Amore ed erotismo. La sessualità nell’odierna civiltà

O.O. 225 -Tre prospettive dell’Antroposofia – 22.07.1923


 

L‘ultimo fondamento dell’amore si trova nell’io intessuto di spirito,

che si immerge nell’organismo fisico ed eterico umano.

 

Conoscere la spiritualità dell’amore

significa conoscere in un certo caso innanzitutto lo spirito.

 

Chi conosce l’amore conosce anche lo spirito;

nella conoscenza dell’amore deve però procedere

fino all’interiore esperienza spirituale dell’amore.

 

Proprio a questo riguardo la nostra civiltà ha intrapreso la via più errata.

 

La memoria tesse e vive nell’intimo dell’anima,

e qui le differenze non si presentano tanto chiare e nette.

 

Solo gli spiriti mistici, Swedenborg, Maestro Eckhart, Johannes Tauler,

immergendosi nei loro ricordi,

vi sentono l’intessere e il vivere dell’eterno elemento spirituale,

e parlano della scintilla illuminante che risplende nell’uomo

quando nella memoria diviene consapevole che ivi in modo microcosmico, interiore,

vive lo stesso elemento che fuori agisce e tesse nelle forze creanti e formanti

che, in modo sognante, stanno alla base di tutto l’universo.

 

Qui le cose non sono così chiare.

 

Lo diventano però al terzo gradino, nel vedere come qui la nostra civiltà

abbia misconosciuto l’originario essere e intessere spirituale dell’amore.

 

Naturalmente tutto quanto è spirituale ha la sua forma sensibile esteriore,

perché lo spirito si immerge nel fisico; si incorpora nel soma.

 

Dimenticandosi poi di se stessi, se si è consapevoli solo del soma,

si crede che ciò che è spiritualmente animato sia suscitato solo dal soma.

 

La nostra epoca vive in questa illusione;

non conosce l’amore, fantastica solo sull’amore, mente su di esso.

 

In realtà conosce solo l’erotismo quando pensa all’amore.

 

Non voglio dire che chi vive in solitudine non sperimenti l’amore,

poiché l’uomo rinnega molto meno lo spirito

nei propri inconsci sentire e volere che nel pensiero;

se però la civiltà contemporanea fa pensieri sull’amore,

dice solo la parola amore,

ma in realtà parla di erotismo.

 

Si può dire che scorrendo la letteratura contemporanea,

ovunque vi sia scritta la parola amore, si dovrebbe leggere erotismo.

 

Solo questo infatti conosce dell’amore il pensiero immerso nel materialismo.

 

Il rinnegamento dello spirito trasforma la forza dell’amore in quella dell’erotismo.

 

In molti campi, al posto del genio dell’amore,

non solo è entrato, si può dire, il suo servo inferiore, l’erotismo,

ma in molti casi ora è entrata anche la sua controimmagine, il dèmone dell’amore.

 

• Il dèmone dell’amore nasce però quando ciò che viene rivendicato dal pensiero

opera nell’essere umano secondo la volontà divina,

quando con l’intellettualismo lo si strappa dalla spiritualità.

 

Così questa è la via discendente:

si conosce il genio dell’amore e si ha amore spirituale;

si conosce il servo inferiore, l’erotismo, e si precipita nel dèmone dell’amore.

 

Il genio dell’amore ha il suo dèmone nell’interpretazione, non nella vera forma,

nell’interpretazione della sessualità da parte della civiltà odierna.

 

Quanto oggi si parla solo di erotismo, solo di sessualità,

intendendo avvicinarsi all’amore!

 

In questo parlare di sessualità

si può dire che è racchiuso molto di ciò a cui oggi si tende,

come alla cosiddetta educazione sessuale.

 

In questo moderno intellettualistico parlare di sessualità

vive la demonologia dell’amore.

 

Come in un altro campo il genio che l’epoca deve seguire appare nel suo dèmone,

in quanto il dèmone entra ove si rinneghi il genio,

così è anche in questo campo

in cui lo spirito deve apparire nella sua forma più intima, nella forma dell’amore.

 

La nostra epoca, invece che al genio dell’amore,

spesso si rivolge in preghiera al dèmone dell’amore

e confonde la spiritualità dell’amore con la sua demonologia, la sessualità.

 

Proprio in questo campo possono sorgere enormi equivoci,

perché quel che in origine vive nella sessualità

è compenetrato da amore spirituale;

tuttavia l’umanità può cadere dall’altezza di questa spiritualizzazione dell’amore,

e nell’epoca intellettualistica cade con più facilità;

quando infatti l’intelletto assume la forma di cui ieri ho parlato,

si dimentica la spiritualità dell’amore, lo si considera solo nella sua esteriorità.

 

È nella potestà dell’uomo, si potrebbe dire, poter rinnegare il proprio essere;

lo si rinnega sprofondando dal genio dell’amore al dèmone della sessualità.

 

Col che comprendo senz’altro il modo di sentire su queste cose,

come per lo più esistono nella nostra epoca.

 

Se si prende in considerazione tutto ciò, ci si può dire

che l’antroposofia può esserci guida non solo per la conoscenza,

ma per l’intimo essere e vivere animico, per ritrovare lo spirito entro l’anima.

 

Possiamo infatti accogliere l’antroposofia e approfondirla,

se impariamo a intenderla nella sua realtà.