Che cosa è un pianeta in senso occulto. Gli Spiriti della forma dei pianeti e gli spiriti ribelli

O.O. 136 – Le entità spirituali nei corpi celesti e nei regni della natura – 08.04.1912


 

Alla fine della conferenza precedente è stato mostrato che il primo aspetto che ci presenta un pianeta dipende dagli Spiriti della forma: così formulata, questa affermazione non è però del tutto esatta.

Infatti se osserviamo con gli occhi fisici, o anche con un telescopio, uno dei pianeti che si trova nello spazio cosmico, nella forma che esso ci presenta, non si rivelano così senz’altro gli Spiriti della forma.

 

Osserviamo per, esempio il pianeta più esterno, cioè quello che per lungo tempo fu considerato il pianeta più esterno del nostro sistema solare: Saturno.

Sappiamo bene che in tempi più recenti si sono aggiunti Urano e poi Nettuno, e ne parleremo più avanti; per il momento però consideriamo Saturno come il più esterno.

 

Se osserviamo Saturno con lo sguardo fisico (e prescindendo per il momento dai suoi anelli),

nello spazio cosmico troviamo una specie di globo lucente.

Per chi segua invece i processi spirituali nel cosmo, per l’occultista,

Saturno non è quel globo lucente che si vede nello spazio: il nome Saturno significa qualcosa di ben diverso.

Per l’occultista il nome Saturno significa

tutto ciò che si trova nello spazio delimitato dall’apparente orbita ellittica di Saturno.

 

E noto che l’astronomia descrive per Saturno un’orbita che essa considera quella che Saturno percorre intorno al Sole. Non vogliamo qui entrare in merito; ci limitiamo a precisare che valendoci di questa concezione usuale, ci raffiguriamo il Sole al centro (cfr. il disegno precedente) e il cerchio più esterno come l’orbita di Saturno, quale viene descritta dall’astronomia; per l’occultista, «Saturno» è tutto quello che si trova all’interno dell’orbita ellittica di Saturno.

Per l’occultista infatti non è «Saturno» soltanto ciò che l’occhio fisico scorge come la parte fisica materiale più esterna del pianeta, non solo quello che splende nel cielo.

 

L’occultista sa (in quanto glielo rivela lo sguardo occulto) che esiste effettivamente una specie di ammasso di sostanza, esteso dal Sole fino all’orbita di Saturno; se dunque si osserva tutto quel campo con lo sguardo occulto, vi si riscontra la presenza di una specie di riempimento eterico (segnato con tratteggio più largo nel disegno precedente).

Tutto quanto si trova entro quell’orbita va dunque concepito come riempito di sostanza eterica; e il tutto non ha forma sferica, ma quella di una sfera fortemente appiattita, a forma di lente.

 

 

Visto di lato il «Saturno» dell’occultista presenterebbe dunque l’aspetto che ha nel disegno: al centro il Sole; intorno, una sfera fortemente appiattita, e lì, alla periferia, si trova quello che possiamo definire il Saturno fisico.

La cosa riuscirà ancora più chiara, se svolgiamo un’idea che possiamo ricavare in modo analogo dalla scienza occulta e che si riferisce al pianeta Giove.

Per l’astronomia fisica, Giove è quel corpo celeste lucente che ruota intorno al Sole, per così dire al secondo posto all’interno di Saturno (l’ellisse interna nel disegno precedente).

 

Per l’occultista invece Giove non è quel corpo lucente, bensì tutto ciò che si trova all’interno dell’orbita di Giove (tratteggio obliquo più stretto). Veduto per così dire lateralmente nello schema, indicheremo dunque Saturno con un tratteggio più largo, e Giove con uno più stretto. Quello che descrive l’astronomo è soltanto un corpo che si trova all’estrema periferia del vero Giove occulto.

Non si tratta qui di meri concetti teorici, e tanto meno di fantasie; le cose stanno veramente così: lo spazio delimitato dall’orbita di Saturno è riempito non certo da una materia grossolanamente fisica, ma da una tenue sostanza eterica.

 

Altrettanto reale è il fatto che lo spazio più ristretto, delimitato dall’orbita di Giove, è pieno di un’altra sostanza eterica, la quale compenetra la prima: sicché soltanto fra le due orbite è presente una sostanza eterica semplice, mentre all’interno dell’orbita di Giove sono presenti due sostanze eteriche che si compenetrano a vicenda.

 

A questo punto ci si può domandare quale sia il ruolo degli Spiriti della forma, in tutta questa disposizione. Lo Spirito della forma che sta a fondamento di Saturno delimita e conferisce appunto la forma alla sostanza eterica che denominiamo Saturno, in senso occulto. La forma lenticolare più esterna (cfr. il disegno) è stata dunque determinata dallo spirito di Saturno, che è uno Spirito della forma. Così pure è stato configurato dallo Spirito della forma preposto a Giove lo spazio lenticolare occupato da Giove, e analogamente per Marte, il cui spirito è pure uno Spirito della forma.

 

Ora però ci chiediamo dove si trovino propriamente gli Spiriti della forma che corrispondono a Saturno, o a Giove, o a Marte. Se vogliamo parlare di un «luogo» in cui si trovano questi spiriti, dove si trova quel luogo?

Non si può però rispondere a questa domanda, nel senso corrente della parola «luogo».

 

Si può affermare che le entità spirituali che chiamiamo Spiriti della forma

operano entro la sostanza eterica di cui ho parlato,

avendo però tutti un punto centrale in comune, che non è altro che il Sole.

Volendo dunque cercare il luogo dal quale propriamente agiscono gli Spiriti della forma

(tanto quello di Saturno, quanto quelli di Giove o di Marte o anche quello della Terra),

volendo determinare il punto d’attacco o il punto di partenza

da cui operano questi Spiriti della forma, lo si trova nel Sole.

 

Vale a dire che gli Spiriti della forma che corrispondono ai diversi pianeti

costituiscono per così dire un collegio, un comitato di spiriti che ha sede nel Sole:

dal Sole esso delimita certe sostanze eteriche, certe masse eteriche,

in modo da dare origine a quelli che abbiamo chiamato «Saturno occulto», «Giove occulto», e così via.

 

Qui possiamo domandarci che cosa accadrebbe, se fossero soltanto gli Spiriti della forma ad essere attivi.

Dal senso generale di queste nostre considerazioni risulta che in fondo i pianeti fisici non esisterebbero, se operassero soltanto gli Spiriti della forma. In quel caso essi avrebbero dimora nel Sole, là dove formano un collegio, e tutt’intorno avremmo le sfere planetarie, fino a quella di Saturno: una serie di sfere concentriche, un po’ appiattite, che formano i pianeti occulti, la più esterna delle quali sarebbe di sostanza eterica più tenue, e poi via via più dense, fino alla sfera più interna con la sostanza eterica più densa.

 

Se dunque agissero solo gli Spiriti della forma, non ci sarebbero pianeti fisici,

bensì degli ammassi sferici di sostanza eterica, ognuno dei quali delimitato

da una delle orbite planetarie conosciute dall’astronomia fisica.

Senonché nel cosmo anche agli Spiriti della forma corrispondono certe entità

che sono una specie di ribelli contro la categoria alla quale appartengono.

 

Come fra le entità della terza gerarchia abbiamo trovato gli spiriti luciferici

i quali si separano dalla sostanza spirituale delle gerarchie superiori,

al fine di sviluppare una loro vita interiore autonoma,

così anche nella categoria degli Spiriti della forma ne troviamo alcuni

che si separano, non partecipando più all’evoluzione generale di questi Spiriti,

e percorrendo una propria evoluzione.

 

Questi Spiriti della forma si oppongono agli Spiriti della forma normali,

e a questo punto si verifica quanto segue.

 

Supponiamo che nel Sole (v. il disegno seguente) si trovi il centro del collegio spirituale degli Spiriti della forma: da questo punto lo Spirito della forma che opera in direzione di Saturno provocherebbe la formazione di una sfera eterica un po’ appiattita.

In uno dei punti più esterni di questa sfera eterica si contrapporrebbe a quello Spirito della forma che agisce dal centro del Sole lo spirito ribelle, che è una specie di Spirito della forma luciferico. Questo gli si contrappone dall’esterno.

Lo Spirito della forma normale agisce dunque dal Sole, in direzione centrifuga, e provoca la formazione del Saturno occulto che dobbiamo considerare come un’immensa sfera eterica col suo centro nel Sole.

Alla periferia opera invece (dal cosmo verso l’interno) uno Spirito della forma abnorme che si è separato dagli Spiriti della forma normali.

Dalla cooperazione di ciò che agisce dallo spazio cosmico verso l’interno e di ciò che invece opera verso l’esterno dal Sole, in un certo punto della periferia si forma un infossamento che alla fine diventa un’entità veramente separata: è questo il pianeta fisico Saturno.

Dobbiamo quindi raffigurarci

che là dove l’occhio scorge il pianeta fisico Saturno concorrono due forze:

• quella normale dello Spirito della forma che opera dal Sole verso l’esterno,

• e quella dello Spirito della forma separato,

che si contrappone alla prima in un determinato punto.

Come conseguenza si verifica nell’etere una specie di invaginazione,

ed è questa che l’occhio fisico percepisce come Saturno fisico.

Lo stesso vale per gli altri pianeti fisici, per Giove, per Marte.

Questo particolare esempio ci mostra il modo in cui, nei casi singoli, si realizzi quella che noi chiamiamo maya, la grande illusione.

Nella sede in cui l’astronomia fisica pone un pianeta si ha in verità il concorso di due forze: e l’apparenza di un pianeta fisico è dovuta veramente solo all’esistenza di un immenso corpo celeste eterico che viene per così dire perforato da una forza contraria, per cui si forma una invaginazione.

 

In realtà si tratta proprio di un’invaginazione, e volendo essere molto precisi, i fatti andrebbero esposti così:

gli Spiriti della forma estesero la sostanza eterica dal Sole fino a un certo limite esterno;

in un punto gli Spiriti della forma abnormi si contrapposero, infossando per così dire la sostanza,

in modo da formare una specie di buco nella sostanza eterica.

 

Infatti, per quanto concerne la sostanza eterica originaria del pianeta,

proprio là dove l’occhio fisico crede di scorgere il pianeta non c’è niente;

mentre il vero pianeta si trova dove l’occhio fisico non scorge nulla.

Questa è la caratteristica della maya: nel luogo dove si vede il pianeta fisico c’è un buco!

 

Si dirà forse che è una concezione ben strana quella di un buco che esisterebbe nel posto dove si vede il pianeta fisico: e ci si riferirà alla nostra Terra. Conforme alle considerazioni fin qui svolte, anche la Terra dovrebbe essere in fondo una specie di sfera appiattita, col suo centro nel Sole, e alla cui periferia estrema dovrebbe esservi quell’invaginazione, quella specie di buco. Si potrebbe obiettare: ma che razza di concezione! Sappiamo pure di sicuro che ci muoviamo sulla Terra solida e compatta! Analogamente dovremmo ritenere che là dove si trovano Saturno, Giove o Marte vi siano naturalmente delle masse compatte e non dei buchi.

 

E tuttavia, anche quando ci muoviamo sulla nostra Terra, anche quando riteniamo (conforme alle nostre percezioni di maya) di muoverci su terreno solido, in verità ci muoviamo sopra un buco!

In quanto è un ammasso fisico compatto, anche la nostra Terra è un «buco» nell’universo, è una specie di escavazione.

Infatti tutta la materia fisica ha origine dallo scontro di forze provenienti dagli Spiriti della forma.

 

Qui siamo di fronte allo scontro di forze degli Spiriti della forma normali

con le forze degli Spiriti della forma abnormi: esse cozzano le une contro le altre.

In realtà ha origine un infossamento, e al tempo stesso (e nello stesso luogo)

uno spezzarsi della forma: ma appunto soltanto della forma.

 

Si spezza la forma e ha origine questa perforazione:

la materia in realtà è forma spezzata, forma frammentata.

La materia esiste in senso fisico solo là dove vengono frantumate delle forme.

Così anche i pianeti, là fuori nello spazio, sono forme spezzate.

 

Dall’insieme delle nostre considerazioni risulta che nel nostro sistema planetario

gli Spiriti della forma hanno degli ausiliari: sono quelli che determinano i limiti come li abbiamo appunto descritti.