Iniziazione nel corpo fisico per mezzo del Cristo

O.O. 100 – Evoluzione dell’Umanità e conoscenza del Cristo – 20.11.1907


 

Con l’avvento del Cristo Gesù

intervenne un elemento totalmente nuovo nella metodica iniziatica.

 

Immaginate che l’uomo abbia completamente trasformato il corpo astrale in Sé spirituale.

In tal caso, il Sé spirituale sì imprime nel corpo eterico come il sigillo nella ceralacca,

conferendogli la propria conformazione.

Quest’atto trasforma il corpo eterico in Spirito vitale.

Quando quest’operazione si è effettuata completamente,

lo Spirito vitale s’imprime nel corpo fisico trasformandolo in Uomo-Spirito.

 

Solo con la comparsa del Cristo Gesù fu possibile imprimere

quel che era lo Spirito vitale direttamente nel corpo vitale.

 

• Le esperienze vissute nei mondi spirituali potevano essere impresse ora direttamente nel cervello fisico

senza bisogno di effettuare prima la separazione del corpo eterico.

• Il primo a possedere un corpo eterico pienamente compenetrato dal Sé spirituale,

e un corpo fisico pienamente compenetrato dallo Spirito vitale, è stato il Cristo Gesù.

• Con il Suo avvento sulla Terra, coloro che sono uniti a Lui

hanno avuto la possibilità di compiere la stessa iniziazione senza dover separare il corpo eterico da quello fisico.

 

Tutti gli iniziati precristiani, dunque, dovettero compiere le esperienze dell’iniziazione fuori del corpo fisico; dopo aver vissuto queste esperienze rientravano in esso, avendo acquisito la facoltà di annunciare per propria esperienza gli eventi sperimentati nel mondo spirituale.

 

Budda, Mosè, ed altri erano iniziati di questo tipo. In Gesù è disceso per la prima volta in Terra un Essere che, pur restando nel corpo fisico, possedeva la facoltà di vedere la vita dei mondi superiori. Gli insegnamenti impartiti da Budda, da Mosè, eccetera, sono del tutto indipendenti dalla personalità dei loro maestri. Buddisti, o mosaisti, sono coloro che osservano le dottrine di Budda o di Mosè. Al riguardo è indifferente che essi riconoscano Budda o Mosè, poiché questi fondatori hanno trasmesso solo esperienze da loro avute nei mondi superiori. Altre sono le condizioni riguardo al Cristo.

 

La Sua dottrina diviene cristianesimo solo per mezzo della Sua personalità, e per essere cristiani non basta osservare la dottrina del cristianesimo. Sono realmente cristiani solo coloro che si sentono uniti al Cristo storico.

 

Alcuni dogmi del cristianesimo si riscontrano anche prima del suo avvento. Ma questi elementi non contano; importante è, invece, che il cristiano creda nel Cristo Gesù, che consideri la Sua apparizione l’incarnazione dell’uomo perfetto.

Nei tempi antichi era ancora nota l’espressione: l’iniziato è un uomo divino. Allora si aveva nozione del fatto che, durante la cerimonia iniziatica, l’iniziato si trovava lassù nel mondo spirituale presso gli esseri spirituali o divini.

 

Nel mondo spirituale l’uomo era divino.

Ma solo per mezzo del Cristo Gesù, non mai prima,

fu possibile vedere l’uomo divino” nel corpo fisico.

• Va dunque preso alla lettera il passo giovanneo 1, 18, in cui è detto:

«Nessuno ha mai visto Dio; il Figlio unigenito che è nel grembo del Padre, Lui ce l’ha annunciato».

 

In precedenza poteva percepire la Divinità solo chi aveva compiuto personalmente l’ascesa.

In Cristo, la Divinità è discesa per la prima volta in modo visibile sulla Terra.

Il Vangelo di Giovanni (1, 14) ne dà l’annuncio, e la scuola esoterica di Dionigi ne ha impartito l’insegnamento.

Il Cristo è stato qui per indicare agli uomini la via; gli uomini sono esortati alla Sua imitazione,

a prepararsi ad imprimere nel corpo fisico ciò che è nel corpo eterico, ossia a sviluppare in sé il Principio del Cristo.

 

Il Vangelo di Giovanni è un libro di vita. Nessuno di coloro che lo hanno studiato solo con l’intelletto, l’ha compreso; arriva a conoscerlo solo chi l’ha vissuto. Ripetendo i primi quattordici versetti giorno dopo giorno, per un certo periodo di tempo, si arriva a scoprire la ragion d’essere di queste parole: sono uno strumento di meditazione che risveglia nell’anima umana la facoltà di vedere, come propria esperienza, nel grandioso tableau astrale le singole sezioni del Vangelo, quali le Nozze di Cana del capitolo 2, o il colloquio con Nicodemo del capitolo 3.

 

L’uomo diviene chiaroveggente per mezzo di questi esercizi, potendo così avvedersi egli stesso della verità di quanto è scritto nel Vangelo di Giovanni. Sono centinaia gli uomini che hanno vissuto quest’esperienza. Lo scrittore del Vangelo di Giovanni era un grande chiaroveggente, iniziato dal Cristo stesso.