Al tempo del Cristo si potevano effettuare delle guarigioni rendendo un uomo chiaroveggente

O.O. 123 – Il Vangelo di Matteo – 09.09.1910


 

La conoscenza umana del mondo fisico-sensibile (non solo per mezzo dei sensi, ma anche mediante l’intelletto legato al cervello) esiste in verità soltanto dai tempi che hanno preceduto di poco l’evento del Cristo. In precedenza, per ciò che l’uomo oggi conosce intellettualmente mediante il cervello, vi era sempre stata una specie di chiaroveggenza; gli uomini erano cioè dotati di chiaroveggenza. Che così fosse nei primi tempi dell’epoca atlantica è cosa che ho diffusamente trattato in altre conferenze. Tuttavia quel certo grado di chiaroveggenza che era pienamente sviluppato nei primi tempi dell’epoca atlantica andò gradualmente perdendosi.

 

Fino all’epoca in cui apparve il Cristo vi erano ancora molte persone che negli stati intermedi fra la veglia e il sonno erano capaci di percepire il mondo spirituale; in quei particolari stati intermedi esse erano partecipi del mondo spirituale. Una tale partecipazione però non aveva come unico effetto il fatto che l’umanità in generale, dotata di quella chiaroveggenza inferiore, potesse percepire lo spirituale che sta dietro ai fenomeni materiali. Ne derivava anche qualcosa d’altro.

 

• Nei tempi antichi la natura umana poteva essere facilmente resa partecipe del mondo spirituale.

Oggi è relativamente molto difficile compiere uno sviluppo esoterico corretto che porti l’uomo alla chiaroveggenza.

 

La chiaroveggenza può manifestarsi ai nostri giorni come un ultimo residuo, come un retaggio di epoche remote, sotto forma di sonnambulismo o di altri fenomeni analoghi i quali però non si possono considerare come condizioni regolari.

Nell’antichità erano cosa normale e potevano essere potenziati mediante determinate procedure applicate alla natura umana. E quando l’uomo si innalzava all’esperienza del mondo spirituale, a ciò si accompagnavano altri fatti.

Oggi non ci si fonda su ciò che è realmente storico,

ma si attribuisce valore storico a quanto corrisponde alle proprie opinioni.

 

Ma per quanto oggi se ne possa dubitare, è pur tuttavia certo che, ancora al tempo del Cristo, si potevano per esempio effettuare delle guarigioni rendendo un uomo chiaroveggente. Ciò non è più possibile ai nostri giorni, in quanto l’umanità è discesa più profondamente entro il piano fisico.

 

A quei tempi invece l’anima era ancora facilmente accessibile, e mediante certi procedimenti le si poteva schiudere la chiaroveggenza e l’esperienza del mondo spirituale. E poiché il mondo spirituale è un mondo risanatore che manda forze risanatrici fin entro il mondo fisico, ne derivava la possibilità di effettuare certe guarigioni. Supponiamo che ci si trovasse di fronte a un ammalato: si intraprendevano allora le procedure atte a fargli percepire il mondo spirituale. Le correnti provenienti dal mondo spirituale avevano un potere risanatore. Le guarigioni consistevano allora di solito in pratiche di questo genere.

 

Oggi si parla talora con un certo dilettantismo delle antiche guarigioni compiute nei templi. Tutto è in evoluzione; e da quei tempi antichi le anime sono progredite dalla chiaroveggenza all’attuale non-chiaroveggenza. Nel passato però lo stato di chiaroveggenza degli uomini poteva venir potenziato, in modo da far affluire forze risanatrici dalla sfera spirituale entro il mondo fisico, e l’uomo affetto da certe malattie poteva venir guarito dallo spirito. Non dobbiamo dunque meravigliarci che gli evangelisti ci narrino che ormai, grazie all’evento del Cristo, possa ascendere al mondo spirituale non solo chi è dotato della chiaroveggenza antica, ma anche chi, per effetto dell’evoluzione, l’ha perduta.

Guardiamo dunque indietro ai tempi antichi, quando gli uomini erano dotati della facoltà di percepire il mondo spirituale: nell’antica chiaroveggenza si manifestava loro tutta la pienezza del mondo spirituale.

 

Ora però gli uomini sono diventati poveri, rispetto allo spirito, sono diventati per così dire dei mendicanti, in quanto per effetto dell’evoluzione non sono più in grado di scorgere il mondo spirituale, ma poiché il Cristo ha rivelato al mondo il mistero per cui le forze del regno dei cieli possono affluire nell’io (anche nell’io desto sul piano fisico), per questo anche coloro che hanno perduto l’antica chiaroveggenza e, con essa, la ricchezza del mondo spirituale, possono ormai fare l’esperienza dello spirito e diventare beati.

 

Ecco perché potè essere pronunciata la sublime massima:

d’ora innanzi saranno beati non soltanto

coloro che sono ricchi di spirito grazie all’antica chiaroveggenza,

ma anche quelli che sono poveri e mendicanti, rispetto allo spirito:

perché nel loro io affluisce (purché il Cristo abbia loro schiusa la via)

quello che possiamo chiamare il regno dei cieli (Mt 5,3).