Ai tempi nostri già si annunzia l’alba del sesto periodo di civiltà post-atlantica

O.O. 13 – La scienza occulta nelle sue linee generali – (IV)


 

L’anima portò seco dagli antichi tempi una tendenza verso la spiritualità,

ma non abbastanza forte da poter conservare il rapporto fra il mondo spirituale e quello sensibile;

essa lo conservò soltanto come tendenza alla vita affettiva e del sentimento,

non però come visione diretta del mondo soprasensibile.

 

Invece l’uomo rivolse sempre più il suo sguardo verso il mondo dei sensi e verso la conquista di esso,

e tutte le forze dell’intelletto umano costituitesi durante l’ultimo periodo atlantico,

e che hanno per strumento il cervello fisico,

furono adoperate per l’osservazione e il dominio del mondo dei sensi.

 

Due mondi, per così dire, si svilupparono nell’interiorità umana;

• l’uno è volto all’esistenza fisico-sensibile,

• l’altro è ricettivo alle manifestazioni della spiritualità:

la può accogliere col sentimento, ma non può penetrare sino alla visione di essa.

 

Quando la dottrina del Cristo penetrò in Europa già esisteva la tendenza a questa scissione animica.

Il messaggio del Cristo fu accolto nel cuore degli uomini, ne compenetrò le emozioni e i sentimenti,

ma non potè gettare un ponte che riunisse quell’insegnamento

alle scoperte dell’intelletto nel mondo fisico-sensibile.

 

Il contrasto odierno fra scienza esteriore e conoscenza spirituale non è che una conseguenza di tale fatto;

il misticismo cristiano (Eckhart, Tauler, ecc.) è risultato dalla penetrazione del cristianesimo nella vita del sentimento.

 

La scienza, unicamente diretta verso il mondo dei sensi, ed i suoi risultati nella vita

sono le conseguenze dell’altro aspetto delle disposizioni animiche.

Tutte le conquiste raggiunte nel campo della civiltà esteriore materiale

sono da attribuirsi appunto alla separazione delle due tendenze.

 

Le capacità umane, che hanno per strumento il cervello,

essendosi volte unicamente verso la vita fisica, poterono così raggiungere

quell’alto grado di perfezione che rese possibile la scienza e la tecnica moderne.

 

Tale civiltà materiale poteva prendere origine soltanto dai popoli europei perché, fra i discendenti degli antenati atlantici, essi sono quelli che trasformarono in facoltà la loro tendenza verso il mondo fisico-sensibile soltanto quando questa ebbe raggiunto una determinata maturità. Fino allora la conservarono latente, vivendo dei residui dell’antica chiaro-veggenza atlantica e delle comunicazioni dei loro iniziati. Mentre esteriormente la cultura spirituale era aperta soltanto a queste influenze, maturava lentamente la tendenza alla conquista materiale del mondo.

 

Ai tempi nostri però già si annunzia l’alba del sesto periodo di civiltà post-atlantica,

perché ciò che deve nascere in un determinato periodo dell’evoluzione umana

comincia a maturare lentamente fin da quello precedente.

 

Fin da ora può iniziarsi la ricerca dei fili che collegano nell’anima umana le due tendenze:

la civiltà materiale e la vita nel mondo spirituale.

Per raggiungere tale scopo è necessario che siano comprese le esperienze della visione spirituale,

e che nelle osservazioni e nelle esperienze del mondo sensibile vengano riconosciute le manifestazioni dello spirito.

 

Il sesto periodo di civiltà porterà a completo sviluppo l’armonia fra queste due direzioni.