Archài

O.O. 207 – Cosmosofia I – 7.10.21


 

Se ci innalziamo fino alle superiori Archài,

abbiamo le entità che conducono attraverso le diverse epoche, al di sopra delle differenziazioni di popolo.

 

Quando tra la morte e una nuova nascita compiamo l’ulteriore evoluzione che dalla mezzanotte dell’esistenza ci riporta di nuovo nella vita terrena fìsica, veniamo in particolare nella sfera delle Archài.

Nell’evoluzione cosmica presente esse hanno il compito di ricondurre di nuovo l’uomo all’interno dei confini terrestri del suo essere.

 

Avviene che dopo aver varcato la soglia della morte l’uomo continua a vivere,

sperimentando anzitutto gli effetti della sua coscienza minerale venata di moralità,

tramite i quali in un certo senso si espande al mondo.

 

Quindi, dalla mezzanotte dell’esistenza in poi, si ritrae di nuovo in se stesso.

In un primo tempo viene guidato all’elemento vegetale che gli viene incorporato.

Quanto più si avvicina alla vita terrena, tanto più si ritira in certo qual modo in se stesso,

così che può rinascere come un essere racchiuso nella sua pelle.

 

Quel che succede all’essere umano quando accede alla sfera delle Archài struttura,

condensa l’elemento vegetale in quello animale.

 

Quando egli passa la mezzanotte dell’esistenza ha in sé le forze, non gli organi naturalmente,

bensì le forze che determinano dunque la sua respirazione, anche quella differenziata.

Tuttavia che tali forze si concentrino in forze organiche,

accade solo dopo la mezzanotte dell’esistenza, nella sfera delle Archài.

 

Per così dire l’uomo diventa sempre più uomo.

 

Succede però che questa azione cosmica, esercitata sull’uomo dalle forze provenienti dalle Archài, lo struttura in modo che gli organi tendano alla forma animale.

Comprendendo l’uomo in relazione con il cosmo, vediamo che, quando dalla mezzanotte dell’esistenza tende a una nuova vita terrena, è soggetto a leggi cosmiche, come qui sulla terra è soggetto a leggi terrestri.

Possiamo dire che l’uomo viene determinato dalle incommensurabili lontananze dell’universo, mentre si contrae sempre di più in se stesso.

 

Nella sfera delle Archài ci viene incorporata la nostra essenza animale.

Che cos’è la nostra essenza animale?

 

Essa è in primo luogo quella che ci dota dei nostri organi,

che spesso sono analoghi perfino nel numero a quelli degli animali superiori.

Tuttavia prima di nascere veniamo, se così posso esprimermi,

rilasciati dalla sfera dello zodiaco ed entriamo in quella dei pianeti: Saturno, Giove e così via.

 

Entrando in essa, avvicinandoci quindi alla terra, al momento in cui riprendiamo i contorni umani,

l’elemento animale proveniente dalle leggi cosmiche si è incorporato in noi e viene raddrizzato, se così posso esprimermi.

 

Prima di immergerci nel sistema planetario, dunque nelle sue forze,

la colonna vertebrale per esempio non è in posizione perpendicolare rispetto alla terra, con il capo volto verso l’alto.

Siamo strutturati in modo più conforme alle forze direttrici animali.

 

• Dobbiamo allora all’influsso planetario tutto ciò che per esempio

ci forma le mani quali organi del nostro elemento animico,

non come organi prensili o atti alla deambulazione,

ma organi capaci di agire liberamente sulla base degli impulsi dell’anima.

 

• Dobbiamo poi alla posizione della luna rispetto agli altri pianeti

tutto ciò che ci aiuta come uomini ad essere tali fino al livello più basso dell’organizzazione animale.

È dunque attraverso il sistema planetario che quando ritorniamo veniamo appunto umanizzati.