7 volte 7 generazioni per l’evoluzione completa dei corpi fisico ed eterico

O.O. 123 – Il Vangelo di Matteo – 05.09.1910


 

Tutto quanto è connesso con l’evoluzione dell’umanità ci si presenta per così dire da due lati,

semplicemente perché l’uomo è un essere duplice.

 

Durante lo stato di veglia i quattro elementi costitutivi della sua natura sono connessi tra loro,

per cui non possiamo constatare direttamente che egli è un essere duplice.

Durante la notte invece, quando pure abbiamo dinanzi a noi l’intera natura umana,

essa ci si presenta distintamente separata in due parti:

• quella che rimane indietro nel mondo fisico, cioè il corpo fisico e il corpo eterico,

• e quella che ne esce fuori, cioè il corpo astrale e l’io.

L’uomo è composto di queste due parti.

 

Se parliamo di ciò per cui l’uomo fa parte del mondo fisico, possiamo in fondo parlare solo dei corpi fisico ed eterico.

Ogni operazione, ogni faccenda compiuta dall’uomo nel mondo fisico riguarda solo il corpo fisico e l’eterico, sebbene durante la veglia diurna vi partecipino anche gli altri elementi costitutivi.

 

Durante lo stato di veglia l’uomo agisce dall’io e dal corpo astrale entro gli altri due corpi;

durante il sonno li abbandona a loro stessi.

 

In realtà però, al momento in cui ci si addormenta cominciano ad agire dal cosmo le forze e le entità che compenetrano quanto di noi abbiamo abbandonato, sì che avviene un ininterrotto influsso del cosmo sul corpo fisico e sull’eterico dell’uomo.

 

• La parte di noi che rimane nel letto durante il sonno,

e che rappresenta la nostra parte esterna, cioè il corpo fisico e l’eterico,

rimane conchiusa entro quarantadue generazioni: in queste essa viene ereditata.

• Se si inizia con la prima generazione,

prendendo in considerazione tutte le caratteristiche fisiche,

e poi si procede per quarantadue generazioni,

alla fine non si ritrova più nulla delle disposizioni essenziali della prima.

• In sei volte sette generazioni si compendia

tutto ciò che vive ed opera effettivamente entro i corpi fisico ed eterico dell’uomo.

 

Tutti i caratteri ereditari che possiamo trovare in questi due corpi

vanno ricercati negli antenati, ma solo entro i limiti di quarantadue generazioni.

 

Se risaliamo più oltre, non ne troviamo più niente;

in una generazione precedente, tutto è scomparso.

 

Considerando dunque la parte esterna dell’essere umano,

troviamo che la forza che la compenetra è legata a quarantadue generazioni successive.

 

Il divenire temporale dell’uomo si fonda dunque

sopra un certo rapporto numerico che vogliamo osservare accuratamente.

 

È importante osservarlo in modo giusto, per poter comprendere proprio la genealogia esposta nel vangelo di Matteo.

Tutto quanto riguarda il corpo fisico è connesso con quarantadue generazioni, in quanto lo scorrere del tempo e tutto quanto lo concerne è legato al numero sette.

Per tale ragione, anche gli Esseni consideravano legato al numero sette lo sviluppo superiore connesso con le caratteristiche ereditarie.

 

• Un Esseno sapeva di dover percorrere sei volte sette, cioè quarantadue gradini;

giunto a quel punto si sarebbe trovato di fronte agli ulteriori sette gradini,

che avrebbero realizzato la perfezione fondata sul sette, cioè i sette volte sette, i quarantanove gradini.

• Sennonché quello che si trova aldilà dei quarantadue gradini

non è più da contare fra le forze e le entità attive entro i corpi fisico ed eterico.

 

Certo, l’evoluzione completa dei corpi fisico ed eterico

si realizza del tutto dopo sette volte sette generazioni;

ma giunti che si sia alle ultime sette generazioni,

si è già compiuta una trasformazione totale, e della prima generazione non rimane più niente.

• Perciò dobbiamo ricercare quello che per noi è importante entro il limite del sei volte sette.

 

• Quando però la settemplicità si realizza in modo perfetto,

allora siamo di fronte a qualcosa di veramente nuovo.

• Nella sfera in cui si penetra dopo le quarantadue generazioni

non si incontra più un’esistenza umana, ma una esistenza sovrumana.

 

Distinguiamo dunque,

• da un lato, sei volte sette generazioni che rimangono senz’altro legate alla Terra,

• mentre ciò che le oltrepassa, le sette volte sette, ci porta già oltre la Terra:

si tratta del frutto che matura per il mondo spirituale.

• Dopo il sei volte sette, va formandosi il frutto che poi matura per il mondo spirituale, nel sette volte sette.

 

Gli Esseni, dal cui ambiente nacque il vangelo di Matteo, si dicevano dunque:

la corporeità fisica di cui si valse Zaratustra doveva essere talmente matura

che dopo le sei volte sette generazioni si trovava già all’inizio della spiritualizzazione, della deificazione.

• Essa si trovava cioè a questo punto all’inizio della quarantatreesima generazione;

non procedette però oltre, ma si fece compenetrare da un’altra entità,

da quel Gesù di Nazaret che s’incarnò in Terra quale spirito di Zaratustra.

 

• In tal modo si era avverato col compimento del mistero numerico

tutto quanto poteva offrire all’anima di Zaratustra il corpo più adeguato, il sangue più adatto alla sua missione.

• Così si era venuto preparando per l’evoluzione dell’umanità

tutto quello che si riferiva al corpo fisico e al corpo eterico.