Cristo e la Terra

O.O. 100 – Evoluzione dell’Umanità e conoscenza del Cristo – 22.11.1907


 

Dopo avere esposto finora l’importanza e il significato del Cristo per l’evoluzione dell’umanità,

passeremo adesso a considerare la rilevanza dello Spirito-Cristo per l’evoluzione cosmica.

 

Gli esseri che ai primordi dell’evoluzione terrestre avevano già raggiunto quello stato di perfezione

cui l’umanità perverrà solo alla fine dell’evoluzione del pianeta, hanno la loro sede sul Sole.

Tra questi, come forza cosmica, rientra il Cristo.

 

All’inizio dell’attuale evoluzione della nostra Terra, perciò, il Suo corpo astrale era unito a quello solare. La Sua sede era il Sole. Con l’avvento del Cristo in Terra, discese contemporaneamente su di essa il corpo astrale di questa forza cosmica dello Spirito-Cristo. E da allora il Suo corpo astrale è rimasto costantemente unito con il corpo astrale della Terra.

 

Grazie alla comparsa del Cristo sulla Terra,

il corpo astrale del pianeta ha ricevuto da quello del Sole una sostanza totalmente nuova.

 

Chi al tempo del Cristo avesse rivolto lo sguardo giù in Terra da un altro pianeta, avrebbe scorto l’immissione di questa nuova sostanza nel corpo astrale della Terra dal cambiamento intervenuto nella radiazione cromatica di questo corpo astrale.

 

• Con l’unione del Suo corpo astrale con quello della Terra,

lo Spirito solare Cristo divenne in pari tempo lo Spirito della Terra.

• Lo Spirito-Cristo è Spirito del Sole e al tempo stesso Spirito della Terra.

 

Dal momento in cui il Cristo mosse i Suoi passi sulla Terra, permane in continua unione con essa.

Egli è divenuto lo Spirito del pianeta; la Terra è il Suo corpo, Egli guida l’evoluzione della Terra.

Quest’unione si è compiuta sul Golgota, e il Mistero del Golgota

è il simbolo degli eventi che si compirono allora per l’evoluzione della Terra.

 

Sono quattro le popolazioni che si dividono il possesso della superficie della Terra: la bianca, la gialla, la rossa e la nera. L’atmosfera che avvolge la Terra da ogni lato, però, è unitaria.

Questo è accennato al cap. 19, 23: «I soldati, però, dopo avere crocifisso Gesù, presero le Sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ogni soldato, e anche la tunica. Ma la tunica era priva di cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo».

 

Le vesti del Cristo sono il simbolo della superficie della Terra,

mentre la tunica tessuta tutta d’un pezzo simboleggia l’atmosfera

che, indivisa e indivisibile, avvolge la Terra da ogni parte.

 

Bisogna, però, rilevare ancora una volta che anche questo simbolo è al tempo stesso un fatto storico.

Dopo questo, sono comprensibili anche le seguenti parole: «Chi mangia il mio pane, mi calpesta con i piedi» (13, 18).

Se il Cristo è lo Spirito del pianeta, se la Terra è il Suo corpo,

non è forse giustificato dire che gli uomini mangiano la Sua carne e bevono il Suo sangue e Lo calpestano con i piedi?

 

Se questo Spirito indica i frutti che si ricavano dalla Terra, non può forse dire: «Questo è il mio corpo»?,

e, riferendosi ai puri succhi vegetali: «Questo è il mio sangue» (6, 56)?

E gli uomini non camminano forse sul corpo di questo Spirito planetario, calpestandolo con i piedi?

 

Egli non si è certo espresso così perché era adirato, bensì per indicare il fatto che la Terra è il vero corpo del Cristo. Anche questo passo del Vangelo va preso alla lettera. E il ricordo di questa grandiosa verità deve essere mantenuto vivo per la posterità dal Mistero della Comunione.

 

Sa riconoscere il profondo significato della Comunione, della Santa Cena,

solo chi è capace di sentire il valore di quest’evento poderoso per tutta l’evoluzione universale.

 

Chi prova questo sentimento, vede germogliare la forza del Cristo nelle piante che in primavera la Terra invia incontro alla luce del Sole, e sa anche che l’umanazione del Cristo non è solo un evento umano, è un evento cosmico.