia stata, un tempo, una razza di uomini che avevano un corpo leonino.

Essi hanno accolto in sé la natura dell’io, e così la natura leonina si è sempre più trasformata nel corpo femminile.

Coloro che non hanno raccolto alcunché di questo elemento spirituale si sono trasformati in maniera totalmente diversa, si sono trasformati cioè negli attuali leoni e in quanto è loro affine.