Corpi fisico, eterico e astrale non purificati = malattia-morte, errore-menzogna, egoismo
O.O. 103 – Il Vangelo di Giovanni – 26.05.1908
Quando un giorno l’uomo superiore sarà pienamente sviluppato,
• il corpo astrale sarà purificato a tal segno da essere divenuto al tempo stesso manas, o sé spirituale;
• il corpo eterico sarà purificato in modo da essere pure budhi, o spirito vitale;
• e il corpo fisico sarà trasformato in modo da essere al contempo atma o uomo-spirito.
La forza maggiore sarà quella occorrente per vincere il corpo più basso,
quindi la trasformazione del corpo fisico
e la vittoria su questo rappresenterà la più alta vittoria per l’uomo.
• Quando gli uomini l’avranno raggiunta del tutto, l’uomo fisico sarà divenuto l’uomo-spirito, o atma.
Oggi tutto ciò vive nell’uomo come disposizione, in potenza;
ma un giorno vivrà nell’uomo in tutta la sua pienezza.
E il volger lo sguardo alla figura del Cristo, agli impulsi del Cristo,
il compenetrarsi e rafforzarsi con l’impulso dato dal Cristo,
coltiva nell’uomo ciò che gli renderà possibile quella trasformazione.
Che cosa deriva all’uomo dal fatto che quella trasformazione non è oggi ancora avvenuta?
La scienza dello spirito lo enuncia in modo assai semplice:
• per il fatto che il corpo astrale non è ancora purificato,
non è ancora trasformato nel sé spirituale, è possibile l’egoismo;
• per il fatto che il corpo eterico non è ancora permeato dalle forze dell’io,
sono possibili la menzogna e l’errore;
• e per il fatto che il corpo fisico non è ancora permeato dalle forze dell’io,
sono possibili la malattia e la morte.
• Nel sé spirituale pienamente sviluppato non vi sarà più egoismo;
e così non vi saranno più malattia e morte, ma solo salvezza e salute, nell’uomo-spirito pienamente evoluto,
cioè nel corpo fisico interamente sviluppato e trasformato.
Che cosa significa dunque dire che l’uomo accoglie gli impulsi del Cristo?
Significa ch’egli impara a comprendere la forza che sta nel Cristo;
significa ch’egli accoglie in sé le forze che lo portano a diventare padrone anche del proprio corpo fisico.
Cercate d’immaginare che un uomo possa accogliere pienamente in sé l’impulso del Cristo:
• che questo impulso possa trasfondersi compiutamente in un uomo,
• che il Cristo stesso si trovi di fronte a qualcuno
• e che infonda in quest’uomo in modo diretto e completo il proprio impulso.
Che cosa significa ciò?
Se quell’uomo fosse cieco, egli potrebbe riacquistare la vista,
grazie all’immediato influsso dell’impulso del Cristo,
poiché l’ultima mèta dell’evoluzione è il superamento delle forze di malattia e di morte.