Compiti dell’uomo contemporaneo

O.O. 183 – Il divenire dell’uomo – 2.09.1918


 

A quello che è il nostro divenire uomini

devono cooperare potenze arimaniche e potenze luciferiche,

né si può capire l’uomo senza chiamare in aiuto Arimane e Lucifero.

 

All’umanità non può essere risparmiato, in vista del futuro, di comprendere realmente l’attività di Arimane e di Lucifero. La Bibbia dice a buon diritto che la divinità di cui si parla all’inizio della Bibbia stessa infuse nell’uomo il soffio vitale. Ma il soffio vitale agisce nell’uomo del tronco. Quando perciò abbiamo a che fare con le entità divine che agiscono in modo normale, abbiamo a che fare solo con l’uomo del tronco. Quando abbiamo a che fare con l’uomo della testa, ci troviamo di fronte a un antagonista delle potenze jahvetiche, e con ciò anche a un antagonista del Cristo. E ci troviamo di fronte a un avversario, quello luciferico, anche quando abbiamo a che fare con l’uomo delle estremità.

 

L’uomo, dunque, lo si comprenderà soltanto rappresentandolo sotto questi tre aspetti.

Perciò, nel gruppo scultoreo destinato a occupare il centro del nostro edificio abbiamo appunto questa trinità: il rappresentante dell’umanità, nel quale però è posta soprattutto in rilievo l’azione delle forze del sistema respiratorio, del tronco, l’attività cardiaca e via dicendo – questa è la figura centrale poi la figura nella quale agisce tutto ciò che attiene al capo, alla testa: Arimane; quindi la figura nella quale agisce tutto quanto attiene alle estremità: Lucifero.

 

Se si vuole comprendere l’uomo bisogna scomporre così l’essere umano,

perché, nell’uomo, l’uomo in quanto tale è unito ad Arimane e a Lucifero.

Nello stesso tempo, questo ci dice chiaramente che

tutto ciò che ha maggiore o minore relazione con il pensiero umano,

che, quanto al suo contesto fisico, è legato alla testa

— il pensiero umano, fondato sulle percezioni, fluisce come pensiero esteriore-sensibile —,

tutto ciò ha un carattere arimanico.

 

Mediante i sensi della testa noi percepiamo infatti elettivamente la natura,

e ci costruiamo un’immagine della natura dotata del carattere arimanico poc’anzi descritto

perché portiamo in noi stessi, nella costituzione,

nella conformazione del nostro capo, la componente arimanica.

 

Gli ideali per parte loro hanno moltissimo a che fare, sotto l’aspetto interiore, psicologico,

con l’amore, con tutto ciò che appartiene all’uomo delle estremità.

Di qui l’accesso privilegiato della potenza luciferica agli ideali.

Arimane si impadronisce di noi attraverso il nostro capo, Lucifero attraverso le nostre estremità.

 

• Attraverso il capo, Arimane ci induce a rappresentare la natura priva dello spirito;

• attraverso l’uomo delle estremità, Lucifero ci inducea rappresentare gli ideali privi di forza naturale.

Ma in ciò sta il compito dell’uomo contemporaneo,

nel pervenire, abbracciando tutto questo in un solo sguardo, a una corretta visione d’insieme.

• Poiché, vedete: in noi v’è una certa linea di confine,

precisamente nel nostro uomo del torace, nel nostro uomo del tronco,

la quale separa le potenze del capo, che sono potenze arimaniche,

dalle potenze luciferiche, che appartengono all’uomo delle estremità.

 

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Tutto ciò che oggi esiste sotto forma di materie ed energie, a un dato momento del futuro non ci sarà più. Non esiste la legge della conservazione della materia e dell’energia. Là dove si cerca la materia non c’è proprio nulla, se non l’azione che un elemento arimanico vi proietta dal passato, e quanto ci sta intorno in forma sensibile, a un dato momento del futuro non ci sarà più. E quando non ci sarà più nulla di tutto ciò che ora è fisico, quando tutto questo sarà interamente dissolto, sarà giunto allora il tempo in cui gli ideali del presente seguiranno, come eventi naturali, a quanto avrà subìto questa rovina.

 

Così avviene nell’universo. E, per quanto riguarda il singolo individuo, avviene questo, che torna a incarnarsi nella successiva incarnazione terrena quando tutto ciò con cui si è familiarizzato nella incarnazione attuale è parzialmente superato, quando perciò gli si offra un ambiente diverso da quello attuale, quando dall’ambiente attuale sia scomparso tutto ciò che al presente lo trattiene su questa Terra. Quando tutto questo è mutato al punto ch’egli può sperimentare il nuovo, torna a incarnarsi.

 

Gli ideali che al presente si possono sviluppare nell’uomo diverranno natura

quando tutto ciò che adesso è natura non esisterà più, ma sarà nato il nuovo.

E il nuovo che nasce non è appunto nient’altro che l’elemento spirituale fatto natura.

Ciò che costituisce il ponte sull’abisso, dobbiamo cercarlo dietro i fenomeni e dietro gli ideali.

Ma bisogna proprio riuscire a trovarlo.

 

Oggi, ci si riuscirà solamente a condizione di non risparmiarsi nello sviluppare i concetti con tanta forza ch’essi stessi possano penetrare nella realtà. Perciò il nostro tempo ha davvero la necessità di impegnarsi a fondo in tutto quel che si può sperimentare spiritualmente.