Cristo – Fulcro dell’evoluzione

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 30.06.1909


 

La concezione antroposofica ci insegna di quali parti costitutive consista l’essere umano; essa ci insegna ciò che vi è di invisibile nell’uomo visibile che ci sta di fronte; ci mostra quindi come il nocciolo dell’essenza umana passi nell’uomo di vita in vita, e come nella sostanza fisica materiale, che abbiamo dai nostri antenati, venga incorporato tutto ciò che portiamo con noi di animico-spirituale dalla nostra ultima vita.

 

L’antroposofia ci mostra inoltre come l’umanità si sia evoluta sulla terra, come essa sia passata attraverso l’epoca atlantica, attraverso le epoche precedenti e attraverso i periodi di civiltà postatlantici; essa ci mostra infine che la terra stessa ha subito delle trasformazioni, che essa ha attraversato un’incarnazione precedente, che chiamiamo lo stato lunare, e due altre ancora più remote: l’antico stato solare e lo stato di Saturno.

 

Così la concezione antroposofica del mondo, dal legame con le cose più vicine, da ciò che scorgono i nostri occhi e toccano le nostre mani, da ciò che indaga la nostra scienza moderna, ci conduce verso le ampie e vaste realtà cosmiche, e soprattutto ci fa penetrare nel mondo soprasensibile. Essa dà all’uomo l’alimento spirituale, conducendolo fuori dal mondo dei sensi.

 

Chi ha approfondito con noi lo studio della concezione antroposofica del mondo, sa che da sette anni continuiamo ad esporre con precisione il divenire dell’uomo, le trasformazioni della terra e la vita dell’uomo nei diversi periodi di civiltà.

 

Oggi possiamo descrivere i particolari più minuti e, se ne avremo la possibilità, potremo penetrare ancora più addentro in queste cose. Dobbiamo far sorgere dinanzi alle nostre anime un quadro dei fatti soprasensibili. Ma questo quadro ha ancora una peculiarità.

 

Noi abbiamo anche detto che il nostro sole in un determinato momento si era distaccato, che sul sole erano andate a dimorare le entità che dovevano anzitutto svolgere su di esso la loro evoluzione. La guida di quelle entità è il Cristo ed egli, quale guida degli esseri solari, si allontanò col sole quando quest’ultimo si separò dalla terra. Allora egli effuse anzitutto le proprie forze dal sole sulla terra. Ma si andava avvicinando sempre più alla terra. Zarathustra lo percepiva ancora come «Altura Mazda».

 

Mosè lo vide già negli elementi; e quando il Cristo apparve sulla Terra in Gesù di Nazareth, la forza del Cristo si presentò in un corpo umano. Così per la concezione antroposofica del mondo l’entità del Cristo appare come il punto centrale, nell’intero quadro d’assieme della reincarnazione, della natura dell’uomo, dell’osservazione del cosmo e così via.

 

Chi considera la concezione antroposofica nel senso giusto deve dirsi:

• «Io posso considerare tutto questo, ma lo posso comprendere

soltanto se mi rappresento l’intero quadro come convergente verso il punto centrale: il Cristo.

Ho visto dipinto in maniere diverse

l’insegnamento della reincarnazione, delle razze umane, dell’evoluzione dei pianeti e così via,

ma qui, in un solo punto, ho davanti a me la natura del Cristo, e in tal modo viene gettata luce su tutto il resto.

È un quadro che ha una figura principale, e tutto il resto si riferisce ad essa;

io capisco il significato e l’apparire delle altre figure soltanto se comprendo la figura principale».

 

Così è la concezione antroposofica del mondo: noi tratteggiamo un grande quadro dei diversi fatti del mondo spirituale; poi vediamo la figura principale, il Cristo, e allora soltanto comprendiamo tutti i singoli particolari del quadro.

 

Quelli che ci hanno accompagnato nello sviluppo della scienza dello spirito sentiranno come in questo modo tutto possa essere compreso. La scienza dello spirito stessa si perfezionerà in avvenire, e l’attuale comprensione del Cristo verrà sostituita da una comprensione molto più elevata.

 

La forza della antroposofia diventerà in tal modo sempre più grande; ma così si evolverà anche l’uomo che accoglie in sé questa forza dell’antroposofia, ed in lui andrà sempre più crescendo il dominio dello spirito su tutto ciò che è materiale.

 

Poiché oggi l’uomo ha il proprio corpo ereditato, oggi è soltanto capace di suscitare processi quali il rossore della vergogna, il pallore, e i fenomeni del pianto e del riso, ma più tardi egli acquisterà sempre maggior forza su questi fenomeni e, movendo dalla sua anima, spiritualizzerà le funzioni del suo corpo, situandosi nel mondo esteriore come un possente dominatore animico-spirituale.

 

Questa sarà allora la forza del Cristo. Questo è l’impulso del Cristo che opera attraverso l’umanità. È l’impulso che già oggi, se sufficientemente rafforzato, può condurre dove conduceva l’antica iniziazione.