Conseguenze del distacco del Sole

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 27.06.1909


 

Arriviamo ormai a un momento importante per la nostra evoluzione terrestre. Pensiamo che il sole già si è separato, che con le sostanze più fini sono uscite anche le entità che adesso sono entità spirituali sul sole. Guardiamo la terra, com’è inaridita, come il suo elemento minerale vada diventando sempre più denso, e come anche le figure su di essa, anche le figure umane, vadano diventando sempre più aride.

 

Già allora si verificò un certo cambiamento nelle condizioni di vita delle entità umane.

Vorrei illustrare, per mezzo dell’evoluzione delle piante, ciò che si verificò allora anche per gli uomini.

 

Dal modesto seme spunta in primavera la pianta, si sviluppa fino alla fioritura e poi al frutto, e appassisce nuovamente in autunno. Ciò che rallegra la vista durante la primavera e l’estate, sparisce durante l’autunno, ed esteriormente, fisicamente, soltanto poco ne rimane visibile. Ma se pensassimo che durante l’inverno non esistesse più niente del vero essere della pianta, o se lo cercassimo soltanto nel seme fisico, non avremmo ben compreso la pianta.

 

Come è oggi, la pianta consiste di corpo fisico e corpo eterico; ma guardata chiaroveggentemente, essa è circondata dall’alto da un’entità astrale, come fosse da un’orlatura. Questa entità astrale è vivificata da una forza che fluisce sulla Terra dal Sole, dalla spiritualità del Sole. Per la coscienza chiaroveggente ogni fiore è circondato come da una nube. Tale nuvola respira la vita che viene scambiata fra Sole e Terra. Durante la primavera e l’estate, mentre le piante germogliano e sbocciano, qualcosa dell’entità solare si avvicina ed aleggia sulla superficie delle piante. Quando viene l’autunno, l’essere astrale si ritira, si riunisce alla vita solare.

 

Possiamo quindi dire che

• in primavera l’astralità delle piante cerca il suo corpo fisico vegetale sulla terra

e si incorpora, se non in esso; per lo meno a contatto con esso.

• In autunno ritorna sul Sole e lascia dietro a sé soltanto il germe.

Lascia il germe come fosse un pegno, per ritrovare nuovamente la via alla propria entità fisica.

 

In maniera analoga vi era una specie di scambio fra le entità umane fisiche e le entità solari, anche se il corpo degli uomini era ancora semplice e primitivo. Vi erano periodi in cui gli spiriti solari agivano verso il basso in modo da circondare i corpi umani con l’astralità, così come oggi l’astralità delle piante le circonda dalla primavera all’autunno. Per quei tempi possiamo dunque dire che sotto certi aspetti l’entità astrale dell’uomo era unita, in determinate epoche, con il corpo fisico sulla terra, e che poi si ritirava sul Sole, per ritornare nuovamente più tardi. In ciò che vi era di fisico rimaneva soltanto il germe.

 

Ma la terra si induriva sempre più. Avvenne inoltre un fatto di grande importanza che raccomando di ricordare particolarmente. Mentre prima, appena il Sole aveva lasciato la terra, era ancora possibile che le entità astrali si potessero riunire al corpo fisico quando ritornavano dopo la loro separazione, invece ora, sotto il crescente influsso della Luna, i corpi sulla terra, che le entità che discendevano desideravano occupare, si erano solidificati a tal punto da non poter essere più utilizzati.

 

Con questo è spiegato meglio ciò che ho descritto ieri in maniera più astratta. Avevo detto che le forze solari avevano perduto la possibilità di plasmare le sostanze della terra. Esprimendosi in modo più concreto, si può dire che le sostanze si inaridivano, e le entità non trovavano più dei corpi adatti.

 

Ciò determinò anche lo spopolamento della terra: le anime umane che volevano tornarvi si accorgevano alla fine che i corpi non erano più adatti per loro. Esse dovettero abbandonarli a loro stessi, e solo i corpi con le massime forze poterono superare questo periodo di aridità. Esso raggiunse la punta massima quando la Luna era ancora entro la terra, ma sul punto di uscirne. Allora le anime, che volevano essere anime umane, non erano più capaci di occupare quei corpi. Solo pochi uomini abitavano allora sulla terra.

 

Quel periodo di aridità è caratterizzato da una progressiva mortalità sulla terra.

Si descrive quello stato abbastanza esattamente dicendo:

quando la Luna uscì, esistevano ancora soltanto pochissimi uomini

i quali erano riusciti a far in modo che realmente si riunisse quaggiù ciò che voleva riunirsi con le figure umane.